Il 18 dicembre prossimo uscirà nelle sale cinematografiche la nuova pellicola di James Cameron, "Avatar". Il regista di "The abyss", "Terminator" e "Titanic", si cimenta in un progetto grandioso che coniuga rutilanti effetti speciali con la riflessione sul tema della coscienza.
Il film "narra di un reduce del XXII secolo, Jake Sully, che ha perso l'uso delle gambe in battaglia e di suo fratello che, prima di morire tragicamente, mette a punto un sistema in grado di trasferire la coscienza di una persona in un corpo creato in laboratorio, un avatar appunto.' Dietro questa scoperta' precisa il produttore Jon Landau, 'agisce una multinazionale interessata a sfruttare le risorse di un pianeta chiamato Pandora. E' un pianeta tropicale pieno di vita e di materie prime, ma ostile: l'atmosfera è irrespirabile ed i Na'vi, indigeni alti tre metri e con la coda, attaccano gli insediamenti terrestri. Per combatterli vengono creati ibridi capaci di ospitare la coscienza dei soldati, combinando il codice genetico umano e quello Na'vi."(P. Morelli)
Come si evince dall'intreccio, gli sceneggiatori paiono essersi ispirati alla casistica studiata da Corrado Malanga, da Katharina Wilson e da altri ufologi circa sia le presunte copie generate da extraterrestri sia gli ibridi. Gli ibridi, secondo la Wilson, si stanno preparando ad un epico conflitto contro oscuri nemici. E' singolare che la finzione cinematografica si incardini, ignaro il pubblico, in uno dei settori xenologici più controversi ed inverosimili, un settore imperniato su inquietanti clonazioni, basi sotterranee in cui si compiono nefandi esperimenti, trasferimenti di identità... Pronunciarsi su questo scenario è pressoché impossibile, ma il merito di certe indagini risiede nell'aver spostato il baricentro dell'attenzione dalla sfera tecnologica a quella noetica, pur con i limiti di un approccio empirico che tende a tradurre in termini computazionali questioni metafisiche.
Gli interrogativi sulla coscienza, sulla sua natura ultima, avulsa dalla biologia, sebbene ad essa legata nella manifestazione dei suoi processi, sono il fulcro dell'essere hic et nunc. Certo, il riferimento a coscienze spostate da un corpo ad un altro abbassa il livello della speculazione, chiamando in causa fenomeni cerebrali. Se la coscienza è anima o un suo epifenomeno, qualsiasi travaso di memoria appartiene al mondo fisico, benché l'informazione, con la sua immaterialità, ma mediata da un substrato, possa essere imparentata con la dimensione ulteriore. Alla fine anche quegli scienziati pionieristici che, pur oltrepassando i confini della scienza accademica, tendono a ricondurre entro questo ambito, l’ambito di una fisica, sia pure, per dir così, estrema ed abissale, la coscienza, dimostrano di ignorare l'universo dello Spirito.
Il problema dell'io e del suo destino è del tutto particolare: infatti, mentre, ad esempio, lo studio del cosmo, implica una pur non totale separazione tra oggetto studiato e soggetto che studia, il problema dell'io congiunge in un nodo di Gordio la coscienza che scava nella coscienza. E' una situazione paradossale e, per molti versi, inscritta in labirinti tautologici: alcuni hanno creduto di trovare l'uscita del dedalo identificando l'io con un "fascio di sensazioni", altri hanno ipostatizzato l'essere individuale in una sostanza. A metà strada tra queste risposte antitetiche, si può collocare la congettura dell'anima come progetto dell'essere, come pensiero che dal nulla si protende oltre il tempo e lo spazio, dopo averli attraversati, dunque come doloroso conato nel vacuo silenzio del nulla.
L'anima è fiamma che il vento può alimentare o spegnere.
Il film "narra di un reduce del XXII secolo, Jake Sully, che ha perso l'uso delle gambe in battaglia e di suo fratello che, prima di morire tragicamente, mette a punto un sistema in grado di trasferire la coscienza di una persona in un corpo creato in laboratorio, un avatar appunto.' Dietro questa scoperta' precisa il produttore Jon Landau, 'agisce una multinazionale interessata a sfruttare le risorse di un pianeta chiamato Pandora. E' un pianeta tropicale pieno di vita e di materie prime, ma ostile: l'atmosfera è irrespirabile ed i Na'vi, indigeni alti tre metri e con la coda, attaccano gli insediamenti terrestri. Per combatterli vengono creati ibridi capaci di ospitare la coscienza dei soldati, combinando il codice genetico umano e quello Na'vi."(P. Morelli)
Come si evince dall'intreccio, gli sceneggiatori paiono essersi ispirati alla casistica studiata da Corrado Malanga, da Katharina Wilson e da altri ufologi circa sia le presunte copie generate da extraterrestri sia gli ibridi. Gli ibridi, secondo la Wilson, si stanno preparando ad un epico conflitto contro oscuri nemici. E' singolare che la finzione cinematografica si incardini, ignaro il pubblico, in uno dei settori xenologici più controversi ed inverosimili, un settore imperniato su inquietanti clonazioni, basi sotterranee in cui si compiono nefandi esperimenti, trasferimenti di identità... Pronunciarsi su questo scenario è pressoché impossibile, ma il merito di certe indagini risiede nell'aver spostato il baricentro dell'attenzione dalla sfera tecnologica a quella noetica, pur con i limiti di un approccio empirico che tende a tradurre in termini computazionali questioni metafisiche.
Gli interrogativi sulla coscienza, sulla sua natura ultima, avulsa dalla biologia, sebbene ad essa legata nella manifestazione dei suoi processi, sono il fulcro dell'essere hic et nunc. Certo, il riferimento a coscienze spostate da un corpo ad un altro abbassa il livello della speculazione, chiamando in causa fenomeni cerebrali. Se la coscienza è anima o un suo epifenomeno, qualsiasi travaso di memoria appartiene al mondo fisico, benché l'informazione, con la sua immaterialità, ma mediata da un substrato, possa essere imparentata con la dimensione ulteriore. Alla fine anche quegli scienziati pionieristici che, pur oltrepassando i confini della scienza accademica, tendono a ricondurre entro questo ambito, l’ambito di una fisica, sia pure, per dir così, estrema ed abissale, la coscienza, dimostrano di ignorare l'universo dello Spirito.
Il problema dell'io e del suo destino è del tutto particolare: infatti, mentre, ad esempio, lo studio del cosmo, implica una pur non totale separazione tra oggetto studiato e soggetto che studia, il problema dell'io congiunge in un nodo di Gordio la coscienza che scava nella coscienza. E' una situazione paradossale e, per molti versi, inscritta in labirinti tautologici: alcuni hanno creduto di trovare l'uscita del dedalo identificando l'io con un "fascio di sensazioni", altri hanno ipostatizzato l'essere individuale in una sostanza. A metà strada tra queste risposte antitetiche, si può collocare la congettura dell'anima come progetto dell'essere, come pensiero che dal nulla si protende oltre il tempo e lo spazio, dopo averli attraversati, dunque come doloroso conato nel vacuo silenzio del nulla.
L'anima è fiamma che il vento può alimentare o spegnere.
Questo genere di films, consci o meno i registi/produttori, preparano uno stato mentale collettivo verso scenari desueti dalla comune esperienza. Prove tecniche di trasmissione, prima dell'ora X. Le forze armate statunitensi sponsorizzano, da anni, ricerche e applicazioni per fabbricare il soldato perfetto - sogno di ogni stellettato moderno -, soldato da riprogrammare in caso di resettamento dovuto al fuoco nemico: potete ben capire che è il massimo della libidine bellica. Grossi giocattoloni-trasformer dagli impieghi più vari. Da alcune fonti militari (della serie "qui lo dico e qui lo nego"), ho appreso che il meccanosoldato è stato utilizzato episodicamente sin dalla guerra in Kosovo, su territori messi in sicurezza e adatti per le prove. Carissimo Zret, dopo il tuo suggerimento di un mio possibile elaborato sull'Egitto antico che ho preso al volo, già da Novembre dovrebbe essercene un assaggio su XTimes, colgo un altra tua sollecitazione concettuale sull'anima e oggi la potrai trovare sul mio blogghetto. Altrimento ti rubo troppo spazio a te e ai tuoi numerosi lettori. Grazie per tutto quello che fai.
RispondiEliminaAngelo Ciccarella
Angelo, quanto scrivi si incastra con informazioni di molti ricercatori, con notizie filtrate da fonti militari in merito alla creazione di soldati bionici.
RispondiEliminaSono certo che il tuo studio sull'Egitto sarà importante come Il varco tra i mondi, articolo da delibare, da leggere e da meditare.
Ci siamo permessi di citare un ampio stralcio della tua ricerca dedicata a H.A.A.R.P. sul blog dedicato alle scie, al fine di una divulgazione il più possibile sinergica e condivisa, lontana eoni luce dall"informazione" di regime.
Leggerò quanto prima il tuo contributo sull'anima.
Ciao e grazie.
Quella cosiddeta dell'Avatar è una pratica magica deprecabile e sicuramente diabolica che consentirebbe al 'mago' in grado di porla in atto di trasferire la sua coscienza ad esempio di vegliardo nel corpo di un adolescente o meglio ancora di un pre-adolescente.
RispondiEliminaChiaramente la coscienza del ragazzo o della ragazza vittima di tale operazione verrebbe espulsa dal suo involucro naturale e ad essa si sostituirebbe quella dell'intruso ormai anziano o molto malato fisicamente, il quale in tal modo si garantirebbe una specie di guarigione e di immortalità.
Ma trattasi di una immortalità fasulla, fittizia e chi ne usufruisce sarebbe costretto a mutar di corpo di generazione in generazione come in preda ad una maledizione.
Nei circoli occultistici neo-pagani della Roma del secolo scorso si è affermato senza mezzi termini che un esponente della 'nobiltà nera', il Principe Leone Caetani, si fosse garantito la sopravvivenza in virtù di tale pratica e quindi a tale personaggio si attribuì molto erroneamente il titolo di Adepto.
Sappiamo però che il vero Adepto, cioè l'autentico immortale, non ha bisogno di questi vergognosi 'éscamotages'. Per definizione quegli ha costruito il corpo glorioso ed imperituro e non deve per niente al mondo insidiare l'integrità dei propri simili.
Forse che qualcuno nell'ambito della setta degli Illuminati, dotato di poteri magici in alto grado, si sforza di ottenere la pseudo-immortalità in codesta maniera?
E' questa la promessa che 'il Cornuto' fa ai più meritevoli fra i suoi seguaci?
Paolo, hai descritto esecrande operazioni di bassa magia che non sono poi così lontane da certi esperimenti militari.
RispondiEliminaTempo fa scrissi che agli Oscurati, Belial ha forse promesso l'immortalità, questa misera e comatosa immortalità, squallido succedaneo della Vita.
Who wants to live forever?
Ciao e grazie.