17 settembre, 2016

Vacuum

“Come hai trascorso le vacanze?” La domanda che denota la reciproca indifferenza ora che le vacanze sono finite. Che cos’è la vacanza, se non un vuoto riempito con beceri divertimenti, con estenuanti viaggi e tediose villeggiature? Vacanza, vacuum, quando le ore corrono con lentezza indicibile a sancire la perfetta inanità di un tempo senza tempo.

Una volta in inglese le vacanze erano holidays, "giorni sacri", "consacrati", oggi per lo più sono vacation, vuoti a perdere. Il vuoto non è il nulla, ma quello spazio che invano tentiamo di colmare, mentre sempre più si allarga. Non è il “vuoto” siderale e neppure quello della materia solida, pieni di energie e di particelle virtuali, ma la mancanza di senso, di finalità, l’assurdo in cui si bloccano i gesti quotidiani, piatti fotogrammi.

Azioni inerti, movimenti frenetici che non seguono alcuna direzione... il vuoto dei giorni spalancati sul pozzo della notte. Vacuità e vanità di vite simili a teche dal telaio ben connesso, dal cristallo diafano, ma vuote.

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2 commenti:

  1. Un vuoto che sembra pieno. Il tutto, sotto la spietatezza dell'estate.

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    Risposte
    1. Sì, un horror vacui in un mondo sempre più orrido.

      Ciao

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