24 giugno, 2017

Changes



Quest'anno un collega è andato in pensione. Pur essendo una persona schiva, ha voluto tenere un discorso di commiato. Le sue sono state parole intense, significative, intelligenti, in bilico tra un pizzico di nostalgia per una scuola che non esiste più (non era perfetta, tuttavia...) e l’amaro disappunto per l'attuale piega presa dalla società.

Tante cose sono cambiate in poco tempo: soprattutto oggi sono in via di estinzione i docenti-intellettuali, sostituiti da giovani leve a loro agio con la tecnologia, ma con scarsa o nessuna dimestichezza con i classici, più che altro avvertiti come obsoleti, persino inutili. Platone... Chi era costui?

Ormai quasi tutti sono integrati nel sistema, senza sapere di esserlo. Lo spirito critico, l’inclinazione dialettica, l’abitudine a gustare ed a compenetrare gli autori insigni, il giudizio implacabile nei confronti del potere, qualsiasi sembianza esso assuma, sono spariti. Siamo diventati coscienziosi, acquiescenti, persino entusiasti esecutori, denti dell'ingranaggio che ci stritola, nel contempo vittime e carnefici.

Tante cose sono cambiate: anche gli allievi - spesso non è neanche del tutto colpa loro - sono differenti rispetto agli alunni delle generazioni passate. Pur non essendo malandrini, sono molto egocentrici e in particolar modo, tranne qualche eccezione, manifestano problemi cognitivi più o meno gravi. Inoltre in loro manca l’insofferenza verso le gerarchie e le istituzioni: era un atteggiamento spesso velleitario, ma indizio di uno scarto generazionale oggi assorbito dal non-pensiero unico.

Le ultime fiammelle della cultura, quella vera, non la pseudo-scienza dei negazionisti che tra l’altro disconoscono il valore del sapere umanistico, sono soffocate dall’ideologia, dall'ignoranza e dalla propaganda degli apparati del regime totalitario.

Siamo i soliti laudatores temporis acti, estimatori del buon tempo andato, nostalgici di un mondo tramontato o assistiamo ad una radicale ed irreversibile mutazione antropologica? “Ai posteri l’ardua sentenza”, osservando che forse non vivranno posteri in grado di formulare giudizi né motivati ad esprimerli.

Vietata la riproduzione - Tutti i diritti riservati

APOCALISSI ALIENE: il libro

20 commenti:

  1. Questo commento è stato eliminato dall'autore.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Ormai lo è tutto, Prank. Sopravviviamo in riserve indiane, ma fino a quando?

      Ciao

      Elimina
    2. Come viaggiatori tra i mondi... veniamo da lontano, e andremo lontano...e quindi uscimmo a rimirar le stelle!

      Elimina
  2. Questo dio che come si crede dalla bibbia , che dovrebbe aver creato il mondo e l'universo (forse) , non lo vedo per niente onesto e neanche buono , io lo definirei un falso dio , che sta prendendo in giro tutto l'umanità ormai da 2017 anni e la gente continua a crederci come dei babbei automi , e poi lo vedono anche come un entità angelica che conoscono da sempre , come se fosse babbo Natale delle favole in carne e ossa , quanto in realtà poi non ricordano nulla di questo dio

    RispondiElimina
  3. Infatti, al fine di garantirsi la funzione di costruttori di ponti, si sono inventati un dio al di fuori di noi, quando l'unico Dio che esiste è dentro di noi, la nostra Coscienza più profonda...

    RispondiElimina
  4. Questo commento è stato eliminato dall'autore.

    RispondiElimina
  5. Chi può conoscere la verità ultima sulla vita, sulla morte, sull’universo, sul destino ultraterreno, su Dio?

    Circa Dio, la risposta oggi di moda di solito è la seguente: Dio non è un essere trascendente e personale. Siamo noi Dio, nella misura in cui prendiamo consapevolezza della nostra vera natura, della possibilità di modificare gli assi del tempo e dello spazio, perché il tempo e lo spazio non esistono, se non quali determinazioni di una mente che si specchia nell’universo-ologramma per definire sé stessa, per porsi. Anche il male non esiste, se non alla maniera di limite che spinge la coscienza a superare sé stessa, a prendere coscienza con lo scopo di evolvere.

    Che delusione tante dotte citazioni, tanti brillanti nessi tra le discipline più disparate per ammannire una specie di dottrina a cavallo tra un Idealismo per i poveri ed una Fisica quantistica dai capisaldi incomprensibili agli stessi fisici. Una coscienza che deve prendere coscienza? Che idea assurda! Se è cosciente, di che cosa deve prendere coscienza? Mi viene in mente un’altra obiezione: se il tempo non esiste, che senso ha l’evoluzione della coscienza, uno sviluppo che deve giocoforza svolgersi nel tempo?

    Ciao

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Una coscienza che deve prendere coscienza? Che idea assurda! Se è cosciente, di che cosa deve prendere coscienza?
      Hai centrato il problema: il tuo è la vetta del pensiero orientale e si chiama Advaita Vedanta!

      Elimina
  6. landofw56 tu dici dio siamo noi quindi , e questo cosa significa allora che lo spirito non esiste ? Oppure al contrario lo spirito esiste ?

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Domande cui non è facile rispondere.

      Ciao

      Elimina
    2. E’ il digiuno della mente, che prepara la venuta dell'ignoto. Nisargadatta Maharaj
      ‘Prima dell’illuminazione tagliavo la legna e portavo l’acqua… dopo l’illuminazione taglio la legna e porto l’acqua!’ aforisma Zen
      Non ci sono risposte nel dominio del razionale: una delle costanti universali è l'irrazionalità, il silenzio/digiuno della mente...

      Elimina
    3. E' così: nella nostra dimensione non esistono risposte esaustive.

      Ciao

      Elimina
    4. Le risposte esistono solo là dove nascono i nostri pensieri...

      Elimina
    5. "‘Prima dell’illuminazione tagliavo la legna e portavo l’acqua… dopo l’illuminazione taglio la legna e porto l’acqua!’ aforisma Zen "
      Difronte ai due tempi usati (imperfetto e presente), forse qui si potrebbe trarre l'insegnamento - una volta che la coscienza si è risvegliata - che l'unica realtà vera è l'attimo presente, quello che si vive nel momento. Un po’ come riescono a fare gli animali. Solo che a loro viene spontaneo, naturale; a noi forse è la mente che lo impedisce (o chi ha creato/chi controlla la mente). Fluire nell’eterno presente…
      Vivi l'attimo, carpe diem forse è solo questo. Banale? In simplicitate veritas...

      Elimina
    6. Fluire nell’eterno presente (e per fluire intendo proprio qualcosa che scorre, che si lascia andare senza creare/frapporre ostacoli), forse questo potrebbe essere il mistero arcano dell’Esistenza, della Vita. Basterebbe solo l’ “io fluisco”, → (quindi) io sono, → sono (=esisto), → … (silenzio)… ecco l’eternità, dato che le categorie spazio-temporali non esistono.
      Se lo potessimo fare, ma temo che siamo imprigionati in questa gabbia/dimensione Terra.
      Chi ci ha convinto a venire o tornare su questa Terra? In che modo siamo stai ingannati?

      Elimina
  7. landofw56 , ma come fai i dire che il male non esiste ? Se poi al mondo abbiamo infinite malattie ? Iniziando dai tumori con dolori atroci , il cancro , aids , cecità , sclerosi , sordità , parkinson , alzheimer , la sla , e altre ancora infinite malattie ... , ed infine la morte

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Paolo, il mio commento era ironico. Sbeffeggiavo i "profeti quantistici". Infatti ho sempre sostenuto il contrario.

      Ciao

      Elimina
    2. https://zret.blogspot.it/2015/01/esiste-il-male.html

      Elimina

ATTENZIONE! I commenti sono sottoposti a moderazione prima della loro eventuale pubblicazione.