Esiste un Medioevo segreto, quello che i manuali scolastici censurano, quello che gli studi accademici disdegnano. I rosoni delle chiese romaniche e gotiche non servono solo alla diffusione di una luce velata all’interno delle basiliche, poiché essi sono figure potentemente simboliche.
Rosone deriva da rosa. In inglese ed in francese, rose è anagramma di éros, amore, lato sensu. Alcuni autori hanno insistito sulla sensualità latente della cultura medievale, in cui il misticismo e la spiritualità, spesso più dichiarati che reali, erano permeati di voluttà o espressi per mezzo di immagini erotiche. L’aetas ovidiana, la lirica provenzale, l’amor cortese con la venerazione della donna, emblema forse della Maddalena, le creature angelicate dello stilnovismo, il culto delle vergini nere, Iside e la Vergine nella Commedia dantesca… sono le sfaccettature di un Medioevo esoterico, molto distante dai luoghi comuni che lo descrivono come un’età dominata dalla barbarie, dall’oscurantismo e dalla superstizione.
Rosone deriva da rosa. In inglese ed in francese, rose è anagramma di éros, amore, lato sensu. Alcuni autori hanno insistito sulla sensualità latente della cultura medievale, in cui il misticismo e la spiritualità, spesso più dichiarati che reali, erano permeati di voluttà o espressi per mezzo di immagini erotiche. L’aetas ovidiana, la lirica provenzale, l’amor cortese con la venerazione della donna, emblema forse della Maddalena, le creature angelicate dello stilnovismo, il culto delle vergini nere, Iside e la Vergine nella Commedia dantesca… sono le sfaccettature di un Medioevo esoterico, molto distante dai luoghi comuni che lo descrivono come un’età dominata dalla barbarie, dall’oscurantismo e dalla superstizione.
Quanto più ci addentriamo nei meandri di questo periodo enigmatico e, nonostante mille contraddizioni e turpitudini, fecondo, tanto più scopriamo aspetti singolari ed inattesi. Di recente mi sono imbattuto in un articolo di Michele Proclamato intitolato Il linguaggio dei rosoni (2006): l’autore, studiando le finestre circolari delle chiese, è giunto alla conclusione che esse codificano, nelle loro raggiere, il fenomeno noto come precessione degli equinozi, vero leit-motiv della cultura umana da tempi immemorabili, forse sin dal 10.500 a.C. circa.
Anche “Gary Osborn è autore di un pregevole studio intitolato 23,5 degrees, in cui il ricercatore, ripercorrendo la storia antica, medievale e moderna, rintraccia i simboli che, nell’arte, nella letteratura e nella tradizione iniziatica, codificano il riferimento all’inclinazione dell’asse terrestre pari a circa 23 gradi e 5 primi.
È noto che da tale inclinazione dipende sia l’avvicendamento delle stagioni sia, insieme con il moto della Terra a mo’ di trottola, il fenomeno precessionale con la successione delle ere astrologiche.
I culti egizi, il Cristianesimo segreto, il filone nascosto medievale e rinascimentale da Dante a Botticelli a Leonardo, solo per citare gli artisti più noti, testimoniano di una costante allusione a conoscenze astronomiche considerate nel loro significato simbolico e storico. In una ricerca di qualche mese or sono, ho individuato un presunto disegno astronomico nel I canto della Commedia, dove il veltro è identificabile nel Canis maior che splende nel cielo primaverile. Il veltro celeste rincorre sulla terra la lupa, allegoria di Roma, la sede della chiesa corrotta e simoniaca. Cenni alla precessione sono stati scorti all’interno del “poema sacro” da alcuni studiosi”.
A differenza di Osborn e di altri studiosi, Proclamato ritiene che l’insistenza sulla precessione abbia non solo un significato cosmologico, ma soprattutto un valore vitale. Infatti l’avvicendamento delle ere astrologiche consuona con cambiamenti legati al suono, alle vibrazioni che plasmano la materia-energia. Tutto l’universo è vibrazione: anche le particelle elementari e le loro cariche, come ci insegna la teoria delle stringhe ancora speculativa, ma forse vicina a qualche conferma sperimentale, sono simili a corde che vibrano incessantemente. Il suono, l’immateriale voce dell’universo, evoca la musica delle sfere. Non è un caso quindi se la ricerca ha delle tangenze con Dante e con Celestino V.
Giova qui, per inciso, rammentare che “colui che per viltade fe’ il gran rifiuto” solo critici frettolosi e superficiali possono identificare con papa Celestino V, al secolo Pietro da Morrone. Tra i vari motivi che smentiscono tale avventata identificazione, vorrei menzionare almeno l’appartenenza sia dell’Alighieri sia del diffamato pontefice alla cerchia dei criptotemplari. L’eremita abruzzese, di ritorno da Lione, dove aveva ottenuto l'approvazione dell'ordine dei Fratelli dello Spirito Santo, nei primi mesi del 1275, si trovò a passare la notte a L'Aquila. Si racconta che, in sogno, la Vergine Maria (?) gli comandò di erigerle una basilica sul Colle di Maggio. La costruzione, che in un centro di recenti origini come era L'Aquila a quel tempo costituiva una novità, fu lunga e complessa tanto che la chiesa, benché ultimata, poté essere consacrata solo nel 1288 e la fabbrica del monastero annesso era ancora in corso quando Pietro da Morrone vi fu incoronato pontefice, il 29 agosto del 1294.
Nel magnifico rosone del Colle di Maggio sono codificati i numeri del moto precessionale e questi numeri ritroviamo, insieme con le forme circolari, che alludono ai cicli temporali, anche in molti pittogrammi dei cereali. Così il passato ed il futuro si congiungono e gli uomini forse incontreranno esseri di altre dimensioni. Queste ed altre sono le idee esposte nello studio di Proclamato, una ricerca che spazia tra varie discipline, di lettura non sempre agevole e non so quanto plausibile, ma comunque stimolante ed originale.
È, in ogni caso, indubbio che stanno cambiando le pulsazioni della Terra: il ritmo accelera, un ciclo si chiude e se ne sta per aprire un altro, sotto il segno del suono. Dobbiamo accordare i nostri strumenti per seguire la partitura. Il direttore d’orchestra sta per dare il la?
C'è un sottile filo conduttore nelle proporzioni di molti oggetti. La natura stessa è bastata su canoni geometrici (penso al pigreco, onnipresente nelle geometrie naturali, ma anche alla sezione aurea). Oggi, le nostre abitazioni sono parallelepipedi cavi, esempi di scialba architettura. Se determinate conoscenze costruttive sono esclusive di un'elite diabolica, è lecito pensare che non saranno mai portate alla luce.
RispondiEliminaCredo che certe conoscenze snaturate siano appannaggio di un'elite diabolica. In effetti, esiste anche un Medioevo luciferino, anzi un'intera storia luciferina. Noto poi una contraddizione di fondo in tutto ciò, come scrissi in Apophis. Ciao
RispondiEliminaCiao Angela, i numeri 12 e 24 rimandano ai segni zodiacali. Anche nell'immagine della foto si vedono al centro 12 raggi. 36. oltre ad essere multiplo di 12, potrebbe richiamare i Sumeri, sempre loro. Grazie delle interessanti informazioni sulla cattedrale di Ostuni. La Puglia è terra di misteri dalla cultura megalitica in poi. Ciao e grazie!!!
RispondiEliminaI rosoni delle cattedrali medioevali presentano anche altre peculiarità. Una delle più curiose è la strana luminosità e i colori del tutto particolari che gli artisti vetrai riuscivano a conferire alle loro creazioni. Fra di loro molti praticavano l'Arte di Ermes ovvero l'Alchimia e disponevano di segreti costruttivi che non rivelavano tanto facilmente, tant'è vero che simile arte delle vetrate si offuscò lentamente fino a scomparire del tutto sul finire del Medio Evo.
RispondiEliminaIl rosone si identifica anche con la 'rota mundi' ovvero essa rappresenta il ciclo della manifestazione che si svolge attorno ad un punto centrale immobile e che rappresenta appunto il primum movens ovvero l'Assoluto.
Concludo affermando che il Cristianesimo medioevale è essenzialmente esoterico e pertanto rivolto alla conscenza interiore. In tale sua espressione esso è assolutamente luminoso: per rendersene conto basta entrare in uno di queste chiese ormai vetuste per accorgersi che le vibrazioni spirituali che esse irradiano non possono che far bene e curare spiritualmente l'uomo ben disposto.
P.S. Mi scuso con coloro che hanno la pazienza di leggermi di non riuscire a curare sempre la forma italiana dei miei brevi interventi. A volte ci sono improprietà dovute ad una prole talora assillante.
Ciao Paolo, grazie della preziosa integrazione. Non sapevo che il "tuo desco fosse fiorito d'occhi di bambini".
RispondiEliminaBuona domenica a tutti.