Il caos è ordine... nuovo ordine.
E’ rivelatore che si sia soliti distinguere tra economia reale ed economia... finanziaria che sarebbe meglio definire finta, una frode bell’e buona, utile per arricchire speculatori e banchieri, dannosa per tutti gli altri. Dell’economia finanziaria e delle sue spudorate truffe ci siamo già occupati in altri articoli. Dedichiamo allora qualche riga al sistema produttivo vero e proprio.
Lo Stato-Leviatano, inteso come apparato di controllo (occulto) e strumento di distruzione, usa vari stratagemmi per preservare le sperequazioni economiche e sociali, idonee alla perpetuazione ed al consolidamento del potere. Tra le armi principali dell’establishment per immiserire i sudditi e tenerli in una perenne condizione di subalternità bisogna annoverare il fisco. Con un esoso ed opprimente sistema fiscale si conseguono almeno due scopi: si sottraggono ricchezze a piccoli imprenditori, artigiani, cittadini del ceto medio e della classe inferiore; si genera un’ansia costante nei contribuenti che, a causa delle innumerevoli e ravvicinate scadenze tributarie, si sentono con una pistola puntata alla tempia. Il fisco perciò è anche un dispositivo di dominio psicologico, una tagliola per la mente.
Sfatiamo un luogo comune: tributi, balzelli, gabelle, spesso assurdi ed anacronistici, servono solo in parte a sostenere le istituzioni ed a mantenere i parassiti al potere. Inoltre una quota esigua del gettito è oggidì destinata allo stato sociale, giacché la maggior parte del denaro estorto al popolo è fagocitato dalle spese militari. In verità, un paese potrebbe sopperire a tutte le esigenze grazie ad un’unica imposta indiretta. Naturalmente dovrebbe essere abolito il signoraggio bancario che risucchia quasi tutto il ricavato delle tasse nel gorgo immenso del debito pubblico. Dovrebbero essere poi cancellati tutti gli escamotages della finanza incentrati sull’usura e sull’equivalenza tra moneta e merce.
Se allora il fisco attuale non ha uno scopo per così dire “produttivo” e “positivo”, pur nella sua indubbia impopolarità, qual è il suo vero fine? La risposta è semplice. Esso ha per fine la spoliazione, anzi l’annichilimento dei ceti medio-bassi. Il governo (mondiale) mira a depredare le aziende ancora floride, a gettarle sul lastrico: ogni tracollo di un’azienda è un successo per i globalizzatori e per le multinazionali. Le corporations si prefiggono di monopolizzare il mercato, sbarazzandosi della concorrenza dei piccoli produttori le cui merci sono tra l’altro di qualità migliore. E’ in corso quindi un deliberato attacco all’imprenditoria italiana: si pensi all’Emilia Romagna, nerbo dell’economia, regione prima danneggiata con il terremoto artificiale e contro la quale ora si infierisce con la stretta creditizia e con l’I.M.U. sui fabbricati industriali.
A proposito di credito e di banche, è necessario demolire un altro errato convincimento. Il fallimento delle banche è quasi sempre un pretesto per spillare altri quattrini ai contribuenti, una scusa per inasprire la pressione fiscale, per promulgare misure sempre più coercitive. Anche quando un istituto di credito fallisce (o simula il fallimento), perde solo un capitale di moneta elettronica, fittizia, mentre si è nel frattempo appropriato di beni immobili confiscati ai debitori insolventi. Non è vero dunque che molti decreti draconiani sono varati “per salvare le banche”, non è vero che l’aumento dell’I.V.A. discende dall’impellente necessità di rastrellare nuove risorse. I vari ministri del sottosviluppo e delle finanze sanno benissimo che l’aumento dei gravami conduce, prima o dopo, alla flessione dei consumi, quindi ad un decremento delle entrate tributarie. La loro politica è, da un punto di vista logico, controproducente, ma la “logica” dei farabutti non è la nostra. Il loro obiettivo è la devastazione, non il risanamento né la prosperità. Anzi l’indigenza, la disoccupazione, il malcontento sono ghiotti presupposti per organizzare un assetto socio-politico di stampo orwelliano.
Non paghi di aver inferto dei colpi micidiali al settore secondario, gli esecutivi italioti, che obbediscono agli ordini impartiti da potentati sovranazionali, stanno ora accanendosi contro l’agricoltura, sia per imporre le sementi transgeniche sia per privare il nostro paese dell’autosufficienza alimentare. Una volta affossato il primario, l’Italia dipenderà in toto dagli arbitrii delle famigerate società agro-alimentari.
Arma precipua per rovinare l’agricoltura e per conseguire bieche finalità è la Geoingegneria clandestina... tanto per cambiare.
Comunque non la spunteranno.
Documento collegato: Codex alimentarius by Tanker enemy
E’ rivelatore che si sia soliti distinguere tra economia reale ed economia... finanziaria che sarebbe meglio definire finta, una frode bell’e buona, utile per arricchire speculatori e banchieri, dannosa per tutti gli altri. Dell’economia finanziaria e delle sue spudorate truffe ci siamo già occupati in altri articoli. Dedichiamo allora qualche riga al sistema produttivo vero e proprio.
Lo Stato-Leviatano, inteso come apparato di controllo (occulto) e strumento di distruzione, usa vari stratagemmi per preservare le sperequazioni economiche e sociali, idonee alla perpetuazione ed al consolidamento del potere. Tra le armi principali dell’establishment per immiserire i sudditi e tenerli in una perenne condizione di subalternità bisogna annoverare il fisco. Con un esoso ed opprimente sistema fiscale si conseguono almeno due scopi: si sottraggono ricchezze a piccoli imprenditori, artigiani, cittadini del ceto medio e della classe inferiore; si genera un’ansia costante nei contribuenti che, a causa delle innumerevoli e ravvicinate scadenze tributarie, si sentono con una pistola puntata alla tempia. Il fisco perciò è anche un dispositivo di dominio psicologico, una tagliola per la mente.
Sfatiamo un luogo comune: tributi, balzelli, gabelle, spesso assurdi ed anacronistici, servono solo in parte a sostenere le istituzioni ed a mantenere i parassiti al potere. Inoltre una quota esigua del gettito è oggidì destinata allo stato sociale, giacché la maggior parte del denaro estorto al popolo è fagocitato dalle spese militari. In verità, un paese potrebbe sopperire a tutte le esigenze grazie ad un’unica imposta indiretta. Naturalmente dovrebbe essere abolito il signoraggio bancario che risucchia quasi tutto il ricavato delle tasse nel gorgo immenso del debito pubblico. Dovrebbero essere poi cancellati tutti gli escamotages della finanza incentrati sull’usura e sull’equivalenza tra moneta e merce.
Se allora il fisco attuale non ha uno scopo per così dire “produttivo” e “positivo”, pur nella sua indubbia impopolarità, qual è il suo vero fine? La risposta è semplice. Esso ha per fine la spoliazione, anzi l’annichilimento dei ceti medio-bassi. Il governo (mondiale) mira a depredare le aziende ancora floride, a gettarle sul lastrico: ogni tracollo di un’azienda è un successo per i globalizzatori e per le multinazionali. Le corporations si prefiggono di monopolizzare il mercato, sbarazzandosi della concorrenza dei piccoli produttori le cui merci sono tra l’altro di qualità migliore. E’ in corso quindi un deliberato attacco all’imprenditoria italiana: si pensi all’Emilia Romagna, nerbo dell’economia, regione prima danneggiata con il terremoto artificiale e contro la quale ora si infierisce con la stretta creditizia e con l’I.M.U. sui fabbricati industriali.
A proposito di credito e di banche, è necessario demolire un altro errato convincimento. Il fallimento delle banche è quasi sempre un pretesto per spillare altri quattrini ai contribuenti, una scusa per inasprire la pressione fiscale, per promulgare misure sempre più coercitive. Anche quando un istituto di credito fallisce (o simula il fallimento), perde solo un capitale di moneta elettronica, fittizia, mentre si è nel frattempo appropriato di beni immobili confiscati ai debitori insolventi. Non è vero dunque che molti decreti draconiani sono varati “per salvare le banche”, non è vero che l’aumento dell’I.V.A. discende dall’impellente necessità di rastrellare nuove risorse. I vari ministri del sottosviluppo e delle finanze sanno benissimo che l’aumento dei gravami conduce, prima o dopo, alla flessione dei consumi, quindi ad un decremento delle entrate tributarie. La loro politica è, da un punto di vista logico, controproducente, ma la “logica” dei farabutti non è la nostra. Il loro obiettivo è la devastazione, non il risanamento né la prosperità. Anzi l’indigenza, la disoccupazione, il malcontento sono ghiotti presupposti per organizzare un assetto socio-politico di stampo orwelliano.
Non paghi di aver inferto dei colpi micidiali al settore secondario, gli esecutivi italioti, che obbediscono agli ordini impartiti da potentati sovranazionali, stanno ora accanendosi contro l’agricoltura, sia per imporre le sementi transgeniche sia per privare il nostro paese dell’autosufficienza alimentare. Una volta affossato il primario, l’Italia dipenderà in toto dagli arbitrii delle famigerate società agro-alimentari.
Arma precipua per rovinare l’agricoltura e per conseguire bieche finalità è la Geoingegneria clandestina... tanto per cambiare.
Comunque non la spunteranno.
Documento collegato: Codex alimentarius by Tanker enemy
Ciao Zret, voglio partecipare al tuo ottimo articolo con questa piccola parte di un articolo che ho tradotto il 14 cm.
RispondiElimina"Con un divenuto così scollegato con ciò che accade intorno a noi nel nostro nome, non abbiamo resistito al nostro potere collettivo - e siamo quindi responsabili quanto qualsiasi élite globale per aver creato il mondo in cui viviamo oggi."
"Con il consenso concesso dalla nostra passività, abbiamo guardato evidenti bugie e manipolazioni toglierci la forza, la determinazione e la libertà, e abbiamo fatto poco o nulla."
"Come tale, abbiamo dato via la nostra responsabilità personale. L'energia spesa lamentarsi ad alta voce, ma l'emphatia al pub o coda di autobus circa le carenze della società di oggi, se applicato in direzioni più attivo e positivo, potrebbe essere utilizzato per compensare le stesse cose che vengono lamentate."
"Il problema è che siamo stati addestrati a pensare che non siamo in grado di fare la differenza - quando, in verità, si può, soprattutto se abbiniamo il potere tangibile della mente collettiva con i frutti concreti di azione diretta, come quello di esplorare più nell ' Agenda della verità."
L'articolo intero tradotto ("Comprendere l'élite al potere"):
http://ningizhzidda.blogspot.it/2013/05/comprendere-lelite-al-potere.html
Molti, Wlady, non vogliono comprendere, non vogliono sapere, non vogliono esplorare. Gli ignavi descritti da Dante sono nel mondo odierno l'impotente maggioranza al potere.
RispondiEliminaCiao
Questo commento è stato eliminato dall'autore.
Elimina... eh si! Pessima opinione aveva Dante di loro, (quelli che si definiscono neutri) nel terzo canto dell'Inferno.
EliminaAggiungendo meritoriamente queste parole: «Fama di loro il mondo esser non lassa; misericordia e giustizia li sdegna:
non ragioniam di lor, ma guarda e passa.»
Ciao
Quando si dice la sincronicita’. Meditavo su questo articolo comparso sul sito “Just Wondering” di Zen Gardner : http://www.earth-heal.com/index.php/news/news/50-the-prison-system/886-5-ways-we-are-isolated.html (questa e’ la versione integrale).
RispondiEliminaIl titolo e’ “ 5 modi con cui ci isolano l’uno dall’altro e ci allontanano dalle nostre radici”. Ne traduco una piccola sintesi. L’articolo esordisce in questo modo: “ I predatori devono avere avuto una buona conoscenza delle loro prede se volevano che la loro caccia fosse fruttuosa. E’ chiaro che noi siamo stati oggetto di studio e le nostre debolezze sfruttate allo scopo di esaurirci economicamente, fisicamente e spiritualmente. Il noto ricercatore Alan Watt si spinge fino al punto di affermare che tali predatori siano in ultima analisi responsabili per il desiderio di distruggere qualunque senso di individualita’ in noi. E’ irrilevante chi compie questa aggressione, noi possiamo vedere che c’e’ una guerra in corso sull’individuo singolo nella quale siamo assaliti su numerosi fronti, e che stiamo perdendo la nostra identita’ a un ritmo talmente allarmante , con tale intensita’ e tanto rapidamente che e’ assai ridotta la possibilita’ che cio’ stia avvenendo per caso. Sembra che i predatori stiano forzandoci dentro ad una atmosfera matura per favorire la corruzione delle menti. L’identita’ dei predatori, pur se cruciale, e’ oggetto di controversia ,e tuttavia le loro azioni lasciano segni che sono indiscutibili e sui quali possiamo concordare, e se possiamo concordare su questi segni potremmo forse essere facilitati nel costruire un consenso su cio’ che accade in generale e su cosa fare a riguardo. Detto cio’, non e’ difficile concordare su quali siano i segni. Stanno di fronte a noi tutto il tempo.
1) Separazione dalle nostre madri/ distruzione delle unita’ familiari;
2) Separazione dai nostri anziani;
3) Guerre su antichi suoli/ licenze darwiniane di uccidere;
4) Popolazioni indigene prese di mira in tutto il mondo;
5) Educazione formale.
Vi rimando alla lettura dell’articolo, purtroppo in inglese, ma di grande intensita’. Concluderei citando il cantante Prince “May we live to see the dawn.” Possibly.
Avalon Carr, Zen Gardner coglie nel segno: disgregare l'identità e strappare il tessuto sociale sono gli obiettivi dei distruttori. La loro smania di distruggere è spesso fine a sé stessa: non ha né scopo né senso, come marchio di una follia incomprensibile.
RispondiEliminaCiao
Concordo Avalon, è questo il senso del mio contributo all'incontro nazionale di ufologia
RispondiEliminahttp://www.usac.it/eventi/XII%20Convegno%20internazionale%20di%20Ufologia/Programma%20completo.htm
Non vedo l'ora di leggerlo sul tuo blog, Corrado. Peccato non poter raggiungere Rovigo e sentirti.
EliminaCorrado, dopo il simposio, sarebbe interessante leggere sul tuo blog un sunto della relazione.
EliminaCiao
I sacerdoti dell'economia ci hanno rilegato in un Maya finanziario.
RispondiEliminaL'accanimento contro l'agricoltura, poi, si è ormai palesato: oltre alle irrorazioni chimiche, la manipolazione delle sementi, la creazione di patologie mentali come l'ortoressia per scoraggiare il consumo di prodotti più genuini, l'imu, ecc..., da qualche tempo ci si sono messi anche a livello burocratico e legale. Il “Plant Reproductive Material Law”, il “Plant Variety Agency”, il Codex Alimentarius e compagnia bella sono pure perversioni giuridiche.
Un saluto
Ah, è vero: ci mancava l'ortoressia per completare il quadro. I mentecatti tentano di bollare di pazzia le persone assennate. Inaudito.
EliminaCiao