10 luglio, 2016

Geometrie



E' istruttivo approfondire le dinamiche dei rapporti umani attraverso lo studio dei dialoghi e delle conversazioni.

Quando gli interlocutori sono più di due, la geometria si complica: le rette bidirezionali si segmentano, si formano triangoli, quadrilateri, poligoni di colloqui, ma sono poligoni in perenne cambiamento con i lati che si allungano, si accorciano, si flettono. Ostacoli di varia natura spezzano le linee: ora è l’indifferenza ora l’incapacità di immedesimarsi nell’altro ora l’egocentrismo. Ognuno ascolta sé stesso, insegue con la mente i fili dei suoi pensieri cui annoda ogni tanto un frammento di locuzione altrui, se fa alla bisogna. Le frasi sono righe parallele: quasi mai convergono verso altre espressioni.

Tra due talora la domanda ignora la risposta o la contiene; in tre o più gli enunciati si allineano su diversi livelli. Visti dall’alto o dal basso sembrano intersecarsi, ma percepiti di lato, si nota che sono divisi. Lo spazio fra i locutori è vuoto, è una realtà senza dimensioni. L’incomunicabilità è l’essenza della comunicazione.

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APOCALISSI ALIENE: il libro

2 commenti:

  1. Il modo in cui ci si esprime rivela molto della psiche umana. Fin dal XVIII° viene avvertito da alcuni filosofi uno spostamento d'accento tra avere ed essere tramite un crescente uso di sostantivi e un decrescente uso di verbi. Esprimere un'attività mediante l'avere connesso ad un sostantivo risponde ad un uso erroneo del linguaggio, dal momento che processi e attività non possono essere posseduti; si può soltanto farne l'esperienza.

    Du Marais ha formato con estrema precisione il problema nella sua opera, data alle stampe postuma, nel 1769, Les veritables principes de la grammaire. Scrive Du Marais: "In questo esempio, io ho un orologio, l'io ho deve essere inteso nell'accezione propria del termine; ma nell'espressione io ho un'idea, l'io ho viene usato soltanto per imitazione. Si tratta di un'espressione presa a prestito. Io ho un'idea significa io penso, io concepisco in questo o quest'altro modo. Io ho un'aspirazione significa io desidero; io ho la volontà di significa io voglio, e così via."

    Un secolo dopo anche Marx ed Engels in Die Heilige Familie trattano lo stesso problema (sostituzione di verbi con sostantivi).
    Le loro critiche a "critica della critica" di Edgar Bauer comprendono un piccolo ma importantissimo saggio sull'amore, in cui ci si riferisce a questa affermazione di Bauer: "L'amore è una dea crudele la quale, al pari di tutte le divinità, aspira a possedere l'uomo tutto quanto e non è soddisfatta finché questi non le abbia sacrificato non soltanto la propria anima, ma anche il proprio essere fisico. Il suo culto è fatto di sofferenza, e la sua culminazione è sacrificio di sé, è suicidio".

    Replicano Marx ed Engels: Bauer "trasforma l'amore in una "dea" e in una "dea crudele", trasformando così l'uomo innamorato ovvero l'amore dell'uomo nell'uomo d'amore; Bauer in tal modo separa l'amore come una entità distinta dall'uomo e la rende indipendente". Nel passo in questione Marx ed Engels richiamano l'attenzione sull'aspetto di maggiore importanza dell'uso del sostantivo al posto del verbo. Il sostantivo "amore", il quale non è che una astrazione indicante l'attività di amare, viene a essere separato dall'uomo; l'uomo innamorato diviene l'uomo d'amore; l'amore diventa una dea ATTRAVERSO la quale l'uomo può amare ed è in questo istante che l'uomo cessa di amare, è un processo di alienazione in cui egli è in rapporto soltanto con la sua capacità di amare attraverso la sottomissione alla dea Amore. L'uomo ha cessato di essere individuo ATTIVO, SENZIENTE, per diventare l'alienato adoratore di un idolo.

    E' la follia in cui l'umanità viene tenuta imprigionata da secoli.

    Ciao

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    1. Commento molto interessante ed istruttivo.
      Un esempio emblematico della decadenza del linguaggio sempre più orientato verso l'egocentrismo ed il solipsismo dell'incomunicabilità è dato dall'attuale abitudine di dire: "Ho fatto un sogno". Gli antichi solevano ripetere "Ho avuto o ho ricevuto un sogno". Erano gli dei gli agenti delle esperienze oniriche e non gli uomini.

      Ciao

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