27 ottobre, 2005

L'involuzione della specie

Absit iniuria verbis.

Rai Tre manda in onda alle 12:50 un programma condotto da Corrado Augias ed intitolato Le storie. Nello squallido panorama dei palinsesti televisivi, Le storie costituisce una lodevole eccezione: Augias affronta, in modo garbato ed intelligente, temi che, di solito, sono ignorati dai media. Spesso sono, infatti, trattate questioni scottanti e scabrose, che aprono una breccia nel muro della disinformazione e della censura imperanti.
Gli ospiti della trasmissione, più o meno noti, si segnalano, non di rado, per l’originalità ed il coraggio dei loro interventi: in questo modo, per una volta, alle solite banalità, ai vieti luoghi comuni, si sostituisce una voce dissonante, un’opinione non allineata. Certo, siamo ancora lontani da un sano atteggiamento iconoclasta teso a distruggere i dogmi e i falsi miti quotidianamente propagandati dai perniciosi araldi dell’ignoranza e della manipolazione (Benedetto XVI, Ferrara, Socci, Zucconi, Eco, Angela senior, Riotta, Vespa, Sirchia, Veronesi e via discorrendo); tuttavia, rispetto al dozzinale e tronfio giornalismo, il format condotto dall’autore di Telefono giallo, si distingue per lucidità e correttezza. Forse, se la trasmissione non sarà censurata o snaturata, in futuro potrebbe essere dedicato uno spazio al signoraggio, alle scie chimiche, alla sinarchia, al “terrorismo islamico”.

Sempre più si avverte, tra l’altro, il bisogno di iniziative come questa, poiché gli esseri umani, checché se ne pensi, non appartengono, se si esclude qualche rara avis, alla specie homo sapiens sapiens, ma alla specie homo insipiens: tali sono la sua rozzezza e la sua stolidità. Le persone devono essere educate, devono diventare consapevoli, devono destarsi dal letargo indotto dai mezzi di distrazione di massa, dall’oppiaceo calcio, dagli assordanti, ma fittizi dibattiti “politici”, dalla pubblicità martellante, dai reality shows… insomma dal controllo della coscienza.

In caso contrario, se non rifiuteremo in toto il perverso sistema che ottenebra la mente e lo spirito, l’homo insipiens diventerà homo insipiens insipiens.

Uomini e caporali

Al mondo esistono due tipologie di uomini. Alla prima appartengono coloro che tentano di costruire... di lasciare almeno qualche cosa di valido, perlomeno nelle intenzioni. Alla seconda appartengono coloro che vivono con il solo scopo ultimo di demolire. Meglio se il loro obbiettivo è costituito dalla prima tipologia or ora descritta.
**Straker**

26 ottobre, 2005

Astrea e i titani

Propongo la recensione di un saggio scritto dal Prof. Cardini. Condivido le perplessità di Stefano Vernole, lo studioso autore della recensione, circa alcune considerazioni del Prof. Cardini, anche se appunterei le critiche oltre che sul dissennato e funesto sistema statunitense, sulla sinarchia, il governo occulto mondiale, di cui l’attuale esecutivo guidato da Belzebush è la tragicomica (più tragica che comica) facciata. Alcune riflessioni di Franco Cardini mostrano come alla verità ci si possa avvicinare a volte quasi in modo fortuito. Gli attentati del 9 11 sono stati una manna per gli U.S.A, ma tale ghiotta occasione non è stata una “provvidenziale” casualità, piuttosto la scena madre di una mefistofelica pièce i cui registi sono pure gli attori. Il testo è tratto da http://www.centrostudilaruna.it/

Tante luci e poche ombre nel saggio dello storico Franco Cardini, insigne docente di Storia medievale all’Università di Firenze. Già il titolo svela il tema principale del libro: il condizionamento delle lobbies economico-finanziarie nell’operato dell’amministrazione Bush e il rischio che la politica statunitense seguita agli attentati dell’11 settembre 2001, conduca il mondo verso il caos.

Nella prima parte il Prof. Cardini si sofferma sullo spartiacque decisivo rappresentato dagli attacchi alle Twin Towers e al Pentagono, divenuti la causa occasionale che ha consentito agli Stati Uniti di assumere in maniera più esplicita e decisa il loro ruolo imperiale. Viene così criticato il noto volume di Samuel Huntington, Lo scontro delle civiltà e il nuovo ordine mondiale, considerato erroneamente un’innocente analisi geopolitica e non invece “un forte argomento storico-sociologico” volto a consentire la legittimazione degli Stati Uniti come potenza guida dell’Occidente. Spicca soprattutto il distacco di Huntington dalle tesi “neorealistiche” di Kissinger e Brzezinski su un punto fondamentale: il cd. “fondamentalismo islamico”, utilizzato fino ad allora spregiudicatamente da Washington in funzione antirussa, viene considerato un pericolo per l’Occidente.

Dubbi inquietanti solleva in particolare uno studio del francese Gilles Kepel, secondo il quale “la presa dei cd. fondamentalisti sulle società islamiche era andata progressivamente perdendo mordente durante l’ultimo decennio del secolo XX” e solo un attentato come quello compiuto l’11 settembre 2001 ne avrebbe potuto risollevare la causa, provocando per reazione una violenta risposta dell’Occidente (esattamente quello che è avvenuto con le aggressioni angloamericane all’Afghanistan e all’Iraq). Questa crisi ha poi costretto, come argutamente rilevato dal generale Carlo Jean – un militare non certo sospettabile di antiamericanismo – l’Unione Europea ad appiattirsi ulteriormente sulle posizioni statunitensi, proprio come auspicato nel libro di Huntington.

Gli attentati dell’11 settembre 2001 giungono come una manna provvidenziale per la Casa Bianca, in un momento in cui l’economia di Washington – già flagellata da una pesante crisi finanziaria – si appresta a ricevere il colpo decisivo dalla concorrenza europea, agevolata dalla decisione irachena di vendere il proprio petrolio in euro anziché in dollari. Il cambio di strategia nord-americano viene fatto risalire alla stesura del dossier noto come NSS (“The National Security Strategy of the United States”), che azzera decenni di geopolitica statunitense fondata sui concetti di “deterrenza”, “balance of power” e alleanze stabili (NATO). Oggi l’unilateralismo contrassegna l’atteggiamento di Washington nel mondo, forte del suo disprezzo per tutte le norme del diritto internazionale ma frenato dall’orgogliosa resistenza araba, affatto incline a subire passivamente l’esportazione della “democrazia” decisa oltreoceano.

Capofila del nuovo orientamento geopolitico è Robert Kagan, il teorico neo-conservatore della “guerra preventiva” che assieme ai principali consiglieri di Bush Jr. – Paul Wolfowitz e Richard Perle – aveva già da tempo tracciato i piani di attacco all’Iraq. La nuova concezione neo-cons, elaborata dal team definito “Project for the New American Century”, viene paragonata da Cardini ai vecchi aforismi marxiani secondo i quali “il mondo non si contempla ma si cambia”, così come una forte affinità esiste con le teorie trozkiste della “rivoluzione permanente”.

Nella seconda parte del libro, oltre a un parziale elenco dei crimini storici commessi dagli Stati Uniti nel mondo, viene snocciolata una serie di dati significativi volti ad attestare il ruolo nefasto giocato dal modello di sviluppo liberal-capitalista. Tale modello, sempre più dominato dalle compagnie multinazionali – le quali ricordiamo sono per l’80% in mani statunitensi – sta conducendo il mondo globalizzato verso una catastrofe ecologico-finanziaria.

Non vengono poi risparmiate sottolineature sul nesso guerra al terrorismo-restringimento della democrazia, sulla privatizzazione accelerata dell’economia e della politica, sul legame delle imprese statunitensi con i cd. “paradisi fiscali” e nel riciclaggio del denaro “sporco”. Questo quadro desolante è dovuto al ruolo ormai decisivo che le corporations hanno assunto nelle principali decisioni della Casa Bianca, al punto che l’attuale amministrazione Bush può essere definita un “comitato d’affari delle multinazionali”.

Unico punto debole dell’altrimenti ottimo lavoro del professore fiorentino rimane, a nostro giudizio, una sorta di volontà giustificazionista dell’operato statunitense, affiorante qua e là, quasi che un’originaria e per certi versi legittima politica da grande potenza condotta in passato da Washington, fosse stata ora travolta dall’influsso delle compagnie multinazionali, condizionamento che peraltro riguarda l’Europa stessa. Un atteggiamento espresso da Cardini anche in una recente trasmissione televisiva, dove la sua critica nei confronti dell’amministrazione Bush ha, però, voluto prendere le distanze dalle tradizionali forme di antiamericanismo manifestatesi recentemente in Italia.

Se è vero che taluni momenti storici hanno registrato episodi di contrasto tra l’imperialismo statunitense e i disegni più sottili delle lobbies finanziarie mondialiste, ad esempio durante le amministrazioni Eisenhower e Reagan o per la guerra in Vietnam o con le recenti critiche dello speculatore George Soros a Bush Jr., rimane un fatto incontrovertibile il vizio congenito della cultura a stelle strisce, portatrice di una visione messianica e totalitaria della vita e del mondo, in particolare per il profondo influsso della dottrina calvinista. Lo stesso teorema dei neo-conservatori, l’esportazione della “democrazia” per la creazione di un nuovo ordine mondiale, affonda le sue radici più profonde nel moralismo e nel “destino manifesto” degli States, con la sua pretesa superiorità e l’atavica predisposizione a volerla imporre al resto del globo.

Come avrebbe potuto perciò una Weltanschauung fondata sulla benevolenza e l’elezione divina nei confronti dei più ricchi fungere da anticorpo al mondialismo usurocratico ed affamatore delle lobbies economico-finanziarie, rimane un mistero. Paradossalmente sembra preferibile l’unilateralismo bellicista dell’amministrazione guidata da Bush Jr. rispetto alle “guerre umanitarie” combattute dalla presidenza Clinton e dal suo staff “democratico” in Somalia, Sudan o Jugoslavia, perché maggiormente suscettibile di provocare reazioni di ostilità in tutto il mondo.

Senza fare in conti con il mostro a stelle e strisce, il nostro pianeta non uscirà mai dal baratro nel quale è stato gettato dal sistema liberal-capitalista.

Stefano Vernole

24 ottobre, 2005

L'asino e gli asini

Absit iniuria verbis.
Non è necessario leggere voluminosi saggi concernenti le teorie politiche per comprendere la realtà di oggi e di quasi ogni tempo. A che pro leggere i paludati ed accademici libri di Popper e di Bobbio? Tutte le loro elucubrazioni circa il sistema democratico e il liberalismo sono solo dei flatus vocis. Rileggiamo, invece, una favola di Fedro, l’autore latino originario della Tracia. La favola s'intitola L'asino e il vecchio pastore.

Nel mutamento di governo nulla cambiano gli umili, tranne il nome del padrone. Questa favoletta dimostra che ciò è vero. Un vecchio pauroso faceva pascolare in un prato un asinello. Quello, spaventato da un clamore improvviso di nemici, tentava di convincere l’asino a fuggire affinché non fossero catturati. Ma quello impassibile: “Di grazia, credi che il vincitore m’imporrà due basti per volta?” Il vecchio disse di no. “Perciò che cosa vuoi che m’importi chi io debba servire? Purché io porti la mia soma.”

In questo breve testo sembra essere compendiata la quintessenza delle concezioni politiche. Non di meno, Fedro è considerato un autorucolo, mentre, in occasione di blasonati quanto noiosissimi convegni, relatori di fama internazionale discettano, citando illustri politologi, sui valori e sulle prospettive della “democrazia”, forma di governo che non è mai esistita, non esiste, mai esisterà. Insomma, certi mostri sacri sono soltanto dei mostri di ignoranza, dei tronfi banditori di banalità.

Questo discorso vale anche per il giornalismo: prendiamo in considerazione, verbigrazia, alcune illustri firme, quali Magdi Allam, Gianni Riotta, Vittorio Zucconi, Sergio Romano, Emilio Fede, Giuliano Ferrara e via discorrendo. Sono dei pusilli, delle nullità, eppure dai loro pulpiti marmorei pronunciano le loro patetiche omelie a moltitudini di fedeli devoti. Chi sono costoro, se confrontati con un giornalista vero, come Massimo Mazzucco, che gestisce il sito luogocomune.net, autore, ad esempio, di alcune illuminanti e coraggiose inchieste sul 9 11? Pur essendo noto a pochi, sebbene egli non abbia la risonanza che merita, Mazzucco è un galantuomo ed un intellettuale di grandissimo valore: lo connotano l’onestà nella ricerca, lo spirito critico, l’apertura mentale e, qualità assai rara, il senso dell’umorismo. Purtroppo, poiché nemo propheta in patria, dobbiamo subire i perniciosi sermoni di quei farisaici apologeti dello status quo. Infine, come se non bastasse, spesso risuona anche la voce chioccia di “Benedetto” XVI, il vignaiolo.
Speriamo almeno che per Natale ci mandi una cassetta di vini pregiati.

23 ottobre, 2005

I mostri

Bisogna riconoscerlo: certi mostri sacri sono soltanto dei mostri.

21 ottobre, 2005

Tu sei Di Pietro...

Absit iniuria verbis.

Infinito è il numero degli stolti (Seneca).

Qualche giorno addietro, si sono tenute le primarie dell’Unione per scegliere (?) il candidato dello schieramento di “centro-sinistra”, in vista delle elezioni previste per il 2006.


Le primarie? Che cosa s’inventano i nostri politici per abbindolare quei rincitrulliti degli elettori, affinché si illudano di partecipare alla vita “democratica”, laddove è stata inscenata una risibile e squallida farsa. Tra l’altro, si sapeva già che il prode Prodi avrebbe stravinto. Le primarie? Un sistema mutuato dagli Stati Uniti d’America, fucina di quasi tutte le idiozie. Le primarie? Mi viene in mente la scuola primaria, quella che dovrebbero frequentare i nostri politici beoti, per imparare i rudimenti della lingua italiana e qualche nozione di storia, almeno.

A proposito… Di Pietro, l’illustrissimo Di Pietro, fondatore del movimento Italia dei “valori”(sic!!!), quanti stolti sudditi sta incantando con il suo populismo, con le sue promesse da tribuno della plebe! Che cosa pensano i “cittadini” si possa realizzare con Di Pietro? L’ex magistrato si è mai occupato seriamente di temi quali la corruzione, il signoraggio, lo strapotere delle multinazionali, la distruzione dell’ambiente, la crisi dell’agricoltura italiana, l’inflazione, le scie chimiche…? Gli Italiani ancora una volta prendono degli abbagli, sognano, si pascono di pie illusioni.

Il mondo è proprio assurdo: Tu sei Pietro e su questa pietra costruirò la mia chiesa. Su questa affermazione palesemente falsa, risultato di una spudorata interpolazione dei Vangeli, è stata edificata una delle più colossali menzogne che la storia umana ricordi, la Chiesa cattolica, una società per azioni specializzata negli investimenti in armi, una banca legata a doppio filo alla CIA, nota organizzazione umanitaria.

La Chiesa fu fondata da Paolo, uno scaltro e spregiudicato fariseo originario, probabilmente, della Cilicia.

Io sono Paolo e su di me costruirò la San Paolo, una potentissima organizzazione finanziaria, sub specie ecclesiae.

Tu, però, sei Di Pietro e, non avendo la stoffa dell’apostata dei gentili, su di te non potrò costruire assolutamente nulla.


19 ottobre, 2005

Attualità dei Promessi sposi


Absit iniuria verbis.

I Promessi sposi sono un romanzo ancora attuale? Che cosa possiamo oggi apprendere dalla loro lettura? Se prescindiamo da certi aspetti narrativi, poetici ed ideologici obsoleti, credo che il capolavoro di Alessandro Manzoni si possa considerare adatto a farci riflettere sulla realtà contemporanea. Mi riferisco specialmente alla descrizione ironica e disincantata che l’autore offre dei gruppi dirigenti, i cui membri sono per lo più corrotti, incapaci, avidi, cinici… Sembra la raffigurazione della classe politica italiana di oggi e non solo italiana. Acutissima, poi, è l’indagine dell’intreccio e della connivenza tra le varie istituzioni al fine di perpetuare e di ingagliardire il loro pernicioso potere: si pensi soltanto al celebre colloquio tra il conte zio del consiglio segreto e il padre provinciale dei cappuccini.

L’autore denuncia episodi di inefficienza, di superficialità, di inettitudine, a proposito della carestia a della peste. Il contegno dei politici del Milanese, di fronte al terribile morbo, contegno improntato a colpevole sottovalutazione del problema quando si registrano i primi casi di contagio, seguito da maldestri e in ogni caso tardivi provvedimenti, una volta diffusasi l’epidemia, ricorda la tentennante, incerta condotta delle autorità sanitarie europee, dinanzi al pericolo, non si sa quanto concreto, dell’influenza aviaria. I gazzettieri, imbeccati dai ministri, ripetono, ad ogni piè sospinto, che l’allarme per la malattia, che ha colpito e sta colpendo i volatili, non dev’ essere scambiato per allarmismo. Poco più che un bisticcio di parole.


Tuttavia il pur penetrante intellettuale lombardo, che smascherò l’ipocrisia e la stoltezza delle elites, forse non comprese appieno che i governanti non sono soltanto stupidi al massimo grado, ma anche malvagi in modo inimmaginabile.

Sull’idiozia, comunque, non si può nutrire alcun dubbio: ne è prova il fatto che i vari titolari del dicastero preposto alla pubblica distruzione succedutisi in questi ultimi decenni, mentre riformavano il “sistema educativo” con il malcelato scopo di affossarlo, non hanno mai deciso di escludere dai programmi dell’educazione linguistica la lettura dei Promessi sposi. I ministri, infatti, non hanno minimamente capito la carica rivoluzionaria di un romanzo che mostra il vero volto del potere, svelando “di che lacrime grondi e di che sangue.”

14 ottobre, 2005

Chi vuol esser visionario? Aerosol ed armi elettromagnetiche (articolo di John Kaminski tratto da uno studio di Amy Worthington)

Se un cittadino, insospettito dai numerosi e ininterrotti voli di aviocisterne nei cieli di molte nazioni del pianeta, denuncia il problema reale, urgente delle scie chimiche, i gazzettieri lo deridono, prendendolo per un visionario; gli "scienziati" lo tacitano, ricordandogli che non ha le competenze per esprimersi su tali temi; i politici lo ignorano. Noi che assistiamo a questo diuturno scempio nell'atmosfera, ovviamente siamo degli squilibrati, dei visionari; gli altri che negano la realtà del fenomeno, invece, sono sagge e razionali persone. Si leggano L'elogio della follia allora di Erasmo da Rotterdam, ma prima ho un gustoso antipasto per loro, un articolo di John Kaminski tratto da uno studio di Amy Worthington, giornalista che si occupa di argomenti relativi alla sanità pubblica per l'Idaho Observer e che ha studiato per lungo tempo le scie chimiche.

Nel loro intento a primeggiare nella sequela di morte, i fornitori di guerra perpetua hanno deliberatamente abbassato la luce del sole fonte di vita sulla Terra e ridotto la visibilità atmosferica, servendosi di particelle e polimeri che intasano i polmoni. Tale terrorismo ecologico ha compromesso gravemente la salute pubblica, secondo migliaia di testimonianze scritte. Anni di appelli di massa ai legislatori, ai mezzi di comunicazione e alle autorità militari per avere informazioni e per mettere freno al catastrofico deterioramento atmosferico, non hanno avuto alcun seguito, a causa di una burocrazia che non vuole sentire ragioni. La pubblica consapevolezza su ciò che sta accadendo rimane ottenebrata almeno quanto i cieli sopra di noi perché coloro “che sanno” sono imbavagliati dalle leggi di segretezza nazionale e gli Americani non hanno l'autorità per mettere in dubbio questioni di sicurezza nazionale.

E' l'operazione cloverleaf, un programma militare top-secret che implica modificazioni climatiche, comunicazioni militari, sviluppo di armi spaziali, ricerche sul buco dell'ozono e sul riscaldamento globale, armi biologiche ed analisi di rilevamento. Lo spargimento di tonnellate di nubi cariche di particelle da un aereo ha geo-modificato la nostra atmosfera planetaria, convertendola in un plasma elettrico conduttivo altamente caricato, utile ai progetti militari. L'aria che respiriamo è satura di fibre sintetiche quali l'amianto e altri metalli tossici, compresi i sali di bario, l'alluminio e, a quel che si dice, il torio radioattivo. Tali sostanze funzionano da elettroliti per migliorare la conduttività dei radar militari e delle onde radio. Velenoso quanto l'arsenico e soppressore dimostrato del sistema immunitario, il bario atmosferico indebolisce la muscolatura, compresa quella del miocardio. L'alluminio inalato va direttamente al cervello e gli specialisti in campo medico confermano che causa tensione ossidativa al tessuto cerebrale determinando la formazione di viluppi neuro-fibrillari come nel morbo di Alzheimer. Il torio radioattivo causa, come risaputo, leucemia ed altre neoplasie.

C'è di più. Le microonde ad alta frequenza e le ELF (extremely low frequency) onde a bassissima frequenza, pulsano incidono sul funzionamento mentale e biologico dell'essere umano e sulle associazioni di virus, batteri, funghi, micobatteri, cellule sanguigne tanto che le reazioni ad esse legate sono osservabili tra uomini, animali e piante. Ecco dunque tre argomenti relativamente poco conosciuti da aggiungere ai tanti altri pericoli già accertati per l'esistenza umana diffusi in tutto il mondo grazie ad un manipolo di dissennati di Washington. Osserviamo continuamente episodi di bizzarrie metereologiche, mentre potenti congegni elettromagnetici interferiscono con la corrente a getto, più comunemente nota come jet stream e con i singoli sistemi frontali temporaleschi per creare condizioni climatiche artificiali. Sono state documentate operazioni illecite condotte con aerosol che hanno arrecato malattie e disorientamento in frazioni selezionate di popolazioni tramite agenti di test biologici e tecnologie psicotroniche per il controllo mentale e dell'umore.

Per l'amor di Dio, ecco cosa dovremmo insegnare ai nostri ragazzi nelle scuole, perché queste sono le più gravi minacce alla nostra sopravvivenza. E invece di fluoruro, uranio impoverito e scie chimiche, non si parla affatto né sui principali canali di informazione mediatica né in alcun programma didattico. A parte la psicosi politica americana che ora getta la sua ombra tenebrosa sul mondo, sono questi gli argomenti più importanti di cui tutti a questo mondo dovrebbero parlare e riparlare. Invece, come avviene per i veri moventi del governo U.S.A. circa l'11/9 e le guerre illegali in Afghanistan e in Iraq, il popolo americano rimane sbigottito e accondiscendente verso un martellamento continuo di fesserie offensive propinato da uomini che dovrebbero essere i nostri leaders, ma che in realtà sono coloro che stanno devastando estese aree del pianeta per intere generazioni a venire. Queste sono solo tre tematiche su cui discutere, ma non ne parla nessuno. Il mercurio nelle medicine, geni di Gozzilla eunuchi nelle sementi che ci garantiranno carestie di massa per anni nel futuro prossimo, prodotti chimici letali nei vestiti che indossiamo, terreni avvelenati, video-giochi perversi che insegnano come uccidere ai nostri figli...

Ascolta il dibattito nazionale trasmesso dalla tua starnazzante scatola elettronica. Nient'altro che banalità insignificanti. Giunte a te per mezzo di quegli stessi individui che combinano tutte quelle altre cose, guadagnandoci trilioni. I mezzi di comunicazione ci pilotano proprio come in quel gioco da tavolo, dove era facile disegnare il diavolo con una calamita. Noi siamo i frammenti metallici che assumono le sembianze di mostri di maligna creazione per mezzo della calamita che è il sistema dei inostri misantropici mass media. Abbiamo inventato i giochi e lasciato che il mondo ci sfuggisse di mano.

13 ottobre, 2005

La lieta Letizia

Absit iniuria verbis.

Ieri sera, il TG5, il rotocalco televisivo di Rossella, la donzella, ha mandato in onda una patetica e stucchevole intervista rilasciata dal ministro della pubblica distruzione, Letizia Moratti, alla “giornalista” Cristina Parodi. (A proposito, ma quante sono queste Parodi? Non le conto più! Sono peggio delle Carlucci!).

Un’amabile e deamicisiana Letizia ha risposto alle “domande” della dolciastra e patetica intervistatrice. Ovviamente, la Parodi non ha incalzato la titolare del dicastero sulla contestata e dissennata riforma del sistema “educativo”, ma, con modi civettuoli e salottieri, si è intrattenuta su futilissimi argomenti. Il risultato? Nemmeno un’allusione alle manifestazioni di studenti contro l’esecranda riforma, il colpo di grazia ad una scuola già traballante; nemmeno un riferimento agli infiniti problemi con cui, giorno dopo giorno, sono costretti a convivere gli allievi, i docenti, i presidi, il personale ausiliario, tecnico ed amministrativo.

La realtà non è patinata come quella descritta dal ministro: gli edifici scolastici sono fatiscenti, (la 626 è solo una cifra come tante altre), le dotazioni tecnologiche insufficienti e vetuste, i curricula irrazionali e farraginosi, i programmi obsoleti, i libri di testo pessimi… Le iniziative, le commissioni, le figure strumentali, i progetti, i corsi extracurricolari pullulano, ma sono fumo negli occhi, effetti speciali che non stupiscono più nessuno.

Se almeno i manuali scolastici fossero decorosi, si potrebbe svolgere un’attività didattica in modo accettabile: purtroppo non è così e allora bisogna ricorrere a dispense per sopperire alle carenze dei testi pubblicati da case editrici che, nella maggior parte dei casi, mirano solo al profitto. Si prenda un manuale di Geografia: non si trova, nell’ambito dell’unità sull’inquinamento, neppure un cenno alle scie chimiche. Si prenda un libro di Educazione civica o di economia: neanche una riga dedicata al signoraggio. Meglio sorvolare sulle baggianate dei testi di Storia: i beoti che li scrivono fanno nascere Gesù a Betlemme!

Che certi ignorantoni pubblichino questi scartafacci per plagiare ed inebetire gli studenti, è qualcosa di indegno. Per fortuna esistono i programmi “culturali” della dinastia Angela, di Cecchi Paone etc.: quei pochi, che non saranno stati rovinati dalla scuola del futuro, saranno lobotomizzati dagli apologisti degli OGM e della globalizzazione.


Sulle scie chimiche vedi http://www.usac.it/
Sul Cristianesimo vedi
http://www.yeshua.it/

12 ottobre, 2005

La vita

La vita: un passo avanti e dieci indietro.

11 ottobre, 2005

Golem e tabù

Il Golem, questa creatura senz’anima domina quasi tutta l'umanità, la controlla, la plagia, la soggioga.
Il Golem è il superstato mondiale, con tutte le sue diramazioni: i governi, le istituzioni internazionali, le chiese, le banche, il terrorismo, l’apparato della disinformazione, la propaganda…


Come reagire? Direi, innanzi tutto, violando certi tabù. Nell’ambito dell’economia, il tabù da superare è quello del signoraggio: se veramente, vogliamo ridurre il debito pubblico che attanaglia il sistema produttivo di molte nazioni, dobbiamo avere il coraggio di aggredire il problema, senza esitazioni ed infingimenti. In caso contrario, non faremo altro che ripetere le solite geremiadi sui banchieri corrotti e sui politici incompetenti. Non è incompetenza, bensì malvagità.

Un altro tabù da vincere è quello delle scie chimiche, all’origine di molti e disastrosi cambiamenti climatici. Altrimenti, seguiteremo a discettare oziosamente sul protocollo di Kyoto, deplorando la superficialità di Belzebush e amici. Non è superficialità, bensì scelleratezza.

Un altro tabù riguarda il terrorismo: ci dobbiamo abituare all’equazione governo occulto = terrorismo. Diversamente, la nostra sarà un’anacronistica, inutile ed iniqua caccia all’untore.


Se proseguiamo solo a starnazzare come tante oche (sia detto con rispetto per le oche), pensando, in questo modo, di ottenere qualcosa, possiamo pure rassegnarci e sottostare all’abominevole volontà del Golem.

Oltrepassati questi ostacoli, potremo poi accingerci ad occuparci seriamente delle varie questioni più urgenti.


Se, invece, ci vogliamo crogiolare nel vittimismo, nel compiacimento dell’autoflagellazione, procuriamoci una bella sferza, magari chiodata.

10 ottobre, 2005

Il Numero, articolo di Marcello De Pieri

Inserisco un pregevolissimo articolo sul Numero. Il testo, frutto di una straordinaria dottrina e di una paziente, meticolosa ricerca, è di Marcello De Pieri, esimio studioso della Qabalah. Buona lettura.

L’Aritmetica nell’antichità era una scienza riservata solo ad alcuni ingegni superiori ed alla casta sacerdotale.
In Egitto, per esempio, vi era una casta sacerdotale, gli Arpedonapti, addetti all'ufficio di tracciare perpendicolari e contorni geometrici esatti per edifici e proprietà.
Il numero, per questo motivo, assunse un significato sacro, divino, ed al numero ed ai suoi simboli venne dato un significato mistico.
I numeri arabi furono introdotti in Europa da Fibonacci, ma furono adottati molto più tardi, perché all’inizio furono osteggiati dai misoneisti, ossia da coloro che sono contrari ad ogni novità, dai tradizionalisti ed, addirittura, proibiti dalla Chiesa dal Consiglio dei Cardinali del 1299.
L’Arte Maggiore dei Commercianti di Calimala nello stesso anno emise un analogo provvedimento.
Nella Numerazione cosiddetta romana il segno uno era costituito da un tratto più o meno verticale, le decina da due tratti incrociati, il centinaio da tre tratti angolari ed il migliaio con quattro tratti quasi a formare una emme. Oltre il migliaio non si andava.
Questi quattro numeri corrispondono alle lettere: I, X, C ed M.
La I è la nona lettera dell'alfabeto. E poiché l'1 è il Logos, il numero non-numero ma origine di tutti i numeri, poiché è quello che moltiplicato o diviso per se stesso o elevato a qualsiasi potenza resta sempre uno, è il simbolo di Dio.

La X è la ventunesima lettera dell'alfabeto, cioè tre volte il misterioso 7.
In matematica l'incognita è stata indicata con la X.
Il centinaio corrisponde alla lettera C quindi al numero 3.
La lettera M, è la dodicesima dell’alfabeto e corrisponde, pertanto, al numero 12.
Seicento anni prima di Cristo, a Crotone, Pitagora ha dato vita ad una delle piú alte manifestazioni filosofico-scientifiche in cui il numero assurgeva quasi a religione.

I suoi seguaci erano tenuti a prestare giuramento sulla santa Tetractis, costituita da 1, 2, 3, 4, la cui somma dava 10. I pitagorici erano soliti recitare questa preghiera alla Tetractis: “Benedici a noi, o numero divino, tu da cui derivano gli dei e gli uomini. O santa, santa Tetrade, tu che contieni la radice, la sorgente dell'eterno flusso della creazione. Il numero divino si inizia coll’unità pura e profonda, e raggiunge il quattro sacro; poi produce la matrice di tutto, quella che tutto comprende, che tutto collega; il primo nato, quello che giammai devia, che non affatica, il sacro dieci, che ha in sé la chiave di tutte le cose”.

Il numero per i Pitagorici non è un qualcosa di astratto ma è parte intrinseca dell’Entità Suprema, da cui nasce l’Armonia Universale, è quindi l’Essenza delle Cose. Il Cosmos non era solo un Ordine Matematico ma anche Armonia. I Pitagorici hanno fatto corrispondere all’Unità, origine di tutti i numeri, il Punto, origine di tutte le figure, da cui l’importanza dei primi quattro numeri la cui somma dava dieci, e dei quattro punti, con cui si potevano costruire tutte le figure.

E’ stato Platone che ha fatto corrispondere al Numero un’Idea, con la conseguente formulazione del concetto di Numero-Idea.
La Tetractis può anche essere rappresentata con un triangolo usando il concetto dell’Uno-Punto, e la somma dei punti è 10:
*
**
***
****
Quando noi disegniamo il 9 usando i punti otteniamo un cubo:

***
***
***

L'1 non è considerato un numero, perché è il principio di tutto, è il Logos. Il punto è quindi l’origine di tutte le figure.

Il 2 viene considerato come il primo numero, che genera per somma, moltiplicazione e elevazione alla potenza il 4, che a sua volta per sottrazione e per divisione genera il 2.
Il 2 è il simbolo della Linea che è determinata da due punti, gli opposti, quindi è anche il simbolo dei contrari: bene-male, caldo-freddo, ecc.

Il 3 è il primo numero dispari.
Geometricamente forma la figura piana più semplice, il Triangolo.

Il 4 è generato dal 2 ed a sua volta genera il 2 stesso.
Geometricamente è rappresentato dal Tetraedro, figura solida, in quanto racchiude lo spazio in tre dimensioni: altezza, lunghezza e larghezza.
La somma dei numeri che costituiscono la Tetractis, dà 10, la decade che rappresenta l’Universo Fisico.
La Tetractis era formata, infatti, dall’1-2-3-4, dal Punto, dalla Linea, dal Triangolo e dal Tetraedro.
Pitagora ha influenzato anche la numerazione latina in fatti il 2 è stato definito il Numerus Binarius, il 3 il Ternarius, il 4 il Quaternarius, ecc.

L’1 non è definito come Unarius, ma Unitas, quindi anche per i Romani era un qualcosa di diverso rispetto a tutti gli altri numeri.
Il 6 non genera perché moltiplicato per il numero più piccolo, il 2, si ottiene il 12, che è costituito dalla Decade più il 2, ma è generato dal 2 e dal 3.
Sommando il 3 ed il 4 otteniamo il 7, che è detto l’Ebdomade, il numero che non è generato, infatti è un numero primo ed è indivisibile, e non genera, perché moltiplicato per il numero più piccolo, il 2, si ottiene il 14, che è costituito dalla Decade più il 4.
Addizionando il 3 ed il 5 si ottiene l’8, che è il doppio del 4, ed è il primo numero cubico, ma è anche l’unione dell’Unità con l’Ebdomade, e per questo motivo è sempre stato considerato un numero Sacro.
Il 9 si ottiene sommando il 4 ed il 5, la potenza del 3.

I numeri della Decade hanno sempre avuto un significato speciale, che per gli adepti è anche mistico.
La cosiddetta Teologia Aritmetica è stata costantemente studiata dai Padri della Chiesa tanto che sant’Agostino ha scritto in De Doctrina Christiana: “'Ignorare o sottovalutare il significato mistico dei numeri significa precludersi la comprensione di un'infinità di nozioni contenute, in forma di raffigurazioni, nella Scrittura. Uno spirito nobile non rinuncerà facilmente a cogliere il significato e la ragione dei quaranta giorni di digiuno di Mosè, di Elia e di Nostro Signore. E la chiave di questo mistero si trova unicamente riflettendo sul numero espresso”.

Nella cultura ebraica lo studio del numero ha avuto un’importanza enorme, tanto è vero che a questa scienza è stato dato un nome: Gematrià, che è calcolo del valore numerico di una parola, ottenuta sommando i valori di ogni singola lettera, dato che nella lingua ebraica ad ogni lettera è associato un numero. Secondo la Qabalah, termini che possiedono un identico valore numerico, sono collegati da una corrispondenza, anche se i concetti espressi da tali termini sono del tutto diversi. Si possono calcolare le Gematrie di interi versi, semplicemente sommando tutte le parole.
Vi sono diversi modi di calcolare la Gematria di una parola o di una frase, e alcuni di essi sono molto complessi.

Il Significato Qabalistico dei Numeri per i Templari

Nel 1118 nove Cavalieri condotti da Ugo de Payns, si presentarono a re Baldovino I di Gerusalemme, manifestando il desiderio di garantire la sicurezza della strada dei pellegrini da Jaffa a Gerusalemme.
Il Re accettò e consegnò loro per viverci, una parte del suo palazzo, posto sul luogo ove una volta sorgeva il Tempio di Salomone. I Canonici del Santo Sepolcro consegnano, a loro volta, un piccolo appezzamento che possedevano in quel luogo. Nacque così l’Ordine dei Poveri Cavalieri di Cristo e del Tempio di Salomone, l’Ordine dei Templari. Nel 1125 furono raggiunti da un altro cavaliere, Ugo Conte di Champagne che, nel 1115 aveva preso contatti con Stefano Harding, dotto ebraista, Abate del Monastero Cistercense di Cîteaux, centro di studi ebraici cui collaboravano rabbini molto eruditi, per offrire all’Ordine Cistercense, una zona nella Foresta di Bar-Sur-Aube per costruirvi un’Abbazia.
A dirigere questa Abbazia, Stefano Harding designò un giovane monaco, Bernardo di Fountains che creò nel luogo prescelto l’abbazia di Clairvaux, Chiaravalle. Dal momento del suo arrivo a Clairvaux, il giovane Bernardo prese in pugno la politica dell’Ordine.

Queste notizie servono a dimostrare come sia possibile che i Templari abbiano potuto usare, fin dall’inizio, alcuni simboli numerici della Qabalah. La parole sono costituite da lettere e nella lingua ebraica ad ogni lettera è associato un certo valore numerico, per cui le lettere possono essere trasformate in numeri, che a loro volta possono essere sommati fra loro.

Con questo procedimento gli Adepti possono comprendere il significato occulto delle parole delle Sacre Scritture, quindi possono avvicinarsi alla conoscenza dell’Entità Superiore, attraverso le Sue Emanazioni, chiamate Sefirot, che sono dieci, come i cavalieri fondatori dell’Ordine.

Il Numero 3

Nella Simbologia Cristiana questo numero ha un’importanza molto grande:
  • Rappresenta la Trinità

  • 3 furono i Re Magi che portarono tre regali;

  • 3 le croci sul Calvario;

  • 3 le Marie,

  • 3 le Virtù Teologali, Speranza, Fede e Carità;

  • 3 le parti in cui era diviso Orbis Terrarum: Europa, Africa ed Asia;

  • 3 le Axis Mundi ove si uniscono il Cielo e la Terra: in questi luoghi erano infatti le reliquie più importanti per la religione cristiana:
* a Gerusalemme il corpo di Cristo;
* a Roma il corpo di Pietro;
* a Santiago di Compostela il corpo dell’Apostolo Giacomo;

Il numero 3 era importante anche per i Templari infatti:

  • I Templari accattavano di vivere in Obbedienza, Povertà e Castità;

  • 3 erano i cavalli che un Templare aveva a disposizione;

  • 3 erano i nemici che un Templare doveva affrontare assieme senza dover essere accusato di vigliaccheria;

  • 3 erano le suddivisioni, dopo la Bolla papale “Omne datum optimum” del 1139, all’interno dell’Ordine: Cavalieri, Sergenti e Sacerdoti;

Il Numero 12

Il numero 12 va considerato come 1+2=3.

  • 12 erano le Tribù di Israele;

  • 12 i discepoli di Gesù;

  • 12 sono i frutti della Albero della Vita,

  • 12 sono le porte della Città Celeste;

  • 12 sono i pani presenti sulla Tavola del Tempio, a rappresentare i 12 mesi dell’anno;

  • 12 le pietre preziose presenti sul petto di Aronne;

  • 12 erano i Cavalieri della Tavola Rotonda;

  • 12 i Pari di Carlo Magno;
Per i Templari:

  • 12 era la somma delle cifre dell’anno in cui ricevettero la Regola: 1128 (1+1+2+8=12);

  • Nel 1128 (1+1+2+8=12) fu costruito il primo Tempio Templare a Londra;

  • La prima cessione fatta ufficialmente all’Ordine a Londra è avvenuta nel 1137 (1+1+3+7=12), ed è stata fatta dalla Regina d’Inghilterra Matilde, nipote di Re Baldovino I;

  • La Casa-Madre dei Templari a Parigi è stata una concessione del Re Luigi VI avvenuta nel 1137 (1+1+3+7=12), per intercessione di Bernardo di Chiaravalle;

  • La Struttura Territoriale Templare prevedeva 12 province in Occidente e 3 in Oriente;

Il Numero 9

  • 9 sono i primi Cavalieri che hanno dato origine all’Ordine;

  • 9 sono stati gli anni che sono trascorsi da quando i primi Templari si sono posti al servizio della Fede fino al riconoscimento ufficiale;

  • 9 è la somma delle cifre che compongono l’anno 1125 (1+1+2+5=9) in cui Ugo di Champagne si è unito agli altri Cavalieri;

  • Nell’anno 1161 (1+1+6+1=9) è avvenuto il trasferimento del Centro Amministrativo dell’Ordine a Londra;

Il Numero 10

  • 10 sono i Comandamenti;

  • 10 le piaghe d’Egitto;

  • 10 le Emanazioni o Sefirot;

  • 10 erano i Tavoli ed i Candelabri nel primo Tempio di Salomone;
Per i Templari:

  • 10 erano i Cavalieri che hanno dato origine all’Ordine;

  • 10 erano i Cavalieri Scelti che avevano il compito di proteggere il Gran Maestro in battaglia.

Il Numero 2

  • 2 rappresenta la doppia natura di Cristo.
Per i Templari:

  • 2 erano i colori del Beaucéant, il loro vessillo bianco-nero.

Il Numero 1

  • 1 è inteso come il Principio di Tutto.
Per i Templari:

  • 1 è Ugo di Champagne che unendosi agli altri 9 Cavalieri ha permesso la costituzione dell’Ordine.

    I numeri che dal punto di vista Qabalistico hanno avuto importanza per i Cavalieri Templari sono:
    - 1 il Principi che racchiude il Tutto;
    - 2 la Sapienza;
    - 3 l’Intelligenza;
    - 9 il Fondamento;
    - 10 il Regno, l’insieme delle 10 Sefirot, che simboleggiano l’Uomo Celeste;
    - 12 ,inteso anche come 1+2=3, che troviamo ripetuto nella Città Celeste.

    In virtù di ciò c’è chi dice che il messaggio che ci hanno tramandato i Templari è il seguente:
    “Attraverso l’Intelligenza si apprende la Sapienza con cui si acquisisce il Fondamento per percorrere i Sentieri che dal Regno ci consentiranno di ricongiungerci con il Principio di Tutte le cose, nella Città Celeste”.

09 ottobre, 2005

Decolla l'Italia

Qualche giorno addietro si è svolto un convegno (o qualcosa del genere) organizzato dall'Unione, schieramento di “centro-sinistra”, cui è ovviamente intervenuto il professor (?) Romano Prodi.

Lo slogan del convegno era “Vola il Sud, decolla l’Italia”. Evidentemente il leader dell’Unione ha pronunciato uno di quei vieti e tediosi discorsi, trasudanti la solita retorica meridionalista. Ma la concione non m’interessa: vorrei soffermarmi sull’immaginifica ed alata metafora dello slogan, che, come è ovvio, non evoca una ripresa economica e civile per il nostro paese, ripresa del tutto impossibile ed utopica, piuttosto ricorda la sinistra politica dell’onorevole D’Alema. L’ex segretario dei DS, infatti, quando era presidente del Consiglio, con un’ignominiosa condotta basata su infingimenti, bugie, sotterfugi, legittimò la guerra della NATO contro la Serbia, conflitto fortemente voluto da quel sant’uomo di Clinton. Gli esponenti del governo guidato dall’imperscrutabile nocchiero dichiararono che l'aviazione militare italiana partecipava al conflitto solo in operazioni logistiche. Si scoprì, in seguito, che gli aerei avevano, invece, preso parte anche a bombardamenti di obiettivi militari e civili.
Visti i trascorsi, speriamo che D’Alema continui a bordeggiare con la sua barca a vela e che non approdi mai più sui lidi d'Esperia. Tra l’altro, è questo il messaggio della trasmissione “Blob” andata in onda ieri sera. Il programma passava in rassegna le principali gesta del navigato uomo politico durante gli anni del suo pernicioso governo, mentre sull’angolo dello schermo si leggeva l’esorcistica formula “D’Alemai”.

Vola il sud, decolla l’Italia? Oggi a decollare sono soltanto le aviocisterne che, con appositi erogatori, spargono nell’atmosfera sostanze chimiche varie, non propriamente innocue. Quei velivoli sì che decollano, altro che l’Italia! L’Italia, e non solo, non potrà che precipitare sempre più nell’abisso.


P.S. Absit iniuria verbis.

08 ottobre, 2005

Il lògos e le nuove generazioni

Qualche giorno fa un ragazzo, dopo aver letto il saggio di Luciano De Crescenzo intitolato Pànta rèi, mi ha detto di non aver compreso appieno che cosa Eraclito intenda per lògos. L’ammissione di non aver capito del tutto denota intelligenza ed apertura mentale: infatti l’interpretazione del lògos eracliteo è ardua, non solo perché questo principio implica vari aspetti fra loro eterogenei, ma anche in quanto la dottrina del filosofo efesio è stata prevalentemente trasmessa dagli stoici, che sovrapposero le loro concezioni al significato originario di lògos.

L’episodio è per me istruttivo: mi fa misurare la distanza tra la maniera di pensare di alcuni adolescenti e giovani, la cui mente non è ancora ottenebrata da pregiudizi e schemi, e il modo di pesare di molti adulti, convinti di possedere la verità o la chiave per decifrarla. Che cos’è la verità? Soltanto un’ipotesi che ha il consenso della maggioranza.

Scommetto che, se discorressi con un ordinario di filosofia, pretenderebbe di farmi penetrare nel lògos di Eraclito, di spiegarmene tutti i valori, anche quelli reconditi. “Chi afferma di possedere la verità, ecco colui non la conosce”, diceva Gozzano.

È bene diffidare di chi pontifica e dispensa con sicumera il suo sapere, mentre un vero spirito critico è sempre di giovamento. Lasciamo spazio alle ipotesi, alle indagini: rifuggiamo dai dogmi, siano essi religiosi, scientifici, filosofici, politici. È più importante il percorso della meta, ammesso che la meta si possa raggiungere.


Se le nuove generazioni, crescendo, conserveranno un approccio dinamico alla cultura ed alla realtà, rifiutando di introiettare preconcetti, forse si potrà costruire un futuro migliore. Per questo scopo, è necessario un pensiero divergente, al limite eterodosso, quel tipo di riflessione creativa che consentì, ad esempio, a Heidegger di tradurre un celebre frammento di Eraclito, reso banalmente con “il carattere di un uomo è anche il suo demone”(1), nel modo seguente: ”L’uomo, in quanto uomo, abita in prossimità del dio”.

(1) Ovviamente per demone non bisogna intendere nulla di negativo, come forse qualcuno è tentato di fare, a causa della somiglianza fonica tra il termine “demone” e il termine “demonio”.

06 ottobre, 2005

I pregi della vita

Intendo elencare i pregi dell'esistenza. I pregi della vita sono i seguenti:

05 ottobre, 2005

Nomina sunt omina

Nomina sunt omina, dicevano i Latini, ossia i nomi sono presagi.

Ora, in Italia opera un’associazione che si batte per la difesa dell’ambiente, per salvaguardare gli ecosistemi con la fauna e la flora che li rendono unici e preziosi. Considerando, però, che tale associazione, pur benemerita in molti settori inerenti alla protezione della natura, soprattutto per l’encomiabile dedizione dei semplici soci, continua caparbiamente ad ignorare l’urgente problema delle scie chimiche, mi sembra doverosa una riflessione.

I vertici di Lega Ambiente –è questa l’associazione cui mi riferisco- mi paiono simili a quelli di un classico partito, un centro di potere, dominato ed occupato, se si escludono pochissime eccezioni, da mestatori e caudatari, anche se, a volte, tra la base, è possibile trovare qualche persona onesta ed animata da nobili ideali.

Così i notabili di Lega Ambiente, colpiti dal micidiale virus che trasforma movimenti e gruppi, pur nati sotto i migliori auspici, in partiti e corporazioni, nell’accezione deteriore dei termini, si rifiutano di dare un riscontro a quei cittadini, che, allarmati, chiedono ci si occupi, anche solo a fini di studio, della questione “scie chimiche”.
Perciò, visto che i nomi devono, a mio modesto parere, rispecchiare la realtà, se detestiamo l’ipocrisia del linguaggio che denota l’ipocrisia del comportamento, se, per dirla con Manzoni, vogliamo smascherare ogni “trufferia di parole”, propongo che Lega Ambiente sia ribattezzata Lega Ambiniente.

P.S.: Absit iniuria verbis.


03 ottobre, 2005

Baroni e bari

Absit iniuria verbis.

Gli uomini di valore sono in dissonanza con il loro tempo: penso a Schopenauer, le cui opere furono apprezzate e comprese tardi, solo quando cominciarono a tramontare gli astri, dalla luce alquanto pallida, di Fichte, Schelling e Hegel (anche se Schelling merita maggiore considerazione fra i tre idealisti).

Penso a Nietzsche, il genio nato postumo, per parafrasare un suo aforisma, ignorato o quasi dai contemporanei, è oggi da molti reputato il filosofo che impresse una svolta decisiva al pensiero occidentale.

Oggi, come nel XIX secolo, (e non solo), si pretendono titoli accademici, lauree, specializzazioni. Se uno studioso non può esibire tutte queste credenziali, è ostracizzato e irriso, nonostante le sue qualità e competenze.


In questo modo un qualsiasi teologo, solo per aver conseguito la sua pressoché inutile laurea in un’università cattolica, può tranquillamente discettare di storia del Cristianesimo, scrivere monumentali volumi sui vangeli canonici e sulle opere dei Padri della Chiesa. Pochissimi oseranno criticarlo: anzi sarà invitato come ospite autorevole di ameni dibattiti televisivi, in occasione dei quali, con pretesca affettazione, disquisirà su eventi storici e dottrine, quasi possedesse verità inoppugnabili. Se poi afferma che Mosè era ebreo, che Gesù nacque a Betlemme, chi ardirà fargli notare questi colossali errori, sarà accusato di presunzione e di ignoranza. Chi sei tu per contraddire? Sei laureato? Sei uno specialista? No. Allora taci.

È solo un esempio. Ne potrei proporre molti altri: medici, informatici, sociologi, astronomi, economisti … spocchiosi e saccenti irridono, condannano, scomunicano tutti coloro che rivelano un pensiero divergente ed eterodosso. Citano Popper, il campione di una filosofia aduggiata da luoghi comuni gabellati per profonde ed originali elucubrazioni; non a caso ignorano Reich, Cioran, Feyerabend, Hamer… coraggiosi iconoclasti, spiriti veramente liberi.

Fra tutti i baroni, i più superbi mi sembrano alcuni “scienziati”: infatti essi sono persuasi che la scienza è la VERITA’, l’unica possibile VERITA’. Non sanno che la scienza è una religione come tante altre, con i suoi dogmi, i suoi sacerdoti, i suoi eretici. Tra gli eretici, appunto, troverai colui che distrugge antiquati paradigmi per inoltrarsi con spirito da pioniere in territori inesplorati, mentre gli altri si arroccano per difendere pregiudizi e privilegi. Gli scienziati ortodossi non sono neppure paragonabili agli aristotelici del XVI secolo: costoro, contrari alle teorie di Galileo si rifiutavano di osservare i pianeti con il telescopio, perché giustamente, secondo il loro punto di vista, una cosa non può essere contemporaneamente lontana e vicina, per la contradizion che nol consente. Gli aristotelici, infatti, dimostravano, nonostante il loro conservatorismo, onestà intellettuale e una devozione nei confronti del loro maestro, mentre certi scienziati di oggi rivelano attaccamento a posizioni di potere e devozione per i loro patroni politici.

Ascolta: un laureato in scienze dell’informazione, con la mente piena di equazioni, algoritmi, formule… osa criticare, sprezzante, chi, con tenacia, intuito ed abilità empiriche, ha scoperto delle falle in blasonati sistemi operativi. Mi viene un sospetto: costui, nuovo Filippo Argenti, che in sé medesimo si volve co’ denti, sta tentando furiosamente di difendere degli interessi.

Ascolta: un luminare afferma con sicumera che l’aspartame non è per nulla nocivo, sebbene decine di studi in molti paesi del mondo abbiano dimostrato esattamente il contrario. Subodoro qualcosa d’inconfessabile in questa patetica difesa d’ufficio dell’aspartame.

È per questo motivo che oggi negli atenei e in tutte le eburnee torri della “cultura”-potere, non troviamo soltanto baroni, ma anche bari.

01 ottobre, 2005

Le età della storia

Nella storia dell’umanità non esistono periodi luminosi che si alternano ad epoche oscure: tutti gli evi sono, in misura maggiore o minore, bui.