06 maggio, 2018

A Silvia



Nessun pastore e un solo gregge! Tutti vogliono le stesse cose, tutti sono uguali. (F. Nietzsche)

Tutto è falso. (T.W. Adorno)

La standardizzazione del modo di pensare e di operare assume estensioni nazionali o addirittura continentali. (A. Gramsci)

Le epiche gesta di Silvietta sono sfociate in un'iniqua sentenza. Eppure - sarà un tòpos - non tutti i mali vengono per nuocere: così abbiamo avuto l'opportunità di approfondire un caso antropologico quanto mai istruttivo. Per compiere lo studio, abbiamo, infatti, seguito qualche simposio del C.I.C.A.P. cui è intervenuta la Professoressa Silvia Bencivelli, "giornalista scientifica", di recente riciclatasi come autrice di romanzi d'appendicite.

In primo luogo, con l'aspetto avvenente, quasi angelicato della nostra eroina, stride il linguaggio che ella affetta: è costellato di espressioni che, mentre ambiscono ad essere alla moda, risultano grottesche e sgradevoli. Ci riferiamo specialmente al turpiloquio, esibito per apparire giovanili, sovente incastonato in discorsi pretenziosi e vani. La volgarità gratuita è un oltraggio all’”idioma gentile” (E. De Amicis), oltre che segno di cattivo gusto. Date queste premesse, che la sua zuccherosa fatica pseudo-letteraria sia un abominio è facile concludere. Leggiamo l’incipit della goffa opera, “Le mie amiche streghe”, libro incensato da una coorte di adulatori: "E' podalico. Lorenzo deve nascere tra un mese, ma è podalico e non ha nessuna intenzione di girarsi. Solo che Valeria il cesareo non lo vuole fare. Non vedo alternative, le ho detto. E lei ha scosso la testa". In poche righe una serqua di strafalcioni: il più intollerabile è il solito pleonasmo. La prosa di Paolo Attivissimo, al confronto, è di rara eleganza.



Che cosa pensare poi delle sue pose piene di malcelato sussiego, atteggiamenti di studiata naturalezza, usuali nei negazionisti storici con cui la Bencivelli condivide molti tratti del contegno? Accrescono l’immagine di una donna le cui frustrazioni sono sublimate nello specioso ruolo sociale: dietro si estende il deserto dei sentimenti e degli ideali. E' un ruolo costruito grazie all'alacre collaborazione di cortigiani zelanti ed onnipresenti nel circo della disinformazione: editori, scienziati, registi, attori, gazzettieri, fumettisti, scrittori... il cui folgorante successo è nell'essere dei perfetti falliti... ma con le giuste aderenze.

E' dunque questa l’”umanità”? Quando non è formata da esseri malvagi e perversi, è un brulichio di omuncoli tronfi, di donnicciole imbellettate, gonfie di vuoto come le labbra della Lilli Gruber. Davvero molte persone sono personae, ossia maschere: le loro caratteristiche le omologano in stereotipi che rendono assai agevole classificarle in un’unica categoria, quella della massa acefala. Ci vengono in mente le profetiche parole di Nietzsche che preannunciò l’avvento degli ultimi uomini, individui talmente degeneri da trasformarsi in un cumulo amorfo, omogeneo. Tra gli animali non si rileva altrettanta, deprecabile uniformità.

Vietata la riproduzione - Tutti i diritti riservati

APOCALISSI ALIENE: il libro

17 commenti:

  1. Ma che bella rosicata, Zretino.
    Vedo con immenso piacere che la recente condanna vi sta bruciando il culo con fuoco inestinguibile.

    #strakerpuppa
    #zretripuppa
    #nomamminanopensioncina
    #processi
    #giustizia
    #condanne

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Non ridere troppo di gusto, che rischi di farti venire un'ischemia e con la ciccia che ti porti dietro, ti assicuro che è assai probabile. Ho già una bottiglia di champagne pronta, come quella aperta quando è morto il tuo amico Nigrelli. Un anno di pensione... e via... fuori dai coglioni.

      Elimina
    2. Verrà un giorno, Chicco. Verrà un giorno...

      Elimina
  2. Gramsci, Adorno, Nietzsche... poi leggi Bencivelli, che addirittura pubblica "libri" e d'un tratto ripensi a nonno col suo : "si stava meglio quando si stava peggio". Che tempi viviamo, che orrore... Se non altro c'è ancora gente sveglia ma temo che, riguardo le prospettive del genere umano, Friedrich Wilhelm avesse già capito. Lunga vita a voi fratelli.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. E' un segno dei tempi, Reprisal. Chiunque oggi ha dinnanzi a sé una tastiera ed uno schermo crede di essere uno scrittore: Silvia, mescolando autobiografismo e tesi preconfezionate, pensa che il suo "romanzo" sia letteratura, mentre è solo un ammasso di carta.

      Ciao

      Elimina
    2. A proposito di libri: da te Zret o da qualche altro ottimo lettore di questo sito, desidererei un consiglio, quale opera tra il "Libro dell'inquietudine" di Pessoa e "Racconti impossibili" di Landolfi mi consigliereste? Sono conscio della differenza tra i due libri, uno è un saggio, l'altro un racconto, però vorrei iniziare una nuova lettura, i due autori mi piacciono entrambi e non so che scegliere.
      Grazie anticipatamente per l'eventuale risposta.

      Elimina
  3. Più dell'UNIFORMITA' può la vigliaccheria "umana": Mengele lo ha dimostrato "scientificamente"...
    E la Storia, come un idiota, meccanicamente si ripete! (P. Morand)

    RispondiElimina
  4. Sì, Giuseppe, viltà e piaggeria sono tare tremende.

    Ciao

    RispondiElimina
  5. Vedo che questa Silvia Bencivelli, che personalmente non conosco, sembra molto in confidenza con quel Burioni che se non erro dovrebbe essere lo stesso medico che si sta sforzando in modo direi quasi sovraumano per difendere i vaccini, facendoli passare per un bene supremo dell'umanità, ma noi sappiamo benissimo che le cose non stanno come quel tale racconta. Insomma, si tratta di una setta creata per sostenere - ad ogni costo - tutte le "verità" del potere, ed i suoi componenti collaborano tra loro in modo alquanto attivo; niente di nuovo sotto il sole - voi fratelli Marcianò lo affermate da anni - però stupisce sempre come facciano comunella alla luce del giorno; io mi chiedo come possa la massa restare indifferente e non riuscire a fare 2+2, in fondo non mi pare ci voglia poi tanto a capire i loro giochini.

    P.S. Zret(mi piace chiamarti così) ti seguo oramai da un po' di tempo e apprezzo moltissimo il tuo stile e la tua chiarezza; soltanto oggi, però, ho deciso di commentare.

    A presto.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Ciao Gaspar. Commenti pubblicati e ti chiedo scusa per il disguido.

      La bencivelli, come sono uso dire, fa parte della cricca del C.I.C.A.P., il comitato massone-transumanista-ateo foraggiato dai servizi segreti italiani (non deviati). Inutile osservare come tutti questi soggetti sono pappa e ciccia con le istituzioni e con la magistratura che, immancabilmente, persegue noi, creando "parti lese" che sono sempre soci del C.I.C.A.P., guarda caso.

      Elimina
    2. Già il C.I.C.A.P. Lì dentro tra "scienziati", giornalisti(?), maghi e altro, il motto è uno solo: difendere il potere, anche a costo di apparire per quello che si è in realtà, negando l'evidenza se necessario. D'altronde i veri potenti non sono di certo loro, trattasi di pedine, pure sacrificabili per il "bene" comune, il bene loro ovviamente, di massoni, sionisti e gesuiti.
      Purtroppo siamo nati in quest’epoca, la gente comune preferisce far finta di nulla e allora questi tizi, prima citati, possono farla franca sempre e comunque.

      Elimina
    3. Concordo in toto, Gaspar. Silvietta altro non è che una marionetta dei capi a loro volta manovrati dai demoni. Se solo la gente, invece di guardare il cellulare, guardasse il cielo, già qualcosa cambierebbe, ma viviamo pur sempre nel Ragnarok e sperare in un risveglio mi pare utopico. Possiamo solo testimoniare questa decadenza che pare non sfociare mai in un crollo totale.

      Ciao

      Elimina
    4. Adesso, disgraziatamente, le cose vanno talmente male, che nemmeno il pessimista più incallito poteva immaginare uno scenario simile, alcuni lustri or sono. La gente il cielo lo guarda, eccome; magari non lo facesse, ogni tanto le persone staccano gli occhi(palle da biliardo, totalmente inutili per molti) dal cellulare, osservano il cielo(e che cielo!) e rimangono indifferenti, oppure, addirittura, alcuni si divertono dello spettacolo che si svolge a non molti metri dalle loro zucche. Specie di questi tempi, e in estate, quando gli aerei passano al di sotto dei cumuli o dentro di essi per dissolverli, quel che rimane è aberrante, zero nuvole, una volta metallica; però fa caldo, non piove, e gli esseri “umani” sono contenti, perché potranno recarsi al mare o in giro a mostrarsi mezzi nudi, particolarmente i giovani e giovanissimi, ma non soltanto. A questo siamo arrivati! In un mondo del genere non bisogna stupirsi più di niente. Certo, esistono delle eccezioni positive, ma sono solo eccezioni.
      Credo avesse ragione René Guénon, quando, nel libro “Il regno della quantità e i segni dei tempi”, scriveva che molti sono impossibilitati a vedere la realtà per quella che è, poiché se ci riuscissero questi tempi oscuri cesserebbero di essere tali, ma non è ancora giunto il momento perché ciò avvenga. Speriamo che non manchi molto al raggiungimento del punto più basso del Kali-Yuga; l’attesa è snervante, si respira un’aria apocalittica da un bel po’; personalmente non so a quante altre estati sintetiche roventi e prive d’ossigeno potrò resistere, non che gli inverni siano tanto meglio.
      Ciao.

      Elimina
    5. Hai ragione, Gaspar, ma purtroppo, stando ad alcuni, il Kali yuga si protrarrà ancora per centinaia di anni, sebbene qualcuno sia incline a pensare ad un'imminente Parousia. Intanto aspettiamo Godot. La massa vede il cielo, ma non lo guarda.

      Ciao

      Elimina
  6. Omuncoli che nella loro insulsaggine e brama di consolazioni effimere ha sempre deciso, in massa, la direzione della società, perché maggioranza trascina minoranza. E isolando quei lucidi pensatori che sono sè stessi; ma già facendo solo questo aiutano. Altro che il volontariato che va di moda ora.
    Saluti a Antonio e Rosario

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Esseri di una specie sub-umana talmente abbrutita che neanche Nietzsche saprebbe descriverla.

      Ciao

      Elimina

ATTENZIONE! I commenti sono sottoposti a moderazione prima della loro eventuale pubblicazione.