11 aprile, 2011

Sinopie

E poi con quello che succede/ in una vita come questa/ forse è meglio se la strada/ non è proprio quella giusta (D. Silvestri)

Siamo di fronte ad orizzonti di significato, alla ricerca di una Verità che dia senso al tutto, dalla galassia che arranca negli spazi del cosmo alla crepa che ferisce l’intonaco. L’uomo vive in una terra di nessuno, tra materia ed altrove, tra fato e sogni di libertà. In questa landa desolata si intersecano dimensioni, si consumano gli incontri con noi stessi e con le immagini dei mondi, intermittenze di percezioni, urti con altri esseri.

Nulla quadra, nulla combacia: anche le coincidenze si disuniscono ed i sincronismi si disintegrano in schegge di stupore. I percorsi del pensiero deragliano. Il cuore sterza all'improvviso. Invano cercheremo la via: qui le direzioni si moltiplicano. La raggiera delle direttrici ruota all’impazzata. Si può continuare il cammino, dopo che l’unico ponte è affondato?

La Verità ci sfugge: è acqua fra le dita. Poiché essa è Tutto, non possiamo concepirla. Chi bandisce la verità ne agita solo laceri vessilli, ne disegna tenui sinopie.

Siamo di fronte ad inafferrabili orizzonti di significato.

Foglie arrugginite, librandosi nel silenzio, si adagiano sul selciato. Rintocchi di campane si sbriciolano nella sera. Ombre di suoni azzurri rimbalzano sul lago della notte.


APOCALISSI ALIENE: il libro

8 commenti:

  1. Che poesia, caro Zret! che poesia! una vera unione tra l'"amarezza" dell'incapacità di afferrare il filo d'Arianna cosmico, di decriptare completamente l'alfabeto che compone il poema dell'universo, e la meraviglia di scoprire che l'armonia universale parla a noi, e che attraverso le tue parole, sebbene velate da rassegnazione, raggiunge toni decisamente alti

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  2. Bravissimo, Alpha Canis Maioris, hai proprio colto il succo della breve riflessione: un'amarezza appena temperata da una speranza.

    Ciao e grazie.

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  3. Questo commento è stato eliminato dall'autore.

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  4. Già, ed è la speranza che fa la differenza tra l'uomo rassegnato rispetto all'uomo proiettato verso cio' che ancora non conosce, ma di cui ha chiarezza dell'esistenza (pur non comprendendola)...
    Domandi :"Si può continuare il cammino, dopo che l’unico ponte è affondato?" ... probabilmente "basta" imparare a nuotare, ossia cambiar prospettiva con cui si osserva il problema. L'unico ponte è forse quello su cui ci vogliono incolonnati come pecore

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  5. Hai perfettamente ragione Alpha Canis Majoris, questo che posto qui sotto è un articolo che ho inserito nel mio blog, si evince che ormai siamo già nel gregge da molto tempo e se non ci si oppone al nostro annientamento presto sarà la fine.

    http://ningizhzidda.blogspot.com/2011/04/energybox-tecnologia-haarp.html

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  6. @wlady

    leggi questo, circola da qualche anno:

    http://xoomer.virgilio.it/alternativo/progetto.htm

    Zret, poesia...si...

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  7. Amici, distinguerei tra il piano empirico e quello metafisico. E' evidente che, sotto il profilo storico-biografico, le speranze sono ridotte al lumicino: prima o poi ci ritroveremo squassati da una catastrofe artificiale o affamati da una carestia o falcidiati da un'epidemia...

    Sul piano metafisico, è possibile che molti si salveranno: Dio (o chi per Lui) accoglierà i giusti in un eone rinnovato, dove non esisteranno morte, malattie, scie chimiche, patimenti... Questa speranza non toglie che ci attendono tempi durissimi: forse invidieremo coloro che sono morti, qualunque sia il loro destino, il nulla o una vita ultraterrena.

    E' immaginabile che qualcuno intervenga per salvare i probi, prima che il ponte crolli? Ne dubito assai, anche se non lo escludo.

    Ciao e grazie.

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