26 marzo, 2016

Simboli allotrii



I simboli sono molto più che l’unione di un’immagine con un significato: così non sorprende se essi si possono rintracciare anche in contesti “esterni”. Non solo, alcuni degli emblemi diffusi nella cultura umana sin dai tempi più lontani potrebbero avere una genesi allotria.

Whitley Strieber nel libro “Communion” ricorda che il triangolo è “simbolo comune dei visitatori”. Scrive l’autore: “Buckminster Fuller, nell’autobiografia, lo definì la ‘pietra fondamentale su cui poggia l’universo’. In molte tradizioni più antiche il triangolo simboleggia la crescita. Comprenderne il significato è risolvere l’enigma della Sfinge, è capire perché la piramide sia il segno della vita eterna. G. I. Gurdjeff lo collega alle tre grandi potenze della creazione e naturalmente è connesso alla Trinità”.

Il triangolo è – come è ovvio – associato al numero tre che rappresenta l’essere nel suo divenire e nel suo ritorno a sé stesso, attraverso il superamento della dualità. Quando la dualità consegue l’armonia, forma la triade, quando due forze opposte si trovano in equilibrio, danno origine ad una terza forza, ad un processo di emanazioni.

Alcuni rapiti hanno scoperto sulle loro braccia o in altri parti del corpo dei segni a forma di triangolo. Forse privi di qualsiasi funzione pratica, sembrano una sorta di stigma o di sigillo. In alcuni casi, ad esempio quello del Dottor X, un fisico francese la cui singolare esperienza di contatto fu studiata da Aimé Michel, il triangolo isoscele circoscrive l’ombelico: il colpo d’occhio è notevole, perché la figura geometrica attorno all’omphalos richiama l’occhio onniveggente che non è solo simbolo sublime relativo alla divinità, ma pure icona di Saturno, il plumbeo pianeta delle malefiche stirpi.

Un’altra icona scorta talora da contattati e sequestrati è quella del caduceo. Era il 3 dicembre del 1967, ore 2:30, Ashland, Nebraska, U.S.A. L’agente di polizia, Herbert Schirmer, vide un disco volante a forma di palla ovale, provvisto di un anello esterno a somiglianza del pianeta Saturno. L’oggetto poggiava con tre gambe sul ciglio dell'autostrada. Ulteriori particolari sull’esperienza furono resi noti sei mesi dopo, durante il trattamento ipnotico condotto da uno specialista, il dottor L. Williams. Sotto ipnosi, Schirmer raccontò che egli era sceso dall’auto per indagare, allorquando esseri umanoidi gli si avvicinarono e lo paralizzarono con un gas verdastro. Gli alieni gli rivelarono che essi provenivano da un’altra galassia: erano approdati sulla Terra per evitare che gli umani distruggessero il pianeta. Infine le creature lo portarono a bordo dell' U.F.O. L'uomo si risvegliò in una stanza non molto grande, provvista di oblò, di schermi simili a monitor e di due sedie dallo schienale triangolare. Gli alieni erano alti un metro e mezzo, indossavano uniformi attillate color grigio argento, avevano crani piccoli ed una specie di corta antenna che usciva da una parte delle loro teste, portavano cinture nella cui fondina tenevano una pistola a gas simile ad una torcia. Avevano guanti e calzavano stivali. Sui larghi petti portavano un emblema simile a quello dell'antico serpente attorcigliato, il caduceo di cui parla anche Daniel Fry. La pelle dei loro volti era bianco-grigia, terrea. Gli extraterrestri avevano sottili sopracciglia allungate e grandi occhi a mandorla simili a quelli dei gatti. I loro nasi erano più grossi dei nostri; la loro bocca era priva di labbra.

Il caduceo è stato recentemente associato al DNA. E’ figura diffusa tra i Sumeri presso cui è abbinato al dio Enki, fratello e rivale di Enlil. Enki è reputato il nume della genetica, scienza che ci conduce dritto dritto verso la Bibbia e verso ancestrali manipolazioni-degradazioni. Uno sguardo acuto sul passato potrà illuminare il futuro, se siamo ancora in tempo.

Per approfondire: Apocalissi Aliene, Communion, Posti fuori posto

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