17 dicembre, 2009

Guerra tra i pianeti

"Guerra tra i pianeti" (titolo originale "Killers from space") è una pellicola di genere fantascientifico per la regia di William Lee Wilder, fratello di Billy Wilder. Il film, risalente al 1954 e con interpreti Peter Graves, James Seay, Barbara Bestar, Steve Pendleton, Frank Gerstle, John Merrick, pur essendo un prodotto un po' dozzinale e, a tratti, involontariamente ridicolo per i costumi e certi aspetti della sceneggiatura, introduce alcuni motivi divenuti salienti nell'Ufologia.

Il critico Fabio De Angelis ricostruisce l'intreccio nel modo seguente: "Lo scienziato atomico Douglas Martin, dato per disperso dopo un incidente aereo, torna alla propria base dove si stanno svolgendo test nucleari. Il suo comportamento (è, tra l'altro, ossessionato dalla visione di occhi che lo fissano) ed una strana cicatrice impressa sul petto impensieriscono i suoi colleghi. Sottoposto ad una serie di esami medici ed al siero della verità, l'uomo rivela di essere stato catturato da una razza aliena che ha costruito un avamposto proprio nel sottosuolo della base militare e che intende usarlo come inconsapevole "talpa" per trasmettere loro informazioni scientifiche segretissime. Scopo degli extraterrestri è allestire un apparato bellico di potenza inaudita ed impiegare un esercito di insetti giganti per conquistare il pianeta. Dallo spazio alla Terra e dalla terra al sottosuolo per ritornare in superficie e spandersi a macchia d'olio: questa è la strategia degli insoliti invasori del pianeta Astron Delta che, per quanto (presumibilmente) potenti ed evoluti, hanno bisogno di un uomo e delle sue scoperte per cominciare l'invasione [...]

Da sottolineare, in primo luogo, il nesso tra alieni ed energia nucleare: è questa una correlazione che è stata spesso notata. Nel film gli invasori impiegano l'energia atomica per nutrire gli enormi insetti, mentre di solito alcuni resoconti si riferiscono ad U.F.O. che sono intervenuti per sabotare esperimenti che prevedevano l'uso di ordigni atomici. In altre occasioni sono stati scorti oggetti volanti non identificati nei pressi di centrali in cui erano occorsi gravi incidenti con l'evidente riduzione degli effetti distruttivi causati dai malfunzionamenti degli impianti.

Il 26 aprile del 1986 accadde il disastro di Chernobyl, a 130 chilometri da Kiev. Mikhail Varitsky, specialista in tecnologie nucleari e che apparteneva alla squadra impegnata nelle operazioni di soccorso dichiarò al quotidiano Pravda: “Io ed altre persone andammo sul luogo dell’incidente di notte. Vedemmo una sfera di fuoco che si librava nel cielo con un lento movimento. Ritengo che avesse un diametro di sei-otto metri. La osservammo, mentre emetteva due raggi di luce cremisi in direzione della famigerata Quarta Unità. L’oggetto si trovava a circa 300 metri di distanza dal reattore L’evento durò circa tre minuti.” Poco prima che apparisse l’oggetto sconosciuto, i tecnici avevano rilevato un livello di radiazioni sul posto pari a 3000 milliroentgens/h; dopo l’emissione dei fasci cremisi, gli specialisti constatarono con stupore che il livello era sceso ad 800 milliroentgens/h.

Altri temi della pellicola meritano attenzione: “l’abduction con finalità belliche” (P. Morelli), il missing time di cui è vittima il protagonista, un tempo mancante recuperato in analessi attraverso il siero della verità; la cicatrice sul petto come traccia del rapimento; l’installazione extraterrestre scavata nel sottosuolo. Si ricordi che la produzione è del 1954: sono elementi solo occasionalmente accennati nella ricerca ufologica dell’epoca, ma destinati a diventare isotopie negli studi posteriori.

Singolare, infine, l’evocazione di abnormi e sinistri insetti, creature aliene che fanno capolino in alcune opere letterarie e cinematografiche per culminare nelle descrizioni di Mantidi aliene per opera di presunti rapiti, con il diapason degli Aracnidi all’interno del raggelante film "The mist".

Fonti:

R. Malini, U.F.O. dizionario enciclopedico, Firenze, Milano, 2003, s.v. Chernobyl
P. Morelli, Guerra tra i pianeti, 2009, in X times, n. 12, ottobre 2009
Zret, Gli Insettoidi e gli Aracnoidi nell’Ufologia, 2009



APOCALISSI ALIENE: il libro

10 commenti:

  1. ciao zret se passassi a leggere il mio ultimo post sul mio blog ne sarei onorato.. ;-)

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  2. Ciao LupoLuponis, sono rimasto colpito dall'incongrua faccina sorridente del volantino trovato alla Bocconi. La tua ipotesi mi pare credibile. E' certo che questi gesti sono SEMPRE ideati ed organizzati dai s. D'altronde l'atto è di poco posteriore alla simulazione berlusconiana, come ormai acclarato. Singolari sincronismi.

    Ciao e grazie.

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  3. Caro Zret, grazie tanto, mi hai fatto fare un tuffo nei bei ricordi di infanzia, quando la Rai, sull'unico canale trasmetteva la sera del lunedì una serie di films di fantascienza, come Il pianeta proibito, La cosa da un altro mondo, ecc. Il film di cui tu parli è emblematico di una cinematografia di genere, intelligente e proiettata nel futuro. La fantascienza è stata fondamentale per tematiche, intuizioni, intrecci e gli appassionati lo sanno. Sci Fi soprattutto degli anni d'oro, la space opera degli anni quaranta, quella sociale degli anni 60/70. Milioni di fans hanno ricevuto un ampliamento di orizzonti, lo spazio, il tempo, le civiltà aliene, le guerre galattiche, il teletrasporto di Star Trek, infine. Heinlein, Hamilton, Williamson, Dick, Vance, Anderson, i primi che mi vengono in mente, hanno costruito un immaginario, una cosmologia/cosmogonia, che ritrova corrispondenze interessanti nella storia nota e meno nota dell'umanità La letteratura, certa letteratura meglio di tanta saggistica, può trasmettere quello che la scienza, la filosofia, la religione, non osano dire.
    Dovrebbero gli ufologi, gli esobiologi, gli scienziati, avere l'umiltà di accettare che la cultura, la conoscenza, possano trovarsi anche nei romanzi Urania, e prendere spunti utili per comprendere l'impossibile che l'immaginazione dello scrittore rende visibile.
    Angelo Ciccarella

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  4. Carissimo Angelo, veramente molte verità si annidano nella finzione, soprattutto nella science-fiction. La fantascienza ha anche saputo immaginare mondi ulteriori e dimensioni ucroniche.

    Certe pellicole di fantascienza degli anni 50 e 60 del XX secolo erano pregevoli: mi viene in mente L'invasione degli ultracorpi, per la regia di Don Siegel oltre al classico The day the earth stood still.

    Qualche giorno fa, ho pure trovato il brevetto per una macchina del tempo: non sarà che i viaggi nel tempo o qualcosa di simile sono già realtà?

    Ciao e grazie.

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  5. Ho paura che la macchina del tempo, come tu straordinariamente ti domandi, sia una realtà, caro Zret. Se spulciamo gli almanacchi medievali, ma anche quelli di epoche antiche, più volte si è notato come alcuni accadimenti facessero parte - con l'occhio interpretativo di oggi - di ingerenze di viaggiatori temporali. Forse forzando un po' le cose. Tuttavia sul piano cosmico, alla luce della quasi prova scientifica dell'esistenza di almeno 11 dimensioni, come escludere una tale possibilità? I paradossi temporali, le anomalie, e tutto quanto concerne un'azione mirata sul tempo passato o futuro,e le relative conseguenze del caso, bè, tutto si ingarbuglia. Il dibattito è aperto. Ti invito o ti sfido a ripresentare un post sul concetto di tempo. L'argomento merita, anche perché tutti facciamo i conti sul tempo, ma chi lo conosce veramente?
    Angelo Ciccarella

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  6. Ciao Zret,

    chissà poi chi viene fuori dai labirinti sotto le piramidi...

    www.liutprand.it/articoliMondo.asp?id=289

    La Piaga d'Egitto :-)

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  7. Angelo, in ere passate il tempo non era forse la dimensione "solidificata" che oggi ci ingloba. Resta senza dubbio un enigma su cui ho scritto qualcosa, negli anni scorsi.

    Forse un barlume si comprende se si pensa all'etimologia del termine la cui radice "tem" vale tagliare, recidere. Il tempo come primigenia scissione dall'origine?

    Se avrò l'ispirazione, tornerò sul tema.

    Puntozero, viviamo in tempi di rivelazioni: purtroppo "rivelare" è letteralmente "velare di nuovo".

    La danza dei sette veli.

    Ciao e grazie.

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  8. ....purtroppo "rivelare" è letteralmente "velare di nuovo".

    ??

    Non credo.

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  9. gioco di parole forse? RI VELARE velare di nuovo...

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  10. Altair, Cleonice, credo sia così: d'altronde molte parole sono bifronti (si pensi al latino "sacer", sacro ed esecrando) come il dio Giano.

    Ciao e grazie.

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