Certe situazioni sono originate dalla stessa nostalgia che ci estrania dal presente per proiettare i nostri desideri oltre un futuro che potremo fare nostro, solo invertendo il senso del nostro cammino verso il passato: "look back!" per andare avanti, senza ripetere errori e perpetuare omissioni, per vedere la vita in prospettiva, per riconoscersi, dove ora forse sembriamo altri o altro.
Un tempo vivevo nel passato, assorbita da un culto del vissuto, caricato a dismisura di significati e di valori che mi apparivano come irrimediabilmente perduti, irrecuperabili, irripetibili.
In effetti lo erano, pienamente, nell'incapacità di farne senso del presente e spinta verso il futuro che è una somma di passato rigenerato, rivissuto, elaborato e accettato come percorso iniziatico.
Non si inizia a vivere, non si continua a vivere e non si vivrà nel futuro: si vive e basta, perché il tempo è immobile, statico, non scorre, non trascorre, non ha inizio e non ha fine nel percorso di un'esistenza, mentre noi camminiamo lungo una scansione temporale artificiosa e convenzionale, separando il tempo trascorso da quello corrente che, tra un momento, sarà futuro.
Le inquietudini sul tempo e sulla caducità traggono forse origine da questa visione che considera le regole che governano l'esistenza come soggette allo scorrere del tempo, cosa solo apparentemente vera, in quanto la natura dell'essere è spirituale e corruttibile da ben altre forze che non le stesse che corrompono la materia: il tempo è lo schermo sul quale si proietta la nostra vita ed i suoi limiti non sono i confini dell'essere.
Il tempo non è un limite, noi limitiamo il nostro vivere, il nostro essere, il nostro agire, pensare, comprendere, evolvere costruendo degli steccati oltre i quali consideriamo di non poterci proiettare.
Il tutto che era in noi non è svanito nel tempo, lo abbiamo lasciato, abbandonato, smarrito, barattato e ora ci manca non perché il flusso della vita lo abbia trascinato via da noi: il flusso scorre dalle origini e noi con lui, non porta via, porta con sé, CI porta con sé. Quello che manca è la percentuale dello sconto che abbiamo preteso per essere un po' meno infelici, noi che eravamo tutto e siamo diventati meno, nel tentativo di sottrarci alla fatica di vivere, accettando di essere meno vivi.
Articolo correlato: Freenfo, Tempo, 2008
Un tempo vivevo nel passato, assorbita da un culto del vissuto, caricato a dismisura di significati e di valori che mi apparivano come irrimediabilmente perduti, irrecuperabili, irripetibili.
In effetti lo erano, pienamente, nell'incapacità di farne senso del presente e spinta verso il futuro che è una somma di passato rigenerato, rivissuto, elaborato e accettato come percorso iniziatico.
Non si inizia a vivere, non si continua a vivere e non si vivrà nel futuro: si vive e basta, perché il tempo è immobile, statico, non scorre, non trascorre, non ha inizio e non ha fine nel percorso di un'esistenza, mentre noi camminiamo lungo una scansione temporale artificiosa e convenzionale, separando il tempo trascorso da quello corrente che, tra un momento, sarà futuro.
Le inquietudini sul tempo e sulla caducità traggono forse origine da questa visione che considera le regole che governano l'esistenza come soggette allo scorrere del tempo, cosa solo apparentemente vera, in quanto la natura dell'essere è spirituale e corruttibile da ben altre forze che non le stesse che corrompono la materia: il tempo è lo schermo sul quale si proietta la nostra vita ed i suoi limiti non sono i confini dell'essere.
Il tempo non è un limite, noi limitiamo il nostro vivere, il nostro essere, il nostro agire, pensare, comprendere, evolvere costruendo degli steccati oltre i quali consideriamo di non poterci proiettare.
Il tutto che era in noi non è svanito nel tempo, lo abbiamo lasciato, abbandonato, smarrito, barattato e ora ci manca non perché il flusso della vita lo abbia trascinato via da noi: il flusso scorre dalle origini e noi con lui, non porta via, porta con sé, CI porta con sé. Quello che manca è la percentuale dello sconto che abbiamo preteso per essere un po' meno infelici, noi che eravamo tutto e siamo diventati meno, nel tentativo di sottrarci alla fatica di vivere, accettando di essere meno vivi.
Articolo correlato: Freenfo, Tempo, 2008
TANKER ENEMY TV: i filmati del Comitato Nazionale
Tempus fugit.
RispondiEliminaOttimo articolo!
Ciao
Grazie Freenfo.
RispondiEliminaIn fondo il tempo è un'illusione, anche se concreta.
Ciao!
A te caro amico!
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