Il sabato sera alle ore 21:00 Rai Tre manda in onda un programma condotto da Alberto Angela, intitolato Ulisse, il piacere della scoperta.
La trasmissione, di per sé, non è disprezzabile, anche se mi sembra un po’ didascalica, in ossequio allo stile della dinastia Angela nota per la sua posa cattedratica, a dire il vero, tipica più di Angela senior che di Angela iunior.
Il pregio maggiore di Ulisse è il risalto dato agli aspetti antropologici. Ad esempio, la puntata di ieri, dedicata alla Firenze umanistico-rinascimentale, la magnifica e raffinata Firenze medicea, consentiva di conoscere la vita quotidiana dei suoi abitanti, attraverso accurate ricostruzioni: dal modo di vestirsi alle abitudini alimentari, dai divertimenti alle attività produttive... Inoltre l’attenzione non era concentrata sulla classe dirigente, sugli eventi politico-militari quali l’ascesa della famiglia Medici con Cosimo il Vecchio, la congiura dei Pazzi, l’affermazione della potenza fiorentina in Toscana... , poiché lo sguardo spaziava sui ceti umili e sui diseredati.
Tuttavia i limiti di un format come questo sono principalmente due: in primo luogo non è privo di inesattezze storiche. Ad un certo punto Angela, mostrando una carta geografica rinascimentale, ha fatto notare che essa non riproduceva il Nuovo mondo, perché l’America non era stata ancora scoperta. Trasecolo. L’America non era stata ancora scoperta? I Normanni, allora? Leif Erikson? Mai sentita la parola Vinland?
Transeat. Il difetto maggiore di Ulisse è un altro: il programma si rifugia nella torre eburnea del passato, senza mai un reale aggancio alla contemporaneità con tutte le sue innumerevoli contraddizioni. Il riferimento alla cospirazione dei Pazzi, cui non fu estraneo papa Sisto IV, avrebbe potuto essere lo spunto per un’incursione nella storia attuale, fitta di diaboliche trame.
Perché Angela ed i suoi collaboratori non dedicano qualche puntata a Pearl Harbour in una nuova luce, alla prima guerra del Golfo in una nuova luce, al 9 11 in una nuova luce…?
Mentre fuori e neppure molto lontano si diffonde la pestilenza, noi trascorriamo le ore tra danze e festini come i personaggi del racconto di E.A. Poe, La maschera della morte rossa. Mentre gravissimi problemi incombono sull’umanità, Angela disquisisce sui fiorini, sui piccioli e sui quattrini della Firenze rinascimentale.
È forse un modo per distogliere l’attenzione dei telespettatori dalle questioni più urgenti, con l’autocompiacimento dell’erudizione storica?
È un sistema per coprire certe verità scomode del mondo in cui viviamo, semplicemente ignorandole?
Se è così, allora cambiamo il titolo al programma: non più Ulisse, il piacere della scoperta, bensì Ulisse, il piacere della coperta.
La trasmissione, di per sé, non è disprezzabile, anche se mi sembra un po’ didascalica, in ossequio allo stile della dinastia Angela nota per la sua posa cattedratica, a dire il vero, tipica più di Angela senior che di Angela iunior.
Il pregio maggiore di Ulisse è il risalto dato agli aspetti antropologici. Ad esempio, la puntata di ieri, dedicata alla Firenze umanistico-rinascimentale, la magnifica e raffinata Firenze medicea, consentiva di conoscere la vita quotidiana dei suoi abitanti, attraverso accurate ricostruzioni: dal modo di vestirsi alle abitudini alimentari, dai divertimenti alle attività produttive... Inoltre l’attenzione non era concentrata sulla classe dirigente, sugli eventi politico-militari quali l’ascesa della famiglia Medici con Cosimo il Vecchio, la congiura dei Pazzi, l’affermazione della potenza fiorentina in Toscana... , poiché lo sguardo spaziava sui ceti umili e sui diseredati.
Tuttavia i limiti di un format come questo sono principalmente due: in primo luogo non è privo di inesattezze storiche. Ad un certo punto Angela, mostrando una carta geografica rinascimentale, ha fatto notare che essa non riproduceva il Nuovo mondo, perché l’America non era stata ancora scoperta. Trasecolo. L’America non era stata ancora scoperta? I Normanni, allora? Leif Erikson? Mai sentita la parola Vinland?
Transeat. Il difetto maggiore di Ulisse è un altro: il programma si rifugia nella torre eburnea del passato, senza mai un reale aggancio alla contemporaneità con tutte le sue innumerevoli contraddizioni. Il riferimento alla cospirazione dei Pazzi, cui non fu estraneo papa Sisto IV, avrebbe potuto essere lo spunto per un’incursione nella storia attuale, fitta di diaboliche trame.
Perché Angela ed i suoi collaboratori non dedicano qualche puntata a Pearl Harbour in una nuova luce, alla prima guerra del Golfo in una nuova luce, al 9 11 in una nuova luce…?
Mentre fuori e neppure molto lontano si diffonde la pestilenza, noi trascorriamo le ore tra danze e festini come i personaggi del racconto di E.A. Poe, La maschera della morte rossa. Mentre gravissimi problemi incombono sull’umanità, Angela disquisisce sui fiorini, sui piccioli e sui quattrini della Firenze rinascimentale.
È forse un modo per distogliere l’attenzione dei telespettatori dalle questioni più urgenti, con l’autocompiacimento dell’erudizione storica?
È un sistema per coprire certe verità scomode del mondo in cui viviamo, semplicemente ignorandole?
Se è così, allora cambiamo il titolo al programma: non più Ulisse, il piacere della scoperta, bensì Ulisse, il piacere della coperta.
Mitico... non te ne sfugge una!
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