13 giugno, 2010

Fratture linguistiche

Secondo alcuni glottologi, che hanno esplorato le relazioni tra le strutture linguistiche e le aree cerebrali, anticamente si creò una faglia tra le popolazioni mediterranee di nord ovest e quelle di sud est. Questo iato si palesò nei sistemi di scrittura. Sulle coste nord occidentali, prevalse l'emisfero sinistro, logico e razionale: questa preponderanza produsse una scolpita enunciazione dei concetti, suono per suono, con consonanti e vocali ad eguale livello. Sulle coste sud orientali, invece, le culture semitiche, intuitive e poetiche, per una prevalenza dell'emisfero destro, avrebbero scritto solo le consonanti ed indicato le vocali con punti e tratti. Avrebbero cioè mantenuto le "femminee" vocali in uno stato di subordinazione di fronte alle rudi consonanti, laddove la scrittura, pur con qualche eccezione, sino alle ultime derivazioni dall'arabo, avrebbe privilegiato le forme morbide ed avvolgenti.

Come ogni dicotomia, anche questa distinzione (bio-linguistica) tra scritture orientali ed occidentali, è alquanto riduttiva ed è incrinata da una contraddizione, giacché l'emisfero destro è yin. Nondimeno può indicare uno spartiacque tra culture che, pur conoscendo contatti ed osmosi, tesero a separarsi, rispecchiando due differenti concezioni del mondo. Vero è che le lingue indoeuropee sono inclini a privilegiare il discorso razionale a tal punto che il greco antico ed il tedesco sono considerate, con la loro astratta architettura, lingue della filosofia, mentre idiomi come l'aramaico e l'ebraico denotano una concretezza metaforica radicata in tradizioni patriarcali.

Esplorare la storia della scrittura, come indagare la genesi e l'evoluzione delle parole, significa addentrarsi in un dedalo. Se la scrittura nacque con finalità eminentemente pratiche, sembra anche custodire sin dal principio un'eco celeste. Vittorio Sermonti ritiene che gli antichi alfabeti rispecchiassero i disegni delle costellazioni. E' come se, quando pronunciamo o scriviamo delle parole, maneggiassimo dei sassolini che al loro interno contengono dei preziosi diamanti. Oltre l'orizzonte dei significati baluginano i riflessi dei suoni e delle forme: i suoni si sciolgono in canti, in melodie o si congelano in un grido; le forme dei grafemi si incidono sulla friabile argilla della memoria. Non risulta casuale se il D.N.A. è un codice i cui vocaboli e leggi assomigliano ai modi di funzionamento della lingua. Quali messaggi sono criptati nel D.N.A. silente? Chi li introdusse e con quale scopo?

Davvero gli alfabeti sono doni degli dei, poiché figure e significanti sono motivati, occultando valori reconditi: è come se fossero gli involucri delle cose, meglio, della loro essenza, sebbene con il passare dei secoli, i nomi si siano staccati dagli oggetti, simili a cortecce di sughere che cadono dal libro. Le parole non aderiscono più ai referenti ed il linguaggio diventa una babele, un'accozzaglia di sillabe frantumate. Chi oggi vede nella lettera A l'immagine stilizzata di un toro e la corrispondente figura zodiacale? Chi è in grado di percepire nelle docili e dolci vocali il gorgoglio di una fonte, la musica del vento, il garrito di una rondine?

Esiste un luogo incantato dove il linguaggio degli uomini si intreccia a quello degli animali: veramente il re Salomone e Francesco d'Assisi seppero tradurre i versi in voci e le voci in sensi. Quali magici messaggi ricevettero? Quali doni? Con i loro doni di misteri intraducibili, si accorsero che il silenzio dichiara la definitiva separazione dal mondo della natura aurorale.

Qual è il cuore del linguaggio? E' nella sua energia creatrice che distrugge la quiete primigenia, quando le cose senza nome aleggiavano in una nebbia indistinta, quando, ancor prima, la vibrazione tremò sulle acque calme del nulla.

Il suono è anche il ritmo degli scalpelli che scavano, con dolce vigore, le tavolette, il sibilo del calamo sul papiro, lo stridio della penna sulla pergamena.

Oggi quei rumori, in brandelli di cenere, sono inghiottiti dal gorgo del non-senso.


APOCALISSI ALIENE: il libro

7 commenti:

  1. In principio vi fu il "Logos", se guardiamo l'inizio della creazione ci accorgiamo che l'adamo aveva un gran bisogno di dare il nome alle cose e animali, naturalmente perché si sentiva solo, la sua perdita di identità lo ha portato a dare un nome a cose e animali.

    La debolezza (sua) antologica, lo ha portato a non sentirsi più appagato con il rapporto con gli animali, solo eva ha sollevato la sua angoscia dall'essere solo, nell'illusione di aver trovato un suono diverso, il linguaggio.

    Credo fermamente che l'essere umano sia rappresentato in toto solo dal suo silenzio; ho letto tempo fa su qualche libro della mia biblioteca, che: "Il linguaggio più vero è la contemplazione dell'essere, non la meraviglia inconsapevole dell'ingenuo, ma quella consapevole di chi conosce il senso vero delle cose".

    Credo che il parlare o il linguaggio, non può essere solo astratto, verbale e teorico, la nostra complessità va ben oltre questi pavidi limiti, il gesto lo rappresenta molto di più, naturalmente quando il gesto rimane nell'umana esperienza di vita, che sia vero ed attendibile.

    Nessuna imposizione allora può essere imposta, se il linguaggio/parola è indice di libertà, la libertà può solo essere interiorizzata; così anche lo scrivere, ci riporta ai gesti nel nostro sincero profondo.

    Nell'antichità, in tempi a noi remoti, l'emisfero destro era molto più sviluppato, che quello razionale sinistro, il motivo (a mio parere) è che lo sviluppo dell'istinto di sopravvivenza primordiale era molto radicato nell'essere umano, e la parte destra del nostro cervello era molto sviluppato a scapito della sinistra, che è emersa successivamente quando l'uomo sapiens sapiens si è costituito in società organizzate.

    "Qual è il cuore del linguaggio?" Beh il cuore del linguaggio è il rumore di fondo dell'universo/multiverso, sempre che non sia una visone olografica...

    Cordialmente, wlady

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  2. Un commento molto denso, Wlady.

    Quando Adam diede i nomi agli animali, li portò all'esistenza o esistevano già? Il nome come realtà?

    In fondo la diatriba scolastica tra nominalisti e realisti è ancora attuale.

    Sì, l'essenza è radicata nel silenzio, perché il Logos ERA in principio. L'imperfetto è sintomatico. Il linguaggio e la realtà sono costruiti su fondamenti invisibili.

    Siamo in cammino verso il linguaggio, come sosteneva Heidegger o piuttosto verso il silenzio, scrigno della verità insondabile?

    Ciao e grazie.

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  3. Vedi Zret, se prendiamo i rapimenti alieni, le abduction, sorge spontanea la risposta, questi esseri non parlano, non perché hanno bocche piccole ed in alcuni casi non le hanno proprio, ma perché loro trasmettono con le onde celebrali, e non credo che sia nemmeno una lingua il modo in cui loro trasmettono, ma che sia il nostro cervello che traduce il pensiero degli alieni, in una lingua a noi comprensibile.

    Anche Heidegger, (giustamente come hai detto tu) senza dubbio siamo portati al silenzio in un prossimo futuro, quando il terzo occhio (ghiandola pineale) si sarà risvegliata.

    Ciao e grazie, wlady

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  4. Il tramite verso il silenzio è il linguaggio degli artisti e dei poeti, l'unico in grado di catturare una favilla dell'essenza, giacché il linguaggio scientifico è un mero codice, uno strumento che categorizza e schematizza il reale, invece di intuirlo.

    Sarebbe interessante un discorso sulle presunte lingue aliene: tempo fa, lessi un articolo su una correlazione tra l'idioma degli Orange e l'ebraico, ma mi parve pieno di forzature e di incongruenze.

    Ciao e grazie.

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  5. Caro Zret,

    per gli "antichi" il linguaggio tradotto per iscritto è stato un'invenzione degli dèi, Nebo a Babilonia, Thot in Egitto. All'inizio il pensiero dell'uomo.. forma invisibile (spirituale) del "CREARE-IDEARE" viene espresso attraverso un "suono-vibrazione", che rappresenta [l'immagine] traducibile e trasferibile (di ciò che è invisibile e astratto) ad altri uomini.. quella che oggi chiamiamo "comunicazione". Trattare un simile argomento significa smettere di fare ogni altra cosa per analizzare qualcosa di talmente profondo e complesso che non basterebbero tutti i libri della terra per penetrarne i segreti. Comunque nella mia "ignoranza" posso dire qualcosa:

    A prescindere da tutto quanto è stato già elucubrato e scritto nel tentativo di spiegare il MISTERO della PAROLA dovremmo in semlicità comprendere che TUTTO NASCE E VIVE (nel bene e nel male) dal PENSIERO.. che tradotto in SUONO viene eteriorizzato e incanalato nel fisico, modificando percezioni, eventi, realtà.

    Poi il secondo passo è stato quello di ri-tradurre il suono in SCRITTURA (poichè l'uomo si degradava a non riusciva più a RICORDARE perfettamente le cose, nasceva il bisogno di REGISTRARE SU MATERIALI che durassero nel tempo quello che la mente e la parola non potevano più espletare) che con il tempo, invece di richiamare l'IMMAGINE ORIGINARA DEL PENSIERO, esprime un suono o un gruppo di suoni.

    L'indoeuropeo è all'ORIGINE di quasi tutte le lingue parlate oggi in Europa, fatta eccezzione per il Finlandese, il Magiaro o Ungherese, il Basco e il Turco. In Asia tra le lingue indoeuropee, possiamo annoverare quelle Indiane, moltissime dell'Iran moderno e l'Armeno. Questa nostra "lingua MADRE" è il prodotto di una [ricostruzione] a tutti i livelli: fonetico, morfologico, sintassi, ecc. ecc. Si tratta di una lingua "senza testimonianze" (non abbiamo documenti in Indoeuropeo) ma completamente RICOSTRUITA con il metodo comparativo. Perciò l'ipotesi che è esistita una LINGUA MADRE COMUNE da cui hanno avuto origine tutte le lingue antiche.. che non sono altro che DIALETTI della LINGUA ORIGINALE..!!

    ---- FINE PRIMA PARTE ----

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  6. ---- SECONDA PARTE ----

    A questo punto mi fermo (sarebbe troppo lungo ancora il discorso) perchè se abbiamo una lingua madre comune UNICA ... allora anche il VERBO era UNICO (la parola) ... di conseguenza anche il PENSIERO era probabilmente UNIFORME.
    Cioè questo rendeva più "difficile" la NON-COMPRENSIONE nella comunicazione tra esseri umani e di conseguenza una quasi assenza di "conflitti e divisioni" per incomunicabilità.. è quello il tempo in cui ancora si parlava sulla Terra la "LINGUA PURA"..?? Quella che permetteva la perfetta comunicabilità tra uomini..??

    Ma allora sorge una domanda..??

    CHI ha corrotto la LINGUA MADRE PURA..?? Sì, subito viene in mente la confusione di lingue a Babele ... ma anche se così sembra di primo acchitto, in realtà in quell'evento vi è la concretizzazione sul piano linguistico di una "corruzione interiore" già avvenuta nel pensiero (spirito) dell'uomo.. CAUSA=EFFETTO.

    Questo potrebbe e dico: "Potrebbe" essere il motivo per cui l'uomo da allora in poi a perso "gradualmente" sempre di più il collegamento con lo SPIRITO Universale e con la natura stessa degradandola e degradandosi, al contrario della ipotetica TEORIA dell'[EVOLUZIONE] e andrebbe a coincidere con i FATTI ATTUALI in cui l'uomo avendo ormai PERDUTO quel SUONO PURO ORIGINARIO voglia riprenderlo con un atto disarmonico e innaturale attraverso un'altro tipo di "suono"... quello [ELETTROMAGNETICO] CREATO OGGI SINTETICAMENTE IN LABORATORIO.

    In questo contesto le "scie di fumo" possono essere annoverate il [fondamento] di questa nuova lingua madre (corrotta spiritualmente) che parlerà all'uomo attraverso l'INTERCONNESSIONE DEL PENSIERO con una LINGUA NUOVA.. un SUONO terribile.. lo squillo dell'ultima tromba.

    Ipotesi..?? Favole..?? Vedremo..!!

    Un forte e caro abbraccio a te mio caro Zret e al Boss dei Boss.. Ross ;)

    Shalom


    B O J S

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  7. Molto interessante ed articolata, Bojs, questa ricostruzione sulla possibile origine del linguaggio e sulla sua progressiva materializzazione-degradazione.

    In particolare, sottoscrivo la concezione di un graduale deterioramento delle facoltà linguistiche e comunicative (comunicazione come comunione) del tutto in contrasto con le fole del neo-evoluzionismo.

    La necessità del linguaggio implica un arretramento rispetto all'originaria trasmissione silenziosa?

    Oggi il ronzio elettromagnetico vibra nell'etere, come molesta ridondanza.

    Favole? Credo proprio di no.

    Ciao e grazie.

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