E’ deprimente constatare quanto sia decaduto il contattismo. Fenomeno disdegnato, ma non scevro di un suo fascino pop, la grande stagione del contattismo, gli anni ‘50 e ‘60 del XX secolo, ha coinciso con l’acme della letteratura e del cinema fantascientifico. Oggi, però, a distanza di mezzo secolo e più, è rimasto ben poco di quell’epos ingenuo (a ragione Vallée lo giudica pericoloso, anche se l'autore sbanda verso una forma di scientismo) popolato di fratelli dello spazio, astronavi tirate a lucido, messaggi di amore universale.
Si prenda come piccolo ma significativo saggio di un declino inglorioso l’intervista all’experiencer (oggi è à la page chiamare così quelli che in modo più prosaico si definivano “rapiti”) Cinzia Molettieri, in “Frammenti di memoria ET” (X Times, n. 67, maggio 2014). Forse quello che più urta in questi resoconti propalati dagli stanchi epigoni di Adamski è la spocchia intellettuale: non è più sufficiente raccontare esperienze meravigliose e trasmettere comunicazioni edificanti, perché ci si cimenta in disquisizioni pseudo-filosofiche. Si leggano le farraginose interpretazioni che la Molettieri svolge circa il suo vissuto. Bene e male non esistono o, meglio, sono intercambiabili: “Non c’è positivo o negativo, tutto è funzionale per il nostro percorso di riacquisizione della consapevolezza [...] Abbiamo passato tante ere e tante tappe evolutive, ma siamo arrivati in un periodo in cui le risorse si stanno esaurendo (sic), quindi è necessario che ci sia una trasformazione, un’evoluzione, ma ciò non riguarda solo noi terrestri, ma anche altri esseri extraterrestri. Siamo tutti nella stessa situazione. L’universo intero si deve evolvere. Noi non siamo su un gradino inferiore. Anche noi siamo funzionali a loro per l’evoluzione così come loro lo sono per noi. A noi sembra di subirli, ma anche a loro sembra di subire noi. La legge funzionale funziona (sic) per tutti”.[1]
Insomma siamo al cospetto del Malanga-pensiero volgarizzato. Riconosciamo al chimico pisano meriti investigativi e persino talora filosofici, ma non si comprende perché egli non ammetta il suo enorme debito nei confronti dell’Idealismo tedesco, visto che, piaccia o no, la concezione del professor Malanga ricorda molto Fichte, un Fichte in salsa quantistica. La Coscienza che pone innanzi a sé degli ostacoli per acquisire consapevolezza, non assomiglia all’Io di Fichte? L’io pone il non-Io, il mondo materiale, per realizzare la sua piena facoltà creativa, per affermare la sua libertà. Affinché l'Io si realizzi, abbisogna di un'opposizione, di una resistenza. Orbene, questo retroterra culturale si è diluito in alcune esegesi attuali a cavallo tra scienza e filosofia. Appunto, si è diluito, come un vino annacquato: così la forza speculativa del filosofo tedesco, si condivida o no il suo approccio, è stata imbolsita in modo spaventoso, perdendo di vista le situazioni contingenti, storiche ed individuali.
Se è vero che sul piano metafisico la differenza tra bene e male non ha ragion d’essere, nel mondo caduto e caduco, tale divario ha implicazioni di non poco conto. Eppure un’indebita trasposizione non solo esclude l’intervento di alieni carnefici (di solito è questa la visione del contattismo tradizionale), ma per giunta trasforma gli intrusi in salvatori, in latori di esperienze che, anche se terribili, permettono di crescere. Giusto! “Ciò che non uccide fortifica”, ci rammenta Nietzsche. Tuttavia sono situazioni che molti, se potessero, eviterebbero, come pochi agognano di soffrire le pene dell’inferno per concludere che la gioia è preferibile al dolore.
Infine l’insistenza sull’idea di “evoluzione”, oltre ad essere stucchevole ed a ricordare lo screditato Darwin, apparenta il fosco autunno del contattismo con Teillhard de Chardin, bislacco pensatore gesuita. Dietro tutta questa fumosa nebbia evoluzionista, si deve intravedere l’ombra dei Gesuiti? Dietro i Gesuiti, poi qualcun altro? Troverà le risposte chi manterrà integro un salutare dubbio. Gli altri saliranno sull’ascensore per l’Inferno, pardon per le stelle...
[1] Tra l’altro, non si intende che cosa c’entri il presunto esaurimento delle risorse naturali con la dissertazione a proposito di una palingenesi spirituale. Questa confusione è indizio dell’ignoranza in cui si sono impantanate certe frange ufologiche.
Si prenda come piccolo ma significativo saggio di un declino inglorioso l’intervista all’experiencer (oggi è à la page chiamare così quelli che in modo più prosaico si definivano “rapiti”) Cinzia Molettieri, in “Frammenti di memoria ET” (X Times, n. 67, maggio 2014). Forse quello che più urta in questi resoconti propalati dagli stanchi epigoni di Adamski è la spocchia intellettuale: non è più sufficiente raccontare esperienze meravigliose e trasmettere comunicazioni edificanti, perché ci si cimenta in disquisizioni pseudo-filosofiche. Si leggano le farraginose interpretazioni che la Molettieri svolge circa il suo vissuto. Bene e male non esistono o, meglio, sono intercambiabili: “Non c’è positivo o negativo, tutto è funzionale per il nostro percorso di riacquisizione della consapevolezza [...] Abbiamo passato tante ere e tante tappe evolutive, ma siamo arrivati in un periodo in cui le risorse si stanno esaurendo (sic), quindi è necessario che ci sia una trasformazione, un’evoluzione, ma ciò non riguarda solo noi terrestri, ma anche altri esseri extraterrestri. Siamo tutti nella stessa situazione. L’universo intero si deve evolvere. Noi non siamo su un gradino inferiore. Anche noi siamo funzionali a loro per l’evoluzione così come loro lo sono per noi. A noi sembra di subirli, ma anche a loro sembra di subire noi. La legge funzionale funziona (sic) per tutti”.[1]
Insomma siamo al cospetto del Malanga-pensiero volgarizzato. Riconosciamo al chimico pisano meriti investigativi e persino talora filosofici, ma non si comprende perché egli non ammetta il suo enorme debito nei confronti dell’Idealismo tedesco, visto che, piaccia o no, la concezione del professor Malanga ricorda molto Fichte, un Fichte in salsa quantistica. La Coscienza che pone innanzi a sé degli ostacoli per acquisire consapevolezza, non assomiglia all’Io di Fichte? L’io pone il non-Io, il mondo materiale, per realizzare la sua piena facoltà creativa, per affermare la sua libertà. Affinché l'Io si realizzi, abbisogna di un'opposizione, di una resistenza. Orbene, questo retroterra culturale si è diluito in alcune esegesi attuali a cavallo tra scienza e filosofia. Appunto, si è diluito, come un vino annacquato: così la forza speculativa del filosofo tedesco, si condivida o no il suo approccio, è stata imbolsita in modo spaventoso, perdendo di vista le situazioni contingenti, storiche ed individuali.
Se è vero che sul piano metafisico la differenza tra bene e male non ha ragion d’essere, nel mondo caduto e caduco, tale divario ha implicazioni di non poco conto. Eppure un’indebita trasposizione non solo esclude l’intervento di alieni carnefici (di solito è questa la visione del contattismo tradizionale), ma per giunta trasforma gli intrusi in salvatori, in latori di esperienze che, anche se terribili, permettono di crescere. Giusto! “Ciò che non uccide fortifica”, ci rammenta Nietzsche. Tuttavia sono situazioni che molti, se potessero, eviterebbero, come pochi agognano di soffrire le pene dell’inferno per concludere che la gioia è preferibile al dolore.
Infine l’insistenza sull’idea di “evoluzione”, oltre ad essere stucchevole ed a ricordare lo screditato Darwin, apparenta il fosco autunno del contattismo con Teillhard de Chardin, bislacco pensatore gesuita. Dietro tutta questa fumosa nebbia evoluzionista, si deve intravedere l’ombra dei Gesuiti? Dietro i Gesuiti, poi qualcun altro? Troverà le risposte chi manterrà integro un salutare dubbio. Gli altri saliranno sull’ascensore per l’Inferno, pardon per le stelle...
[1] Tra l’altro, non si intende che cosa c’entri il presunto esaurimento delle risorse naturali con la dissertazione a proposito di una palingenesi spirituale. Questa confusione è indizio dell’ignoranza in cui si sono impantanate certe frange ufologiche.
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Per le stelle senza dubbio è partito, il terzo discendente di Adapa, figlio primogenito di Set, "Enosh", gli altri sono stati portati tutti all'infernoi con il Diluvio.
RispondiEliminaUn tale dubbio sul contattismo l'ho sempre avuto e anche l'ipnosi non mi ha mai convinto, molto più veritieri sono i sogni durante il sonno rem, tutte le componenti e gli atomi sono al nostro interno, siamo fatti della stessa materia delle stelle e forse un giorno (se ce lo permetteranno) ritorneremo a quell'energia senza memoria per replicarci ulteriormente.
Ciao
L'inferno è forse la Terra, Wlady.
RispondiEliminaMolte frange del contattismo affermano che i Fratelli dello spazio un giorno atterreranno per prelevare i loro adepti terrestri. Finiranno nelle dispense come nella celebre serie televisiva "Visitors"?
Ciao
Posso solo rispondere Zret, con la metafora del film "2022 I Sopravvissuti"; la terra sta morendo, l'oceano sta morendo, l'acqua è putrida, l'aria è mefitica, "come abbiamo potuto permettere tutto questo!"
EliminaNon abbiamo bisogno dei "Visitors", siamo già cibo, pronti da consumare come il "soylem verde".
Ciao
La natura umana resta per me mistero insondabile, Wlady. Così è vero che, anche senza influssi esterni deleteri, essa non pare immune da una tara ancestrale.
EliminaCiao
Un fenomeno analogo a quello che hai segnalato riguarda, oltre a contattisti e addotti, la categoria dei sensitivi e/o veggenti. Anche costoro, veicolando esternazioni che attribuiscono a entita’ disincarnate di vario tipo, insitono nel riportare appelli al pentimento e messaggi di imminenti catastrofi causate dalla malvagita’ umana. Un particolare accento e’ posto proprio su una consequenzialita’ estremamente bipolare, bianco-nero, ying-yang, evoluzione lineare. Ignoravo che il fenomeno fosse cosi’ diffuso finche’ qualche tempo fa mi sono imbattuta in un commento su facebook di una ragazza brasiliana qui a Londra, che riportava parole attribuite a un tale Chico Xavier, che ho scoperto essere quasi un fenomeno di culto in Brasile, e che era uno spiritista che riferiva esperienze e insegnamenti comunicatigli tramite scrittura automatica da deceduti. Xavier era preso talmente sul serio che in alcuni processi hanno ammesso come prove i “bollettini” che gli passava il caro estinto di turno. L’opera piu’ famosa di Xavier si chiama, guarda caso “Action reaction”. Dagli estratti che ho letto, i defunti vedevano la vita nel cosmo in senso assai meccanicistico-newtoniano. Una gran faticaccia per purgarci ci attenderebbe anche dopo la morte fisica.
RispondiEliminaAnalogo polpettone con accorati richiami alle profezie di sedicenti veggenti ho trovato sul blog di un italiano che propone cambi di vita radicali simil prepper.
A occhio e croce direi che c’e’ un preparato gruppo di pubblicitari globali, a libro paga dei deslumbrados, che cerca di fornire risposte appetibili a diverse categorie di persone: qualcuno e’ contento della reclame religiosa, altri sono attratti dai messaggi dall’aldila’, un altro gruppo si appassiona alla saga della federazione galattica in ansia per i fratelli terrestri. Cambia la musica di sottofondo, non la sostanza del messaggio che, a dirla tutta, non brilla per creativita’. In controluce si nota anzi il luccichio sinistro dell’occhio di Sauron.
P.S. Ci tenevo a dirti, Zret, che nell’ultimo mese i tuoi post hanno una nota vibrante ancora piu’ forte. La scrittura e’ diventata quasi solida per densita’ e capacita’ di stimolare infinite riflessioni. A volte volevo intervenire ma buttavo giu’ post cosi’ lunghi che nn riuscivo a sintetizzare. Purtroppo nn possiedo la tua capacita’ di comunicare in maniera precisa e coincisa, ma grazie davvero per lo sforzo che continui a fare per permettere ai miei (e altri) neuroni intossicati di lavorare.
PS2 - Paragone azzeccato, Wlady, quello del soylent green. Da rabbrividire.
La Tua disamina antropologica, Avalon Carr, aggiunge un capitolo importante alla dissertazione che stiamo compiendo circa un problema sfaccettato e sfuggente.
EliminaSiamo sicuramente al cospetto di inganni: ritengo che dietro le comunicazioni spiritiche (la maggior parte) ed i messaggi di sedicenti extraterrestri si celino gli stessi Agenti, se non entità demoniache, per lo meno spiriti burloni che si divertono da matti ad imbrogliare gonzi.
Sì, la visione del cosmo sottesa a moltissime "rivelazioni" è di una miseria e di una banalità rare. Cambiano gli arrangiamenti, ma la melodia è sempre la stessa.
Ti ringrazio del Tuo elogio, ma Ti assicuro che la Tua prosa possiede quella chiarezza e quell'ironia sapida che non sempre riesco ad esprimere.
Ciao
Questi messaggi alieni sembrano fatti apposta per instillare senso di colpa; girano sempre (e in modo sospetto) intorno al problema: la prigione, agente a più livelli, costruita dai nostri folli governanti (o forse guardiani). Continuando a dire, neanche troppo sottilmente, che è colpa dell'umanità, sembra vogliano farci accettare (anche in modo inconscio) una possibile operazione di eugenetica su vasta scala, cosa che sta già avvenendo, in effetti.
RispondiEliminaInvece di promuovere la solidarietà, l'amore e l'unità (come ci si aspetterebbe che qualcuno che veramente ha a cuore il destino dell'umanità faccia), promuovono la colpa, la rassegnazione e l'autocommiserazione, il messaggio che sento è: non possiamo fare niente, perché è nella nostra natura distruggere, l'unico modo per salvarci è l'autodistruzione (o accettare una guida illuminata, chissà chi ci proporrebbero questi visitatori...).
Spegnere il fuoco della libertà ancor prima che vi sia una scintilla, ecco cosa vedo.
P.S. Concordo con Avalon Carr quando parla di un preparato gruppo di pubblicitari globali. Mi unisco anche ai suoi ringraziamenti verso di te, non commento sempre ma ti seguo con passione. Grazie.
E' proprio così, Devil. Questi messaggi infondono sensi di colpa ed inadeguatezza proprio come le "rivelazioni mariane".
EliminaE' evidente che il regista di questi attori (alieni, Madonne, anime ascese etc) è sempre lo stesso. Ci intravedo la longa manus di entità mefitiche, spesso avvolte in paludamenti e con il capo mitrato.
Ciao