01 agosto, 2010

Gli Ebioniti: eretici o cristiani delle origini? (seconda ed ultima parte)

Leggi qui la prima parte.

Gli Ebioniti, al pari degli altri giudeo-cristiani, non credevano nella nascita verginale di Gesù e lo consideravano un profeta e taumaturgo, ma non di natura divina. Per questo motivo il Vangelo degli Ebioniti non conteneva il racconto della nascita verginale di Gesù.

Vegetariani (il termine "locuste" invero deriva da un errore di traduzione e dovrebbe essere reso con un più logico "focacce", “schiacciate”) ed apocalittici, questi giudeo-cristiani erano anche usi a condividere i beni, come - sembra - i Qumraniti di cui furono forse una delle filiazioni.

E' plausibile che il loro Vangelo coincida con quello degli Ebrei e dei Nazirei. Alcuni storici reputano che i Nazirei fossero una confraternita identificabile con gli Ebioniti; altri una loro controparte - più che ramificazione - esoterica. Qui si potrebbe enucleare un contatto con l'ambiente in cui fu elaborato il Vangelo detto di Giuda Tommaso, i cui loghia lasciano trasparire un Cristianesimo arcaico e dalle sfumature gnostiche, senza l’influsso di costruzioni ellenistiche.

In questo opuscolo si legge: "Gesù disse loro: ‘Dovunque siate dovete andare da Giacomo il Giusto, per amore del quale nacquero cielo e terra."(12). Giacomo il Giusto quindi come trait d'union tra gli Ebioniti e la cerchia iniziatica?

Il giorno 11 dicembre del 321, Costantino, figlio di un'ostessa nonché tenutaria di un postribolo, promulgò il Codex de Iudaeis. In esso il principe contrappone la Venerabilis religio, il “Cristianesimo”, alla Superstitio hebraica, formalizzando l’accusa di deicidio contro gli Ebrei. Questa legge è uno spartiacque: segnò non solo il principio di un'antitesi, ma sancì pure l'elaborazione di una dottrina (Cristo, Uomo e Dio) che trovò di lì a qualche anno la consacrazione nel clamoroso e rissoso Concilio di Nicea. Ormai il "Cristianesimo" che si avviava ad assurgere a religione ufficiale, istituzionalizzata, recideva i legami con le sue radici palestinesi. Alla nascita del nuovo credo, ormai urbano, metamorfosi dell'antica fede sbocciata in deserti accecanti e sotto cieli deserti in cui la Legione degli Angeli non si era materializzata, nonostante lo spasmo dell'attesa, contribuì l’abbondante trasfusione di platonismo e di filosofie greche ed ellenistiche, operata dai teologi, fra cui in primis il profondo ma pragmatico Agostino.

Il Giudeo-Cristianesimo si espresse in diverse comunità che assumono il nome di Nazareni (o Nazirei o Nazorei) ed Ebioniti e che si distinsero dalla chiesa nicena maggioritaria. E’ forse più credibile che queste congregazioni furono le correnti di un unico movimento.

Secondo Édouard-Marie Gallez e Luigi Cirillo, numerose sure del Corano mostrano i nessi fra tali correnti orientali e l'Islam predicato da Maometto nel VII secolo. Si ritiene che gli ultimi gruppuscoli di Giudeo-cristiani, relegati ai margini dell’Impero ormai cristiano, confluirono nella religione fondata dal Profeta.

Ogni creazione è anche distruzione: così zelanti e devoti vescovi incendiarono Vangeli (Un "Fahreneit 451" ante litteram), snidarono "eretici", cancellarono testimonianze e, quel che è peggio, loro, fedifraghi, tacciarono i cristiani primitivi di apostasia.

Oggi, a distanza di circa due millenni, qualche lacerto di papiro ed un manipolo di ricercatori indefessi, tracciano il profilo di possibili verità e, forse la più rilevante fra tutte, attraverso studi convergenti, comincia a delinearsi la dottrina dei due Messia. Soprattutto da quei secoli di speranze messianiche, di riottose contrapposizioni cui seguirono sanguinarie repressioni echeggia il grido di un'età (non l'unica) passata sotto una schiacciasassi. E' stata un'impresa improba (i percorsi storiografici non sono meno impervi degli itinerari simbolici), poiché si suole ripetere che la storia è scritta dai vincitori, ma in questo caso la storia è stata soprattutto cancellata dai vincitori… quelli che sovente chiamiamo santi.

Articolo correlato in cui si ipotizza che il Matteo ebraico sia Q: S. Scala, Il primo capitolo del Vangelo perduto: Matteo ebraico, 2010

Fonti:

M. Cogliandro, Ebioniti ed Esseni, 2000
F. Barbiero, Har Karkom, il monte di Dio, in Fenix n. 21, luglio 2010. L'autore, nell'identificare correttamente il Sinai biblico con il Monte Har Karkom nel Negev meridionale, ricorda che in tale luogo dimoravano dei monaci ebioniti.
www.eresie.it



APOCALISSI ALIENE: il libro

8 commenti:

  1. Del Vangelo degli Ebioniti esistono solamente sette frammenti riportati da Epifanio di Salamis alla fine del quarto secolo.
    Veramente poco per tentare qualsivoglia ricostruzione del 'Sitz Im Leben' che diede a questi origine nonchè dei possibili autori dei medesimi.
    A occhio e croce diremmo che si trattava di gnostici - ma chi in quel periodo non lo era se si nutriva di simili immagini e miti? -

    Già, è vero: abbiamo Ireneo di Lione che -udite udite! - verso il 180 citando gli Ebioniti si sarebbe fatto l'alfiere di una ortodossia cattolica già ben formata con la sua summa 'Adversus Haereses'. In questa il buon vescovo passa in rassegna tutte quante le correnti considerate eretiche dalla Chiesa Cattolica già bell'e pronta lancia in resta nell'arena di di combattimento.

    'Ma mi faccia il piacere! esclamerebbe il buon Totò. Un'opera come quella di Ireneo avrebbe potuto vedere la luce solamente in pieno quarto secolo o anche più tardi, visto che in essa compaiono tutte le definizioni classiche di eresia e tutti gli anatemi verso coloro che non si piegavano agli insegnamenti della curia romana.
    Ma è arcinoto:giocare pesantemente sulle date è una specializzazione tipicamente cattolica.

    Dei frammenti ebionitici possiamo senza ombra di dubbio affermare che essi appartengono allo stadio formativo dei Vangeli poi approvati e non - come vorrebbero i critici allineati del NT sia cattolici che protestanti - derivare da una armonizzazione dei Sinottici preesistenti.

    In questi frammenti prevale una cristologia primitiva cosiddetta 'adozionista' per la quale Gesù diventa il Cristo solamente all'atto del Battesimo.
    Tale posizione teologica venne rifiutata e condannata solo in un secondo momento dalla Chiesa romana.

    Ergo, il Vangelo degli Ebioniti viene prima di tutti gli altri.

    Ciao

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  2. Paolo, al tuo dotto e sapido commento, aggiungo solo che il versetto dei Vangeli sinottici, in cui si legge "In te mi sono compiaciuto" originariamente era "Oggi ti ho generato". Significativa modifica.

    Ciao e grazie.

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  3. Ciao Zret, complimenti per questo blog che trovo molto interessante.
    Stavo leggendo alcuni post che hai scritto in precedenza, ma non sono riuscita a trovare la seconda parte di "72", pubblicato il 22 ottobre 2007.
    Per cortesia potresti segnalarmi il link?
    Complimenti ancora e grazie.

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  4. Ciao Sara, grazie per l'apprezzamento. Credo proprio di non aver più pubblicato la seconda parte di 72, smarritasi tra i fogli virtuali. Proverò a cercarla per pubblicarla.

    Ciao e grazie.

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  5. Sara, l'articolo 432 tratta un tema affine.

    Ciao

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  6. http://zret.blogspot.com/2009/08/432.html

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  7. Grazie, molto interessante. Se vi fu un tempo in cui l'uomo era Dio, perchè viveva a stretto contatto con la natura, con lo sviluppo della tecnologia questi poteri si sono indeboliti o sono del tutto scomparsi. Forse alcuni "burattinai" vogliono accelerare questo processo per renderci dipendenti dal loro sistema.

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