03 agosto, 2005

Mille e una ipotesi su Gesù

A distanza di circa duemila anni, continuano gli studi sulla figura di Gesù. Sono innumerevoli le pubblicazioni sul Profeta ebreo nato in Palestina intorno all’anno 5 a. C. Teologi, storici, archeologi, antropologi pubblicano i loro saggi, frutto di analisi condotte sul Nuovo testamento, sui Vangeli apocrifi, sulle fonti pagane... Non di rado, oggi si compiono ricerche in loco nei siti archeologici per tentare di dipanare una matassa imbrogliatissima, con il risultato che sono state formulate molte ipotesi tra loro per lo più incompatibili.

I primi studi, miranti ad individuare il Cristo storico, scindendolo, se possibile, dal Cristo della fede, risalgono al XIX secolo: Vita di Gesù di Strauss, esponente della sinistra hegeliana, è del 1835; l’opera di Renan, che porta lo stesso titolo, fu pubblicata nel 1863.

Paradossalmente si potrebbe affermare che, dopo che sono stati versati fiumi d’inchiostro per chiarire qualcosa della questione, se ne sa meno di cento cinquant’anni fa.

In questa sede mi limito a riportare, in modo molto stringato, le varie ipotesi, senza alcun commento: soltanto ne indico i sostenitori, siano studiosi come gli appartenenti alle varie confessioni.

Se qualche gentile lettore, venuto a conoscenza di un’altra ipotesi, volesse comunicarmela, sarò lieto di aggiungerla a questo singolare elenco.

Gesù è il Figlio di Dio, dalla duplice natura, umana e divina, nonché seconda Persona della Trinità (Chiese ortodosse, cattoliche, chiesa anglicana, confessioni evangeliche).

Gesù è il Figlio di Dio, dall’unica natura, quella divina... (Chiese monofisite).

Gesù è il Figlio di Dio, dalla duplice natura, umana e divina; in Lui coesistono pure due persone, umana e divina (Chiesa nestoriana).

Gesù è il Salvatore, ma non Dio, piuttosto è simile ad un arcangelo (Testimoni di Geova).

Gesù è una divinità legata al Padre e allo Spirito Santo, anch’essi divinità, da un fine comune (Chiesa di Gesù Cristo dei Santi dell’Ultimo Giorno più nota come movimento religioso dei Mormoni).

Gesù è una creatura di ordine superiore, generata dal Padre (Ario).

Gesù è un eone, inviato da Dio, per la salvezza degli uomini (gnostici; Pincherle).

Gesù è il più grande dei profeti dell’antichità, inferiore solo a Maometto (musulmani).

Gesù è un iniziato e maestro esseno (A.M. Givaudan- D.M. Givaudan, Hassnain, Schuré).

Gesù è un combattente messianista ostile al dominio romano (Brandon, Donnini).

Gesù è un mago che vuole riportare la religione ebraica alle sue radici egizie, ossia mosaiche (Smith).

Gesù è il risultato di un’elaborazione mitologica, non essendo mai esistito (Strauss, papa Leone X).

Gesù è un ebreo osservante, la cui dottrina, dalla coloritura escatologica ed apocalittica, non si discosta molto da quella dei Farisei (Calimani).

Gesù è un profeta che, contrario ad ogni formalismo e ritualismo, mira a rinnovare in senso spirituale la religione israelitica (Magli).

Gesù è il sostenitore di un amore libero, naturale (Reich).

Gesù è il sacerdote empio dei rotoli esseni (Thiering).

Gesù è un maestro che diffonde tra gli Ebrei una dottrina di origine buddhista (Sayers).

Gesù è il Maestro di giustizia dei Rotoli del Mar Morto (A.Dupont-Summer).

Gesù è un extraterrestre (Faber Kaiser, Zaitsev).

...

2 commenti:

  1. Osservando la storia si può giungere a una conclusione paradossale - in questo contesto è un termine appropriato dato che nel testo originale del Vangelo si legge: "oggi abbiamo visto cose paradossali" (Luca 5,26) -, dicevo cioè che, a quanto pare, del Gesù storico e del suo messaggio originario permane ben poco nella storia, invece di ciò che vi si sovrappone (mito, teologie, etc) rimane tutto! Questa affermazione, ovviamente, non nega nè sminuisce il 'mito' cristiano anzi ne sottolinea l'importanza, dato che i greci (che ne capivano qualcosa) affermavano dei miti: 'queste cose non avvennero mai ma sono sempre'.


    Di quello che fu veramente Jesus il nazoreo (si comprenderà perchè è corretto citarlo così) rimangono pochissimi elementi testimoniali (ma d'importanza capitale) e su questi vorrei si prestasse attenzione.
    Dunque ho notato che alcune affermazioni e 'testimonianze' su Jesus, contenute principalmente nei Vangeli e negli Atti degli Apostoli, ricorrono una sola volta: queste sembrano le sole che, per la loro singolarità in ogni senso, riflettono la Figura e l'insegnamento del Gesù storico. La carateristica di tali versetti non è la loro unicità in quanto tale ma la singolarità di significato nei confronti di tutte le altre Scritture e testimonianze.
    Ecco alcuni esempi (il lettore certamente ne troverà qualche altro):
    * Matteo 19,8 "all'inizio però non fu così". Questo detto che è in risposta a una questione apparentemente irrisolvibile (a costo dell'attendibilità dell'interrogato) e della quale un altro esempio celebre fu quello sul battesimo di Giovanni Battista (lì però Gesù optò per il silenzio), rimanda, tagliando la testa al toro, al Mito delle origini (qui Genesi 1,27) e quindi indica uno stato ideale, paradisiaco e messianico tout court disponibile - e qui è la novità - qui e ora in ogni cosa.
    * Matteo 21,31 "Amen, dico a voi che i pubblicani e le prostitute vi passano avanti nel regno dei Cieli". Qui è bene notare, secondo il tempo del verbo greco, che i publicani e le prostitute, già da ora e solo loro, entrano nel regno dei Cieli (= Dio) mentre gli altri vi rimangono fuori! Si legga la paraboletta che precede il detto (versetti 28-30) per averne controprova.
    * Atti 3,20 " (convertitevi....) così che vengano dei 'tempi' (kairoi tempi non cronologici ma opportuni, favorevoli) di refrigerio dal volto del Signore e invii il designato per voi come Cristo (la mancanza di articolo indica la qualità e non la persona: qui lo stato messianico), cioè Gesù". Quest'ultima dev'esser una aggiunta posteriore che dà un 'volto' ovvero personifica per rendere più intellegibile ai lettori l'evento dello stato messianico.
    Sia fra gli ebri contemporanei di Gesù che fra quelli di oggi si attende l'avvento di un periodo di pace e prosperità messianico. Basti rileggere testi come questo: “il lupo dimorerà insieme con l’agnello, la pantera si sdraierà accanto al capretto; il vitello e il leoncello pascoleranno insieme e un fanciullo li guiderà. La vacca e l’orsa pascoleranno insieme; si sdraieranno insieme i loro piccoli. Il leone si ciberà di paglia, come il bue. Il lattante si trastullerà sulla buca dell’aspide; il bambino metterà la mano nel covo di serpenti velenosi” (Is 11,6-8) per convincersene e sapere le concezioni messianiche coeve a Gesù.
    Questo versetto contiene la 'cristologia' più antica. Qui la 'cristeità' è una qualità da attribuire esclusivamente al contesto dell'instaurazione escatologica del tempo messianico.
    Diversamente da tutte le citazioni (compresa quella di Atti 2,36) qui il 'Cristo' non è una realtà o persona preesistente ma una realtà che 'fiorisce' nella coscienza individuale e che potrà 'venire' a realizzarsi cosmicamente nel futuro. In questo contesto è la citazione del versetto successivo (3,21) unico punto ove è citata l'apokatastasi, il ristabilimento di tutte le cose.
    * Nè il Cristo nè il Figlio di Dio ma figlio dell'uomo! L'espressione figlio dell'uomo nei testi neotestamentari è pronunciata solo e unicamente da Gesù. Nell'occasione 'solenne' e ineludibile, davanti al Sommo Sacerdote e al Sinedrio (Matteo 26,64) 'Ti scongiuro per il Dio vivente affinchè dica se tu sei il Cristo, il Figlio di Dio' Dice a lui Gesù: 'Tu (in posizione enfatica a inizio frase) l'hai detto'. Quindi Gesù non si ritiene nè Cristo nè Figlio di Dio come lo intendono gli interlocutori e, forse, nemmeno in altro senso e aggiunge: 'piuttosto/anzi dico a voi : da ora vedrete il figlio dell'uomo seduto alla destra della Potenza'.
    In Luca (22,67-71) si distinguono meglio che in Matteo i due titoli di Cristo e di figlio di Dio ma se ne prendono ugualmente le distanze. Qui una frase idiomatica che, per mezzo di due termini estremi, esprime totalità (ad esempio 'cielo e terra' per tutte le cose o 'alzarsi e sedersi' per tutte le azioni che si fanno) Gesù dichiara di non volersi proclamare nè di essere proclamato il Cristo: "Se tu sei il Cristo dì a noi. Disse invece a loro: se a voi dicessi non crederete affatto, se invece interrogassi non risponderete affatto". Da adesso piuttosto sarà il figlio dell'uomo seduto a destra della Potenza.... Dissero allora tutti 'Tu dunque sei il Figlio di Dio?' Egli invece rivolto a loro disse: Voi (in posizione enfatica a inizio frase) dite che sono io". Questa è risposta analoga a quella che è in Matteo però è rivolta a tutti i presenti.

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