Il 23 giugno 2016 si è svolto il referendum per la secessione del Regno Unito dall’Unione europea (U.e. sta per Unione energumeni), il Superstato tirannico. Certamente siamo compiaciuti per il risultato della consultazione che ha decretato l’emancipazione del Regno Unito, ma sopitisi gli entusiasmi del momento, bisogna cercare di comprendere sia il vero significato di questo successo sia i possibili scenari futuri. Formuliamo tre ipotesi a proposito di quanto accaduto.
1) La scissione è un avvenimento del tutto indipendente dalla volontà della feccia mondialista, in grado di sovvertirne i piani e di creare dei problemi, per lo meno dei rallentamenti all’agenda delle sedicenti élites.
2) Lo scisma è un fatto estraneo ai progetti dei globalizzatori, ma che essi riusciranno in qualche modo a ricondurre entro il percorso da loro tracciato.
3) La defezione britannica è inscrivibile nel disegno della marmaglia che, ad esempio, nell’immediato ha ottenuto di drenare capitali dall’economia finanziaria (un’economia finta con le speculazioni, le transazioni sui titoli di debito, obbligazioni, azioni etc.), a favore di quella reale, con l’aumento del prezzo del greggio e dell’oro. L’uscita del Regno Unito potrebbe anche creare i presupposti adatti, a mo’ di bilanciamento, per l’adesione all’Unione europea dell’inaffidabile Turchia.
Ci auguriamo che Nigel Farage e gli altri intrepidi difensori delle patrie in tutto il pianeta, abbiano una visione politica lungimirante e scaltrita: la secessione deve essere solo il primo passo per rivendicare una reale autonomia, poiché è poi necessario uscire dalla N.A.T.O., dall’O.N.U. e dalle altre organizzazioni internazionali che pilotano i destini dei vari paesi. Solo in questo modo si può sperare di sganciarsi dal controllo globale, di por fine al signoraggio bancario ed alle mortali operazioni di geoingegneria clandestina.
Anche se la Costituzione italiana non contempla referendum inerenti a trattati internazionali, se si affermasse una reale determinazione, sarebbe possibile trovare qualche espediente per superare l’impasse; si potrebbe modificare l’articolo che non consente consultazioni in merito. D’altronde alcuni articoli della Carta costituzionale non sono già stati “emendati”?
Esiste il rischio che Londra, una volta abbandonata l’esecranda Europa, sia attratta nell’orbita di Washington. Viene in mente che in “1984” di Orwell, Oceania, una delle superpotenze mondiali, comprende il continente americano, l’Australia, la Nuova Zelanda, la parte centro- meridionale dell’Africa nonché l’Irlanda ed il Regno Unito. Oceania ha per capitale… Londra
E’ poi ineludibile che gli indipendentisti si oppongano in modo strenuo a tutte le iniziative che promuovono la digitalizzazione dell’identità, dei rapporti socio-economici, (sono un cavallo di battaglia del Movimento cinque stalle, falsi fautori della libertà). Se dunque non si agirà nella direzione opposta a quella seguita dal Governo sinarchico, in ogni ambito (tecnologia, attività produttive, istruzione, salute, media, ambiente...), il trionfo britannico rischia di essere una vittoria di Pirro.
1) La scissione è un avvenimento del tutto indipendente dalla volontà della feccia mondialista, in grado di sovvertirne i piani e di creare dei problemi, per lo meno dei rallentamenti all’agenda delle sedicenti élites.
2) Lo scisma è un fatto estraneo ai progetti dei globalizzatori, ma che essi riusciranno in qualche modo a ricondurre entro il percorso da loro tracciato.
3) La defezione britannica è inscrivibile nel disegno della marmaglia che, ad esempio, nell’immediato ha ottenuto di drenare capitali dall’economia finanziaria (un’economia finta con le speculazioni, le transazioni sui titoli di debito, obbligazioni, azioni etc.), a favore di quella reale, con l’aumento del prezzo del greggio e dell’oro. L’uscita del Regno Unito potrebbe anche creare i presupposti adatti, a mo’ di bilanciamento, per l’adesione all’Unione europea dell’inaffidabile Turchia.
Ci auguriamo che Nigel Farage e gli altri intrepidi difensori delle patrie in tutto il pianeta, abbiano una visione politica lungimirante e scaltrita: la secessione deve essere solo il primo passo per rivendicare una reale autonomia, poiché è poi necessario uscire dalla N.A.T.O., dall’O.N.U. e dalle altre organizzazioni internazionali che pilotano i destini dei vari paesi. Solo in questo modo si può sperare di sganciarsi dal controllo globale, di por fine al signoraggio bancario ed alle mortali operazioni di geoingegneria clandestina.
Anche se la Costituzione italiana non contempla referendum inerenti a trattati internazionali, se si affermasse una reale determinazione, sarebbe possibile trovare qualche espediente per superare l’impasse; si potrebbe modificare l’articolo che non consente consultazioni in merito. D’altronde alcuni articoli della Carta costituzionale non sono già stati “emendati”?
Esiste il rischio che Londra, una volta abbandonata l’esecranda Europa, sia attratta nell’orbita di Washington. Viene in mente che in “1984” di Orwell, Oceania, una delle superpotenze mondiali, comprende il continente americano, l’Australia, la Nuova Zelanda, la parte centro- meridionale dell’Africa nonché l’Irlanda ed il Regno Unito. Oceania ha per capitale… Londra
E’ poi ineludibile che gli indipendentisti si oppongano in modo strenuo a tutte le iniziative che promuovono la digitalizzazione dell’identità, dei rapporti socio-economici, (sono un cavallo di battaglia del Movimento cinque stalle, falsi fautori della libertà). Se dunque non si agirà nella direzione opposta a quella seguita dal Governo sinarchico, in ogni ambito (tecnologia, attività produttive, istruzione, salute, media, ambiente...), il trionfo britannico rischia di essere una vittoria di Pirro.
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Entusiasmi del momento. Apparente 'uscita di sicurezza' inaugurata dagli Inglesi. Ma è un'illusione del momento. Come ben dici, si tratta solo di un rallentamento del piano globalizzatore. E per giunta effimero.
RispondiEliminaSono certo che l'uscita dalla Matrix di cui l'UE non è che un tassello, se per qualcuno avverrà, si farà in altro modo.
Concordo. La fine del sistema passa per altre vie, non solo storiche, ma anche metastoriche.
EliminaCiao
La sriria non mente mai, gli albionesi si sono sempre creduti i padroni del mondo, lo hanno fatto con le loro successioni al trono, hanno creato la loro religione protestante staccandosi da Roma, hanno fatto scorribande in tutti i mari con pirati legalizzati, hanno reso schiava la Cina con la droga distruggendo un Impero millenario, hanno sovvertito la cultura Giapponese, sono stati fautori del declino Borbonico in quel delle Due Sicilie, regalando a un pezzente un intero stato.
RispondiEliminaCon il loro "Commonwealth" hanno fatto delle alchimie geopolitiche unioni federate per costituire Stati; unioni di Stati sovrani; repubbliche; monarchie democratiche costituzionali da far digerire ai loro sudditi.
Non illudiamoci, il loro piano è oscuro, la loro democrazia è solo la facciata di quello che vogliono far trasparire.
Una domanda è d'obbligo: come può una isola posta al nord del mondo interferire in tutti gli Stati del mondo USA in primi s, ma anche la parte inglese del Canada, il Sud-Africa, "l'aliena" Australia e vari altri stati dove hanno la loro ingerenza.
David William Donald Cameron è, inoltre, diretto discendente del re Guglielmo IV d'Inghilterra, questo non è saltato agli occhi di nessuno; credo che la sua mossa sia stata proverbiale, difatti si è subito defilato rassegnando le sue dimissioni, noi conosciamo solo la facciata di quello che è avvenuto, nonostante sia stato tirato per la giacca da tutte le componenti politiche di rimanere nel suo incarico di primo ministro ma, se le è data a gambe.
Non tutto quello che appare è! Naturalmente io sono un "complottista" senza ragione di credito.
Ciao
Errata corrige: non "La sriria" ma, La Storia.
Elimina"Noi conosciamo solo la facciata di quello che è avvenuto". E' sempre così. Bisognerebbe addentrarsi nei labirinti del potere per conoscere i piani reconditi della gentaglia. "La storia non ufficiale è l'unica vera storia ed è vergognosa", scrive Balzac. Come dargli torto?
EliminaLondra, Washington, Roma (Vaticano), Gerusalemme sono centri decisionali influentissimi, ma perché non aggiungere Mosca, Pechino, Berlino, Canberra etc.?
Ciao
Risiedendo a Londra dal 2003, ecco la mia percezione del Brexit.
RispondiEliminaFino a un mese prima del voto l’evento era totalmente avulso dalla memoria collettiva, non se ne parlava proprio, a differenza della macchina di fuoco della propaganda che si era scatenate x la proposta secessione scozzese. Io mi aspettavo infatti un qualche trattamento punitivo nei confronti della sterlina per riportare all’ordine i riottosi britannici, un po’ come era successo con lo spread nei confronti dell’Italia, ma tutto si e’ svolto invece con toni ovattati e senza scontri su contenuti e programma.
La discesa in campo di Boris Johnson, sindaco tory uscente di Londra, a favore dell’out aveva tutta la puzza della opposizione controllata. Johnson e’ un membro dell’elite che per giunta ha vissuto lunghi anni a Bruxelles e quindi era troppo organico al sistema UE x poter essere considerato seriamente oppositore. La sua entrata in scena serviva a usurpare i risultati del lavoro di Farage che, pur avendo preso 4 milioni di voti alle ultime politiche in virtu’ del barocco sistema di attribuzione dei seggi ai Commons aveva 1 solo deputato.
Ribadisco che in nessun momento si e’ avuta la percezione che questo referendum fosse importante. C’erano appena state le elezioni amministrative locali e tutta l’attenzione era concentrata su comuni e contee.
I dibattiti in tv sul referendum improvvisati all’ultima ora erano soporiferi. L’attenzione pubblica scarsa. Due settimane prima del voto hanno cominciato a far sfilare tutte le celebrita’ della tv, dello sport e della musica, tutte unanimi nel dichiararsi pro Europa. Come gia’ visto in altri frangenti (come in Francia nel corso degli scioperi del mese scorso) la notte prima delle elezioni si e’ abbattuta nel sud dell’Inghilterra una pioggia torrenziale che e’ durata 12 ore e che ha fatto saltare buone parte della rete di trasporti, con l’ovvio intento di ridurre l’affluenza alle urne. A Londra chiuse tutte le principali stazioni, con scene apocalittiche di gente disperata. Malgrado cio’, affluenza massiccia e vittoria del partito dell’out.
Tuttavia, e qui vale la pena di soffermarcisi, il partito vittorioso non ha alcun progetto x implementare questa uscita, i piu’ perplessi della vittoria sembrano loro. Neppure hanno tripudiato! Farage si e’ gia’ rimangiato tutto, prevedendo che ci sara’ senz’altro la recessione in UK ma x fatti non attribuibili al Brexit. Johnson ancora non ci ha fatto sapere quale e’ la linea della parte riottosa del partito conservatore alla cui testa si e’ autonominato.
Si preannunciano tempi di vacche magre e di aumenti a raffica, visto che qui non si produce alcunche’. La HSBC e altre corporation parlano di tagliare organici alla City e di spostarsi a Parigi. Le compagnie aeree britanniche preannunciano ondate di rincari perche’ non potranno piu’ beneficiare dei piani tariffari riservati ai membri UE sugli accordi di volo. Gli agricoltori, x voce del capo della locale coldiretti, scoprono che nn percepiranno piu’ sussidi….e cosi’ via, in una pletora di situazioni che inducono molti a chiedersi cosa abbiano fatto. Gli effetti saranno pesanti. La sterlina, contrariamente a quanto falsamente titolano in Italia, non e’ stata punita, xche’ nn ha affatto raggiunto la parita’ con l’euro come nel 2008 durante la crisi dei derivati ma e’ solo scesa da 1.30 a 1.24 contro l’euro (fonte xe.com, usato a wall street).
Questo voto ha una funzione puramente distruttiva priva di qualunque progettualita’ alternativa. Facile prevedere che verra’ strumentalizzato, in che direzione non so.
Un voto di stizza perche’ ci si ritiene ancora i protagonisti della scena mondiale, ecco cosa e’ stata la molla di questo risultato vuoto di contenuti.
Ho dimenticato di menzionare il singolare omicidio della parlamentare Jo Cox, caso curioso in cui i familiari intervistati al suo funerali se la ridevano tutti garruli, che avrebbe dovuto provocare una ondata di indignazione pro UE e che e' scivolato nella indifferenza generale. La regina avrebbe invece dato a intendere, nel corso di una pubblica cena, di essere tra coloro che non considerano necessari vincoli con la UE. Ma le acque sono davvero torbide xche' tra i frondisti anti UE si annoverano alcuni esponenti di spicco delle elite britanniche.
RispondiEliminaVedi un po' qua: (ma pensa, chi l'avrebbe detto...ahahahah):
RispondiEliminahttps://fitzinfo.wordpress.com/2016/06/25/brexit-another-zionist-dialectic/
@Paolo, direi che Tim di Fitzinfo ha centrato il punto. Che il referendum per lasciare l'Europa fosse un anelito alla indipendenza e al ritorno alla sovranita' nazionale era una semplificazione grossolana.
EliminaInsomma, è come in una casa da gioco dove a vincere è sempre il banco. Credo che l'ipotesi n.3 sia la più plausibile: lo stesso Farage, pur tenace ed impavido, non ha una visione politica di ampio respiro. Crede ancora che l'Unione energumeni sia egemonizzata dalla Germania; non ha compreso i disegni del Governo unico MONDIALE, in un pianeta che non è multipolare.
EliminaCiao
Ma Farage è anche lui pilotato non ricordo più da chi. Forse da qualche Loggia e fa solo scena. Trattasi di opposizione controllata, altrimenti l'avrebbero già fatto fuori. E' tutto un gioco sporco dall'A alla Z. Mai l'Umanità aveva raggiunto un simile livello di corruzione.
EliminaHanno tentato di eliminarlo già due volte. Forse è controllato da una loggia in conflitto con altre. Ahinoi, non è in corso una lotta tra il bene ed il male, ma tra male maggiore e male minore.
EliminaCiao
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