21 luglio, 2005

Antisemitismo


Il vicepresidente del Consiglio nonché ministro degli esteri, Gianfranco Fini, in occasione di uno quei fatui ed inutili convegni, organizzati solo per blandire vanitosi conferenzieri e per fingere di trattare temi culturali o di attualità, ha affermato che bisogna impedire in ogni modo agli "imam" di istigare, con infuocate e veementi prediche, i fedeli musulmani all'antisemitismo. E'assurdo: come è possibile che le autorità religiose musulmane incitino gli Arabi ad azioni antisemite?

Li esortano a lottare contro sé stessi, ad essere nemici di sé stessi? (Tra l'altro non tutti gli Arabi sono musulmami e non tutti i maomettani sono Arabi, ma questa è una sottigliezza). Infatti Arabi, Ebrei ed Aramei sono popoli che appartengono al gruppo linguistico semitico, come sa ogni glottologo. Lo ignora, invece, Fini, come molti altri. Evidentemente l'esponente di Alleanza nazionale intendeva dire che dev'essere combattuto e condannato, con ogni mezzo, l'antiebraismo. Ora ci siamo. E' forse pretendere troppo che un ministro della Repubblica, per di più laureato, conosca il significato di certi termini?

Forse è veniale in lui questa confusione tra antiebraismo ed antisemitismo, confusione in cui tanti (persone comuni, "giornalisti", commentatori, esperti a vario titolo) incorrono? No, penso che non sia veniale, per il ruolo che l'onorevole Fini ricopre, per l'ascendente che egli ha sui cittadini. Quando ci si pronuncia su problemi così scottanti, bisognerebbe essere più... "fini".

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