Si sente spesso ragionare di anelito verso il trascendente, di tensione verso ciò che è spirituale: mi chiedo se, dietro queste fughe dal mondo non si nasconda un’incapacità di affrontare le sfide attuali e, soprattutto, la solita manipolazione delle coscienze orchestrata dalle chiese e dai movimenti della New age.
Tali orientamenti sono viziati, a mio parere, dal solito dualismo tipico della Weltanschauung occidentale e che, per limitarci al cosiddetto Cristianesimo, trova nel lascivo vescovo d’Ippona uno dei campioni: fu, infatti, Agostino a distinguere tra corpo ed anima, sulla base di un’analoga dottrina platonica. Non è un caso se il patrigno della chiesa fu anche colui che inventò, contrapponendoli l’Inferno ed il Paradiso. Il manicheismo di Agostino, espulso dalla porta rientra dalla finestra: tale dicotomia tra bene e male è sempre stata un’ipoteca sulla cultura, non ostante alcune correzioni di rotta. Così oggi assistiamo alla titanica lotta tra il Bene ed il Male: per giunta, paradossalmente, il significato dei termini è invertito così che i corifei della morte e della distruzione avanzano lancia in resta, affermando di essere i difensori della libertà, della pace e della democrazia.
Bisogna poi considerare qual è l’impulso dell’anelito al trascendente: la fede? In tal caso, mi pare che si tratti di una mistificazione: la fede è il modo per assopire la coscienza ed annebbiare la mente. Non dimentichiamo mai chi ci esorta ad aver fede: sono le caste dei sacerdoti che mirano soltanto a nascondere verità scomode. Il valore della conoscenza e quello dell’integrità dovrebbero essere anteposti alla fede, soprattutto se è la fede in sterili e pericolosi dogmi su cui si basano le religioprigioni.
Infine auspico piuttosto un anelito all’immanente, perché la materia non è meno misteriosa e mistica dello spirito. (1)
Tali orientamenti sono viziati, a mio parere, dal solito dualismo tipico della Weltanschauung occidentale e che, per limitarci al cosiddetto Cristianesimo, trova nel lascivo vescovo d’Ippona uno dei campioni: fu, infatti, Agostino a distinguere tra corpo ed anima, sulla base di un’analoga dottrina platonica. Non è un caso se il patrigno della chiesa fu anche colui che inventò, contrapponendoli l’Inferno ed il Paradiso. Il manicheismo di Agostino, espulso dalla porta rientra dalla finestra: tale dicotomia tra bene e male è sempre stata un’ipoteca sulla cultura, non ostante alcune correzioni di rotta. Così oggi assistiamo alla titanica lotta tra il Bene ed il Male: per giunta, paradossalmente, il significato dei termini è invertito così che i corifei della morte e della distruzione avanzano lancia in resta, affermando di essere i difensori della libertà, della pace e della democrazia.
Bisogna poi considerare qual è l’impulso dell’anelito al trascendente: la fede? In tal caso, mi pare che si tratti di una mistificazione: la fede è il modo per assopire la coscienza ed annebbiare la mente. Non dimentichiamo mai chi ci esorta ad aver fede: sono le caste dei sacerdoti che mirano soltanto a nascondere verità scomode. Il valore della conoscenza e quello dell’integrità dovrebbero essere anteposti alla fede, soprattutto se è la fede in sterili e pericolosi dogmi su cui si basano le religioprigioni.
Infine auspico piuttosto un anelito all’immanente, perché la materia non è meno misteriosa e mistica dello spirito. (1)
(1) Vedi http://www.giulianaconforto.it/
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