26 febbraio, 2007

Nessuna speranza

Ho scoperto casualmente che Paolo Ferrero, ministro della solidarietà(?) sociale all’interno dell’esecutivo guidato dal Dottor Balanzone, è valdese. Dopo aver militato in Democrazia proletaria, ha aderito al Partito della rifondazione comunista. Ammetto che, a differenza di tanti “politici”, squallidi personaggi, ignoranti, avidi ed opportunisti, Ferrero sembra di primo acchito una persona non del tutto priva di una caratura morale.

Non rintraccio poi, teoricamente, una totale contraddizione tra l’adesione ad una formazione politica comunista (o sedicente tale) e la fede cristiana valdese. Non a caso i Poveri di Lione, il movimento religioso fondato da Pietro(?) Valdo, erano assertori di valori pauperistici ed egualitari, basati soprattutto sul Sermone della montagna. In fondo l’ex ricco mercante di Lione ed i suoi seguaci valorizzavano quelle parti del Vangelo che esprimevano gli ideali utopici degli Ebioniti. Gli Ebioniti, il cui nome vuol dire "poveri", radunati attorno a Giacomo, fratello(?) del Signore, erano comunisti, vegetariani ed apocalittici.

In quanto valdese, Ferrero dovrebbe essere animato da sinceri ideali, dovrebbe capire che cosa significa essere oppressi, che cosa significano alcuni insegnamenti del Vangelo. I Valdesi furono perseguitati dal Tribunale dell’Inquisizione, costretti a rifugiarsi nell’Aspromonte e nelle valli del Piemonte dove preservarono la loro fede fino a quando aderirono alla Chiesa riformata. Nel 1655 definirono la loro confessione di fede di stampo calvinista. Mal tollerati o vessati dallo stato sabaudo, la comunità valdese ottenne la libertà religiosa solo nel 1948, quando fu promulgata la Costituzione.

Capisaldi della fede valdese sono il rifiuto del giuramento, della guerra, della pena di morte e di ogni forma di violenza. Non so che cosa Ferrero deciderà circa il rifinanziamento della missione di guerra in Afghanistan né come voterebbe, ma se egli ha deciso di sostenere, (ipotesi assai probabile)per disciplina di partito, la politica guerrafondaia del prode prodi, non solo abiurerà i pur distorti e farraginosi “valori” del comunismo, ma anche quelli della fede valdese. Non esiste spazio per gli infingimenti, per i distinguo, per le affermazioni capziose: non resta che “far torto o patirlo”. Ferrero non può tradire certi principi: se sosterrà il nefasto programma del capocomico bolognese, calpesterà secoli di storia di una comunità che, pur tra settarismi e contraddizioni, difese la propria dignità ed indipendenza a costo della vita e del carcere. Pertanto Ferrero dovrebbe solo dimettersi e mandare a spigolare la masnada del governo.

Dovremo concludere che la “politica” oggi corromperebbe anche il console Fabrizio?

5 commenti:

  1. Caro Zret, mi permetto di dissentire da alcune tue opinioni.
    Mi pare che l'ideologia marxista ed il Cristianesimo, per quanto valdese, non vadano propriamente d'accordo. Innanzitutto si deve rilevare che l'ideologia comunitarista ripresa da Marx e soci nel diciannovesimo secolo è un prodotto dell'anima semita e ben si addice al popolo ebraico ed ai semiti in generale. Occsasionalmente anche l'anima slava è alquanto affine per cui ha recepito nel bene e soprattutto nel male l'ideologia comunista. Ritengo possibilissimo che certe sette del Cristianesimo primitivo - i Giudeo-Cristiani appunto - adottasssero e mettessero in pratica simili ideali. Vedi gli Atti degli Apostoli canonici, i quali dipingono un quadro idilliaco anche se un pò stereotipato, della setta alla quale apparteneva l'evangelista denominato in seguito 'Luca'.
    A suo dire tutto veniva messo in comune e chi non ubbidiva alla norma...ci restava secco.

    La branca valdese è da considerarsi una 'diminutio' in seno alla Religione cristiana nel senso che ha perso completamente di vista i contenuti spirituali ed ascetici propri al nucleo del Cristianesimo stesso per dare la massima importanza ail significato sociale della Dottrina. Praticamente trattasi di una corrente immanentista e pertanto di ben scarso interesse ai fini di un cammino spirituale. Parlo ovviamente da un punto di vista teorico ed astratto ma nondimeno reale. Poste simili premesse non ci stupiamo che sia possibile un 'monstrum' quale Paolo Ferrero, in pratica un matrimonio 'between Heaven and Hell'- come avrebbe detto William Blake.
    Marxismo vuol dire 'ateismo militante' e dunque lotta senza quartiere a qualsiasi idea ed aspirazione religiosa in seno all'essere umano. Marxismo vuol anche significare utilizzo machiavellico di tutti i mezzi possibil, leciti e soprattutto illeciti fra cui l'uso sistematico e tassativo della violenza e della menzogna, per raggiungere il fine della società proletaria.
    No, non ci siamo. 'Vade retro', ministro Ferrero.

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  2. Non so, ma così a pelle mi sento di sottoscrivere ciò che ha riportato Paolo. Non ci riesco proprio a fidarmi di uno di questi mangioni/arraffoni, poi il fatto che un politico aderisca ad una chiesa piuttosto che ad un'altra, può significare che il proprio partito cerchi di racimulare voti presso quella fede religiosa.
    Comunque più che dargli il beneficio del dubbio, mi unisco al 'Vade retro', ministro Ferrero.
    Saluti,Nico.

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  3. Mi riferivo solo all'aspetto relativo alla messa in comuni dei beni attuato con rigore dagli Ebioniti e che è un principio del comunismo marxista. Non ho considerato gli aspetti spirituali estranei sia al marxismo sia, in fondo, alla Chiesa valdese che privilegia (teoricamente)i valori etici. In un mondo come il nostro in cui la dimensione spirituale è assente o quasi, le "religioni" stesse sono poco più che una precettistica, avendo accantonato lo pneuma. Gli Ebioniti ebbero comunque, se si prescinde dalla fede in Dio, una concezione piutosto temporale e materiale del Regno dei Cieli, che, come dice "Matteo", prima di essere contraffatto, si conquista con la violenza ed i violenti se ne impadroniscono". Il Regno di David, nella cui restaurazione essi ingenuamente confidarono, era un regno terreno. Per fortuna, al Messia politico si affiancò anche il Messia sacerdotale...
    Ciao e grazie.

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  4. Ciao Nico, credo che Ferrero sia un politico machiavellico, un po' golpe un po'... pecora, sotto le cui sembianze si nasconde un lupo. Mi unisco al vostro "Vade retro, minister".

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  5. Ciao Angela, mi devo documentare su questa scoperta. Ti farò sapere. Ciao e grazie!!!

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