L’indifferenza è inferno senza fiamme.
Ricordalo, scegliendo tra mille tinte il tuo fatale grigio;
se il mondo è senza senso, solo tua è la colpa.
Aspetta la tua impronta
questa palla di cera.
La poesia di Maria Luisa Spaziani, tratta dalla raccolta intitolata Geometria del disordine, è una riflessione sull’indifferenza umana. Credo che con i suoi semplici, ma potenti versi, l’autrice sia riuscita a descrivere la condizione di inerzia in cui si crogiolano molte persone.
Le immagini più efficaci del componimento sono quelle dell’”inferno senza fiamme” e del “fatale grigio”. Davvero la vita di questi automi, privi completamente di una vita interiore, è un gelido inferno, un fuoco glaciale. Forse la loro non è neppure noncuranza, ma totale incapacità di vedere, sentire, immaginare, sognare… Inerti, insensibili, vuoti, essi si aggirano, come ombre di larve, in un mondo amorfo, inutile, finto. I loro unici interessi sono costituiti dal Grande fratello o dalla partita di calcio, dal videogioco o da un nuovo modello di cellulare. Nient’altro. Pensare che da questi individui provenga una reazione qualsivoglia, è una chimera. Che il governo occulto mondiale continui pure a perpetrare il genocidio dell’umanità e –quel che è più grave- a distruggere gli ecosistemi, un tempo pullulanti di vita animale e vegetale: gli indifferenti non solo non muoveranno neppure un muscolo dei loro visi slavati ed inespressivi, ma soprattutto non si accorgeranno di alcunché. Si mostri loro tutto l’orrore che deturpa il cielo e la terra: essi reagiranno con uno sbadiglio, come l’annoiato giovin signore della satira composta da Persio.
La lirica di Maria Luisa Spaziani, il cui terzo verso, mediante l’allitterazione, scivola nella parola topica “colpa”, digrada in un’esortazione un po’ moralistica, sebbene sincera: Aspetta la tua impronta/questa palla di cera. Come può il volgo gretto e disinteressato ascoltare le parole di chicchessia? Come può chi sonnecchia nel suo uniforme, confortevole (ancora per poco) inferno, concepire la ricerca del senso ed imprimere un’impronta sulla “palla di cera”?
Come può il nulla lasciare un’impronta?
Nota sull’autrice
Maria Luisa Spaziani è nata nel 1924. Poetessa e critica letteraria, fu una tra le donne di Eugenio Montale. La sua ultima silloge s’intitola La luna è già alta.
Ricordalo, scegliendo tra mille tinte il tuo fatale grigio;
se il mondo è senza senso, solo tua è la colpa.
Aspetta la tua impronta
questa palla di cera.
La poesia di Maria Luisa Spaziani, tratta dalla raccolta intitolata Geometria del disordine, è una riflessione sull’indifferenza umana. Credo che con i suoi semplici, ma potenti versi, l’autrice sia riuscita a descrivere la condizione di inerzia in cui si crogiolano molte persone.
Le immagini più efficaci del componimento sono quelle dell’”inferno senza fiamme” e del “fatale grigio”. Davvero la vita di questi automi, privi completamente di una vita interiore, è un gelido inferno, un fuoco glaciale. Forse la loro non è neppure noncuranza, ma totale incapacità di vedere, sentire, immaginare, sognare… Inerti, insensibili, vuoti, essi si aggirano, come ombre di larve, in un mondo amorfo, inutile, finto. I loro unici interessi sono costituiti dal Grande fratello o dalla partita di calcio, dal videogioco o da un nuovo modello di cellulare. Nient’altro. Pensare che da questi individui provenga una reazione qualsivoglia, è una chimera. Che il governo occulto mondiale continui pure a perpetrare il genocidio dell’umanità e –quel che è più grave- a distruggere gli ecosistemi, un tempo pullulanti di vita animale e vegetale: gli indifferenti non solo non muoveranno neppure un muscolo dei loro visi slavati ed inespressivi, ma soprattutto non si accorgeranno di alcunché. Si mostri loro tutto l’orrore che deturpa il cielo e la terra: essi reagiranno con uno sbadiglio, come l’annoiato giovin signore della satira composta da Persio.
La lirica di Maria Luisa Spaziani, il cui terzo verso, mediante l’allitterazione, scivola nella parola topica “colpa”, digrada in un’esortazione un po’ moralistica, sebbene sincera: Aspetta la tua impronta/questa palla di cera. Come può il volgo gretto e disinteressato ascoltare le parole di chicchessia? Come può chi sonnecchia nel suo uniforme, confortevole (ancora per poco) inferno, concepire la ricerca del senso ed imprimere un’impronta sulla “palla di cera”?
Come può il nulla lasciare un’impronta?
Nota sull’autrice
Maria Luisa Spaziani è nata nel 1924. Poetessa e critica letteraria, fu una tra le donne di Eugenio Montale. La sua ultima silloge s’intitola La luna è già alta.
Alcuni lo meritano, altri no, ma una profonda ingiustizia fa sì che il destino degli uni dipenda dagli altri. L'indifferenza è veramente creata e coltivata. Ciao!!!
RispondiEliminaLa speranza è l'ultima a morire.
RispondiEliminasi puo vedere un anima in ogni era un'indole, ma in questa nn c'è.Un corpo senza anima è un vegetale,cosi come lo è questa era inerte
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