20 aprile, 2009

Stile

Lo stile è l'impronta inconfondibile di un autore, la cifra peculiare di un movimento, di una corrente. In questa età di ferraglie arrugginite, è impresa improba scovare uno scrittore le cui pagine siano vibranti di stile. Oggi il linguaggio, che già è un povero sussidio del pensiero, una protesi dell'intuizione, è a tal punto decaduto da rasentare il rantolo. Come valutare l'espressione desultoria di Eco, la stipsi linguistica di Kattivix, le forme amorfe che si accavallano nei testi dei pennivendoli? Manca lo stile: manca tutto. Il modello è oggi dato dai discorsi degli "uomini politici", in cui gli stessi slogans sono stati rimpiazzati dagli sloguns, ossia parole sparate come proiettili di pistole, non con l'intento di persuadere o di argomentare, ma con lo scopo di colpire gli istinti viscerali di elettori decerebrati, ridotti a mostriciattoli mono-organo simili a quelli dipinti da Bosch.

Chiunque abbia avuto il cuore di assistere alla recente volgare incoronazione di silvio a reuccio, tra cortigiani sbavanti piaggeria, sarà rimasto colpito dal Kitch della cerimonia, ma soprattutto dalle parole d'ordine: "Legge ed ordine", "più poteri al premier"... La retorica con cui Hitler ammaliava le folle, una retorica ebbra, forsennata, solcata da bagliori sinistri, è morta: oggi belzebusconi ed i suoi accoliti cavano cliché dall'armamentario più vieto della propaganda.

Come reputare il linguaggio prostituito dei disinformatori? Neanche il turpiloquio riesce ad innalzare le loro frasi sputacchiate: la corposa trivialità degli scaricatori sprofonda nella motosa e prepotente banalità del bullo.

Istruttivo il nesso tra stile e stilo: lo stile è strumento affilato che richiede precisione. Serve per incidere la cera delle idee, per scalfire, per levigare, cambiando con gesto destro l'inclinazione. E' il risultato provvisorio di un tirocinio lungo e faticoso, il segno di una personalità che non si lascia catturare da pastoie, etichette. Modellato sugli auctores e consonante con intime risonanze, si stacca dalla mera elocuzione per assurgere ad istanza, per slanciarsi verso la dimensione semantica. Sostanziato di succhi che corrodono o di elisir che sciolgono o di liquidi che rendono splendide superfici opache, lo stile trova le sue altezze vertiginose nel paradosso, nel contrasto, nell'ossimoro. In modo affine lo scalatore, dopo essersi a lungo inerpicato su declivi precipiti, ammira l'abisso esalante nebbia, attratto e, nel contempo, spaventato dal vuoto.

Stile significa saper osservare per emulare la naturalezza delle manifestazioni: la levità di un volo, lo scatto della folgore, il nitore di una goccia...

Lo stile si materia più del silenzio che delle parole, tra non detto, suggerito; si affievolisce in echi, pause e sbigottite sospensioni. Anche lo stile tace di fronte al mistero dell'essere.



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13 commenti:

  1. Egregio e colendissimo Dottor Casinis, anche Lei è candidato al Premio Nobel per la Scie-menza. Mi adoprerò per sostenere la Sua candidatura in quel di Stoccolma. L'umanità tutta attendeva solo di essere illustrata dal Suo immenso ingegno.

    Mi saluti i nano-robot "distribuiti".

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  2. tutto giusto e puntuale...si dice che per verificare se un libro è buono basta leggere una pagina...e in parte è vero. Ora tutti scrivono libri e si vantano di scrivere in modo semplice e colloquiale come per fare un favore al lettore. In realtà si fa un favore all'editore e alle proprie tasche perchè si evitano i conflitti che se stanno alla base dell'estetica, non producono molto denaro.
    Fino a poco tempo fa gli scrittori ci tenevano allo stile...ah, dimenticavo: ci sono in Italia scrittori?

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  3. Matteo, la semplicità spesso diviene sinonimo di dozzinalità ed il talento di uno scrittore non si misura certo dal suo successo o da quanti editori si contendono le sue opere.

    "Ci sono in Italia scrittori?" Sì!!! Paolo Attivissimo.

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  4. no zret, non puoi uscirtene cosi'.
    non puoi dare tutto il merito a paolo attivissimo, devi tener presente che "cattivix"
    e' "consigliato" da altri, occupanti il gradino superiore, "consigli" che il...."caposquadra letterato" deve poi passare agli occupanti il gradino inferiore.
    penso si debba essere piu' obiettivi, non possiamo tralasciare il lavoro del team al completo. da parte mia, aggiungerei:
    in italia non ci sono solo scrittori, ci sono anche geologi, meteorologi, pirloti, meccanici di elicotteri, volontari della croce rossa e sciemenziati vari, non credi?
    ciao.

    ps.
    e' solo un mio punto di vista.

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  5. Unclepeter, hai colmato la mia lacuna. L'elenco di intellettuali, scie-menziati, pirloti, GEOlogi che meritano di essere menzionati per aver dato lustro all'Italia è lunghissimo. Continuo, però, a considerare Kattivix impareggiabile, eccelso.

    Ciao

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  6. Credo che il Berlusca non ci debba inquietare più di tanto. Dispone pur sempre di una gran carica energetica - vuole fare ancora più soldi di quanti non ne abbia già accumulati? è questo che lo sprona ad andare continuamente avanti? - ma la sua condizione esistenziale appare come la meno invidiabile al mondo.

    I Saggi delle culture tradizionali lo compiangerebbero come il più infelice e stolto fra gli uomini. Che importa ammassare tante cose e nel contempo trascurare quello che veramente ci dovrebbe affascinare e coinvolgere giorno dopo giorno e notte dopo notte, vale a dire la cultura della nostra anima?
    'Roba mia, vientene con me' urlava brandendo un bastone contro i suoi animali da cortile Mastro Don Gesualdo sentendo ormai prossima la fine.

    Salute per altro non buona quella del 'premier' per i motivi che tutti conosciamo. Da cui il cattivo colorito che cerca di mascherare.
    Quando lo vedo per giunta mi dà l'impressione di un soggetto ontologicamente non saldo. Sotto la maschera di cerone niente. Lontanissimo dalla radicata fermezza della persona che ha individuato il proprio centro animico nella regione cardiaca.

    Nonostante i suoi oscuri patti e le sue attese non diventerà Presidente della Repubblica. Nessuna invincibiltà in persone come lui. Tanta, troppa fragilità che che hanno già sanzionato e suggellato il suo destino di perdente.

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  7. dalla diatriba innescata con tal Riccardo ho avuto modo di visitare i vari siti pro-chemitrals...no anzi, che negano assolutamente vi sia la possibilità d'ogni qualsiasi fenomeno anomalo legato ai malevoli voli in questione...non conoscevo la realtà di quei siti e delle prove che adducono per smentire le tesi da voi sostenute...personalmente non ho nessuna autorità o competenza tranne quella che mi deriva dalla personale sensibilità...ciò che vedo accadere nei cieli del luogo in cui vivo...questo costante rilascio di scie incrociate tra loro a scacchiera, di come persista la sostanza che le forma e come tale fenomeno accada nei cieli di tutta Europa, insomma non si può sostenere in una forma tanto acritica l'assoluta bontà o inesistenza di un attività che invece si rivela quotidianamente essere tanto intensa...ma questi signori sono ammantati di pura inautenticità, è stampigliata sui loro volti sardonici...loro fanno leva sulla pigrizia, nonché sul cinismo della società contemporanea che ha bisogno di continue rassicurazioni affinché senza porsi alcuna domanda sul suo stato possa continuare "bellamente" a filtrare cibi sempre più industriali, insospettabilmente transgenici, a filtrare aria malata e rassodare glutei di plastica (o che tali si vorrebbero) in palestre anch'esse di plastica, spianarsi le rughette e confermare l'audience a programmi in cui i ritornelli delle sigle d'apertura recitano che:"va tutto bene"...noi solleviamo un dubbio quando alziamo le nostre teste al cielo e determinate analisi portano ad individuare un anomalia, il perché questa si verifichi o che alterazione implichi nel suo impatto sull'ambiente non è dato saperlo...comunque, non sono credibili le tesi che loro portano a smentire le vostre ricerche e le mie stesse sensazioni e come le mie quelle di altri per il solo fatto che costoro innanzitutto, al di la d'ogni possibile tabella o tabellina negano l'evidenza

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  8. Un problema importante è invece il veicolo: le riviste, quelle che ci sono, le possibilità che si offrono.
    Due anni fa c'era una quantità incredibilmente enorme di riviste sulle quali pubblicare. Oggi ne sono rimaste pochissime, molte hanno chiuso nell'arco di un anno. Quindi se prima c'era un certo potere sull'editore e poter scegliere dove pubblicare, oggi questo non c'è più, gli editori riprendono baldanza. Fortunatamente non mi sono ancora trovato alle prese con questo atteggiamento, ma posso facilmente immaginarlo. Siamo tornati all'ante '77.
    E' una cosa terribile ed è un discorso da approfondire per il fumetto perché il veicolo è fondamentale. Puoi fare delle cose bellissime, se non te le pubblicano rimangono là. Se ti censurano e tu non puoi dire << Me ne vado >>, questo è molto grave.
    (Andrea Pazienza)

    Gli editori sono dei magnaccia.

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  9. Denis, esistono degli editori indipendenti, ma pubblicano libri e riviste di nicchia.

    Paolo, il tuo ritratto di uno sfatto Belzebusconi mi ricorda quello tratteggiato da un lettore di Kattivix, un essere dallo sguardo vacuo, malfermo sulle gambe, la voce tremebonda, la pelle giallastra, roso da una malattia mor(t)ale. Ricorda don Rodrigo dopo che ha contratto la peste: dalla baldanza e dall'arroganza all'estenuazione, all'agonia.

    Attualità di Ensor

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  10. Giovanni, concordo con quanto scrivi.

    Ciao a tutti.

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