A volte accade che gli eventi della mattina, già nelle prime ore del pomeriggio, paiono persi in un'abissale distanza. Chi eravamo solo poco tempo fa? Dove? Sembra che gli istanti siano risucchiati in un vortice spaventoso. In certi momenti, è come se la coscienza, alleggerita del peso dell’identità, si sfaldasse, come se l'io si dilatasse ad accogliere frammenti di universi e soffi di Luce.
La fiamma di un sogno ci lambisce, rischiarando dimensioni ulteriori. Ci accorgiamo che l'esistenza ordinaria è stretta nella corazza della logica, di una percezione bidimensionale, della caduta fatale nella vecchiezza e nella morte.
Intravisti certi orizzonti, non si possono più dimenticare, anche se sembrano dissolversi tra le nebbie dell'oblio. Uno scatto secco della chiave nella serratura e la porta si dischiude. In visioni ipnagogiche, mentre continua ad echeggiare un'insensata frase piena di sensi ignoti, si scivola in wormholes interiori: così un altro universo si squaderna, dove il tempo non esiste più e l'illusione si scioglie.
Come in certi sogni in cui vediamo allineati tanti usci che ci separano da eden ed inferni, non sappiamo quale sia il varco da oltrepassare per accedere all'infinito. L'anima è un'orbita cui si intersecano meteore di possibilità, comete di inimmaginabili immagini. Viviamo in limine e lo stridore è quello dei mondi che collidono. Nessuna conquista è indolore, nessuna verità quieta.
L'abisso può essere un vertiginoso precipizio, ma anche una corrente ascensionale.
La fiamma di un sogno ci lambisce, rischiarando dimensioni ulteriori. Ci accorgiamo che l'esistenza ordinaria è stretta nella corazza della logica, di una percezione bidimensionale, della caduta fatale nella vecchiezza e nella morte.
Intravisti certi orizzonti, non si possono più dimenticare, anche se sembrano dissolversi tra le nebbie dell'oblio. Uno scatto secco della chiave nella serratura e la porta si dischiude. In visioni ipnagogiche, mentre continua ad echeggiare un'insensata frase piena di sensi ignoti, si scivola in wormholes interiori: così un altro universo si squaderna, dove il tempo non esiste più e l'illusione si scioglie.
Come in certi sogni in cui vediamo allineati tanti usci che ci separano da eden ed inferni, non sappiamo quale sia il varco da oltrepassare per accedere all'infinito. L'anima è un'orbita cui si intersecano meteore di possibilità, comete di inimmaginabili immagini. Viviamo in limine e lo stridore è quello dei mondi che collidono. Nessuna conquista è indolore, nessuna verità quieta.
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Comprendere il nesso esistente tra spirito e materia. È tutto qui. Facile? Decisamente no. Ignazio di Loyola lo intuì, i gesuiti lo dimenticarono, impegnati in faccende piuttosto terrene. Da millenni ignoti, molti, conosciuti, pochi invero, hanno varcato la soglia. Dentro e fuori le confessioni religiose. Già, perché qui si tratta di violare i rigidi confini immanenti. E spesso le stesse religioni diventano i più grossi ostacoli. Abbattere la muraglia, è il motto. In questo tuo articolo dimostri una cosa, che per me è fondamentale: hai sperimentato ciò di cui parli oltre alle acquisizioni libresche. Ottimo.
RispondiEliminaAngelo Ciccarella
Gentilissimo Angelo, sì, ho vissuto qualche esperienza liminare (reale? illusoria? Il confine è sfumato), ma da tempo non mi accade più.
RispondiEliminaGrazie delle belle parole e congratulazioni per l'arioso articolo Intermondo sull'ultimo numero di X Times.
A presto.