08 marzo, 2007

Bolle

Absit iniuria verbis

A perenne disdoro del celebre patologo Baima Bollone, vorrei ricordare che costui, essendo stata richiesta la sua consulenza per scagionare Carlo Parlanti, si è rifiutato di offrire un contributo professionale che si sarebbe potuto rivelare prezioso.

Carlo Parlanti, nato a Montecatini il giorno 1 Novembre 1964, è un cittadino italiano che, dal 3 giugno 2005, si trova rinchiuso in un carcere della California con l’accusa di aver usato violenza domestica e sessuale ai danni della sua convivente, Rebecca Mckay White che, nel 2002, anno della denuncia, aveva 43 anni.

Per capire meglio la sua vicenda, è necessario ripercorrere brevemente quanto accaduto prima e dopo il suo arresto.

Parlanti fu arrestato dopo due anni dalla denuncia, senza che egli fosse a conoscenza di ciò; mai alcuna segnalazione era stata trasmessa alle autorità italiane, nonostante il giovane vivesse con regolare residenza in Italia.

L’estradizione dall'Europa verso gli Stati Uniti fu concessa solo sulla base delle dichiarazioni della presunta vittima, ritrattate più volte e non avvalorate da alcuna prova. Nel frattempo, il ministero della disgrazia e dell’ingiustizia si disinteressava del caso.

Il processo farsa fu celebrato senza che l’accusa potesse portare anche un solo indizio contro l’imputato. Tuttavia il giudice condannò Parlanti a nove anni di reclusione, con la motivazione che, pur in assenza di referti medici e sebbene il racconto dell’accusatrice fosse inconsistente, tale inconsistenza avrebbe potuto essere giustificata dal fatto che Parlanti avrebbe seriamente danneggiato la donna (sic) .

Carlo Parlanti è quindi un cittadino che, con accuse inventate e con “prove” costruite dagli inquirenti, è stato condannato a languire in una prigione dove non riceve neppure le cure necessarie per una grave forma di piorrea che l’ha colpito.

Sappiamo che nel sistema “giuridico” statunitense, i reati a sfondo sessuale solleticano la pruderie di una nazione i cui sudditi discendono spesso da puritani. Sappiamo che la “giustizia” nell’impero di USAtana ed altrove è un ingranaggio che stritola i deboli e gli innocenti, mentre i veri manigoldi occupano i principali posti di potere.

Quello che indigna, ma non sorprende, è il contegno di Baima Bollone, evidentemente in tutte altre faccende affaccendato. Sì, perché l’inclito studioso ha da poco ultimato un illuminante saggio sulla Sindone e non ha tempo da dedicare a quisquilie giuridiche. Maiora premunt. Bisogna presumere, infatti, che il luminare agogni ad essere invitato nel salotto buono di Augias. Il conduttore della R.A.I. (Raglianti Asini Italiani), che di Cristianesimo delle origini non ha capito uno iota, nei mesi scorsi ha pubblicato uno zibaldone penoso, intervistando il Professor Mauro Pesce. Il libro che, nelle intenzioni di Augias, ambirebbe ad essere un’opera storiografica, è invece, poco più di una minestra riscaldata cucinata con ingredienti usati già mille volte. Fuor di metafora, il libercolo riporta congetture ed illazioni che di storico hanno pochissimo ed il cui carattere fantasioso è stato ampiamente dimostrato.

Sono certo che anche l’ultima fatica del professor Baima Bollone è solo un altro mattone nell’edificio di menzogne e di aberrazioni costruito per nascondere la vera natura del “Cristianesimo”. Non di meno, anche contenesse qualche barlume di verità, è veramente deprecabile che colui non abbia accettato di aiutare i familiari di Parlanti.

D’altronde dai baciapile che cosa ci si può attendere, se non ipocrisia, cupidigia e vanagloria? Costoro sono impostori che hanno seppellito la coscienza sotto macigni ciclopici, anzi sono omiciattoli senza coscienza.

Spera dunque il Bollone di poter mostrare in favore di camera la pregevole monografia, per pavoneggiarsi e gonfiarsi, esibendo la sua "cultura" cristologica.

Comunque si sa: le bolle, prima o poi, scoppiano.

5 commenti:

  1. Speriamo solo che la bolla più grande, quella dell'inganno universale, scoppi il prima possibile.

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  2. Scusami Zret non ho capito come mai il libro di Augias sia un altro "pazzo" sul cristianesimo,nel senso perchè non sarebbe veritiero o almeno vicino io ne ho letto alcune parti e l'ho trovato "giusto", forse è "pazzo" in riferimento alle origini del cristianesimo,creato,neanche tanto a regola d'arte, dagli arconti per poter addormentare ancor di più le persone.Ciao!!

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  3. Ho provato a dare un'occhiata sul sito ibs.it all'insolito brulicare di recensioni in calce al libro di Augias e Bollone. Trovo curioso il fatto che tale libro si sia attirato o un rifiuto totale ( un punto su cinque) o una accoglienza calorosa ( cinque punti su cinque ).Sta di fatto che tale iniziativa editoriale sia risutata vincente quanto al numero di copie vendute. Corrado Augias ancora una volta ha avuto l'esatta intuizione di pubblicare un libro che trattasse di un argomento dal richiamo inossidabile.
    Non comprerò il libro prima di tutto perchè non ne ho bisogno in quanto dispongo al riguardo di una biblioteca alquanto fornita prevelentemente in lingua inglese ispirata alla 'Radikalkritik' con molti titoli recenti e non e poi per principio in quanto detesto una figura come Augias, marxista fazioso, capzioso, malefico ( un pò come Michele Santoro ) ma al tempo stesso assai attento al proprio conto in banca verosimilmente ormai assai pingue.
    Come ricordavo in altri commenti ai posts del vulcanico Zret, il vero problema non è, come credono Augias e forse anche il Prof. Pesce, stabilire che cosa il Gesù terreno abbia insegnato, quello che pensava dentro se stesso,quanto gli può essere accaduto e compagnia bella, ma piuttosto lo stabilire se sia effettivamente esistito. Già il fatto che verso la metà del secondo secolo, quando stavano prendendo gradualmente foma i racconti e le leggende relative alla sua presunta vicenda terrena, abbia preso forma l'eresia docetista secondo la quale al posto del Cristo terreno avrebbe agito non un uomo in carne ed ossa ma un fantasma. Affermazione ben strana della quale non vediamo giustificazione alcuna se non come un riflesso delle incertezze che già le prime generazioni cristiane nutrivano circa l'eventuale manifestazione terrena e tangibile di una dfigura messianica.

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  4. Mi hanno prestato il libro di Augias che reputo assai scadente ed inficiato da un errore di fondo: l'incomprensione che se si vuole parlare di Cristo, fatte salve tutte le premesse del dottissimo ed arguto Paolo, condivise da tutti gli storici seri, si deve postulare che i Messia erano due. Senza questo assioma, si finisce in un cul de sac, come ho spiegato in Tautolteologi. Certo Pesce ha qualche qualità come studioso, ma anch'egli è finito nei soliti fraintendimenti. In fine il libro di Augias non è per nulla originale.
    Ciao e grazie.

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