29 gennaio, 2010

Resistenza

E' incredibile quanto sia tenace la resistenza ad acquisire nuovi paradigmi di ragionamento anche nelle persone che ormai conoscono le mille insidie e menzogne del sistema. Ancora molti non hanno compreso quanto sia precaria la condizione attuale e non riescono a concepire un mondo radicalmente diverso da quello in cui viviamo oggi. Stiamo assistendo ad una lenta, ma irreversibile metamorfosi dell'esistenza, ad un cambiamento antropologico, dopo aver accettato l'intrusione della tecnologia e del potere più osceno nella sfera privata. Le telecamere della video-sorveglianza non solo soltanto strumenti che spiano i cittadini, ma occhi di un Gerione minaccioso. Eppure, talvolta, anche tra i desti si evoca lo spettro della paura esterna, ricadendo in logori ed errati schemi di giudizio. Ancora si crede che il denaro possieda un valore intrinseco, che i “politici” contino qualcosa e così via.

La resistenza più pervicace è nell'incapacità di figurarsi una società "medievale", senza più gli agi dell'età contemporanea, ma anche priva delle risorse materiali, strumentali ed etiche del Medioevo. Sarà un salto nel buio, soprattutto per le nuove generazioni e per i popoli occidentali, inetti di fronte a situazioni impreviste ed ardue.

E' inevitabile: decenni di consumismo e di materialismo hanno radicato una forma mentis difficile da estirpare. Ben più preoccupante, però, di queste abitudini inveterate che hanno creato una società di inabili, dipendenti in toto dal sistema, è il solco che è stato scavato tra gli uomini e la natura, tra l'uomo ed i suoi simili sicché gli individui sono ridotti a monadi impazzite. Regna il disorientamento e sovente si cerca un punto fermo purchessia. Ecco perché, oggi giorno, i pifferai tragici riescono ad incantare le masse con tanta facilità.

Forse coloro che, in questi ultimi anni, pur non avendo preso le necessarie precauzioni, hanno cominciato ad immaginare l'inimmaginabile, grazie a folgoranti squarci sul futuro, avranno una possibilità di non perdere il senno, conservando un briciolo di umanità, ma gli altri, presi alla sprovvista, saranno sballottati dagli eventi, a guisa dell’equipaggio di una nave travolta e squassata da una violenta burrasca. Costoro sono i creduloni, quelli che si abbeverano alle fonti avvelenate dell'"informazione" ufficiale: essi, al cospetto di incombenti scie, preferiscono stornare lo sguardo altrove. Oggi sono simili ai porcellini di Sant'Antonio che, immobilizzandosi, si arrotolano su sé stessi, di fronte ad un pericolo reale o presunto; domani saranno implacabilmente schiacciati.

Gli altri, la minoranza degli accorti, resteranno a guardare gli avvenimenti, mentre imploderanno in catastrofi, non dalla finestra di un confortevole appartamento, bensì dalle impannate di un tugurio.


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20 commenti:

  1. Hai detto bene Zret, la gente si lascia avvelenare dall'"informazione ufficiale".

    Più che hai detto bene, hai detto già tutto...

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  2. Puntozero, il veleno metaforico dell'"informazione" ufficiale è più tossico di un veleno reale.

    Ciao e grazie.

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  3. L'inconsapevolezza dell'essere umano di essere arrivati al capolinea, è qualcosa di paradossale, siamo così ridicoli che crediamo ancora nel sistema capitalistico, senza tener conto della minaccia latente dell'estinzione della nostra specie.

    Dovremmo focalizzarci sul fatto che facciamo parte del mondo, piuttosto che essere separati; il peggior approccio che noi abbiamo preso è la cultura della società industriale che poi non è altro che la cultura della morte stessa, senza tener conto che abbiamo inserito l'opposizione ad integrarci, ci rimane solo un grande vuoto di incompetenza.

    Probabilmente su 7 miliardi di esseri umani sulla terra forse un piccolo gruppo la scamperà, la cosa ardua ... sarà capace di procurarsi acqua cibo e riparo per poter sopravvivere? O l'egoismo che contraddistingue da sempre l'essere umano incapace di essere compassionevole avrà il sopravvento? Le opzioni a nostra disposizione stanno terminando (è questo è un dato di fatto), siamo dei replicanti, ignari del nostro passato ed in specialmente stanziali e non lungimiranti per un nostro futuro.

    Siamo creature egoiste, avide, dopo tutto, principalmente interessate alla persistenza, piuttosto che alla nostra interiorità spirituale, la disperazione umana è arrivata ad un bivio: distruggeremo l'uomo industriale o l'uomo sapiens e altri milioni di specie che ci stiamo portando dietro?

    wlady

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  4. Wlady, hai ben inquadrato l'atroce problema. Siamo ormai in dirittura d'arrivo, ma la massa pensa al calcio o al nefasto Festival di Sanremo. Pochi si salveranno e questi sopravvissuti, se riusciranno a ricostruire un embrione di società, edificheranno una società iniqua e storta come tutte quelle che l'hanno preceduta, perché la natura umana sostanzialmente non cambia.

    Il mondo (occidentale) è prossimo all'occaso.

    Ciao e grazie.

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  5. Caro Zret, hai colpito nel segno: il mondo occidentale è prossimo....La fiamma si è spenta da tempo, anche perché uomini in grado di sorreggerla o si sono estinti o si sono venduti. Forse qualcuno è rimasto, ma sono flebili voci in mezzo al fragore del nulla che ci sovrasta. Meglio però perire combattendo che rimaner vivi tradendo. Scusa la chiusura, sembrerebbe un motto reazionario o da curva nord laziale, ma se la vita ha un senso è nella ricerca del senso.
    Angelo Ciccarella

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  6. Sì, Angelo, la dignità non ha prezzo e la virtù è premio a sé stessa.

    Ciao e grazie.

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  7. Il problema non sta nella mancanza di umanità, ma proprio nell'umanità stessa, nella natura umana. E' da milleni che l'umanità non è in pace con sè stessa e ormai stiamo tutti diventando piacevolmente insensibili.

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  8. Non ci resta che approntare qualche abituro in luoghi sperduti, estremo rifugio per animi impavidi in attesa dell'occaso.

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  9. Pourtroppo avete ragione tutti ma è proprio il contatto più intimo che ognuno dovrebbe coltivare nei confronti di Yahweh Dio che spinge l'uomo ad allontanarsi a causa del proprio ego egoistico ponendosi immaginariamente al di sopra di Dio.
    Cioè ribellandosi a Dio piuttosto che imboccare la strada della sottomissione e umilità ecco il risultato che ne scaturisce. L'arroganza proviene dalle parole tramandate dal faraone che disse: chi é Yahweh, non l'ho mai sentito, chi è questo Dio che gli dovrei ubbidire? Ecco una base su cui riflettere e pensare che il pensiero dell'uomo nei secoli è rimasto alla contesa tra abele e caino dove il grido della morte ancora oggi più che mai chiama sempre piú esseri umani nella tombe attraverso a morti ingnominose.

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  10. L'uomo senza amore per il prossimo e per cui anche non verso Dio Yahweh è maligno e purtroppo se non si pente dei peccati che ha commesso, cosa gli rimane? L'abbandono a se stesso esposto alle forze malvage del Diavolo e Dio per certo gli tenderà sempre la mano per aiutarlo ma se questi non si ravvede di quanto arrecato ad altri certamente non sarà colpa di Dio.

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  11. Ciao Zret, le tue parole sono da stampare e incorniciare, come sempre.
    Siamo alla fine dei tempi e i più preferiscono non saperlo, ma anche tra quelli che lo intuiscono la corsa è nel cercare distrazioni, allontanare il pensiero, non portarlo alle sue estreme conseguenze.
    Ieri però mi è capitato di assistere ad una scena che ha rischiarato per un momento le tenebre. Ero in fila alla cassa di un supermercato, con due persone davanti. Uno era un anziano dall'aspetto malmesso, evidentemente povero, che aveva già appoggiato le sue merci sul nastro ma si era poi accorto di non avere sufficiente denaro per pagarle tutte, e quindi aveva cominciato a togliere un articolo dopo l'altro e ad appoggiarlo in terra, mormorando tra sè e scusandosi con i presenti. Dietro di lui un ragazzo sulla trentina, non italiano, anche lui dall'aspetto non certo benestante, senza pensarci troppo aveva rimesso le merci dell'anziano sul bancone e le aveva fatte aggiungere dalla cassiera sul suo conto.
    Non conosceva quell'anziano (così mi ha detto, perchè non ho potuto fare a meno di parlargli e di dirgli la mia ammirazione, avendo assistito al suo gesto) e non gli importava di riavere indietro i soldi. Con la stessa ferma gentilezza ha respinto la mia offerta di contribuire alla spesa, ed ha aiutato l'anziano ad imbustare e portare fuori dal negozio le sue cose.
    Sono questi i miracoli di cui tutti noi potremmo e dovremmo ancora sentirci capaci per contrastare il predominio del male. Un caro saluto.

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  12. Giulia, questa tua bellissima testimonianza di umanità vale più di tutti gli articoli pubblicati. Anche una sola fiamma di candela rischiara le tenebre e ci indica il centro.

    Grazie infinite.

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  13. Giulia, è in virtù di questi gesti umani di persogne degne, che il mondo non si è ancora collassato. La potenza infinita dell'amore - il senza morte - può riassestare l'asse cosmico dell'equilibrio dei mondi. Ma siamo ancora in tempo? Dovremmo riscoprirlo dentro di noi, farlo emergere dalla palude degli egoismi, e allora tutto si illuminerebbe. La perdita del centro ci costerà cara altrimenti.
    Angelo Ciccarella

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  14. Zret, ogni tanto, alcune confessioni religiose, profetizzano la fine dei tempi, a volte arrischiano anche qualche data, ma poi non succede nulla.

    La spada dei Maya pende da tempo sulle nostre teste e anche in questo caso si parla di una data precisa.

    Secondo la tua percezione il tempo dell'occaso, prossimo a tuo avviso, quando cadrà?

    Si potrebbe ipotizzare una scadenza?

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  15. Altair, non penso alla fine del mondo, ma credo che sarà instaurato un governo tirannico planetario: ciò è molto peggio della fine del mondo.

    Ciao

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  16. Zret, in occasione dell'occaso occorre occuparsi di occulti saperi occasionalmente?

    Se sì sarà, si sanno i saperi che sollevarci sapranno?

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  17. Altair, non hai mai pensato di dedicarti alle vendita delle pentole, nell'ambito di qualche televendita? Sei un eccelso artiere delle parole.

    Sto scherzando: non ti adontare.

    Ciao

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  18. Caro Zret, preferirei i tappeti, meglio si prestano con i loro colori a stimolare la fantasia.

    Le domande comunque, anche se espresse in forma discutibile, erano serie.

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  19. Altair, le tue domande inceneriscono le risposte e, se le risposte esistono, albergano in noi stessi. "Redi in te ipsum" etc.

    Ciao

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