In questo periodo estivo, i telegiornali, non paghi di diffondere notizie più o meno distorte su quello che accade in Italia e nel mondo, affliggono gli spettatori con servizi dedicati alle nuove mode che imperversano sulle spiagge di quei carnai, definiti con petrarchesco lirismo, “riviere”. D’altronde non si può certo ritenere che questi servizi stonino con il resto del telegiornale ormai scaduto a contenitore di notizie ora truculente ora lacrimevoli ora edificanti; anzi no, non sono più notizie ma storie (o storielle), come le definisce spesso, non a torto, una materna ed amorevole signora che ci legge le fiabe la sera.
Dicevo, i "reportages" sulle smanie per la villeggiatura si adattano al resto, ma mi sembra che riservare tanto spazio a flirts di calciatori con veline, a tanga esibiti sull'arena dorata, a variopinti ombrelloni, ad asciugamani circolari, pentagonali, ottagonali, a “spiaggiste” che offrono bevande fresche e stuzzichini a pingui ed oziose matrone, intente ad abbrustolirsi al sole, significhi dare il colpo di grazia a quel poco d’informazione di cui ancora si poteva usufruire.
Sono così interessanti tutte queste “novità” sul modo di trascorrere il tempo negli stabilimenti balneari? A chi importa dei corsi di ginnastica aerobica, dell’intrattenimento serale a base di danze afro-cubane, delle feste sul lido impreziosite dalla fugace apparizione di qualche fotomodella e del suo amasio-finanziere?
Evidentemente, se i direttori dei notiziari ci ammanniscono impunemente tali ameni servizi, vuol dire che gli Italiani adorano siffatte corbellerie condite per giunta dagli stolidi ammiccamenti di certi... inviati. Tuttavia sono da capire: con tutto il sole che prendono...
Inoltre non è forse catalizzata in questi giorni l’attenzione di milioni di Italiani dalle vicende sportivo-giudiziarie del Genoa e di altre squadre? Lo sport, da sano agonismo, è diventato, con il passare del tempo, l’oppio dei popoli: questo ci fa capire perché siano così accanite le lotte per accaparrarsi i diritti televisivi con cui trasmettere le partite del campionato di serie A.
Così, tra vicende amorose, vacanze alla moda, sfilate d’indossatrici, tra un po’ il telegiornale sarà indistinguibile da un teleromanzo come “Beautiful”.
D’altro canto, da una passionale "Rossella" che cosa ci si poteva aspettare, se non che il notiziario diventasse un “melo”?
Qualcuno potrebbe obiettare che, se i telegiornali, per un motivo o per un altro, sono degenerati, esiste ancora il giornalismo della carta stampata.
Certo, certo, ad esempio, per “Il Corriere” scrivono dei professionisti che, dato il loro talento, potrebbero lavorare per... “Il Corriere dei piccoli”.
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