Sono numerosi gli articoli in cui si afferma che gli uomini possono creare il presente ed il futuro, riprendere le redini della vita e della storia. E’ sufficiente usufruire dell’immaginazione positiva, valorizzare il potere dell’intenzione attingendo al campo quantico che è l’inconscio collettivo. Parole a vanvera o questi studi contengono un briciolo di verità? Sono studi di taglio per lo più consolatorio ed esortativo (“Sorridi e la vita ti sorriderà”) in cui qualche idea scientifica e filosofica è piegata per suffragare la tesi secondo cui tutto dipende dall’intenzione.
Senza disconoscere le prodigiose risorse della Coscienza, ci sembra che spesso si vendano illusioni. In primo luogo l’equazione tra campo quantico ed inconscio collettivo è, per lo meno, discutibile. Sono proprio i fisici quantistici ad ammettere che il microscosmo è enigmatico, indecifrabile. Sono proprio gli psicologi seri ad ammettere che l’inconscio collettivo è una dimensione sfuggente, sfingea. Tuttavia qualcuno non solo è sicuro di conoscerne tutti i segreti, ma persino identifica le due “realtà”. E’ vero: l’inconscio usa un linguaggio che non è quello ordinario. Esso si esprime per immagini e per emblemi, per mezzo di segni alogici. Allora per tale ragione non si comprende in che modo il soggetto (l’io empirico) possa dominarlo, anziché almeno in una certa misura esserne guidato.
Nessuno sa di preciso che cosa sia l’inconscio (meglio sarebbe definirlo “transconscio”, ossia sfera della psiche che trascende l’individuo), ma, stando alle interpretazioni correnti, esso è il direttore dell’orchestra, non l’orchestrale. Postulare l’esistenza dell’inconscio significa limitare ulteriormente, se non annichilire, l’ambito della libertà umana, giacché impulsi inconsapevoli, archetipi, energie incontrollate (libido) agiscono su un io che è in gran parte ignaro del magma ribollente sotto la soglia della coscienza. [1]
Può l’immaginazione creativa, può il pensiero positivo invertire la direzione della sorte ed imbrigliare le energie sotterranee di modo che esse cambino radicalmente le cose? Non possiamo escluderlo, ma finora non si hanno testimonianze significative e chiare di tale influsso. Le ipotesi sono molteplici, numerosi gli esperimenti; manca ancora un modello teorico in grado di spiegare in che modo la Coscienza possa incidere sugli eventi.
Un campo in cui l’azione dell’inconscio è considerata notevole è quello delle patologie: alcuni ricercatori affermano che parecchie affezioni trovano la loro “causa” in conflitti e traumi di cui il paziente non è conscio o perché sono sepolti in strati profondi della psiche o in quanto addirittura risalgono a genitori ed avi da cui certe “ferite” sono state ereditate. Se è veramente così, il cerchio del libero arbitrio risulta ulteriormente ridotto, mentre la speranza di guarire sarebbe riposta nella possibilità di enucleare il rimosso e di desublimarlo. Purtroppo è difficile che si riesca ad individuare la vera radice dell’affezione per estirparla.
Se davvero la fantasia creativa e la “legge dell’attrazione" sono efficaci, se attingono al cosiddetto campo quantico, esse forse prescindono, a nostro avviso, dal numero e dalla cosiddetta “massa critica”, essendo non-locali e non quantitative. Teoricamente sarebbe sufficiente l’immaginazione eidetica di una sola coscienza per plasmare una vita rinnovellata ed addirittura per creare un altro universo emancipato dal male. Se ciò non accade (finora non è accaduto… speriamo avvenga in un futuro prossimo), significa che qualcosa non quadra. Significa che alcuni, anche se in buona fede, ci stanno additando dei miraggi. Purtroppo la realtà pare diversa, più ostica e dura.
Ci doliamo se, con questa breve riflessione, abbiamo dissipato dei sogni. Andiamo controcorrente, anche quando tale condotta potrebbe suscitare disincanto. E’ preferibile, però, una piccola, concreta certezza ad una grande illusione.
[1] Potrebbe coincidere con l’akasha della tradizione orientale.
Senza disconoscere le prodigiose risorse della Coscienza, ci sembra che spesso si vendano illusioni. In primo luogo l’equazione tra campo quantico ed inconscio collettivo è, per lo meno, discutibile. Sono proprio i fisici quantistici ad ammettere che il microscosmo è enigmatico, indecifrabile. Sono proprio gli psicologi seri ad ammettere che l’inconscio collettivo è una dimensione sfuggente, sfingea. Tuttavia qualcuno non solo è sicuro di conoscerne tutti i segreti, ma persino identifica le due “realtà”. E’ vero: l’inconscio usa un linguaggio che non è quello ordinario. Esso si esprime per immagini e per emblemi, per mezzo di segni alogici. Allora per tale ragione non si comprende in che modo il soggetto (l’io empirico) possa dominarlo, anziché almeno in una certa misura esserne guidato.
Nessuno sa di preciso che cosa sia l’inconscio (meglio sarebbe definirlo “transconscio”, ossia sfera della psiche che trascende l’individuo), ma, stando alle interpretazioni correnti, esso è il direttore dell’orchestra, non l’orchestrale. Postulare l’esistenza dell’inconscio significa limitare ulteriormente, se non annichilire, l’ambito della libertà umana, giacché impulsi inconsapevoli, archetipi, energie incontrollate (libido) agiscono su un io che è in gran parte ignaro del magma ribollente sotto la soglia della coscienza. [1]
Può l’immaginazione creativa, può il pensiero positivo invertire la direzione della sorte ed imbrigliare le energie sotterranee di modo che esse cambino radicalmente le cose? Non possiamo escluderlo, ma finora non si hanno testimonianze significative e chiare di tale influsso. Le ipotesi sono molteplici, numerosi gli esperimenti; manca ancora un modello teorico in grado di spiegare in che modo la Coscienza possa incidere sugli eventi.
Un campo in cui l’azione dell’inconscio è considerata notevole è quello delle patologie: alcuni ricercatori affermano che parecchie affezioni trovano la loro “causa” in conflitti e traumi di cui il paziente non è conscio o perché sono sepolti in strati profondi della psiche o in quanto addirittura risalgono a genitori ed avi da cui certe “ferite” sono state ereditate. Se è veramente così, il cerchio del libero arbitrio risulta ulteriormente ridotto, mentre la speranza di guarire sarebbe riposta nella possibilità di enucleare il rimosso e di desublimarlo. Purtroppo è difficile che si riesca ad individuare la vera radice dell’affezione per estirparla.
Se davvero la fantasia creativa e la “legge dell’attrazione" sono efficaci, se attingono al cosiddetto campo quantico, esse forse prescindono, a nostro avviso, dal numero e dalla cosiddetta “massa critica”, essendo non-locali e non quantitative. Teoricamente sarebbe sufficiente l’immaginazione eidetica di una sola coscienza per plasmare una vita rinnovellata ed addirittura per creare un altro universo emancipato dal male. Se ciò non accade (finora non è accaduto… speriamo avvenga in un futuro prossimo), significa che qualcosa non quadra. Significa che alcuni, anche se in buona fede, ci stanno additando dei miraggi. Purtroppo la realtà pare diversa, più ostica e dura.
Ci doliamo se, con questa breve riflessione, abbiamo dissipato dei sogni. Andiamo controcorrente, anche quando tale condotta potrebbe suscitare disincanto. E’ preferibile, però, una piccola, concreta certezza ad una grande illusione.
[1] Potrebbe coincidere con l’akasha della tradizione orientale.
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