Viviamo tempi di laceranti contraddizioni, di inconciliabili divergenze: così, mentre si afferma una mentalità incentrata sul materialismo e sul consumismo, taluni avvertono l’esigenza di una vita semplice, sana, in armonia con la natura. Dov’è oggi, però, la natura? Quanto sono naturali i prodotti decantati come tali? Al lurido mercato delle corporations, si sta affiancando il settore del biologico che, in una certa misura, è pur sempre mercato.
Se è ancora possibile impostare la propria vita secondo ritmi equilibrati, lontano dalla frenesia tecnologica, risulta pressoché utopico alimentarsi in modo da evitare i veleni che ormai permeano l’intera biosfera. L’aria, l’acqua, il suolo sono contaminati: anche coltivare sul proprio terrazzo gli ortaggi non è la panacea, poiché l’ambiente è pur sempre inquinato, inoltre le piante stentano a crescere e a dar frutti a causa della cronica carenza di luce solare.
Incommensurabile è la distanza tra il mondo com’è ed il mondo come potrebbe essere: avremmo a disposizione le idee, le risorse e le tecniche per rendere i centri urbani e le zone rurali dei paradisi in cui praticare un’agricoltura ed altre attività sostenibili. Autoveicoli alimentati con carburanti puliti percorrerebbero città-giardino; ogni famiglia vivrebbe in abitazioni confortevoli con la possibilità di ricavare energia e tutto il necessario per il sostentamento per mezzo di impianti e metodi ad impatto zero. Così gli "orti urbani" rischiano di diventare dei "morti urbani".
Purtroppo l’establishment boicotta tutte le iniziative volte a favorire un rapporto armonico tra uomo ed ambiente sicché le aree urbane sono delle selve di antenne e di ciminiere, mentre nelle campagne terreni sempre più poveri di nutrienti sono sfruttati ed inquinati attraverso pratiche agricole e zootecniche intensive.
Le etichette sono splendide, ma che cosa si nasconde dietro queste allettanti parvenze?
Ecco che ci è offerta la risoluzione per una vita lunga ed in salute: dieta mediterranea, frutta e verdura e quotidiano esercizio fisico. Peccato che la dieta mediterranea comprenda spesso pasta e pane (è soltanto un esempio) prodotti con cereali radioattivi o transgenici, pieni di pesticidi e di additivi tossici; peccato che oggi giorno l’abitudine a correre all’aria aperta rischi di essere letale... Se veramente bastasse seguire questi consigli, perché le malattie neurodegenerative, i tumori etc. mietono sempre più vittime?
Ci imbattiamo nella solita ipocrisia del sistema, la stessa ipocrisia che osa propagandare l’EXPO, la fiera del cibo-spazzatura, come il forum per nutrire il pianeta in modo salubre. Si affamano le popolazioni, si distruggono i raccolti, si provocano siccità o disastrose alluvioni, si devastano i biomi, ma ci si riempie la laida bocca di “green economy” e di altre scempiaggini pseudo-ambientaliste.
Quando a colpire non è la volgare falsità dei governi e delle istituzioni, ci si deve confrontare con l’ingenuità di chi crede di difendere Gaia, donando il 5 per mille ad un’associazione di truffatori, di chi si illude che sul suo hortus conclusus, sul suo buen retiro non si riversino le pozioni mortifere della geoingegneria clandestina e di analoghe scelleratezze.
Per fortuna l’uomo non è (non solo) quel che mangia: questo ci insegna il filosofo Feuerbach, il cui celebre aforisma, “L’uomo è quel che è”, è stato mal tradotto. Ciò significa che la vera essenza ontologica dell’uomo, quando e se essa si manifesta, lo preserva dalla putrefazione della materia per collocarlo nella dimensione inespugnabile della Coscienza.
Per tale ragione nel Vangelo di Matteo (15, 14) è scritto: “Non ciò che entra nella bocca rende impuro l’uomo; ciò che esce dalla bocca, questo rende impuro l’uomo”.
Se è ancora possibile impostare la propria vita secondo ritmi equilibrati, lontano dalla frenesia tecnologica, risulta pressoché utopico alimentarsi in modo da evitare i veleni che ormai permeano l’intera biosfera. L’aria, l’acqua, il suolo sono contaminati: anche coltivare sul proprio terrazzo gli ortaggi non è la panacea, poiché l’ambiente è pur sempre inquinato, inoltre le piante stentano a crescere e a dar frutti a causa della cronica carenza di luce solare.
Incommensurabile è la distanza tra il mondo com’è ed il mondo come potrebbe essere: avremmo a disposizione le idee, le risorse e le tecniche per rendere i centri urbani e le zone rurali dei paradisi in cui praticare un’agricoltura ed altre attività sostenibili. Autoveicoli alimentati con carburanti puliti percorrerebbero città-giardino; ogni famiglia vivrebbe in abitazioni confortevoli con la possibilità di ricavare energia e tutto il necessario per il sostentamento per mezzo di impianti e metodi ad impatto zero. Così gli "orti urbani" rischiano di diventare dei "morti urbani".
Purtroppo l’establishment boicotta tutte le iniziative volte a favorire un rapporto armonico tra uomo ed ambiente sicché le aree urbane sono delle selve di antenne e di ciminiere, mentre nelle campagne terreni sempre più poveri di nutrienti sono sfruttati ed inquinati attraverso pratiche agricole e zootecniche intensive.
Le etichette sono splendide, ma che cosa si nasconde dietro queste allettanti parvenze?
Ecco che ci è offerta la risoluzione per una vita lunga ed in salute: dieta mediterranea, frutta e verdura e quotidiano esercizio fisico. Peccato che la dieta mediterranea comprenda spesso pasta e pane (è soltanto un esempio) prodotti con cereali radioattivi o transgenici, pieni di pesticidi e di additivi tossici; peccato che oggi giorno l’abitudine a correre all’aria aperta rischi di essere letale... Se veramente bastasse seguire questi consigli, perché le malattie neurodegenerative, i tumori etc. mietono sempre più vittime?
Ci imbattiamo nella solita ipocrisia del sistema, la stessa ipocrisia che osa propagandare l’EXPO, la fiera del cibo-spazzatura, come il forum per nutrire il pianeta in modo salubre. Si affamano le popolazioni, si distruggono i raccolti, si provocano siccità o disastrose alluvioni, si devastano i biomi, ma ci si riempie la laida bocca di “green economy” e di altre scempiaggini pseudo-ambientaliste.
Quando a colpire non è la volgare falsità dei governi e delle istituzioni, ci si deve confrontare con l’ingenuità di chi crede di difendere Gaia, donando il 5 per mille ad un’associazione di truffatori, di chi si illude che sul suo hortus conclusus, sul suo buen retiro non si riversino le pozioni mortifere della geoingegneria clandestina e di analoghe scelleratezze.
Per fortuna l’uomo non è (non solo) quel che mangia: questo ci insegna il filosofo Feuerbach, il cui celebre aforisma, “L’uomo è quel che è”, è stato mal tradotto. Ciò significa che la vera essenza ontologica dell’uomo, quando e se essa si manifesta, lo preserva dalla putrefazione della materia per collocarlo nella dimensione inespugnabile della Coscienza.
Per tale ragione nel Vangelo di Matteo (15, 14) è scritto: “Non ciò che entra nella bocca rende impuro l’uomo; ciò che esce dalla bocca, questo rende impuro l’uomo”.
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Questo articolo si potrebbe dedicare ad un negazionista diversamente magro...
RispondiEliminaQuesto commento è stato eliminato dall'autore.
RispondiEliminaQuello, quando si tratta di mangiare, non se lo lascia dire due volte...
EliminaCiao
Esiste una questione, che raramente trova spazio nella pubblicistica e nei dibattiti; tale questione, a mio avviso, sta alla base di alcuni problemi elencati nell'articolo.
RispondiEliminaL'esplosione demografica mondiale, sommata ad un modello di sviluppo che ignora concetti come sostenibilità e naturalezza, genera il fenomeno della sovrappopolazione.
E' impossibile, date queste condizioni, avere cibo, acqua ed aria di qualità accettabile.
La situazione appare decisamente paradossale: siamo diventati bravissimi a soddisfare bisogni superflui ed edonistici, ma non siamo più in grado di soddisfare i bisogni primari.
Il picco del petrolio, che secondo alcuni analisti è già stato raggiunto, metterà fine a tutto questo?
La sovrappopolazione, l'inquinamento, la distruzione degli ecosistemi etc. sono questioni create ad arte più che conseguenze di un modello di "sviluppo" aberrante, altrimenti non esisterebbe la geoingegneria clandestina.
EliminaIl petrolio e gli altri combustibili fossili potrebbero essere sostituiti ipso facto con altre forme di energia( ZPE etc.), ma per il sistema ogni risoluzione di un problema è il PROBLEMA.
Ciao
Attualmente, tutta la produzione agricola mondiale (salvo poche realtà marginali dove sussiste ancora la trazione animale), è basata sull'impiego di automezzi alimentati con un derivato del petrolio: il gasolio.
RispondiEliminaQuale sarebbe l'alternativa già disponibile?
Lo chiederei a quegli scienziati e tecnici eliminati perché avevano scoperte fonte energetiche pulite e rinnovabili. E' tutto nel libro "Rivelazioni scientifiche non autorizzate" di M. Pizzuti.
EliminaCiao