20 agosto, 2015

Profezie



Oggi, poiché ci troviamo sul “limitar di Dite”, si evocano spesso le profezie, soprattutto quelle bibliche, affermando che esse si sono avverate e sono in procinto di avverarsi negli eventi di questi ultimi decenni.

Bisogna in primo luogo precisare che per lo più le profezie dell’Antico Testamento non si riferivano all’avvenire, in quanto in ebraico ed aramaico (in generale nelle lingue antiche semitiche ed indoeuropee) il tempo verbale futuro è un'invenzione relativamente tarda. Inoltre il profeta ebreo è colui che parla in nome di Dio, per ammonire il popolo, per ricordargli il suo traviamento, ma anche la misericordia del Signore, non un veggente che anticipa gli accadimenti ancora a venire. Vero è che in talune occasioni, egli si esprime circa le attese messianiche, ossia a proposito del Re (Messia, Colui che porta il sigillo regale) che restaurerà il dominio di David, una volta sconfitti gli oppressori (I Babilonesi ed i Seleucidi prima, i Romani poi), ma questa non è la regola. Tra l’altro i Messia, di cui i Giudei aspettavano (aspettano) l’avvento sono – come ci insegna Robert Graves – cinque; due erano quelli previsti da alcune sette ebraiche (anche gli Esseni?) e due quelli attorno ai quali si formò la prima comunità cristiana (Ebioniti). Non bisogna poi dimenticare che le credenze religiose e quindi le concezioni escatologiche divergono tra Ebrei e Samaritani, tra “Ortodossi” ed altri gruppi israelitici. La fede israelitica non è un corpus monolitico: nessun credo lo è. [1]

Tralasciando la congerie di preannunci e commenti ebraici, ci si accorge che anche il Cristianesimo adombra gli avvenimenti futuri con “predizioni” in genere oscure e in parziale squilibrio tra loro: fra tutte la più enigmatica è quella del Rapimento, senza contare che alcune anticipazioni paiono essere riferite (profezie post eventum?) alla conquista di Gerusalemme per opera delle legioni romane comandate da Tito. A proposito dell’Apocalissi, gli orizzonti ermeneutici sono molteplici, sebbene si debba riconoscere che il testo sia molto aderente a certe situazioni attuali, pur nel dubbio che taluni presagi di Cerinto (?) siano circostanze accadute perché qualcuno ha agito affinché accadessero, seguendo il canovaccio della Rivelazione. I modi ed i tempi della Parousia sono una questione non facile da dirimere.

Di solito gli oracoli sono suscettibili di molteplici interpretazioni sia nelle loro ermetiche simbologie sia nei tempi di adempimento: stando ad alcuni, già sette-otto anni addietro sarebbe dovuto cominciare il periodo della Grande Tribolazione. Se così fosse stato, oggi quel terribile interludio dovrebbe essere già concluso; il che purtroppo non è.

Ancora, le profezie danieline sono accolte dai Cristiani, laddove il Libro di Daniele non è considerato canonico dagli Ebrei: ciò ingenera ulteriore confusione, in un quadro già molto farraginoso. Come armonizzare, poi, le rivelazioni ebraico-cristiane con quelle islamiche o di altri popoli (Nativi americani, Indiani, Maya etc.)? Si trova pure un trait d’union, ma è un filo molto sottile, simile al filamento di una ragnatela quasi invisibile in controluce. Reperire qualche consonanza tra le prolessi musulmane (ritorno di Isa, ossia il Cristo, vittoria su Satana etc.) e quelle cristiane non è forse così arduo, considerato il comune substrato culturale, ma negli altri casi il compito è improbo.

Comunque sia, il concetto di profezia destinata in toto ad adempiersi esclude, piaccia o no, il libero arbitrio umano, anche se si troverà sempre qualche teologo e filosofo disposto a compiere il triplo salto mortale ed a mille contorsionismi logico-verbali, pur di conciliare l’inconciliabile. Se i fatti anticipati dagli oracoli sono ineluttabili, che senso hanno tanti moniti, persino tanti timori rispetto a ciò che non si può stornare?

Non aveva forse torto Lorenzo il Magnifico a scrivere: “Ciò ch'ha esser convien sia".

[1] Nel I sec. a. C. i Messia attesi erano il Figlio di David, il Figlio di Giuseppe, il Figlio dell’Uomo, il Sommo sacerdote (Messia di Aronne?), il servo umiliato di YHWH.

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6 commenti:

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    1. Prank, delinquenti, marioli e negazionisti si credono immortali, ma come scrive Manzoni "Verrà un giorno...".

      Ciao

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    1. Brutte prospettive anche per tutti gli altri negazionisti e naturalmente per gli avvelenatori.

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    2. I negazionisti, nella loro infinita ottusità, credono che ci riferiamo a questa dimensione... Come no.

      Ciao

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