08 settembre, 2015

Intervento alieno a La Salètte?



19 settembre 1846, La Salètte, villaggio delle Alpi tra Grenoble e Gap, a sud del dipartimento di Isère. Due pastorelli, Melanie e Maximin, stanno percorrendo pendii erbosi per condurre una piccola mandria verso gli alpeggi. I due bambini - Melanie ha 15 anni, Maximin 11 – giunti sul pascolo montano verso mezzogiorno, si fermano per rifocillarsi e riposarsi, mentre le mucche ruminano tranquillamente. Quando la fanciulla scende a prendere il tascapane, adagiato poco dabbasso su una panca di pietra, scorge un globo luminoso, “come se il globo fosse caduto là”. Indicata la sfera al bimbo, ambedue restano meravigliati, allorché vedono aprirsi un varco in mezzo alla luce ed una donna seduta su una panca di pietra: la signora, che tiene la testa tra le mani, con i gomiti sulle ginocchia, sta piangendo. Ella è abbigliata come le valligiane, con un lungo abito orlato da perle, un grembiule giallo ed uno scialle sulle terga. Indossa calze gialle, calza scarpe bianche con fibbie ed un copricapo da contadina, abbellito da una ghirlanda di rose. Sulle spalle porta una catena, da una catenina al collo pende un crocifisso.

La signora rivolge un’esortazione edificante ai pastorelli, ma i due non intendono quasi alcunché, perché la donna ha usato il francese, invece del patois, una variante del provenzale, parlato dai due indotti pastorelli. Così l”ambasciatrice” comincia ad esprimersi in patois con un invito alla conversione, alla preghiera ed alla santificazione della domenica. Infine prega i piccoli di farsi latori del suo messaggio presso gli abitanti del luogo. Compiuta la sua missione, la figura, procede verso un ruscello senza voltarsi, guardando ora il cielo ora la terra. La sua immagine a poco a poco si affievolisce: prima il capo, poi gli omeri, infine il busto, tutto si fonde nella luce da cui è emersa. Rimane solo una rosa che Maximin tenta di afferrare: inutilmente, poiché la sua mano stringe il vuoto.

La notizia della sorprendente epifania si diffonde presto tra le vallate, suscitando incredulità o una fervida devozione. Nel 1851, il vescovo di Grenoble, Monsignor Filibert de Brouillard, sancisce che cinque anni prima a La Salètte è apparsa la Vergine Maria.

L’apparizione di La Salètte, sommariamente ripercorsa, presenta alcune invarianti della casistica ufologica. Senza escludere l’esistenza dei fenomeni soprannaturali, ci sembra di poter enucleare in questo caso alcuni aspetti riconducibili ad un “prodigio” tecnologico piuttosto che ad una manifestazione mariana

• La sfera di luce, più luminosa del Sole, è una presenza frequente negli avvistamenti.
• La donna parla in francese, anziché in patois, come se si fosse preparata per un incontro con Francesi tout court. Lo sbaglio di lingua è un fenomeno non raro nelle presunte apparizioni mariane: a volte le donne, poi identificate con la Beata Vergine Maria, adoperano una versione arcaica dell’idioma dei destinatari, talora si servono di un codice totalmente ignoto ai percipienti.
• Le sembianze e l’abbigliamento della figura muliebre paiono essere uno strategico adattamento al milieu dei pastorelli. Naturalmente la madre del Messia sarebbe stata vestita in tutt’altro modo.
• La comparsa e soprattutto la progressiva sparizione della donna ricordano da vicino un ologramma, come la fissità della messaggera che, quando avanza sul prato, non si volta. Anche la rosa, che Maximin non riesce a prendere, richiama una proiezione olografica.

Mutatis mutandis, il caso di La Salètte assomiglia più di altri ai noti avvenimenti di Fatima, la cui natura squisitamente ufologica (e mistificatrice) è stata dimostrata oltre ogni ragionevole dubbio.

Fonti:

D. Bach, La Madonna di La Salètte, Strasburgo, 2010
J. Fernandes e F. D’Armada, The apparitions of Fatima and the U.F.O. phenomenon, 2006
C. Malanga, R. Pinotti, I fenomeni B.V.M.: le apparizioni mariane in una nuova luce, Milano, 1990


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3 commenti:

  1. Come sono abili negli inganni! Il vero problema è che trovano sempre qualcuno che da loro retta! Ciao

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  2. Poniamo il caso che gli alieni siano molto più longevi di noi....quindi magari eventi che si sono svolti nel nostro "lontano" 1846 per queste creature potrebbero essere eventi dell'altro ieri...ciò che per noi sembra un distillicidio di eventi sporadici, di profezie lontane e misteriose non sono altro che un serrato preparativo di invasione.

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    1. Sì, Ghigo, viviamo in un mondo che è tutto un inganno.

      Matteo, la Tua è ipotesi più che plausibile. E' un'invasione silenziosa che assume la forma di una lenta, subdola infiltrazione, un'operazione cavallo di Troia.

      Ciao

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