Esisterà pure un’equazione per predire in che modo le singole gocce di uno zampillo, istante dopo istante, si dispongono nella loro caduta. Di volta in volta, molteplici fattori influiscono sulla configurazione, sulla velocità e la traiettoria delle stille d’acqua: l’energia cinetica, la gravità, l’attrito dell’aria, il rimbalzo delle gocce sulla conca della fontana, il cozzo tra le stille stesse, un improvviso soffio di vento, i granelli del pulviscolo atmosferico…: sono tutti parametri e variabili che è necessario calcolare per costruire il diagramma di un fenomeno tanto complicato, solo in apparenza casuale.
Non so se qualcuno si sia mai cimentato in un’impresa così ingrata: d’altronde a chi interesserebbe poter descrivere la conformazione degli spruzzi nell’istante x1, x2, x3 etc.? Quale vantaggio pratico se ne potrebbe ricavare?
La vita umana assomiglia al getto d’acqua: ha una sua logica, una sua compagine persino matematica, ma destinate a rimanere inconoscibili. Per conoscerle, infatti, dovremmo sapere le caratteristiche precise di tutti gli stati e gli istanti che compongono l’esistenza. Le correlazioni, le “cause”, gli incastri, i rapporti non sono infiniti, ma comunque ammontano ad un numero esorbitante.
E’ singolare che ogni vita, pur nella sua inesorabile finitezza, contenga in sé quasi l’infinito.
La vita è dunque un’equazione, la cui mirabile complessità pare celare una ratio. La vita è un’equazione di cui non conosciamo la risoluzione.
Non so se qualcuno si sia mai cimentato in un’impresa così ingrata: d’altronde a chi interesserebbe poter descrivere la conformazione degli spruzzi nell’istante x1, x2, x3 etc.? Quale vantaggio pratico se ne potrebbe ricavare?
La vita umana assomiglia al getto d’acqua: ha una sua logica, una sua compagine persino matematica, ma destinate a rimanere inconoscibili. Per conoscerle, infatti, dovremmo sapere le caratteristiche precise di tutti gli stati e gli istanti che compongono l’esistenza. Le correlazioni, le “cause”, gli incastri, i rapporti non sono infiniti, ma comunque ammontano ad un numero esorbitante.
E’ singolare che ogni vita, pur nella sua inesorabile finitezza, contenga in sé quasi l’infinito.
La vita è dunque un’equazione, la cui mirabile complessità pare celare una ratio. La vita è un’equazione di cui non conosciamo la risoluzione.
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RispondiElimina" La vita è un’equazione di cui non conosciamo la risoluzione."
EliminaAnche della morte non conosciamo la "risoluzione", perché quando ci accade non siamo presenti per valutarla.
Nonostante le gravi perdite avvenute nella mia famiglia, non sono riuscito a carpirne il disegno segreto, se c'era un "infinito" io non l'ho visto.
Ho visto molto bene la mia sofferenza, quello di essere ancora vivo e mi sfugge quella inesorabile "matematica" del getto "d'acqua" che ha disperso prematuramente la vita dei miei cari, in rivoli di lacrime, lacrime mai uguali le une alle altre, "ma destinate a rimanere "inconoscibili".
Questa è la mia analisi dei fatti nel "cimentarmi" ora sullo zampillare dell'acqua e delle innumerevoli gocce che sono cadute nella fontana della vita.
Ciao
La vita e la morte sono due misteri intrecciati, Wlady. Ricordo che tempo fa un autore della Rete si chiese provocatoriamente: "Esiste la vita dopo la... nascita?"
RispondiEliminaLa tua riflessione è molto profonda e vera, anche se dolorosa, ma tant'è.
Ciao
Credo che se anche si arrivasse a identificare tutte le innumeri variabili che dànno luogo a ciò che chiamiamo "vita", non si avrebbe che un'indefinita serie di dati, impossibilitata a dar conto del senso ultimo della sua stessa esistenza. Come scrivesti anche tu, Zret, "il totale è superiore alla somma delle sue parti", e credo che questo sia tanto piú vero quanto piú ci si sposta verso un piano "verticale". Non sarà l'analisi razionale a poter spiegare il nostro esistere. Solo una sintesi istantanea quanto ineffabile può farlo.
RispondiEliminaUna volta, in un contesto che sarebbe complicato descrivere e spiegare, da una persona ascoltai riportare questa frase: "La Vita e la Morte cantano insieme, cosí come fanno l'Acqua e la Pietra". (S'era vicini a un torrente impetuoso, e il fragore della corrente era a tratti cosí assordante da coprire ogni altro rumore...).
Un saluto
Si può solo concordare, Lupo nella Notte. Per comprendere qualcosa della Vita, occorre un quid, un'intuizione, qualcosa che trascenda la logica. Certo poi quel poco che si intuisce grazie ad un'epifania del senso, non si può comunicare, ma questo è il destino delle Verità profonde, come ci insegna, ad esempio, Dante.
EliminaBellissimo l'aforisma del Tuo amico.
Ciao
Pensa che non è un mio amico e in realtà non ricordo neppure chi fosse... l'aforisma non era neanche suo, ma gli era stato donato da Spiriti della Natura, nel luogo selvaggio in cui ci trovavamo. L'unica cosa che ho serbato nel cuore è stata la frase, per il messaggio che porta, l'unica cosa che contasse, evidentemente.
RispondiEliminaA presto
Certi luoghi sono pregni di spiritualità. La Tua esperienza mi ricorda un bellissimo racconto di Massimo Bontempelli, intitolato "Acqua", in cui la protagonista, una ragazza amante della libertà e della natura, alla fine si immerge in una sorgente, diventando ella stessa acqua, purezza, freschezza ed infinito.
EliminaCiao
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RispondiEliminaP.s. Nulla è sensuale quanto lo Spirito.
RispondiEliminaInfatti!, c'è addirittura chi scrive che "nulla è più erotico di un passaggio di conoscenza"... ma probabilmente lo hai letto anche tu.
EliminaA presto