Nel saggio intitolato “Il ritorno dei popoli delle stelle”, Ardy Sixkiller Clarke riporta un’ampia ed eterogenea casistica xenologica fra i Nativi americani. Tra gli episodi più sinistri, figura il resoconto di zia Eve, una Nativa che vive in una piccola abitazione rurale della Virginia.
Interpellata dall’autrice del libro, zia Eve, per metà Cherokee e per Choctaw, ha riferito delle disavventure che cominciarono con la ripetuta sparizione di alcune galline. Questo il prologo del suo racconto: “Controllavo il pollaio, il recinto, ma niente: il cancelletto era chiuso e non si notavano segni di effrazione. Così una notte decisi di restare sveglia a vigilare, pensando di cogliere il ladro in flagrante. Presi anche il fucile che, da quando vivo da sola, tengo sempre carico in casa, e mi sedetti nel portico. Poi verso le 23:00 li vidi”.
Zia Eve prima scorse una luce arancio che rischiarava il cortile, poi una figura che avanzava verso di lei. Spaventata la donna, imbracciò il fucile e provò a sparare, ma il grilletto scattava a vuoto. Ella pensò di non aver tolto la sicura, ma non era così. A quel punto la creatura strappò l’arma di mano alla malcapitata, gettò a terra il fucile ed ordinò telepaticamente alla donna di seguirla. Zia Eve giunse così sul pendio di una collina dove era adagiata un’enorme astronave di forma oblunga, color grigio scuro. La nativa americana fu condotta in una camera dove fu lasciata sola.
Zia Eve descrive i visitatori nel modo seguente: “Somigliavano più che altro ad insetti… grossi insetti con arti lunghi e sottili. Anche il collo era lungo ed esile e reggeva teste grosse come cocomeri. Gli occhi erano tondi e sporgenti; gli esseri, al posto del naso, avevano una specie di protuberanza con due piccoli fori ai lati. La bocca, infine, era priva di labbra: quando la tenevano chiusa, sembrava un taglio dovuto ad un rasoio. Nel complesso parevano per metà insetti e per metà umani e credo che fossero sia di sesso maschile sia femminile. Le femmine erano più alte e robuste dei maschi”.
Comunicando con il pensiero, gli alieni rivelarono alla sequestrata che essi, provenienti da un lontano pianeta, erano approdati sulla Terra per tracciare una “mappa” delle forme di vita esistenti nell’universo. Sbalorditivo ed inquietante fu quanto notò la donna all’interno del vascello spaziale: uomini sdraiati su tavole, altri seduti, tutti come ipnotizzati e con lo sguardo perso nel vuoto; zia Eve tentò invano di destarli.
La rapita, destinata ad incontrare gli ufonauti sei volte, ebbe l’impressione che i locali in cui dormivano gli uomini fossero delle dispense. Si convinse pure che gli intrusi erano in grado di leggere nel pensiero, di mesmerizzare e paralizzare le loro vittime nonché di cancellarne i ricordi.
Le esperienze riferite sono notevoli per l’attendibilità della testimone e per le convergenze con parecchie altre relazioni inerenti a contatti con Insettoidi, nella fattispecie dalle sembianze di Mantidi cui rinvia pure il dimorfismo sessuale ben individuato dalla repeater.
La protagonista di questa sbalorditiva storia si imbatté in predatori allotri camuffati da scienziati o le sue vicende furono il risultato di una fervida immaginazione?
Fonte:
A. Sixkiller Clarke, Il ritorno dei popoli delle stelle, Roma, 2014, pp. 201-206
Interpellata dall’autrice del libro, zia Eve, per metà Cherokee e per Choctaw, ha riferito delle disavventure che cominciarono con la ripetuta sparizione di alcune galline. Questo il prologo del suo racconto: “Controllavo il pollaio, il recinto, ma niente: il cancelletto era chiuso e non si notavano segni di effrazione. Così una notte decisi di restare sveglia a vigilare, pensando di cogliere il ladro in flagrante. Presi anche il fucile che, da quando vivo da sola, tengo sempre carico in casa, e mi sedetti nel portico. Poi verso le 23:00 li vidi”.
Zia Eve prima scorse una luce arancio che rischiarava il cortile, poi una figura che avanzava verso di lei. Spaventata la donna, imbracciò il fucile e provò a sparare, ma il grilletto scattava a vuoto. Ella pensò di non aver tolto la sicura, ma non era così. A quel punto la creatura strappò l’arma di mano alla malcapitata, gettò a terra il fucile ed ordinò telepaticamente alla donna di seguirla. Zia Eve giunse così sul pendio di una collina dove era adagiata un’enorme astronave di forma oblunga, color grigio scuro. La nativa americana fu condotta in una camera dove fu lasciata sola.
Zia Eve descrive i visitatori nel modo seguente: “Somigliavano più che altro ad insetti… grossi insetti con arti lunghi e sottili. Anche il collo era lungo ed esile e reggeva teste grosse come cocomeri. Gli occhi erano tondi e sporgenti; gli esseri, al posto del naso, avevano una specie di protuberanza con due piccoli fori ai lati. La bocca, infine, era priva di labbra: quando la tenevano chiusa, sembrava un taglio dovuto ad un rasoio. Nel complesso parevano per metà insetti e per metà umani e credo che fossero sia di sesso maschile sia femminile. Le femmine erano più alte e robuste dei maschi”.
Comunicando con il pensiero, gli alieni rivelarono alla sequestrata che essi, provenienti da un lontano pianeta, erano approdati sulla Terra per tracciare una “mappa” delle forme di vita esistenti nell’universo. Sbalorditivo ed inquietante fu quanto notò la donna all’interno del vascello spaziale: uomini sdraiati su tavole, altri seduti, tutti come ipnotizzati e con lo sguardo perso nel vuoto; zia Eve tentò invano di destarli.
La rapita, destinata ad incontrare gli ufonauti sei volte, ebbe l’impressione che i locali in cui dormivano gli uomini fossero delle dispense. Si convinse pure che gli intrusi erano in grado di leggere nel pensiero, di mesmerizzare e paralizzare le loro vittime nonché di cancellarne i ricordi.
Le esperienze riferite sono notevoli per l’attendibilità della testimone e per le convergenze con parecchie altre relazioni inerenti a contatti con Insettoidi, nella fattispecie dalle sembianze di Mantidi cui rinvia pure il dimorfismo sessuale ben individuato dalla repeater.
La protagonista di questa sbalorditiva storia si imbatté in predatori allotri camuffati da scienziati o le sue vicende furono il risultato di una fervida immaginazione?
Fonte:
A. Sixkiller Clarke, Il ritorno dei popoli delle stelle, Roma, 2014, pp. 201-206
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Premettendo che, a mio avviso, il 99% degli avvistamenti UFO, delle mutilazioni umane e animali e delle Abduction, sono "roba nostra", è molto probabile che una parte della popolazione globale possa, in modo involontario, sintonizzare il cervello su un'altra frequenza, arrivando a vedere e percepire quella "seconda terra", sovrapposta alla terra visibile normalmente che, proprio gli sciamani dei nativi, chiamavano terra degli spiriti.
RispondiEliminaL'ipotesi aliena mi ha sempre dato una strana sensazione, a metà tra la difesa psicologica (più facile ammettere che siano esseri altri a compiere quelle atrocità, invece che prendere atto dell'abisso in cui può scendere l'essere, del mostro (alieno?) in cui può trasformarsi), e credenza pilotata dall'alto. Del resto fu Tesla ad annunciare di poter costruire macchine volanti sferiche e/o discoidali capaci di compiere le ben note evoluzioni fatte dagli UFO, e sappiamo che alla sua morte l'FBI sequestrò camionate di sue ricerche e progetti. Caso vuole che Tesla morì nel 1943, poi nel 1947 ci fu Roswell a cui segui l'ondata UFO, con fuoriusciti da esercito, servizi etc. che improvvisamente hanno tanta voglia di educare il popolo... ma per smontare il caso UFO alieni ci vorrebbero post e post.
Rinnovo i miei complimenti per il vostro stoicismo davanti alle difficoltà che vi trovate ad affrontare.
Buona serata.
Grazie del contributo. Abbasserei la percentuale anche perché i contatti datano da tempo immemorabile, prima che la tecnologia ci abituasse ai suoi mirabilia. E' questione che, però, ho affrontato in molti altri articoli cui rinvio.
EliminaCiao
Condivido l'interpretazione di "Disadattato" del quale apprezzo l'arguta scelta del nickname...e' davvero una condizione comune....un saluto
RispondiEliminaE' vero: si può essere solo dissonanti con l'età ed il mondo in cui si è gettati, per dirla alla Heidegger.
EliminaCiao
Dobbiamo ricordare come Tesla immaginava le sue invenzioni dal nulla (come da lui dichiarato nei suoi diari) ed improvvisamente apparivano nella sua mente le sue creazioni già precise in ogni dettaglio, senza bisogno di fare prototipi o modelli di prova. Tesla aveva momenti improvvisi di 'buio' e poi ritornava cosciente con tutto questo sbalorditivo bagaglio di conoscenze già in testa. Bizzarro, no? Eppoi le apparizioni sono ben presenti da tempo immemore e la Bibbia è lì a dimostrarlo. Avete letto le opere di Biglino oppure di Freixedo oppure dei profondissimi autori gnostici? Gli Arconti, insetti o serpenti che siano, hanno sempre aleggiato nel mondo reale ed in quello inconscio ovviamente. Ciao
EliminaConcordo, Ghigo. Essi sono qua almeno dall'età antica. Tra l'altro Tesla entrò presubilmente in contatto con esseri non terrestri.
EliminaCiao