06 dicembre, 2006

Lo sfaldamento della lingua (articolo di Enrico Panizzi)

Si assiste, nella nostra epoca e nella nostra società, ad un evidente deterioramento delle competenze linguistiche e comunicative e ciò, in particolar modo, si riscontra tra i giovani.

Spesso vengono a mancare le nozioni fondamentali della grammatica, il lessico si è notevolmente impoverito e, con frequenza, si nota una forma di comunicazione che risulta banale e stereotipa. In alcuni casi gli studiosi parlano di analfabetismo di ritorno.

Le cause di tale fenomeno sono numerose. Lo psicologo James Hillmann fa notare che l’analfabetismo è causato dall’aver trascurato le condizioni che aiutano l’immaginazione e la lettura, ad esempio il silenzio. In effetti i ritmi frenetici della nostra esistenza portano lontano dal silenzio, dal raccoglimento. Hilmann fa anche osservare come il modello di società che si è imposto tenda a non considerare il “che cosa”, ma solo il “come”. Credo che proprio la società consumistica, incentrata su valori effimeri, abbia prodotto queste mancanze espressive e riflessive fra gli studenti.

Anche i numerosi mezzi di comunicazione, invece di essere strumenti educativi, sono diventati causa di un linguaggio povero e privo di fantasia. Troppo spesso non conta quello che si dice e neppure come una “cosa” viene espressa: l’importante è solo “parlare”. Molti programmi televisivi seguono proprio questa “regola”; perfino nei telegiornali non devono esistere pause. Hillmann ha scritto che si tende a prendere la parola senza neppure aver pensato ciò che si vuole manifestare.

Anche la scuola, in qualche caso, non spinge gli alunni alla curiosità, ad una ricerca personale, ma si limita ad adattarsi alle informazioni, alle parole, ai ritmi proposti ed imposti dalla società.

Penso non sia facile trovare dei rimedi a tale deterioramento, però già educare all’ascolto, alla bellezza della scrittura, al piacere dell’immaginazione, può essere un efficace modo di affrontare la questione. È vero che tanti al giorno d’oggi sono pronti ad affermare che in fondo è solo importante usare il linguaggio che procura ricchezza e potere. È questo un linguaggio per il quale a poco servono competenze e vera comunicazione; ad esso bastano titoli e numeri (con tanti zeri).Ritengo che proprio questa mentalità generi un linguaggio che è solo un meccanismo, un po’ come gli ingranaggi di un orologio.

La povertà di pensiero è anche povertà di linguaggio e viceversa.

1 commento:

  1. Ciao Angela, scrivi molto bene e in modo efficace. Inoltre tratti temi interessanti ed originali. Dio ci guardi dai venditori di fumo e dai parolai, che imperversano in ogni dove. Ciao

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