Diego Fusaro è filosofo ed intellettuale degno di questo nome: intellettuale è, infatti, colui che per mezzo della cultura interpreta la realtà e prova ad educare l’opinione pubblica. E’ quindi un’eccezione in un panorama desolante invaso da negazionisti e pennivendoli.
In un suo intervento del 2014 Fusaro si soffermò sul cosiddetto Nuovo ordine mondiale: l’analisi è senza dubbio di notevole spessore, perché lo studioso, avvalendosi per lo più di categorie interpretative marxiane, traccia un quadro della globalizzazione inteso come culmine di un forsennato processo di accumulazione capitalista, l’altrimenti definito “imperialismo”. Il New world order è dunque la concentrazione del potere politico-economico in una classe di plutocrati che, mentre affermano il loro controllo finanziario e produttivo su quasi tutto il pianeta, impongono un pensiero unico in cui i rapporti umani sono reificati. Così alla struttura (il modo di produzione capitalista) si sovrappone la sovrastruttura (l’ideologia che mercifica l’uomo e lo aliena da sé stesso e dalla natura). E’ un’ideologia che consacra il migliore dei mondi possibili (in realtà il peggiore) per demonizzare qualsiasi espressione di pensiero non allineato.
Le argomentazioni svolte da Fusaro sono, nel complesso, convincenti e soprattutto esposte con quell’empito morale oggi rarissimo. Nondimeno la sua disamina, pur valida sotto molti rispetti, lascia qualche zona d’ombra. Ci chiediamo: nel momento in cui il turbocapitalismo avrà completato la sua conquista della Terra, una volta saturato ogni mercato, come e dove saranno creati nuovi sbocchi per le merci? Dopo che saranno sconfitti i pochi paesi che si oppongono alla globalizzazione, quali obiettivi si prefiggeranno gli usurai internazionali? Molti ritengono che il capitalismo imploderà, a causa delle sue numerose contraddizioni tra cui la caduta tendenziale del saggio di profitto, il graduale impoverimento dei consumatori ed il progressivo esaurimento delle risorse.
Ci sembra un quadro plausibile, ma incompleto, perché la Tirannide planetaria, definita in modo eufemistico "Nuovo ordine mondiale", è un ibrido tra un capitalismo predatorio ed un socialismo statalista (non comunismo che, almeno in teoria, è libertario ed antistatalista) Si dovrebbe anche considerare l’Ideenkleid prevalente rispetto alla struttura economica, poiché la cupola mondialista è animata da intenti spirituali (di una spiritualità invertita e degenere), ossia mira all’instaurazione di un dominio apolide sotto il segno di credenze perverse.
Ciò non significa che gli strumenti interpretativi marxiani non siano idonei ad evidenziare i mali della nostra società, afflitta dalla distruzione del ceto medio, dal cronico sottosviluppo di intere aree e paesi, da flussi migratori volutamente incontrollati, dallo snaturamento e marginalizzazione delle culture nazionali, da un mercato del lavoro sempre più selvaggio e degradato, dallo smantellamento delle provvidenze sociali etc. Sono, però, chiavi di lettura in parte obsolete e che vanno integrate con metodi più scaltriti, benché eterodossi. Almeno oggi paiono metodi eterodossi, ma in futuro saranno normale prassi ermeneutica, perché, come ci insegna anche Marx, la storia, anche la storia del pensiero, è sempre in divenire, è un continuo processo dialettico.
In un suo intervento del 2014 Fusaro si soffermò sul cosiddetto Nuovo ordine mondiale: l’analisi è senza dubbio di notevole spessore, perché lo studioso, avvalendosi per lo più di categorie interpretative marxiane, traccia un quadro della globalizzazione inteso come culmine di un forsennato processo di accumulazione capitalista, l’altrimenti definito “imperialismo”. Il New world order è dunque la concentrazione del potere politico-economico in una classe di plutocrati che, mentre affermano il loro controllo finanziario e produttivo su quasi tutto il pianeta, impongono un pensiero unico in cui i rapporti umani sono reificati. Così alla struttura (il modo di produzione capitalista) si sovrappone la sovrastruttura (l’ideologia che mercifica l’uomo e lo aliena da sé stesso e dalla natura). E’ un’ideologia che consacra il migliore dei mondi possibili (in realtà il peggiore) per demonizzare qualsiasi espressione di pensiero non allineato.
Le argomentazioni svolte da Fusaro sono, nel complesso, convincenti e soprattutto esposte con quell’empito morale oggi rarissimo. Nondimeno la sua disamina, pur valida sotto molti rispetti, lascia qualche zona d’ombra. Ci chiediamo: nel momento in cui il turbocapitalismo avrà completato la sua conquista della Terra, una volta saturato ogni mercato, come e dove saranno creati nuovi sbocchi per le merci? Dopo che saranno sconfitti i pochi paesi che si oppongono alla globalizzazione, quali obiettivi si prefiggeranno gli usurai internazionali? Molti ritengono che il capitalismo imploderà, a causa delle sue numerose contraddizioni tra cui la caduta tendenziale del saggio di profitto, il graduale impoverimento dei consumatori ed il progressivo esaurimento delle risorse.
Ci sembra un quadro plausibile, ma incompleto, perché la Tirannide planetaria, definita in modo eufemistico "Nuovo ordine mondiale", è un ibrido tra un capitalismo predatorio ed un socialismo statalista (non comunismo che, almeno in teoria, è libertario ed antistatalista) Si dovrebbe anche considerare l’Ideenkleid prevalente rispetto alla struttura economica, poiché la cupola mondialista è animata da intenti spirituali (di una spiritualità invertita e degenere), ossia mira all’instaurazione di un dominio apolide sotto il segno di credenze perverse.
Ciò non significa che gli strumenti interpretativi marxiani non siano idonei ad evidenziare i mali della nostra società, afflitta dalla distruzione del ceto medio, dal cronico sottosviluppo di intere aree e paesi, da flussi migratori volutamente incontrollati, dallo snaturamento e marginalizzazione delle culture nazionali, da un mercato del lavoro sempre più selvaggio e degradato, dallo smantellamento delle provvidenze sociali etc. Sono, però, chiavi di lettura in parte obsolete e che vanno integrate con metodi più scaltriti, benché eterodossi. Almeno oggi paiono metodi eterodossi, ma in futuro saranno normale prassi ermeneutica, perché, come ci insegna anche Marx, la storia, anche la storia del pensiero, è sempre in divenire, è un continuo processo dialettico.
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Ciao Zret, bel pezzo e quesiti molto interessanti.
RispondiEliminaTi segnalo intanto questo pezzo di Blondet che fornisce qualche timida risposta sul futuro, all'estero però. Qui invece resteremo impaludati con il PD e centinaia di migliaia di clandestini da mantenere, per ordini superiori.
http://www.maurizioblondet.it/due-sinistre-a-loro-corbyn-a-noi-dalema/
Grazie della segnalazione, Ron.
EliminaIl futuro, a mio parere, è gramo: se non scoppierà una Terza guerra mondiale, ci attende un collasso economico e sociale.
Ciao
Non si riesce ad uscire dall'ottica del capitalismo di stato o privato che sia.
EliminaIl lavoro ci è stato inculcato come sistema per poter vivere e autofinanziarci nel consumismo sfrenato. Adesso parlano (ipocritamente) di decrescita, continuando a parlare di lavoro. Basterebbero solo tre ore al giorno, la tecnologia e le macchine ce lo permettono, ma no' ci ci vogliono schiavi legati ad amenità di nessuna importanza, produrre, produrre, produrre, per avere un sostentamento minimo alla sopravvivenza (per i più fortunati) oppure lavorare fino a 77 anni.
RispondiEliminal'ONU l'organo preposto alla nostra incolumità sembra inesistente (lo vediamo tutti i giorni nei nostri mari e nella martoriata Africa) ci racconta molte balle, rimanendo inerme alla sofferenza delle nazioni,i politici (tutti), ci raccontano balle, la stessa chiesa ci prende in giro.
Oggi possiamo vivere tutti, in tutto il mondo senza combattere, fare guerre, alimentarci, vestirci e nutrirci con quello che Gaia ha sempre fatto in milioni di anni, debellare malattie (come la peste bubbonica che sembra stiano riproponendosi come nel medioevo nella "terra della libertà" nello stato dell'Utah), Dobbiamo percorrere questo nuovo millennio come una nuova età dell'oro.
Questo genocidio infinito è voluto dalla Confraternita che ha sempre odiato l'essere umano, sono passati attraverso i secoli, passandosi il testimone; una Cabala luciferina (non nel senso di luce) malefica, sadica, di demiurghi oscuri che hanno creato con il supporto degli umani gli imperi di terrore dominando il mondo, imperi che sono caduti per dare spazio ad altri imperi che a sua volta sono caduti a causa di guerre, genocidi, omicidi, stragi, volti sempre a dilaniare e sopprimere l'umanità in nome del "dio" emergente; tutto è iniziato la prima volta con l'arma del Diluvio.
Ebbene smettiamola di guardare il nostro telefonino, alla veicolata televisione, i film Hollywoodiani che sono le loro armi raffinate per ottundere le menti, oltre alla scuola che oggi vogliono far diventare gender.
"Sii tu il cambiamento che vuoi vedere nel mondo" così scriveva Mohandas Karamchand Gandhi; nessuno meglio di te sa che ti stanno mentendo e, ricordati che tutti gli imperi sono sempre caduti inesorabilmente, da Babilonia fino ai giorno nostri.
Ottima glossa Zret.
Ciao
Sì, il sadismo è la chiave di lettura: potremmo vivere in un mondo decoroso, senza fame, sete, inquinamento, sfruttamento etc, ma qualcuno ha deciso il contrario. Mi viene in mente una raggelante frase del diabolico Kissinger, consigliere personale di B 16, "Non avremo pace fino a quando non avremo distrutto tutto".
EliminaI Distruttori non dormono mai...
Ciao
"Viviamo nell'epoca della fretta, un "tempo senza tempo" in cui tutto corre scompostamente, impedendoci non soltanto di vivere pienamente gli istanti presenti, ma anche di riflettere serenamente su quanto accade intorno a noi. L'endiadi di essere e tempo a cui Martin Heidegger aveva consacrato il suo capolavoro del '27 sembra oggi riconfigurarsi nell'inquietante forma di un perenne essere senza tempo. Figlio legittimo dell'accelerazione della storia inaugurala dalla Rivoluzione industriale e da quella francese, il fenomeno della fretta fu promosso dalla passione illuministica per il futuro come luogo di realizzazione di progetti di emancipazione e di perfezionamento, la nostra epoca "postmoderna", che pure ha smesso di credere nell'avvenire, non ha per questo cessato di affrettarsi, dando vita a una versione del tutto autoreferenziale della fretta: una versione nichilistica, perché svuotata dai progetti di emancipazione universale e dalle promesse di colonizzazione del futuro. Nella cornice dell'eternizzazione dell'oggi resa possibile dalla glaciale desertificazione dell'avvenire determinata dal capitalismo globale, il motto dell'uomo contemporaneo - mi affretto, dunque sono - sembra accompagnarsi a una assoluta mancanza di consapevolezza dei fini e delle destinazioni verso cui accelerare il processo di trascendimento del presente."
RispondiEliminaEssere senza tempo. Accelerazione della storia e della vita. Diego Fusaro
Si può solo concordare. Grazie dell'excerptum.
EliminaCiao
La sovrapproduzione, come ci insegna Marx, è risolta colle guerre di sterminio. Per cui il caos in Medio Oriente prima e in Europa a venire è non soltanto incoraggiato, ma sovvenzionato.
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