I monumenti megalitici che, simili a Titani di pietra, si ergono in numerose regioni del pianeta, dalla brumosa Inghilterra alle ventose brughiere della Bretagna, alle assolate pianure della Puglia, dai deserti roventi del Medio Oriente alle isole del Giappone..., sono a tutt'oggi un mistero.
A mio parere, con superficialità, gli archeologi li datano tutti al Neolitico e riconducono queste imponenti vestigia di un passato lontano a non meglio definiti culti solari. Che almeno alcuni di questi monumenti servissero per calcolare solstizi, equinozi, fasi lunari ed eclissi è assodato. Furono dunque dei calendari litici: è questa già acquisizione notevole che rivela non solo le conoscenze astronomiche di genti preistoriche, ma pure una profonda sintonia con la dimensione siderale. Non si deve, però, trascurare il fatto che queste testimonianze celano ancora molti segreti: secondo Alan Alford, Stonehenge fu un "orologio" precessionale. Per quale motivo popoli preistorici dedicarono tanta attenzione al fenomeno precessionale? Nel testo La cosmica rosa, abbiamo fornito qualche possibile risposta. Ancora oggi, però, non si comprende in che modo furono edificate costruzioni ciclopiche come quelle di Baalbek ed i templi di Malta: blocchi di pietra pesantissimi furono sagomati e collocati talora su poggi, senza che siano state rinvenute tracce di seghe metalliche o di macchinari per spostare ed innalzare giganteschi macigni. Prescindiamo pure da ciò, ammettendo che furono impiegati migliaia di lavoratori, rulli, slitte, centine, funi, rampe etc. Restano quesiti irrisolti: perché edificare questi maestosi complessi, con massi tanto ponderosi? Chi furono le civiltà che li progettarono e costruirono? Qual era la loro scienza? Per quale ragione gli archeologi accademici si ostinano a negare l'eccezionalità di questi siti, riconducendoli ai soliti culti degli antenati e della Dea Madre?
Occuparsi di questi temi archeologici non significa ignorare il presente ed i problemi che attanagliano i nostri tempi di ferro: infatti, sebbene possa apparire strano, gli studiosi che investigano, secondo modelli interpretativi eterodossi, antiche vestigia di civiltà scomparse, non di rado si trovano dinnanzi ad ostacoli molti simili a quelli che incontrano i ricercatori indipendenti nel campo delle chemtrails, delle cospirazioni etc. E’ evidente che il sistema intende occultare delle verità che, se divulgate, consentirebbero di comprendere quanto la storiografia ufficiale, ma anche l’archeologia e persino la paleontologia, siano state manipolate ed interpolate. E’ palese che la cultura d regime vuole nascondere verità scomode, suscettibili di rivoluzionare la visione del mondo. Quali sono i segreti del passato che l’establishment vuole restino tali? Forse i seguenti:
- Vari cataclismi sconvolsero il sistema solare e la Terra, causando estinzioni di massa.
- Il pianeta Marte era abitato.
- Si succedettero molte civiltà in un remoto passato: dopo che una civiltà scompariva, i sopravvissuti, con un patrimonio di conoscenze, affidate soprattutto al linguaggio dell’architettura, diedero impulso alla creazione di un altra civiltà.
- Nella preistoria e nell’antichità la Terra fu visitata da viaggiatori interstellari. Alcune razze extraterrestri sono collegate geneticamente all’Homo sapiens.
- Antichissimi popoli possedevano conoscenze e tecnologie sbalorditive (armi nucleari, sistemi antigravitazionali, uso di polimeri, ipercomunicazione…)
- Esistevano ominidi che appartenevano a specie estinte. E’ questa una verità che comincia a filtrare: infatti anche la paleontologia ortodossa oggi ammette, sebbene con molta cautela, che le specie Homo Hobbit e Homo Goliath calcarono il pianeta. Ne consegue che i paradigmi dell’evoluzionismo darwinista e neo darwinista sono da rivedere.
Se prendiamo in esame i templi maltesi, notiamo che alcuni reperti fossili ed altre vestigia si riferiscono a verità occultate. Inoltre agli interrogativi sopra elencati se ne aggiungono altri, anche inquietanti. Per ora, però, avvalendoci di uno studio, non privo di errori e generalizzazioni, di Giuliano Bovo, I megaliti di Malta, 2005, "visitiamo" i più interessanti siti dell'arcipelago del Mediterraneo composto da due isole principali: Malta e Gozo. Nella parte successiva, ci addentreremo in un oscuro labirinto.
A mio parere, con superficialità, gli archeologi li datano tutti al Neolitico e riconducono queste imponenti vestigia di un passato lontano a non meglio definiti culti solari. Che almeno alcuni di questi monumenti servissero per calcolare solstizi, equinozi, fasi lunari ed eclissi è assodato. Furono dunque dei calendari litici: è questa già acquisizione notevole che rivela non solo le conoscenze astronomiche di genti preistoriche, ma pure una profonda sintonia con la dimensione siderale. Non si deve, però, trascurare il fatto che queste testimonianze celano ancora molti segreti: secondo Alan Alford, Stonehenge fu un "orologio" precessionale. Per quale motivo popoli preistorici dedicarono tanta attenzione al fenomeno precessionale? Nel testo La cosmica rosa, abbiamo fornito qualche possibile risposta. Ancora oggi, però, non si comprende in che modo furono edificate costruzioni ciclopiche come quelle di Baalbek ed i templi di Malta: blocchi di pietra pesantissimi furono sagomati e collocati talora su poggi, senza che siano state rinvenute tracce di seghe metalliche o di macchinari per spostare ed innalzare giganteschi macigni. Prescindiamo pure da ciò, ammettendo che furono impiegati migliaia di lavoratori, rulli, slitte, centine, funi, rampe etc. Restano quesiti irrisolti: perché edificare questi maestosi complessi, con massi tanto ponderosi? Chi furono le civiltà che li progettarono e costruirono? Qual era la loro scienza? Per quale ragione gli archeologi accademici si ostinano a negare l'eccezionalità di questi siti, riconducendoli ai soliti culti degli antenati e della Dea Madre?
Occuparsi di questi temi archeologici non significa ignorare il presente ed i problemi che attanagliano i nostri tempi di ferro: infatti, sebbene possa apparire strano, gli studiosi che investigano, secondo modelli interpretativi eterodossi, antiche vestigia di civiltà scomparse, non di rado si trovano dinnanzi ad ostacoli molti simili a quelli che incontrano i ricercatori indipendenti nel campo delle chemtrails, delle cospirazioni etc. E’ evidente che il sistema intende occultare delle verità che, se divulgate, consentirebbero di comprendere quanto la storiografia ufficiale, ma anche l’archeologia e persino la paleontologia, siano state manipolate ed interpolate. E’ palese che la cultura d regime vuole nascondere verità scomode, suscettibili di rivoluzionare la visione del mondo. Quali sono i segreti del passato che l’establishment vuole restino tali? Forse i seguenti:
- Vari cataclismi sconvolsero il sistema solare e la Terra, causando estinzioni di massa.
- Il pianeta Marte era abitato.
- Si succedettero molte civiltà in un remoto passato: dopo che una civiltà scompariva, i sopravvissuti, con un patrimonio di conoscenze, affidate soprattutto al linguaggio dell’architettura, diedero impulso alla creazione di un altra civiltà.
- Nella preistoria e nell’antichità la Terra fu visitata da viaggiatori interstellari. Alcune razze extraterrestri sono collegate geneticamente all’Homo sapiens.
- Antichissimi popoli possedevano conoscenze e tecnologie sbalorditive (armi nucleari, sistemi antigravitazionali, uso di polimeri, ipercomunicazione…)
- Esistevano ominidi che appartenevano a specie estinte. E’ questa una verità che comincia a filtrare: infatti anche la paleontologia ortodossa oggi ammette, sebbene con molta cautela, che le specie Homo Hobbit e Homo Goliath calcarono il pianeta. Ne consegue che i paradigmi dell’evoluzionismo darwinista e neo darwinista sono da rivedere.
Se prendiamo in esame i templi maltesi, notiamo che alcuni reperti fossili ed altre vestigia si riferiscono a verità occultate. Inoltre agli interrogativi sopra elencati se ne aggiungono altri, anche inquietanti. Per ora, però, avvalendoci di uno studio, non privo di errori e generalizzazioni, di Giuliano Bovo, I megaliti di Malta, 2005, "visitiamo" i più interessanti siti dell'arcipelago del Mediterraneo composto da due isole principali: Malta e Gozo. Nella parte successiva, ci addentreremo in un oscuro labirinto.
APOCALISSI ALIENE: il libro
TANKER ENEMY TV: i filmati del Comitato Nazionale
Trattato di Lisbona: firma per chiedere il referendum
Alcuni ricercatori parlano di un popolo di Giganti vissuto nell'antichità, il quale eresse tutti i monumenti improponibili per noi, ecco i riferimenti di alcuni libri:
RispondiEliminaDaniele Piras "Giganti" - 2009
Pagine: 176 pagine e 16 tavole a colori fuori testo - Formato: 15,24 cm x 22,86 - Prezzo: 16 €
Avevamo notizia di questo libro da qualche mese e con gioia accogliamo la pubblicazione del bravo Daniele Piras, un ricercatore sardo che attraverso un'analisi comparata dei ritrovamenti di scheletri di giganti in Sardegna e nel mondo ha realizzato uno studio davvero importantissimo ed essenziale per comprendere la veridicità di questo fenomeno. I giganti sono davvero esistiti e Piras ci fornisce prove convincenti, per non dire sconcertanti e inoppugnabili, sia pur nel silenzio colpevole di una Scienza tesa solo a sostenere tesi semplicistiche e antiquate. L'analisi di siti megalitici nel mondo porta invece l'autore alla conclusione che questi uomini colossali, i cui ritrovamenti sono presenti in tutti i continenti, possano essere implicati nella realizzazione degli incredibili monumenti ciclopici come Baalbek. Vogliamo citare una frase che Piras prende in prestito dal grande Peter Kolosimo: "La colpa è dei faraoni dell'archeologia che dormono i loro sonni senza sogni nei sarcofaghi delle scuole, dei musei, degli uffici, mentre la ricerca prosegue ad opera di gruppi non fasciati di ufficialità, che si muovono come avventurieri della scienza senza poter sperare in appoggi, in riconoscimenti, neppure in un cenno d'incoraggiamento".Chi desidera contattare l'autore per chiedere informazioni, dare contributi sull'argomento o richiedere il libro può scrivere all'indirizzo: giganti@gmail.it .
Giovanni Feo "Giganti Etruschi" + dvd "Astri e megaliti dell'antica Etruria" - Edizioni Stampa Alternativa 2008
Pagg.: 104 - Formato: 15x21 - Prezzo: 18 €
Nel 2004 la scoperta di un recinto megalitico preistorico in una località vicino a Grosseto, Pitigliano, ha in un certo senso cambiato la storia d'Italia. La "Cultura di Rinaldone", una tra le prime civiltà evolute e organizzate che abbia calcato il suolo del nostro Paese, emerse nel 5000 BCE in un tripudio di conoscenze astronomiche sconcertanti, in grado di far crollare il castello di carte accademico delle teorie sull'origine del popolo degli Etruschi. Come anche noi di Sator ws stiamo sostenendo da tempo, la storia italiana ed europea è assai più ricca di quanto non si creda e millenni fa un popolo avanzatissimo, sebbene in maniera diversa dal concetto attuale di tecnologia, innalzò monoliti a immagine e somiglianza delle costellazioni celesti. Giovanni Feo in questo libro importantissimo analizza il popolo che abitava Poggio Rota e il suo cromlech preceltico, un'etnia di stirpe europoide proveniente dall'Asia che millenni dopo diede origine alle varie culture italiane, tra cui come detto gli Etruschi. Feo, uno dei massimi studiosi italiani sull'argomento, pare viaggiare con il freno a mano tirato, rimanendo sempre estremamente prudente nelle sue conclusioni, e a ragione. A noi sembra invece che il riferimento, presente anche nel titolo, a una popolazione di uomini estremamente alti di statura e robusti, paragonabili ai Tocari da noi descritti nell'articolo "Gli dei bianchi del Mare di Gobi", sia eloquente. Una popolazione europoide Crô-Magnon si sviluppò in area mediterranea a partire da 6 o 7mila anni fa (e forse anche prima): una popolazione di statura superiore ai due metri che, grazie alla propria imponenza fisica, innalzò monoliti pesantissimi in onore dei propri Dei stellari. Giovanni Feo lascia solo intuire queste conclusioni, rimanendo sempre nell'ambito della possibilità, dei fatti scientificamente accertati. Ma nel dvd allegato, "Astri e megaliti dell'Antica Etruria", realizzato dalla brava Ebe Giovannini, antropologa e ricercatrice, con il contributo di numerosi scienziati tra cui l'archeoastronomo Adriano Gaspani, le immagini ci mostrano megaliti e coppelle inequivocabilmente identici a quello da noi analizzati nell'articolo "I Megaliti astronomici del Monte San Martino", segno tangibile della concreta esistenza di quella cultura italica (ma forse mondiale) ancestrale che la Scienza ufficiale continua a snobbare ma che invece trova, giorno dopo giorno, sempre più tracce. Infine una parola per la casa editrice, Stampa Alternativa, e alla sua collana "Eretica": un grandissimo plauso per l'impegno e la cura riversata nel progetto, importante in un settore come quello archeologico-esoterico troppo spesso vittima di iniziative editoriali non rigorose.
Francesco Pisano "Le ossa dei Giganti della rocca di Pozzuoli" - Edizioni il Punto di Partenza 2003
Pagg.: 96 - Formato: 15x21 - Prezzo: 10 €
Parlando di Cuma e del suo misterioso Antro, non abbiamo potuto omettere di parlare del popolo misterioso che secondo le leggende più antiche, abitò questo territorio nel Golfo di Pozzuoli in epoca antichissima. Come pezzi di un puzzle archeologico, ecco emergere una traccia importantissima di un popolo gigante che prima dell'arrivo dei Greci abitò i Campi Flegrei: i c.d. Cimmeri erano secondo la tradizione un'etnia indoeuropea di statura imponente, superiore ai due metri (ma secondo alcuni ritrovamenti, superiore anche ai tre) e furono loro a innalzare megaliti in tutto il mondo, trasmettendo conoscenze e nozioni prima di essere combattuti e sconfitti. Del mito dei Giganti sconfitti da Ercole parla in questo libro Francesco Pisano: partendo dalla scoperta di un'incredibile epigrafe attribuita all'umanista Pomponio Leto, il ricercatore giunge alla conclusione dell'effettiva esistenza dello scheletro di un Gigante sul Rione Terra, la parte più antica corrispondente all'acropoli dell'attuale Pozzuoli. Sebbene a suo parere siano le ossa di un cetaceo, tuttavia questa testimonianza è importantissima per la nostra teoria sui primi abitatori d'Italia, un'ulteriore tessera di questo infinito mosaico. Peccato che tali misteriose ossa gigantesche siano state eliminate (perché troppo "scomode") dalla Chiesa Cattolica durante la Controriforma! Un libro agile e interessantissimo, nonché ineccepibilmente documentato, indispensabile per chi ricerca le origini misteriose dei primi abitatori dell'Italia.
Federico, come spiegherò nelle parti successive, nella censura, sono implicati i G.
RispondiEliminaE'per me certo che, in epoca preistorica e forse protostorica, esistette una razza di Giganti. Purtroppo molte testimonianze paleontologiche sono state distrutte.
E' argomento molto interessante; peccato che siamo alla fine e non abbiamo più tempo.
Ciao e grazie degli stralci.
ciao Zret, sono anni che ti seguo, non commento mai però leggo sempre.
RispondiEliminaVolevo ringraziarti per la spinta propulsiva che hai dato e continui a dare alla mia evoluzione.
hugs fratello
Kleshamusic, ti ringrazio per la fedeltà e spero di poter continuare.
RispondiEliminaCiao!
Ti segnalo questo interessante articolo correlato al tuo. Il sito su cui compare parla di Nuovo Ordine Mondiale, vaccini, e persino di Scie Chimiche, e anche per questo lo reputo proprio un sito alquanto valido.
RispondiEliminaNel frattempo grazie alla traduzione di Giuditta è stato scoperto un altro tassello delle menzogne della storia più recente.
Grazie Corrado, delle segnalazioni: leggerò entrambi gli articoli quanto prima.
RispondiEliminaCiao
Grazie per la citazione! Ma il mio scritto non era "uno studio", era solo un articolo scritto pensando a chi a Malta non c'è mai stato e ignora l'esistenza dei megaliti. E poi sono già passati un bel po' di anni, è tanto che non lo rileggo...
RispondiEliminasaluti cordiali
Giuliano Bovo
Gentilissimo Giuliano, non volevo certo sminuire il testo, ma rilevare come sia basato sull'archeologia ufficiale che ignora alcuni aspetti. Comunque non è facile imparare a diffidare delle fonti ufficiali: anch'io tempo fa le consideravo attendibili.
RispondiEliminaCordialità.