23 luglio, 2015

Landscape (II)



Credo che ogni paesaggio sia un paesaggio dell’anima. Il contorno delle cose si unisce alle emozioni ed ai sentimenti in un’unica filigrana. A che serve viaggiare? In ogni dove gli scenari più disparati si riflettono negli occhi di chi li contempla, si specchiano nel lago dell'infinito.

Per cambiare orizzonte non è necessario intraprendere lunghi viaggi: basta un ricordo, una cartolina illustrata, una descrizione in un libro, il racconto di un viandante… Allora l’immaginazione sublima nel volo: il sogno scioglie la realtà. I luoghi non contengono la loro storia, ma la nostra: le nostre piccole-grandi vite intridono, con il loro sangue, pietre e fili d’erba, pianure e cieli, venti e silenzi.

Credo che ogni paesaggio conservi le orme del passaggio di un’anima…

In testa all'articolo un'opera di Graham Gercken.

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APOCALISSI ALIENE: il libro

La squola della Gelmini - di Antonio Marcianò - Gemme scolastiche da collezionare

7 commenti:

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  2. Ricordo ancora gli anni 80...la mia infanzia,,,adesso quelle emozioni, quei ricordi,,,quelle corse nei campi, quelle arrampicate sugli alberi,,,il gioco dell'arco,,,il nascondino il salto dei muri per andare a prendere i pomodori dai vicini,,,facendogli la marachelle. Sotto quel sole giallo e quel caldo caldo e respirabile. Quei pomodori cosi saporiti, rossi e succosi! Le castagne enormi sui monti...adesso tutto è sepolto sotto una coltre tossica che nasconde il sole e soffoca l'umanita! E quei cartoni...i robottoni mazinga, goldrake jeeg ecc... che lottavano per difendere l'umanita' neppure loro avrebbero mai pensato che l'umanità, in futuro, avrebbe dovuto difendersi da un pericolo che proviene dall'interno; dall'uomo stesso trasformato in demonio, che trama piani di distruzioni di massa ai danni dei propri simili e dell’ambiente stesso in cui vive!

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    1. Hai ragione, Prank. Oggi i paesaggi sono sfigurati e possiamo solo ricordarli o vagheggiarli...

      Ciao

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    2. Essendo io nato a fine anni 90 (tempismo perfetto) non posso nemmeno ricordare ciò che dici, solo immaginare.
      Quei rari giorni in cui si presenta un cielo realmente pulito mi sembra davvero di vivere in un altro tempo, che non ho potuto conoscere.

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    3. Forse l'immaginazione può supplire a questa desolante assenza di bellezza del panorama contemporaneo.

      Ciao

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    4. Sono stato un grande viaggiatore per lungi anni. Mi sembrava allora finalmente di respirare un’aria diversa e incorrotta nei paesaggi immensi del Tibet e del Ladakh, nella purezza incontaminata dell’apparente desolazione dei deserti del Medioriente o del Marocco, nelle selvagge e fragranti boscaglie dell’India o della Tailandia. E quelle sensazioni sublimi le provavo anche nel pullulare non sempre gradevolmente olezzante di una umanità diversa che pure sentivo affine e vicina nell’anima.
      Quelle atmosfere esotiche la bevevo avidamente ed avevano un sapore liquoroso e denso che permaneva poi per mesi in gola e nella mente fino al viaggio successivo.
      Erano come la droga di cui non si può fare a meno. Poi, tutto è lentamente finito…
      Quel viaggiare mi aveva progressivamente stancato. All’ansia di assoluto che mi pervadeva non bastavano più le emozioni dei paesaggi insoliti ed estremi.
      No, non mi sentivo il decadente Des Esseintes sapientemente descritto da Huysmans in À rebours.
      È che avevo scoperto che potevo viaggiare in modo diverso senza muovermi dal luogo ove risiedevo.
      In realtà, tutto attorno a noi è vuoto, inconsistenza, o se vogliamo e più prosaicamente transeunte, momentaneo, immerso tragicamente nel dualismo di “bello” e di “brutto”.
      Perché cercare fuori di noi? L’immenso è in noi. È tutto qui…

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    5. Quanto scrivi è un bel richiamo all'interiorità e si correla al celebre aforisma: "Cerchiamo l'infinito e troviamo solo cose".

      Credo che interno ed esterno, paesaggio dell'anima e natura, siano la stessa cosa, non due realtà indipendenti e scisse. Così, quanto più impariamo a contemplare, tanto più procediamo nell'introspezione e viceversa.

      Ciao

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