30 marzo, 2013

Racconti di mare

Narrano rari viaggiatori, sbarcati su questa terra cinerea, di capitani che vollero salpare verso l’infinito. Essi immancabilmente descrivono alberi spezzati, vele logore, stelle sparpagliate nel buio, come pula nel vento. Quei marinai non desiderarono intraprendere avventurose traversate negli oceani: cercavano l’esilio dal rimpianto che corrode l’animo, a guisa di salsedine.

I visitatori raccontano di implacabili bonacce, di marinai che, gli occhi vacui, fissavano albatri spettrali. Evocano onde che formicolavano pigramente sulla chiglia, lo stridio delle gomene, simile a voci di sirene agonizzanti.

Quei capitani credettero di incontrare la morte liberatrice, fino a quando salì una nebbia livida dal precipizio del mondo. Nel giorno ammainato, sul ponte deserto girava a vuoto il timone…

APOCALISSI ALIENE: il libro

La squola della Gelmini - di Antonio Marcianò - Gemme scolastiche da collezionare

4 commenti:

  1. Triste e spettrale l'immagine, mi porta con la mente nel Mar dei Sargassi, dove la nebbia nasconde alla vista l'orizzonte, inghiottendo nelle onde ogni genere di vita, lasciando solo un guscio vuoto.

    Un dipinto di Gustave Dorè, tetro e buio.surrealistico che accompagna la breve ma intensa lirica.

    Ciao

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  2. E' vero: il bellissmo quadro ricorda il Mar dei Sargassi, distesa equorea misteriosa dove spariscono navi e dove Colombo vide strani bagliori. Così scrive nel suo diario di viaggio.

    Siamo pula nel vento e naufraghi.

    Ciao

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  3. Auguri a tutti Voi, alla nostra deriva smemorata che in fin dei conti siamo naufraghi di un esaltazione infranta sulle nere rupi dell'età presente.
    Una volta inghiottiti dalle onde resusciterà la memoria

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  4. Grazie infinite, Giovanni. Mi unisco al tuo auspicio.

    Ciao

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