30 aprile, 2012

Il colore dei suoni

Fu Agostino ad introdurre la lettura silenziosa: tale novità fu non meno radicale dell’invenzione della scrittura, attribuita al dio egizio Thot e deplorata da Platone. Se, da un lato, la lettura acquisì una dimensione introspettiva e personale, dall’altro si smarrì il suono della voce propria o altrui – gli antichi solevano ascoltare, traendone diletto, durante i simposi ed in altre occasioni, dalla viva voce dell’anagnostes passi di opere.

Con un enorme sforzo di immaginazione, riusciamo a figurarci il mégaron del palazzo miceneo, dove al chiarore caldo del focolare, gli astanti si beavano delle saghe declamate da un rapsodo.

Si può immaginare quale fu la perdita: il timbro di una voce si imprime nell’animo, simile ad un calamo con cui si incide la cera. Il suono è già, almeno in parte, senso.

Siamo immersi in un mondo di vibrazioni: il celebre incipit del Quarto vangelo, “In principio era il Logos,” potrebbe valere “In principio era il suono”. Gli stessi rumori sono scanditi da ritmi o venati talora da labili linee melodiche. I suoni della natura creano una sinfonia mirabile, non solo per varietà di toni, di accenti e di modulazioni, ma anche per la profondità degli echi emotivi che essi suscitano.

Si legga un testo ad alta voce o lo si ascolti, mentre qualcun altro lo legge: più facilmente resterà impresso. Se ci si riferisce ad una memoria visiva, esiste pure una reminiscenza fonica.

Fu merito dei poeti simbolisti - in Italia spicca l’esperienza di Pascoli - rivendicare l’autonomia del significante, rispetto al significato. Il suono, essenza e riflesso delle cose, fu valorizzato nella sua potenza espressiva: quando si compenetra al concetto, in una sintesi inscindibile ed armonica, rivela la sua natura primigenia.

E’ palese che la nostra società ha i sensi ottusi: incapace di ascoltare ed auscultare, ci si limita ad udire distrattamente. I suoni sono privi di colore, di sfumature: tutto è livellato nel grigio più tetro o scavato nel frastuono. Le necessità comunicative mantengono in vita le voci, con qualche rimasuglio di inflessione, ma già nelle stazioni e negli aeroporti impera una rigida voce digitale. Anonima e fredda si staglia su un panorama piatto.

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4 commenti:

  1. Il suono in quanto musica è importante, ma è più importante l'idea che il suono semplicemente suggerisce, bisogna essere in grado di coglierla e, se non lo si è, nessun suono per noi può avere alcun valore.

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  2. Ciao Zret.
    Il potere della voce e dei suoni è qualcosa di spettacolare: anche le situazioni più scialbe diventano accattivanti se accompagnate da un sonoro invitante. Si pensi all'importanza della colonna sonora in un film, ad esempio.
    Peccato che la gente preferisca spesso tapparsi le orecchie pur di non ascoltare, come anche chiudere gli occhi per non vedere: i cinque sensi, privati del buonsenso, non valgono più nulla.
    Buon pomeriggio, Sharon

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  3. E' vero, Aurelius. L'idea è primigenia. E' l'archetipo del mondo intelligibile.

    Ciao

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  4. Sharon, "i cinque sensi privati del buon senso" è una sentenza molto efficace.

    Ciao

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