24 maggio, 2010

L'uovo delle piramidi

Nell'articolo "Viaggio alla scoperta della mysteriosa Nubia egiziana: l’uovo delle piramidi", Stefano Panizza, esamina un singolare oggetto egizio risalente con ogni probabilità al V millennio a. C. e rinvenuto a Saqqara tra il 1909 ed il 1910. Si tratta di un uovo di struzzo custodito nel Nubian museum di Assuan, su cui sono effigiate tre figure triangolari accostate e percorse da sottili linee parallele. Sulla destra è rappresentato, stando agli archeologi ortodossi uno struzzo stilizzato. Sulla parte posteriore dell'uovo, sono replicati i tre triangoli affiancati da una linea seghettata, quasi serpeggiante.

L'autore si cimenta in un'interpretazione del significato attribuibile alle effigi, chiedendosi se siano rappresentazioni realistiche o simboliche. Passa quindi in rassegna alcune ipotesi interpretative: i triangoli potrebbero essere l'icona di montagne; i poligoni sarebbero una forma di scrittura geroglifica designante il referente "montagne"; le cuspidi potrebbero ritrarre delle vele.

L'autore scarta, ad una ad una, queste ipotesi: la prima poiché le formazioni orografiche egizie non si adergono in vette aguzze e con declivi così precipiti; la seconda è esclusa, in quanto occorrerebbe retrodatare l'elaborazione della scrittura geroglifica. Anche la terza congettura è accantonata: infatti le antiche imbarcazioni egizie erano dotate di vele quadrate. Chiosa Panizza, a tale proposito: "Le antiche imbarcazioni egiziane avevano una sola vela, quadrata o rettangolare (non tre e triangolari), stesa fra una o due travi di legno. Lo sappiamo con certezza dalle pitture tombali e dai modellini ritrovati".

Panizza ritiene che sia possibile attribuire una valenza simbolica alla "sinopia", ricordando che il triangolo, l'uovo e lo struzzo sono emblemi della fertilità.

Ricusate le prime tre supposizioni e messa tra parentesi l'ultima di carattere simbolico, lo studioso, conclude pur in maniera dubitativa, che i triangoli potrebbero essere la rappresentazione delle piramidi di Gizah. Scrive l'autore: "A suggerirlo sono alcune cose. Primo, ci sono tre triangoli ravvicinati come le tre piramidi sono poste le une accanto alle altre. Secondo, il triangolo centrale e quello posto a destra di chi guarda sono nelle giuste proporzioni “piramidali”, mentre il terzo no. Terzo, le righe parallele potrebbero richiamare le file di pietre prima che l’intera struttura venisse ricoperta di calcare bianco. L'ignoto artista potrebbe cioè aver visto il cantiere dell’ultima piramide, quella di Macerino (Menkara), ed aver esteso alle altre due piramidi la medesima logica costruttiva. Quarto, il rettangolo sottostante alle tre figure potrebbe essere il basamento roccioso del Mokattam sul quale poggiano le pesantissime strutture. Quinto, ma non meno importante, nella parte dell’uovo non visibile al pubblico, e mostrata anni fa da Roberto Giacobbo nella sua Voyager, vi sono altri tre triangoli fiancheggiati da una linea serpentiforme che potrebbe rappresentare il fiume Nilo".

La conclusione pare suffragata dalle osservazioni riportate: saremmo al cospetto di una "pittura" non piattamente veristica, ma capace di evocare con immagini araldiche il complesso monumentale di Gizah, con il fiume Nilo. Ulteriori ricerche potranno smentire o convalidare questa esegesi che, se confermata, porterebbe a retrodatare di un paio di millenni le piramidi ascritte dagli egittologi ufficiali alla IV dinastia (2500 a.C).

Credo che almeno un altro aspetto meriti attenzione: i lati dei tre triangoli sono inclinati di circa 23 gradi. Vi sono stati codificati l'inclinazione dell'asse terrestre e indirettamente è adombrato un riferimento al fenomeno della precessione degli equinozi? Questo fenomeno è criptato in numerose tradizioni mitologiche ed opere d'arte (templi, chiese, dipinti...): l'ignoto artista egizio lo ha incluso in questo curioso manufatto?

Fonti e testi per approfondire:

G. De Santillana, E. Von Echend, Il mulino di Amleto, 1983
J. Friedrich. Le scritture scomparse, a cura di P. Fronzaroli, Firenze, 1989, pp. 13-34
S. Panizza, Viaggio alla scoperta della mysteriosa Nubia egiziana: l’uovo delle piramidi, 2010



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8 commenti:

  1. Questo articolo m'ha fatto sorridere, non per il contenuto, ma per la serie di riflessioni a cui m'ha indotto.
    Può un piccolo uovo di struzzo mettere in dubbio la datazione di colossali monumenti quali le piramidi di Gizah? Solo il fatto che si possa insinuare questo dubbio mette in ridicolo la capacità di ricerca del genere umano.
    La datazione della maggior parte dei reperti archeologici è opinabile. Qualsiasi nostro tentativo di ricostruzione della storia antica dovrebbe basarsi su congetture e supposizioni. Non siamo in grado di rispondere con certezza a quesiti come: "chi siamo?" eppure siamo così arroganti da proporre e discutere teorie sull'origine dell'universo, dando per scontato che l'universo debba aver avuto un'origine.
    Capita che un uovo possa far sorridere di tutta la scienza empirica.

    Cordialmente
    Ciacco

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  2. Ciacco, è una specie di uovo... di Colombo egizio che concorre a sgretolare le ipotesi e le datazioni ufficiali sulle piramidi. Se poi pensiamo che siamo ancora nel campo della storia e non della metastoria con i suoi orizzonti invisibili, viene proprio da sorridere a quanta polverosa erudizione sia stata accumulata su un passato di cui, alla fine, ignoriamo quasi tutto.

    Ciao e grazie.

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  3. Bhe qualcosina la sappiamo, almeno da Erodoto, che descrisse Khufu come un sovrano che tenne il suo popolo in stato di schiavitù per trent'anni, eppure secondo tutte le altre testimonianze Khufu regnò solo per ventitre anni.

    E se poi egli fu così un costruttore così prolifico, che oltre tutto aveva avuto in dono dalla sorte i più grandi architetti e i più abili muratori, dove sono gli altri suoi momumenti, dove sono le sue statue tanto grandiose?

    Non ce n'è nessuna; e dall'assenza di tali monumenti commemorativi, sembrerebbe invece che Khufu fosse un costruttore molto modesto, niente affatto ambizioso.

    Egli ebbe però una brillante idea: la suipposizione di molti Egittologi (fuori dal coro canonico del Prof. Zahi Hawass rigattiere per antonomasia ora sovraintendente archologico, amico del pachettaro Giacobbo) avendo visto i rivestimenti in mattoni di fango delle piramidi a gradini sgretolati, la piramide di Maidum crollata, l'affrettato cambiamenti di inclinazione della prima piramide di Sneferu , l'imprecisa inclinazione della piramide di Sneferu, Khufu ebbe d'improvviso una grande idea.

    Laggiù, a Giza, si innalzava il modello perfetto e segreto delle piramidi, non poteva chiedere agli dei il permesso di associare a una di esse i templi funerari che rano neccessari per il suo viaggio nell'oltretomba?

    Pertanto non vi fu nessuna violazione della santità della piramide: tutti i templi, compreso il tempio della valle nel quale Khufu probabilmente fu sepolto, erano all'esterno, accanto alla grande piramide, senza però neppure toccarla.

    In questo modo ... essa ha cominciato ad essere conosciuta come la piramide di Khufu (Keope), ed ecco perché io ritengo che l'uovo di struzzo possa essere ben datato prima (di almeno due millenni) di quanto si racconta riguardo alla datazione delle piramidi.

    E' mio parere che le piramidi siano state costruite dopo il diluvvio universale, come punto di riferimento e come ecofaro per la discesa di velivoli spaziali che avevano un corridoio di discesa che andavano dai monti Zagros (Araratr) passando per Balbek, triangolando con il monte Santa Caterina, fino alla piana di Giza alle attuali piramidi (Ekur), perché la citta dell'uccello (Sippar) e la stazione di controllo a Nibru.ki (Nippur) erano state sommerse dal diluvvio universale.

    Cordialmente, wlady

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  4. Per fortuna, Wlady, che autori come Berosso, Erodoto e qualcun altro, lumeggiano il passato remoto, perché, se dovessimo basarci sulle conclusioni dei vari Hawass e degli egittologi ciarlatani ospiti fissi del giunonico Giacobbo, penseremmo che le piramidi siano tombe.

    La tua pregevole glossa su Kufu rivela vera dottrina. Mi permetto solo di ipotizzare che le piramidi, pur non escludendo la funzione attribuita loro da Alford et al., fossero (e siano) degli accumulatori energetici e dei portali. Tanto potè una civiltà anti-diluviana.

    Ciao e grazie.

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  5. Certamente Zret, la Tua ipotesi di accumulatori è senza dubbio da mettere in relazione alle piramidi, visto che al suo interno ci sono delle nicchie dove certamente vi erano degli strumenti tecnologicamente avanzati, almeno nella grande rampa all'interno della grande piramide, è possibile che ci fossero grandi quarzi e altre pietre che servivano senza dubbio a dei congegni che vibravano fino alla stanza del re, dove si ipotizza che nella vasca di granito senza coperchio si potesse sprigionare un carburante (idrogeno?) che poi si irradiava fino sulla sommità (ZED) dove la punta (BEN_BEN) tutta di metallo nobile (ORO) fuoriusciva.

    Le ipotesi sono molteplici ma non certo quella di farla passare come una tomba, a Saccara c'è la tomba di Zoser, una mastaba ricoperta a gradoni e ben diversa dalle piramidi di Giza, tutta decorata, è il primo faraone della III dinastia (2700-2625; trovo assurdo che quelli che sono venuti dopo possano erogarsi il diritto di aver costruito le piramidi di Giza senza nemmeno un cartiglio pittografico che li menzionasse, ergo ... che Saccara sia solo un timido tentativo di emulare antichi e a loro sconosciuti architetti/ingegneri di un passato più remoto.

    wlady

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  6. La piramide a gradoni di Zoser sembra proprio un maldestro tentativo di imitare le grandiose costruzioni dei Neteru.

    Wlady, hai ricordato i caratteri energetici delle piramidi di Gizah. Uno studioso italiano, un fisico di cui non mi sovviene il nome, ha congetturato che questi antichissimi edifici fossero usati per produrre energie nucleari. Da non dimenticare che le piramidi paiono ricordare certe strutture ideate da Nikola Tesla e quelle descritte dal contattato neo-zelandese Alec Newald. Gli "dei" usavano l'etere? Credo di sì.

    Ciao e grazie del dovizioso contributo.

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  7. una cosa è certa, in nessuna delle piramidi di Giza è stato mai trovato un corpo di qualsivoglia defunto. non si capisce perchè debbano essere tombe:
    poi la storia del cartiglio di Cheope ritrovato nella grande piramide lascia notevoli dubbi sulla sua autenticità: sembrava fin da subito chiara la truffa, ma tant'è che comodo fu attribuirla a Cheope allora , quanto oggi, così che gli egittologi possano insegnarci la storiella..
    spero sappiate dei recentissimi, misteriosi e apparentemente illegali scavi notturni sotto la sfinge, che di nascosto cercano qualcosa che probabilmente Hawass non vuole che si conosca.
    PS: mi sembra ci sia anche un incisione su pietra, se non sbaglio il racconto della guerra e della pace con gli Ittiti, in cui sono visibili 3 triangoli aguzzi. Ovviamente il fatto storico e i geroglifici sono precedenti all'attuale datazione delle piramidi.. quindi..
    mah... saran le note e famose 3 montagne aguzze dell'egitto!

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  8. W.B. il cartiglio con il nome di Kufu è, come è noto, un falso ed è l'unico elemento su cui si fonda l'ipotesi della piramide come sepolcro.

    So che stanno scavando sotto la Sfinge (cercano la camera dei documenti?). La solita censura ed i soliti depistaggi ci impediscono di rischiarare un passato remoto e tenebroso.

    Importante il quarzo citato da Wlady, ingrediente "esoterico" delle scie chimiche.

    Ciao e grazie.

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