Occorre soffermarsi su una peculiarità dei Qumraniti: essi praticavano l'astrologia. Si stilava l'oroscopo di coloro che aspiravano ad entrare nella comunità, per stabilire se potevano essere ammessi. Per esempio, si legge in un rotolo di un tipo umano «le cui cosce sono lunghe e magre, come le sue membra. Il suo spirito (ruah) ha sei parti nella casa della luce e tre nella casa delle tenebre. Ed ecco il segno sotto cui quest'uomo nascerà: il tempo del Toro» (4Q 186). Si nota qui una dottrina della predestinazione astrologica: il bilancio fra le «parti di luce» e «di tenebra» era quello che determinava la salvezza o la condanna dell'individuo.
Sembra che l’interesse dei Qumraniti per l’astrologia e la divinazione li distingua dalle numerose sette ebraiche, insieme con un altro tratto, sebbene non indiscusso, ossia la dottrina delle due figure messianiche, il Messia di Aronne ed il Messia di David, il primo sacerdotale ed il secondo regale.
Tale dottrina si rintraccia, secondo alcuni biblisti, soprattutto nei Testamenti dei XII patriarchi, una silloge di oracoli il cui nucleo più antico risale ad un periodo a cavallo tra I sec. a.C. e I sec. d.C. La raccolta subì poi vari rimaneggiamenti, con interpolazioni anche cristiane. In questi testamenti, alcuni eruditi hanno rinvenuto le due figure messianiche: un Messia sacerdotale della tribù di Levi, ed un Messia politico discendente dal re David. In Giubilei 31, 13-15, testo databile al 100 a.C. circa, figura una concezione affine. “Del resto – osserva Soggin – sarebbe pienamente logico che le imprese degli Asmonei che erano di stirpe sacerdotale e non davidica e dei quali veniva proprio per questo criticata l’assunzione del potere politico, avessero prodotto tutta una letteratura apologetica intesa a legittimare la loro ascesa anche al trono, salva restando la loro sostituzione in epoca escatologica col Messia di stirpe davidica. D’altra parte una lettura obiettiva, non prevenuta di questi testi mostra che non è assolutamente sicuro che in essi venga fatta menzione di due figure messianiche: infatti, a parte il carattere poco preciso della terminologia, sussisterebbe anche la possibilità che un unico personaggio avesse portato il doppio titolo di “Messia di Levi e di Giuda”. Basti qui segnalare che la dottrina dei due poteri, quale la troviamo presso i due profeti che esercitarono il loro ministero tra gli anni 521-20 e 518-17, (Ruben 6,5-12, Levi 8, 14) … abbia continuato a vivere nella speranza di certi gruppi in Giudea fino alla fine del I millennio a. C. ed oltre”.
Chiosa ancora il semitista: “Da Zc 4, 11 (cfr alcuni libri apocalittici i quali annunciavano, sulla sua scorta la venuta di “due Unti”, il Sommo sacerdote ed il rampollo di stirpe davidica…), il gruppo esseno sembra prendere la speranza di una duplice figura messianica”.
Chiosa ancora il semitista: “Da Zc 4, 11 (cfr alcuni libri apocalittici i quali annunciavano, sulla sua scorta la venuta di “due Unti”, il Sommo sacerdote ed il rampollo di stirpe davidica…), il gruppo esseno sembra prendere la speranza di una duplice figura messianica”.
Secondo uno dei più acuti tra gli studiosi di Cristianesimo delle origini, Sabato Scala, “la dottrina dei due Messia non solo è credibile, ma è certa ed avvalorata da più di un testo. Anzi, nella cosiddetta Cena degli ultimi tempi, il Messia sacerdotale di Aronne introduce ufficialmente e proclama il Messia di Davide alla comunità, durante una cena in cui questi divide il pane con il Messia di Davide, offrendoglielo per primo e beve con lui il vino non fermentato (i Qumraniti, alla maniera dei Nazirei, non consumavano alcolici)”.
In 1Q S IX, 7,11 si leggono le seguenti parole: “Per quel che riguarda il diritto e le questioni attinenti alla proprietà, solo i figli di Aronne eserciteranno il potere. Dal loro giudizio dipenderanno la sorte, ogni questione attinente i membri della comunità ed i beni degli uomini santi che procedono secondo perfezione… finché giungeranno i Messia (plurale) di Aronne e di Israele”. Anche qui è palese il riferimento ai due inviati da YHWH.
Giuseppe De Cesaris, in Congiunzioni Giove-Saturno e storia giudaico-cristiana, così si esprime ad avvalorare l’ipotesi dei due Messia:”I manoscritti rinvenuti nelle grotte di Qumran parlano di varie aspettative messianiche. Particolarmente interessanti sono i documenti non strettamente biblici, ovvero gli scritti originali prodotti dalla comunità di Qumran. Nella Regola della Comunità (rotolo 1QS), nel Documento di Damasco (rotolo 4QD) e nella Regola dell’Assemblea (rotolo 1QSa) compaiono alcuni brevi ma inequivocabili riferimenti all’attesa di un Messia di tipo davidico affiancato da un messia sacerdotale aronitico, due diverse figure messianiche attese per la fine dei tempi. La teoria della venuta di due Messia è una caratteristica originale degli scritti della comunità di Qumran, nei quali compaiono anche riferimenti alla venuta del profeta (Regola della Comunità) e di Melchisedek (rotolo 11Q13 = 11QMelch), il misterioso sacerdote re di Salem (Gerusalemme?) citato soltanto due volte in tutto l’Antico Testamento, in Genesi 14:18-20 e nel Salmo 109.(...)
Leggi qui la seconda parte.
Comunque, secondo me gli gnostici avevano ragione sul fatto di come va il mondo: gli arconti ecc.
RispondiEliminaPerò sull'essenza di Dio, quello vero chiunque sia o qualsiasi cosa sia,quindi eoni ecc. non è ne che tanto ci avessero "azzeccato" voi che ne pensate? Ciao.
Ciao Stefano, circa gli arconti, penso avessero ragione gli Gnostici. Secondo gli Gnostici in principio era Abisso, ossia il Nulla. Come dal Nulla possa provenire il mondo, è impossibile da capire, ma ancora una volta gli gnostici non erano poi così lontani dal vero. Molti ricercatori pensano che l'universo sia originato dal nulla, (non dal vuoto) così come le particelle si generano dal nulla nell'ambito dell'energia del punto zero. E' ovvio che sono tutte ipotesi né possiamo rispondere alla domanda di Leibniz Perché l'essere, invece del nulla? Aggiungo: Perché un essere così orribile? Ciao
RispondiEliminaIn un mondo ideale, archetipico, anteriore alla caduta il Principio spirituale è uno e uno soltanto ed assomma in sè le prerogative sacerdotali e regali, vale a dire la funzione spirituale e quella regale. Il fatto che il Giudaismo enochico le cui idee si rifletterono nella letteratura intertestamentale e qumranita concepisse la possibiltà di due figure messianiche, sta ad indicare la sua non perfetta ortodossia rispetto all'ideologia metafisica delle origini che concepiva appunto un'unica figura assommante in sè il 'Rex' e il 'Sacerdos'ovvero il 'Chakravartin' o 'Signore Universale' dell'induismo.
RispondiEliminaLa scissione dei due poteri non può che rappresentare un sintomo di decadenza e tale idea verrà poi ripresa a tutti gli effetti dal Cristianesimo. La frase che Giovanni attribuisce al Messia 'Il mio Regno non è di questo mondo' esprime e sancisce appunto al separazione dei due Principi spirituale e regale. La Chiesa Cattolica cercò ben presto di ovviare a tale separazione creando la figura del Papa-Re con gli esiziali risultati quasi bimillenari che tutti conosciamo. In altri termini ed almeno in teoria essa avrebbe dovuto assolvere solamente alla funzione spirituale come affermano i suoi testi fondanti. Ricordiamo anche a tal proposito il logion 'Date a Cesare quel che è di Cesare' che nei Sinottici fa da pendant alla frase giovannea testè ricordata.
Al contrario la Tradizione Pagana tanto sbeffeggiata e demonizzata dal Cristianesimo non conosceva il paradosso della separazione delle due funzioni spirituale e regale - quest'ultima attinente ovviamente al buon governo ed alle mansioni guerriere - ma nel periodo imperiale essa ne produsse al contrario la sintesi nella figura dell'Imperatore. Caso naturalmente non unico negli ultimi millenni in quanto anche altre importanti Tradizioni quali l'egizia, la babilonese,la cinese ed altre ancora conobbero una unica figura come incarnazione e riflesso dell'unico Rex Mundi.
L'età dell'oro è perduta, forse per sempre. Saturno non abita più qui ed Astrea è fuggita. Ciao a tutti.
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