Il rimpianto per l’Eden, dalla Bibbia – anche se il Genesi probabilmente racconta tutta un’altra storia – sino a Milton ed oltre, si è cristallizzato in un mito, nel senso più alto del termine. E’ il vagheggiamento di un tempo in cui non esisteva il tempo, di una condizione in cui l’uomo non era uomo. Forse egli viveva, in una primigenia età dell’oro, in un eterno presente, come gli animali, mentre la sua coscienza era immersa in una luce aurorale, trasognata.
Scrive Milan Kundera: ‘La nostalgia del Paradiso è il desiderio dell’uomo di non essere uomo’. Per essere chi? Un animale? Un dio? Eravamo esseri in cui gli opposti si toccavano, con l’animalità sublimata in una natura celestiale.
Purtroppo gli uomini (non i bruti né gli automi)– non importa quale sia il loro stato, se schiavi o illusi di essere liberi, non possono essere quasi mai felici, sereni mai. Intrappolati nel qui ed ora, per tentare di scampare alle sofferenze, essi si rifugiano nel passato o nel futuro, ma il passato ed il futuro non sono approdi, bensì sabbie mobili.
Scrive Milan Kundera: ‘La nostalgia del Paradiso è il desiderio dell’uomo di non essere uomo’. Per essere chi? Un animale? Un dio? Eravamo esseri in cui gli opposti si toccavano, con l’animalità sublimata in una natura celestiale.
Purtroppo gli uomini (non i bruti né gli automi)– non importa quale sia il loro stato, se schiavi o illusi di essere liberi, non possono essere quasi mai felici, sereni mai. Intrappolati nel qui ed ora, per tentare di scampare alle sofferenze, essi si rifugiano nel passato o nel futuro, ma il passato ed il futuro non sono approdi, bensì sabbie mobili.
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Questo articolo mi ricorda la giornata di sabato scorso,,,ho provato andare al mare a farmi un bel tuffo dal troppo caldo artificiale...sono scappato dopo pochissimo ed il sole era oscurato da un pattume grigio rogna nel cielo,,,senza un cumulo! Me la sono data a gambe levate,,,via da quella mefitica sabbia mobile
RispondiEliminaInteressante, l'Eden, la mela, o prometeo che rubó il fuoco agli dei per poi essere incatenato a una roccia per dare in pasto agli uccelli il proprio fegato (specchio dell'anima, dell'energia vitale, è l'unico organo capace di ricrescere). Anche nel Corano mi sembra ci sia una storia simile. A me tutto questo ricorda 'la conoscenza silenziosa' di cui parla Castaneda nei suoi libri'.. Uno stato dell'essere che abbiamo perso, ma cui aneliamo. Sì è vero, siamo nelle sabbie mobili, abbiamo 'venduto l'anima al diavolo'. In compenso abbiamo ottenuto la 'luce della conoscenza', la ragione, costruiamo città e industrie, devastiamo l'aria, l'acqua, la terra.. L'allevamento si fa sempre più intensivo... Per le egregore va alla grande.
RispondiEliminaConcordo, Emanuele.
EliminaCiao
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EliminaGrande...
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