22 dicembre, 2006

Progetto e destino

Sovente ci chiediamo se il percorso della nostra vita obbedisca ad una legge imperscrutabile ed ineluttabile o se sia possibile decidere liberamente quale direzione imprimere alla vita.

Giulio Carlo Argan, nella sua celebre, sebbene a volte retorica, Storia dell’arte moderna, è, alla fine costretto a constatare che le avanguardie protese a rigenerare il mondo, offrendo una nuova visione della realtà e soprattutto impegnate in un progetto di cambiamento, videro i loro sogni infrangersi contro il muro di un’oscura fatalità. Sembra che non sia solo la storia dell’arte, ma tutta la storia a svolgersi sotto il segno di un destino deciso altrove.

Anche se il dualismo che oppone il libero arbitrio al destino è, come ogni dualismo, errato, essendo possibile intuire un trait d’union tra i due ambiti, il problema si pone poiché riguarda l’essenza stessa della vita e perché ha implicazioni di tipo teologico, morale, scientifico.

Non è questa la sede per passare in rassegna il pensiero dei filosofi che hanno posto l’accento sul destino né quello dei pensatori che, invece, hanno affermato la libertà umana. Vorrei soltanto considerare certi aspetti del tema, specialmente per connetterlo ad alcuni problemi contemporanei.

Sartre ritiene che l’uomo sia condannato ad essere libero: in tale mancanza assoluta di condizionamenti si colloca una spaventevole responsabilità. Gli ultimi orientamenti scientifici, soprattutto nell’ambito della fisica quantistica, hanno sempre più dimostrato che nel cosmo nulla è predeterminato sicché le “leggi” di natura sono tendenze statistiche, su cui per di più influisce l’osservatore. In tale quadro, anche l’azione umana sembra potersi sviluppare in modo libero e casuale. Resta da capire se il concetto di caso di fronte al quale Einstein inorridì, essendo convinto che all’universo dovesse soggiacere un principio razionale, consuoni con la libertà e non piuttosto con il caos.

Caso e caos: sono questi gli orizzonti in cui si situa la vita e non so se ed in che misura essi possano coesistere con un progetto. Nonostante le infinite variabili di un universo la cui ragion d’essere è incomprensibile, pochi rinunciano all’idea che sia possibile definire le coordinate della propria esistenza, accettando che essa sia spinta alla deriva da situazioni stocastiche oppure predeterminata. Quasi tutti preferiscono crogiolarsi nell’illusione(?) del libero arbitrio, a volte con sicumera tutta umana, mentre aveva ragione Kant quando reputava che la libertà non fosse dimostrabile e dovesse essere considerata un postulato della ragion pratica.

È paradossale rilevare che i più fermi ed irremovibili sostenitori del libero arbitrio sono proprio gli uomini incatenati da pregiudizi e dogmi.

10 commenti:

  1. Ancor più fa inorridire la consapevolezza che al mondo conta molto di più il caso della propria volontà. Dove possiamo arrivare, è spesso diverso da dove vogliamo arrivare sebbene la differenza spesso ci sfugga. Destino o scelta? Questa è l'ennesima domanda alla quale non è (purtroppo) possibile rispondere. CIao

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  2. Sono domande senza risposte definitive, ma è meglio porsele che rimanere indifferenti.

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  3. Capitano, succede questo perchè la gente pensa appunto che la vita sia destinata al caso o a qualche destino segnato da stupidi oroscopi. Una forma di libero arbitrio esiste, noi tramite l'atto di volontà possiamo fare qualsiasi cosa.
    Non per niente: volere è potere.
    Ciao

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  4. Libero arbitrio

    Il libero arbitrio esisterebbe se non fossimo governati da sciagurati governi, burattini di altri... ancora più sciagurati assassini.

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  5. "SIA FATTA LA VOLONTA' DI DIO"
    esatto...e chi è Dio in fin dei conti?... NOI! o almeno una piccola parte.

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  6. La fisica, sia essa quantistica o relativistica o altro non può avere l'arroganza di ergersi a sistema filosofico, cosmologico o addirittura metafisico. Non ha infatti alcun diritto a proclamarsi sistema che spiega la natura di questo universo e degli indefiniti altri mondi che si intersecano e si sovrappongono fra di loro.
    I fisici contemporanei se ne devono stare zitti poichè sono al massimo capaci di offrirci spiegazioni confuse,evanescenti ed immaginifiche che non spiegano nulla e che diventano degne di qualche interesse solo se e quando utilizzano, per i loro scopi, i concetti presi a prestito delle Scienze tradizionali, sia d'Oriente che d'Occidente.
    Tutti codesti 'capoccioni' sono talmente stupidi da non aver capito che la vera conoscenza o Gnosi è pre-cerebrale.
    La scienza statistica poi è una goffa invenzione moderna che non rappresenta minimamente un criterio conoscitivo degno di tal nome.
    Per venire all'argomento principale se l'uomo sia libero oppure o no la risposta appare semplice: l'uomo non è per nulla libero. Non può disporre di se stesso che in maniera molto superficiale. Gli eventi fondamentali della sua vita sono stati decisi in una condizione precedente alla sua venuta sulla terra. Non è libera nè la scelta della famiglia in cui verrà ad abitare, nè le persone e gli amici che incontrerà, nè il censo di cui godrà nè la donna o le donne che impalmerà nè alcuna altra cosa.
    I Greci posssedevano al riguardo il concetto di 'ananke' ovvero di necessità ( 'karmica', aggiungerebbe un orientale).
    L'illusione di essere liberi e di poter scegliere questo e quest'altro lasciamola ai bravi Cattolici e al loro catechismi spiegatutto.

    Salve a tutti, Paolo

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  7. A volte sembra che resti solo l'amor fati... o l'odium. Un sentito ringraiamento a tutti.
    Ciao

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  8. Un esempio per tutti...

    La donna napoletana di 37 anni, passava per il lungomare partenopeo con il suo ciclomotore indossando il casco (l'unica a Napoli!), per recarsi al lavoro. Un palo della luce (marcio di salsedine e ruggine... e qui la colpa è sempre delle istituzioni) l'ha colpita "al volo" dritta sulla testa. Il casco non le è servito, evidentemente. Morta sul colpo. Il marito... sulle stampelle (anche lui coinvolto in un recente incidente stradale... famiglia fortunata), non ha potuto far altro che effettuare il riconoscimento.

    Libero arbitrio?

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  9. Fata volentes ducunt, nolentes trahunt (Seneca)

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