08 novembre, 2009

Il plico misterioso

Il plico misterioso è il libro pubblicato da Maja Ricci Andreini. Dopo aver letto l'intervista che l'autrice ha rilasciato a Pino Morelli (vedi X Times n. 11), incuriosito, ho deciso di acquistare la pubblicazione, ma prima ho scritto all'autrice per chiederle se l'opuscolo includeva qualche informazione sulle scie chimiche che, piaccia o no, sono il fulcro di molti eventi attuali. La Ricci Andreini mi ha risposto con cortesia e sollecitudine, ma affermando che, sebbene nel testo siano toccati vari temi fondamentali, non sono inclusi riferimenti alla chemtrails.

Ebbene, se si legge tra le righe, un cenno obliquo alle scie si rintraccia e questo non sorprende. Prescindendo da ciò, qual è il valore di questa testimonianza, della storia con al centro una coppia di giovani morti in circostanze misteriose, dopo aver visto la loro vita sconvolta da una serie di avvenimenti sbalorditivi? Ci chiediamo anche in che misura siano verificabili gli episodi narrati. Le scomparse apparentemente inspiegabili sono frequenti e non si può escludere che la trama sia dipanata in modo realistico: bisognerebbe cercare di approfondire le vicissitudini dei due giovani più che indugiare sulle rivelazioni concernenti "Dio, la struttura e la storia dell'universo, l'immortalità ed il futuro della Terra".

Infatti queste informazioni sono del tutto teoriche: si possono affiancare alla serqua di messaggi canalizzati, ricevuti da contattisti e rapiti. Non è qui importante stabilire il grado di plausibilità di certe comunicazioni dalla presunta matrice aliena (ognuno si impegnerà per adattarle alla sua Weltanschauung o per incastrarle in un diagramma consequenziale oppure le rigetterà, ritenendole frutto di una fervida fantasia, se non addirittura illusioni arcontiche), ma considerare l'irruzione dell'insolito nella nostra esistenza ordinaria. I vissuti che deragliano nel mondo dell'enigma ci spalancano le porte di una percezione paradossale, apocalittica. Possiamo ignorare gli interrogativi e le risposte da cui dipendono le svolte del destino? Le domande si aggrovigliano ai silenzi, ma il senso è nella tensione che, simile ad una fiamma allungata verso l'alto, rivela la nostalgia del luogo natio.

Più che nelle questioni abissali che il computer alieno (viene in mente il telefilm Il ritorno degli Arconti) snocciola con taglio un po' didascalico, l'interesse del titolo mi pare dovuto all'atmosfera stranita che l'autrice evoca nella parte iniziale: coincidenze, incontri con personaggi segnati dalla sorte, vicende anodine che precipitano in tragedie private. E' la tragedia della solitudine e dell'incomunicabilità per cui l'unico rimedio è nella relazione con gli "altri" e nel dialogo con chi parla una lingua incompresa ed incomprensibile. E' questa l'assurdità della nostra epoca condannata al non-senso, all'oblio delle antiche, solenni verità, anelante ad un contatto con dimensioni che sfuggono quanto più se ne intravedono i riflessi e le ombre. E' un'epoca in cui il cinema, la letteratura a cavallo tra incubo e realtà, insieme con gli ultimi bagliori del cielo offrono il succedaneo di una liberazione agognata con estenuante, cieca disperazione.



APOCALISSI ALIENE: il libro

12 commenti:

  1. Non ho il piacere di conoscere la signora Ricci Andreini. Conosco però la messaggistica medianico-ufologica-occultistica sin dai tempi di Eugenio Siragusa, Mario Signorelli (che ho conosciuto personalmente a Viterbo e ho pure fatto delle esperienze con lui tra insediamenti etruschi) e altri epigoni. Non ho motivi per non credere alla buona fede della signora, ho invece serissimi dubbi sulla genuinità dei latori dei messaggi. E sì, amici, il contenuto della stragande maggioranza dei messaggi, dalle sorelle Fox ad oggi, con variazioni sul tema e sul linguaggio, rimangono ancorati ad un substrato ideologico e dottrinario ben preciso, che già Guènon nel suo 'Errore dello spiritismo', aveva messo in rilievo egregiamente. Non ho pregiudiziali di sorta su chicchessia, tanto da aver contattato parapsicologi e studiosi della medianità, ma non solo. Ho partecipato a centinaia di sedute cosiddette spiritiche in tutti gli anni settanta. Di medium onesti ne ho conosciuti, per carità, ma il contenuto dei messaggi aveva la stessa matrice di sempre. Chi mi conosce sa bene che il mio motto è 'la verità è sperimentale'. Parlo solo di ciò che ho provato sulla mia pelle. Da figliarello toccai il fuoco per curiosità, non mi bastavano le raccomandazioni di mio padre, dovevo provarlo a costo di bruciarmi. Non consiglio il mio metodo, ci mancherebbe, però mi ha fruttato un bagaglio esperenziale notevole.
    Oggi non è più di moda lo spiritismo, allora dalla cialtrona di Ramta in poi, si son messi a contattare lemuriani, marziani, siriani (della stella Sirio), pleiadiani, elohim raeliani e corretti, insomma viviamo in un universo gossipparo, chiacchierone, pieno zeppo di maestri, arconti buoni che vogliono aiutarci e indicarci una via di salvezza. Quasi sempre non gratis, perché i tramiti, attraverso stages, convegni, libri, video accumulano bei gruzzoli. Insomma, gli affari sono affari, anche se vengono da lucenti astronavi. Ma per favore. Scusa Zret dello sfogo.
    Angelo Ciccarella

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  2. Angelo, posso solo condividere la tua valutazione. Sul libro della Ricci Andreini non aggiungo alcunché (già nell'articolo, le righe di vera recensione sono solo due e tre), in quanto non voglio influire sul giudizio di altri lettori.

    Credo che talora, nel coacervo della messaggistica, si possa reperire qualche informazione utile: è il caso anche del Plico misterioso che accenna a qualcosa che forse sta per accadere.

    Ciao e grazie.

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  3. Sì, Zret, qualcosa di temibile sta per accadere. Ora si tratta di stabilire chi o cosa ci contatta per avvertirci; quali intenzioni vi sono dietro questi avvertimenti. Mi compiaccio per la tua prontezza e tempestività su temi angoscianti, pressanti, imminenti che riguardano tutti noi, nessuno escluso. E lo fai con quella pacatezza del saggio che a me manca.
    Angelo Ciccarella

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  4. Non sono pusillanime come don Abbondio, ma neppure intrepido come Riccardo Cuor di leone.

    Presagi e piuttosto foschi.

    Grazie ancora.

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  5. DOve non c' e' liberta' puo ' esservi serieta' ma non benevolenza . IL RITORNO DEGLI ARCONTI : sceneggiatori come narratori forse di se' stessi?

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  6. Sono molto in sintonia con il pensiero di Angelo Ciccarella riguardo la messaggistica-medianico-ufologica-occultistica di questo universo gossipparo e chiacchierone,e che la verità è sperimentale.Quello che accadrà ci inghiottirà come un buco nero.Alla fine faremo i conti con gli Arconti o con gli alieni o con chicchessia,ma sarà realtà o finzione?
    Ciao!

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  7. Concedete una battuta :da principio Toto' faceva ridere (e pensare); dopo , nelle mani di Pasolini , ci e' divenuto noioso, insulso :che fosse anch' egli , Pier Paolo,A SUO MODO , un arconte perverso?....

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  8. Claudio, anch'io sono in sintonia con le valutazioni di Angelo. Veramente cruciale la tua domanda: qual è la differenza tra realtà e finzione? Quid est veritas?

    Jacolliot, non apprezzo il Pasolini regista né amo il cinema. Fu intellettuale di notevole valore eliminato perché sapeva troppo. Certo, l'attrazione per l'oscurità può attrarre esseri oscuri.

    Ciao e grazie

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  9. Angelo C.: leggendo il tuo percorso e il tuo metodo ho visto me stesso, solo che per me era la mamma a mettermi in guardia, proprio perchè strega vera benedetta ma bastonata dalla Natura. quello che per me è stato l'inizio però è stato subire contro volontà, la facoltà di vedere ombre nere più del buio, tutta la notte, tutte le notti, dai 5 ai 9 anni. da questo e da altri doni avuti occasionalmente da chissà che cosa, ho imparato che per quanto esistano sicuramente cose metafisiche, esse non per forza debbano comunicare qualcosa per noi, ma già solo con la loro presenza ci modificano per sempre, e ci spingono a cercare.
    x quanto riguarda la catastrofe, io non riesco ad averne un sentore di immediatezza, nè di imprescindibilità.

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  10. Solo oggi, per pura coincidenza, ho visto l'articolo che avete dedicato al mio libro e posso solo dire che concordo pienamente. Ciò che mi ha colpito di tutta la storia è proprio la serie di coincidenze e la "solitudine" che ho percepito nei protagonisti... Anche nel cosiddetto ing. Carnini. Una persona affermata che teme di esporsi per paura di perdere la sua credibilità e cerca di mantenere, vigliaccamente, una posizione che non sfoci nè nel "fideismo cieco" nè nel "negazionismo" a priori.
    Ho narrato la storia proprio per questo motivo... E' difficile, quando si parla di "esperienze discutibili" in genere, stabilire dove inizino e finiscano "realtà oggettiva" e "realtà psicologica". Tutte le esperienze che stravolgono il nostro sistema di significati abituale sono, necessariamente, stravolte da tematiche inconsce... Ciò non toglie che possano contenere frammenti di verità più o meno distorti su cui dovremmo essere tutti capaci di mettere in discussione noi stessi e il nostro modus operandi et pensandi. Maja Ricci Andreini

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  11. Gentilissima, leggo con piacere le Sue equilibrate parole e sono lieto di aver colto il senso del libro che è soprattutto nelle vicende tragiche e solitarie dei protagonisti, incluso l'ingegner Carnini. Quanto alla distinzione che molti ergono a discrimine tra realtà "oggettiva" e "soggettiva", bisognerebbe sbarazzarsi, come asserisce Lei, sia del "fideismo" sia del "negazionismo". D'altronde non sappiamo neppure che cosa sia la realtà in cui la zona di penombra tra "interno" ed "esterno" è ampia e molto sfumata.

    Cordiali saluti.

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  12. Salve signorina Maja,perchè crede un vigliacco il cosi detto ing.Carnini?
    Lei ha potuto raccontare tutto questo grazie a lui.
    Se non può mettersi in mostra avrà le sue valide ragioni,queste esperienze stravolgono completamente la vita di ogni individuo e le coincidenze o il cosi detto (puzzle)è reale più di quanto si possa credere.

    ciao,luca

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