29 dicembre, 2016

Visioni del Paradiso e dell'Inferno




Più vivo intensamente la vita e più mi interrogo sull’enigma della morte. (J.K.)

Sono sempre più nutrite le testimonianze circa le cosiddette esperienze di pre-morte: in quasi tutti i resoconti i “redivivi” riferiscono di essersi inoltrati nel Paradiso e, non di rado, nell’Inferno. Sulle near death experiences, sulla loro natura e circa i loro addentellati con vissuti esplorati all’interno della Letteratura e persino dell’Ufologia, abbiamo disquisito in diverse occasioni (si veda infra); qui vorremmo, però, porre un quesito cruciale: è possibile che tali percezioni, pur nel notevole grado di realtà esperito, siano raffinati inganni alieno-arcontici? In altre parole, ha ragione chi opina che, dopo la morte, ci attenda il nulla o un sonno profondissimo in attesa della risurrezione? Lo spettacolo dell’Empireo e, di converso, dello spaventevole Tartaro potrebbero inculcare un senso di soggezione nei confronti del destino ultraterreno, rincalzando un’etica fondata non su un reale spirito di abnegazione, ma sul timore del giudizio: ne consegue una morale eterodiretta nonché una forma di controllo.

I cristiani dovrebbero sapere che la dottrina dell’immortalità dell’anima è estranea al Cristianesimo delle origini: oggi, tale concezione, mutuata da credenze e filosofie elleniche ed orientali, coesiste - in modo contraddittorio e senza che i fedeli se ne accorgano - con la fede nella rinascita nel giorno del Giudizio universale. Si ricordi, ad esempio, che la preghiera “L’eterno riposo” descrive proprio uno stato post mortem di insensibilità, escludendo una continuazione dell’esistenza in un ipotetico aldilà.

Purtroppo di fronte ad una questione fondamentale, una questione che riguarda tutti, abbiamo solo indizi frammentari ed ipotesi non verificabili. La sincerità di coloro che hanno varcato la soglia è indiscutibile; il radicale cambiamento di prospettiva, palingenesi che connota il loro percorso terreno pure. Tuttavia, un po’ come Cartesio, restiamo sempre con il dubbio che un demone possa aver architettato la frode.

Sfortunatamente né i numerosi libri né i documentari sul tema fugano le perplessità, anzi – e ciò vale per tutti gli interrogativi abissali – quanto più si approfondisce il soggetto, tanto più aumentano le domande che sorgono dalle antinomie in cui ci si imbatte.

Nel caso di un problema tanto vitale (e mortale), seguitiamo a reperire solo risposte parziali, ambigue ed insufficienti, quando avremmo bisogno della RISPOSTA.

Approfondimenti:

- Truman Cash ed il destino dell'anima, 2014
- Che cosa succede dopo la morte?, 2011
- Le esperienze di pre-morte nell'ambito dell'Ufologia, 2009

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APOCALISSI ALIENE: il libro

27 commenti:

  1. Io penso che ne vedremo delle belle' Dio sa quel che fa: é un grande, che dico, un IMMENSO, infinito,sconfinato...enigma. Ma altroche' se esiste. Ne vedremo delle belle ;-)

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  2. Le alternative sono sempre e solo due: il dubbio e la fede.

    Benché il dubbio può essere assimilato a un addentrarsi, con un debolissimo chiarore tra le mani, in una stanza tenebrosa, la fede costituisce invece un salto nel buio con la speranza che in fondo ci sia una superficie morbida, e non un pavimento di pietra.

    Le esperienze di pre-morte, per quanto testimoniate da più persone, si riducono sempre all'ambito soggettivo. Inoltre, come possiamo sapere se le suddette esperienze non siano solamente episodi che avvengono in situazioni "limbiche" tra la vita e la morte, ma non occorrano quando la morte è definitiva?

    Possiamo solo affidarci a supposizioni, elucubrazioni, idee personali. Oppure fare un atto di fede, che sia nei confronti di un Creatore, di un ente più o meno scientifico, di qualche guru New Age o chicchessia.

    Quello che poi ci ritroviamo ad affrontare è l'aberrante realtà quotidiana.

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  3. Citazione:
    è possibile che tali percezioni, pur nel notevole grado di realtà esperito, siano raffinati inganni alieno-arcontici?

    Ebbene sì! Ne abbiamo già parlato in diverse occasioni; Oltre a controllare il mondo fisico, gli Arconti e/o Anunnaki controllano anche il mondo astrale, così la morte non è una soluzione, ironia della sorte, la vita può invidiare i morti, ma i morti invidiano i vivi.

    Il fatto è che la realtà virtuale imposta dagli arconti tiene imprigionata la vera luce usando lo strumento della paura, della povertà, della solitudine, malattia, morte, perdita di persone care, pregiudizio, incapacità e altre preoccupazioni.

    Questi ingredienti sono quelli che li costituiscono; la vera trappola per gli esseri di luce a cui noi apparteniamo in questa prigione, sono tutte le principali religioni, vecchie e nuove, sono state sponsorizzate da agenti delle tenebre o sono state successivamente infiltrata da loro, ed i messaggi originali sono stati danneggiati.

    Ciao

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    1. Che tutto sia sotto controllo degli Arconti mi sembra una petizione di principio, in pratica una affermazione di tipo assiomatico. Questo non è possibile: il loro potere, per quanto grande, è pur sempre limitato.
      Vengono descritte invece diverse NDE di levatura notevole. Esperienze attraverso le quali certi moribondi rasentano l'identificazione con l'Uno. Traguardi spirituali cui in molti hanno agognato tutta la vita senza mai riuscirci.

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    2. Sì, alcune esperienze denotano un particolare afflato mistico.

      E' il caso di chiosare "Chi morrà vedrà?".

      Grazie a tutti dei commenti sempre molto calzanti e profondi.

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    3. Sì, la questione è più aperta che mai. Forse l'esperienza di pre-morte più complessa e significativa è quella di Eben Alexander.

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    4. Ciao Wlady, sono d'accordo con te; adombro una ipotesi: e se facessimo parte di una "catena alimentare cosmica" nella quale noi (entità psicofisiche) veniamo trattati alla stessa stregua di come noi trattiamo le piante infestanti? in questa visione possono entrare gli Arconti (ma a loro volta trattati da piante infestanti da altre entità ancora più evolute).
      Una ipotesi, solo un'ipotesi, e come tale del tutto opinabile. Solo così riesco a spiegarmi l'ambiguità della vita che ha fatto dire a Shakespeare "essere o non essere, questo è il problema! Come anche il lapidario E. Trismegisto "Come in alto, così in basso!", e così a seguire...
      Ciao a tutti, e grazie per queste profonde riflessioni, senza le quali mi sembra di vivere inutilmente!
      Vi segnalo un libro che ha segnato la mia vita: http://www.gianfrancobertagni.it/materiali/vedanta/iosonoquello.doc

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  4. Zret ti consiglio vivamente di leggere il libro di Michael Newton del 1996 e oggi in ristampa

    https://www.ibs.it/viaggio-delle-anime-studio-sulla-libro-michael-newton/e/9788897688914

    L'autore che utilizza l'ipnosi per capire cosa succede tra una vita e l'altra e, che dopo 29 casi fa pensare al lettore che l'aldilùà sia qualcosa di meraviglioso, nelle conclusioni adombra al fatto che le reincarnazioni siano finalizzate all'evoluzione di entità superiori a noi. Magra consolazione ...

    Di fatto molte persone morte sono apparse ai propri cari nei morti, e parlano che l'aldilà è completamente diverso da come ce lo immaginiamo.

    La domanda è dunque: come vivere la vità? Fare in modo che sia tutta una sorpresa (incluso l'aldilà) oppure elucubrare cosa ci aspetta. Sicuramente i primi vivono meglio, tuttavia alcuni ...

    Ciao

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    1. Errata (sorry)

      Di fatto molte persone morte sono apparse ai propri cari nei sogni, e parlano che l'aldilà è completamente diverso da come ce lo immaginiamo.

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  5. Vorrei concludere con questa massima che trovo centrata rispetto al nostro discorso

    https://i1.wp.com/www.maurizioblondet.it/wp-content/uploads/2016/12/seguire-corrente.jpg

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    1. Ciao Ron,

      grazie della segnalazione. Appena possibile, mi procurerò il libro che mi consigli. Certo che la prospettiva della metempsicosi non mi entusiasma affatto. Trasmigrare di vita in vita, di mondo in mondo per evolvere o per ripetere sempre lo stesso copione.

      Posso chiosare anch'io con un aforisma: La morte è l'enigma e la risposta.

      Ciao

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  6. Sono tra quelli che hanno vissuto un'esperienza di premorte, non tanto tempo fa. Cosa è accaduto? E' presto detto...

    Ad un certo punto ho visto tutto nero ed ogni suono è scomparso. In definitiva era il nulla e sapevo che il cuore si era fermato. In quegli istanti, che per me sono stati pochi secondi, ero consapevole: quella era la morte. Ero trapassato. Una valanga di pensieri si affollarono nella mia mente ed il punto focale era uno solo: non potevo ancora per tutta una serie di motivi che elencai velocemente. Provai a chiamare mio fratello, ma non riuscivo a proferire parola e, nel momento in cui ormai mi ero rassegnato a quello stato, il cuore tornò a battere e tornai alla vita. Era la notte del 6 ottobre 2016.

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    1. Quindi la questione resta aperta. Non ho visto nessuna luce. Perché? Non lo so.

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    2. Indirizzati all'esoterismo, in particolare alla Teosofia; Leggi "La vita dopo la morte" di
      Charles W. Leadbeater.

      Per meglio capire e integrare questi concetti, leggi "Il Piano Astrale" sempre di Charles W. Leadbeater. Si tratta di libri scaricabili gratuitamente in formato ebook o pdf. Spero ti siano d'aiuto, per lo sono stati molto, diciamo che mi hanno permesso di integrare molti concetti con altri che già avevo assimilato. Saluti.

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  7. Molti indizi davvero lascerebbero intendere essere questo transito un puro passaggio dimensionale dalle variabili assai difformi e tutte estremamente probabili ma non per tutti sperimentabili alla stessa maniera. Indubitabilmente la rete arcontica si stende anche al di la della soglia, altrimenti che valenza avrebbero i famigerati Guardiani della stessa? Le istruzioni rituali delle lamine orfiche servivano come orientamento al defunto affinche' potesse oltrepassare la frontiera evanescente, peraltro medesime caratteristiche presenta la stessa liturgia gnostica o della civilta' Aria dove nelle Upanishad si richiama all'attenzione costante da esercitare nell'attuale piano dimensionale, poiche': "con ogni sforzo occorre purificare questo pensiero...si diventa cio' che si pensa, questo e' l'eterno mistero". L'intuizione positiva e' sempre chiarificante, ognuno poi e' occasionalmente riverberato da convincenti suggestioni che a volte sembrano proiettare oltre la dimensione finita l'approdo ulteriore della nostra inconoscibile essenza interiore. Il massimo freno alla comprensione sarebbe dunque costituito dalla maschera che qui rivestiamo. Una prescienza di Luce esistente oltre il mero spettro di frequenze offerto dalla materia sarebbe connaturato alla nostra identita' profonda; ed a questa benevola premonizione bisognerebbe orientare i nostri passi alquanto malfermi. Non si tratterebbe tanto di "fede' quanto di risveglio dell'istinto superiore. La Luce preesistente quaggiu' e' invisibile e puo' davvero essere percepita come "nube di non-conoscenza" cosi' la defini' la mistica medievale ancora innervata da sicure quanto arcaiche correnti sapienziali. Scusate la prolissita' ma l'argomento sollevato coinvolge tutto me stesso. Qui sembriamo sempre piu' esiliati a noi stessi. Come trovare orientamento di la se qui anche si rimane prevalentemente smarriti? E' esistita una formazione integrale della persona. Il fatto che noi non possiamo assolverla pienamente questo forse costituisce di per se' la prova di una "possibilita' metafisica" aggiunta alla nostra disperazione di moderni. Sono sempre piu' convinto che nella sensibilita' animica scorra come una linfa predisposta a nutrire ogni possibile germogliazione dell'essere in altri piani dell'esistenza. Da qui originerebbe l'estrema criticita' legata al tempo presente. Il male..il Male Assoluto..e' il disseccamento dell'identita' propriamente Furiosa nell'uomo. Non parlo di malcontento o incazzature feroci..di quelle distonie rabbiose..il Furor e' una qualita' lirica, e' il nerbo dell'identita' tragica che permette di "fondere" le barriere di questa sempre piu' assurda prigionia cosmica. Non si tratta di un genralizzato e sdolcinato "risveglio poetico"..ma di fatto proprio di tale risveglio si tratterebbe ma emblematizzato nella sua accezione Originaria..

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  8. E' la sostanza del II Frammento degli Oracoli Caldaici..che e' meraviglioso nella sua potenza evocativa..lo riporto.."Completamente rivestito del colmo di una luce risonante, armato anima e mente di una forza come spada tricuspide, getta nel cuore il simbolo della molteplicita'come un grido di guerra-non aggirarti per canali di fuoco disperdendoti, ma concentrandoti". Ecco, estinguere questa "concentrazione" -supremamente poetica- e' l'azione corrosiva del male i cui supporti sono i medesimi sopra i quali noi ora scriviamo..ed altri ancora..la dissolvenza di tale tensione spirituale e' il Pericolo. E' questa tensione a determinare la saldezza negli affetti, il radicamento dell'uomo alla sua identita' altrimenti destinata a divenire indistinta larva alimento di altre larve. Fuori di tutto cio' che senso ha il tutto? Un domani vorro' tuffarmi come il dipinto votivo di Paestum e spero tutti voi..spero in molti potremo ancora tuffarci "felici" in correnti ignote. Buon Anno

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  9. Non è facile districarsi, Giovanni. La vita ha un senso o non lo ha. Anche la morte acquisisce senso solo alla luce del significato assunto dell'universo nel suo complesso in tutte le sue sfaccettature, anche quelle più ininfluenti.

    Sì, il dipinto votivo è uno straordinario messaggio, un viatico verso un oltre che è oltre ogni definizione.

    Ciao

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    1. Siamo abituati a dare nomi a tutto e fissare limiti e confini anche dove non ce ne sono. E se il famigerato passaggio non fosse altro che un naturale fluire da una dimensione all'altra? Forse abbiamo dato troppo peso (ed aspettative) alla parola vita e troppo poco (ed ansie e timori) alla morte. Resta di fondo l'incredibile destino collettivo di ogni essere umano. Il samshara ci attende, la grande ruota, affollata di mille predatori oppure un felice ricongiungimento? Se provassimo tutti ad uscire dal determinismo e provassimo a crearci la nostra realtà? Forse il transito terrestre è solo un temporaneo impedimento alla mirabolante forza della nostra immaginazione. Ciao a tutti

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    2. Bellissime parole, Ghigo. Aggiungere qualcosa sarebbe un delitto.

      Ciao

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  10. ...si...e' la percezione viva di una potenza inesprimibile e che vive fuori del senso ordinario "dell'io sono"...estranea dunque al senso dell'ego. I frammenti intuitivi rinsaldano le nostre fratture interiori...il vuoto indistinto e' orrido e questa nuova scomposizione digitale sembra intendere precipitarvi dentro ogni cosa. Persiste ancora il nucleo poetico delle cose...credo sia il fondo maggiormente remoto dell'universo...altro che le fandonie di bosoni e affini. Sono nuovamente rimasto colpito dai frammenti caldaici. Il primo ad esempio: "c'e' un intuibile che devi cogliere con il fiore dell'intuire..." " E' il potere di una forza irradiante, che abbaglia per fendenti intuitivi. Non si deve coglierlo con veemenza, quell'intuibile, ma con la fiamma sottile di un sottile intuire che tutto sottopone a misura..." questa frase non costituisce forse il nocciolo o germoglio operativo che poi sara' presente in tutti i trattati d'alchimia? La ricerca dimensione nell'assurdo e solo in questo ha valore. Forse la tua esperienza di stasi profonda Zret e' riaffiorata prima che si squarciasse definitivamente l'opprimente velo. Forse sei stato in apnea fino alla meta' del "cunicolo oscuro" e richiamato indietro da una forza attrattiva o radicamento remoto a questa realta' prima che potesti superarne l'ultima ansa. Non sappiamo nulla. L'unica convinzione e' l'intensita' di determinate suggestioni prevalentemente affini con simboli e testimonianze di una realta' perenne che riguarda la vita dell'animo e che gli antichi tradussero esemplarmente nella caduca materia. In questa materia c'e' traccia d'impronte sovrasensibili, attorno la loro imprimitura si addensa la nostra costituzione e sopra la loro traccia si e' progressivamente sovrapposto attraverso i millenni ogni possibile ulteriore inganno o sigillo propriamente arcontico. L'inganno reiterato a piu' livelli essenzialmente mira a far smarrire da noi le tracce residuali della memoria o rammemorazione Splendente

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  11. ...e' come dice Ghigo...mentre lasciavo questo mio il suo doveva essere ancora caricato...in fondo: "il cielo e' pieno piu' di cose inique che di buone e una straordinaria guardia e' necessaria in questa immortale contesa" ...non cito la riguardevole fonte per non dare un'impressione di estrema pedanteria

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  12. Quello di Straker, piú che un'esperienza di pre-morte sembrerebbe essere stato un caso di catalessi indotto da chissà quale causa. Questo spiegherebbe l'assenza di luce o di altro che non fosse buio e immobilità. Condivido pienamente quanto cosí magistralmente illustrato da Giovanni Ranella, di cui ammiro ogni intervento e di cui, per uno di quegli strani casi, solo ora per la prima volta incrocio virtualmente il cammino.

    Personalmente ho esperito la sensazione di persistenza della consapevolezza in assenza di qualsiasi percezione del corpo fisico, e al di là anche della capacità di formulare pensieri razionali - in barba all'ottusità cartesiana del puerile "cogito ergo sum" - che in quel momento apparivano al contrario angustamente limitanti anziché apicali dell'umana condizione, come pretenderebbe invece la "scienza" che sulle elucubrazioni del gretto "cogitatore" francese a tutt'oggi si basa, e che mi ha dato la certezza - peraltro già interiormente coltivata - della possibilità di essere al di là del semplice "esistere". Le forze della dissoluzione sono oggi senz'altro preponderanti ma non è in loro potere cambiare l'essenza delle cose.

    Auguro una lieta fine d'anno e un fausto inizio a tutti.

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    1. Conosco il caso di un cittadino britannico che, a seguito di danni renali, si ritrovò sul confine tra vita e morte e visse la medesima esperienza. Difficile dire quale sia il confine tra uno stato e l'altro.

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    2. Una stretta di mano Lupo anche se virtuale il calore animico in ogni caso passa

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  13. Siamo talmente limitati dalla paura che abbiamo difficoltà in ogni dove, nonostante le innumerevoli prove ed esperienze a favore di una esistenza spirituale ed eterna siamo a tormentarci con questo dubbio. Dobbiamo avere il coraggio di abbattere cancelli e muri, strappare catene millenarie. Lasciare libera la mente di immaginare e sognare tentando con la forza del desiderio e della volontà di realizzare i sogni. L'apertura mentale deve essere totale ed attenta anche ai più piccoli segnali che la vita ci porta. Ho oltre 60 anni e 50 costellati da tante esperienze con fantasmi, defunti, esseri spirituali, spiriti guida, essenza spirituale della Terra ed incontri fisici, fino ai contatti con gli Extraterrestri e la presenza di RA in casa nel mese di Settembre del 2011. Nel 2013 per circa tre mesi me ne sono stato su un livello superiore di coscienza, da allora continuo a vivere qui con estrema difficoltà, un mondo che non mi appartiene più.
    Siamo eterni, siamo pura coscienza, impegnati in un lunghissimo viaggio verso l'UNO. Perchè avere paura ?

    N.B. A proposito dell'invio di segnali al cervello umano desidero precisare che la NATO è in grado di inviare segnali che creano "Estasi". E' necessario essere integerrimi con sè stessi e non cadere nella trappola. Si potrebbero verificare trasmissioni olografiche planetarie e/o spaziali abbinati ad Estasi di massa. Immaginatevi le conseguenze....

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