Inserisco un estratto da un editoriale di Tom Bosco, direttore della rivista Nexus Magazine. L'articolo anticipa un mio contributo su un problema molto serio, ma ignominiosamente ignorato dai soliti gazzettieri.
In un mio precedente intervento azzardavo che, se la massiccia attività aerea di quel periodo (maggio) relativa al fenomeno delle scie chimiche fosse proseguita con quel ritmo, avremmo potuto aspettarci un’estate torrida (“sotto tutti i punti di vista”, aggiungevo): sembra che i fatti, malauguratamente, mi stiano dando ragione. Le segnalazioni sono continuate senza sosta ed io stesso il 17 giugno, esasperato, sono arrivato a chiamare una pattuglia dei Carabinieri alla quale ho fatto notare che cosa stava accadendo nei cieli sopra la nostra testa (per darvi un’idea, nei cinque minuti di attesa in strada sono passati non meno di quattro velivoli...), sentendomi rispondere che loro non erano in grado di valutare che cosa stesse accadendo, ma che ne avrebbero preso nota. I militi mi hanno suggerito di presentare un esposto, cosa che mi sto accingendo a fare.
Stiamo appena iniziando a vedere i cambiamenti indotti sul clima, in particolare la siccità che, se non interverranno altri fattori, non potrà che peggiorare (grazie in particolare ai sali di bario presumibilmente immessi nell’atmosfera in quantità davvero massiccie: i sali di bario, con le loro proprietà igroscopiche, dissolvono tutti i cumuli in fase di formazione, spesso lungo i fronti freddi che provengono dall’Atlantico...). Naturalmente, sarebbe assai semplice per le autorità verificare la fondatezza di queste affermazioni: basterebbero delle analisi specifiche o una revisione di quelle ambientali già esistenti. Ma da quanto tempo andiamo ripetendo ciò?
Fonte: NEXUS Magazine
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