"Genesi" riporta una doppia creazione dei progenitori: di solito tale iterazione è ricondotta alla coesistenza di due fonti, una elohista originaria del Regno di Israele (1,26-28); l'altra jahvista sorta ed affermatasi nel Regno di Giuda (2,7). Nella prima, Dio è Elohim (plurale intensivo o termine da rendere con Potenze?); nella seconda Dio è YHWH.
Si potrebbe liquidare il problema, appellandosi alla giustapposizione delle fonti, ma non sono mancati e non mancano coloro che, invece di concepire i due racconti riferiti alla creazione dei protoplasti, come differenti letture dello stesso evento, secondo una prospettiva multipla, vedono un'azione creatrice (o formatrice) compiuta in due riprese.
Nell'antichità, fra i teologi cristiani, furono Origene e Gregorio di Nissa a formulare l'ipotesi della doppia creazione. Origene, teologo ed esegeta alessandrino, (185 ca.- 253 d.C. ca.) pensò che le anime pre-esistenti (noes) venissero in seguito incorporate. Gregorio di Nissa (Cesarea di Cappadocia 335 - Nissa 395 d.C. ca.) elaborò una dottrina, secondo cui la natura primigenia di Adamo ed Eva era ontologicamente diversa da quella successiva, quando i protoplasti acquisirono una costituzione composita. Entrambe le esegesi, l'ipotesi di Origene e quella del Nisseno, richiamano l’insegnamento di Filone ebreo per il quale il primo uomo è incorporeo, archetipo, né maschio né femmina; il secondo Adam è, invece, corporeo e mortale. [1]
Pur nella diversità delle visioni, in cui la sequenza temporale si articola alla dimensione ontologica, secondo differenti accentuazioni, i teologi condividono l''idea di uno scostamento da Dio quanto più si manifesta la natura sensibile. Così, l'Adam prototipo è essere che appartiene alla sfera intelligibile, mentre l'uomo in cui l'anima si è unita al soma, è creatura confinata, benché in modo non definitivo, in un mondo di caducità e di imperfezione. Sono evidenti n queste concezioni le reminiscenze dell'antropologia platonica, anche se con qualche addentellato con eccentrici orizzonti interpretativi del testo biblico.
Alcuni studiosi ricordano che le apparenti contraddizioni dei due passi si possono sanare, se si radica il primo libro del Pentateuco nel suo substrato in buona parte sumerico, dove la creazione degli uomini viene presentata come il risultato di una serie di esperimenti, anzi tentativi. Si sarebbe passati dai lulu amelu [2], lavoratori primitivi, all'adamu, per concludere con l'adapa. E' possibile che il lulu fosse incapace di riprodursi, a differenza dei suoi discendenti?
E’ palese che, in tal maniera, l’antropologia delineata dai biblisti succitati è rivista, cambiando il contesto e la prospettiva valoriale.
Le ricostruzioni che privilegiano i significati storici, rispetto a quelli simbolici, cominciano ad essere avvalorate da riscontri provenienti dalla paleontologia, dall’archeologia e dalla genetica: si sta uscendo dal campo delle indagini più o meno fantasiose? E’ lecito chiedersi se non si annidi della disinformazione surrettizia e strumentale in codeste analisi. E’ doverosa un’estrema cautela, senza, però, chiusure preconcette.
[1] La doppia creazione è rintracciabile pure in alcuni testi dei Mandei, una comunità religiosa medio-orientale che discenderebbe dai seguaci di Giovanni Battista.
[2] Se la traduzione del termine "lulu" con "mescolato" è corretta, tale significato dovrebbe indurre ad approfondite riflessioni.
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Si potrebbe liquidare il problema, appellandosi alla giustapposizione delle fonti, ma non sono mancati e non mancano coloro che, invece di concepire i due racconti riferiti alla creazione dei protoplasti, come differenti letture dello stesso evento, secondo una prospettiva multipla, vedono un'azione creatrice (o formatrice) compiuta in due riprese.
Nell'antichità, fra i teologi cristiani, furono Origene e Gregorio di Nissa a formulare l'ipotesi della doppia creazione. Origene, teologo ed esegeta alessandrino, (185 ca.- 253 d.C. ca.) pensò che le anime pre-esistenti (noes) venissero in seguito incorporate. Gregorio di Nissa (Cesarea di Cappadocia 335 - Nissa 395 d.C. ca.) elaborò una dottrina, secondo cui la natura primigenia di Adamo ed Eva era ontologicamente diversa da quella successiva, quando i protoplasti acquisirono una costituzione composita. Entrambe le esegesi, l'ipotesi di Origene e quella del Nisseno, richiamano l’insegnamento di Filone ebreo per il quale il primo uomo è incorporeo, archetipo, né maschio né femmina; il secondo Adam è, invece, corporeo e mortale. [1]
Pur nella diversità delle visioni, in cui la sequenza temporale si articola alla dimensione ontologica, secondo differenti accentuazioni, i teologi condividono l''idea di uno scostamento da Dio quanto più si manifesta la natura sensibile. Così, l'Adam prototipo è essere che appartiene alla sfera intelligibile, mentre l'uomo in cui l'anima si è unita al soma, è creatura confinata, benché in modo non definitivo, in un mondo di caducità e di imperfezione. Sono evidenti n queste concezioni le reminiscenze dell'antropologia platonica, anche se con qualche addentellato con eccentrici orizzonti interpretativi del testo biblico.
Alcuni studiosi ricordano che le apparenti contraddizioni dei due passi si possono sanare, se si radica il primo libro del Pentateuco nel suo substrato in buona parte sumerico, dove la creazione degli uomini viene presentata come il risultato di una serie di esperimenti, anzi tentativi. Si sarebbe passati dai lulu amelu [2], lavoratori primitivi, all'adamu, per concludere con l'adapa. E' possibile che il lulu fosse incapace di riprodursi, a differenza dei suoi discendenti?
E’ palese che, in tal maniera, l’antropologia delineata dai biblisti succitati è rivista, cambiando il contesto e la prospettiva valoriale.
Le ricostruzioni che privilegiano i significati storici, rispetto a quelli simbolici, cominciano ad essere avvalorate da riscontri provenienti dalla paleontologia, dall’archeologia e dalla genetica: si sta uscendo dal campo delle indagini più o meno fantasiose? E’ lecito chiedersi se non si annidi della disinformazione surrettizia e strumentale in codeste analisi. E’ doverosa un’estrema cautela, senza, però, chiusure preconcette.
[1] La doppia creazione è rintracciabile pure in alcuni testi dei Mandei, una comunità religiosa medio-orientale che discenderebbe dai seguaci di Giovanni Battista.
[2] Se la traduzione del termine "lulu" con "mescolato" è corretta, tale significato dovrebbe indurre ad approfondite riflessioni.
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questo tuo articolo rivela molte ombre anche del nostro presente,personalmente dalle mie ricerche ritengo che il vero dio ci abbia creati come divini e alcune razze potenti di essseri di luce abbiano accelerato la nostra evoluzione per accogliere una anima evoluta,noi abbiamo avuto il paradiso sulla terra,questo prima e durante atlantide,in cui uomini e esseri evoluti di altri pianeti e dimensioni vevevano in perfetta armonia con la natura,poi ci fu una guerra tra gli atlantidei e esseri maligni provenienti da altre galassie,risulta anche a me che la razza umana di quel periodo fosse androgena,e avessero poteri mentali sovrannaturali,di queste guerre se ne parla anche nei testi indiani dove si descrive una guerra tra gli dei oltre ai famosi vimana oggetti volanti usati dagli dei,poi naturalmente ci fu il famoso diluvio provocato o da una catastrofe o da qualche arma potente,dopo arrivarono questi esseri che si infiltrarono sulla terra e gli uomini ormai erano stati indeboliti e le generazioni succesive scampate al diluvio avevano dimenticato molto di atlantide,questi mi risulta non abbiano creato l'uomo ma modificato o meglio indebolito,bloccato nel suo essere divino,questo per renderlo schiavo e sottomesso al loro volere,loro naturalmente crearono le religioni,i soldi e questa civilta inferiore e disumana,a un unico scopo,prelevare dagli uomini il segreto per avere l'anima e l'immortalita,quindi la seconda creazione e solo una modifica effetuata per rendere l'uomo suo schiavo,per i loro fini,penso che dio non abbia un nome e sicuramente molti di queste divinata che risalgono a quel periodo si riferiscono a questi esseri,non al vero dio,ma questo presto finira,l'uomo ritornera alla sua origine e si restaurera il regno di dio perche questo e il regno di satana e lo vediamo ogni giorno
RispondiEliminaWhite Wolf, quanto da te scritto non è poi così distante da ricostruzioni di vari autori, come Michael Cremo. Egli crede che, in un lontanissimo passato, esistette un Sapiens molto più evoluto ed intelligente dell'attuale.
RispondiEliminaCirca l'ermafroditismo dei nostri lontani progenitori, è possibile che sia da intendere in senso non biologico, ma coscienziale, ossia come capacità di collegare l'emisfero destro con il sinistro, l'Anima con l'Animus.
Gli dei recenti non sono dei e Dio non ha nome (concordo su ciò), essendo Egli oltre l'oltre, il Nulla che è e che genera.
Nel Quarto vangelo è affermato che Satana è "il principe (arconte) di questo mondo": lo constatiamo ogni giorno.
Ciao e grazie.
Ciao Zret, mi permetto di segnalarti il link alla mia analisi sulla doppia Creazione e di farti i complimenti per il blog. Interessantissimo e per niente arrogante. Un saluto
RispondiEliminaBeth
http://morgellons.splinder.com/post/21481872/beth-qol-parte-i-rivelazione-secondo-beth-eva-mangio-una-banana-non-una-mela
Ciao Betty, leggerò molto volentieri il tuo articolo. Hai ben scritto: non pretendo di dispensare verità ontologiche, ma compio ricerche, tentando di comprendere.
RispondiEliminaCiao e grazie.