In un celeberrimo racconto di E. A. Poe, intitolato La lettera rubata, l’investigatore dilettante Auguste Dupin riesce a recuperare un’importante missiva che è stata smarrita, ma che nessuno è stato in grado di ritrovare, nonostante accurate ricerche. Il documento non è stato occultato, bensì era ed è sotto gli occhi di tutti, sulla scrivania. L’autore statunitense ci fa comprendere come qualcosa che siamo assuefatti a percepire tenda a sottrarsi all’orizzonte visivo, come se gli oggetti fossero assorbiti dalle superfici su cui sono, per così dire, disegnati. Questo, ovviamente, non vale solo per la vista, ma anche per gli altri sensi la cui potenzialità percettiva si ottunde a causa dell’abitudine. È necessario perciò educare le facoltà sensoriali per cogliere la realtà fenomenica nelle sue varie sfaccettature.
Questo discorso si può estendere anche alle consuetudini culturali: tradizioni, versioni di eventi, racconti leggendari, ripetuti in modo ossessivo, penetrano nella coscienza per poi radicarsi nell’inconscio. A quel punto sradicarli diventa difficilissimo, se non impossibile.
Propongo un esempio per avvalorare il mio assunto. Leggiamo un passo tratto dal Quarto vangelo, (1) capitolo 13 versetti 21-30.
Detto ciò, Gesù si turbò nello spirito e dichiarò: “In verità vi dico: uno di voi mi tradirà.” I discepoli si guardarono l’un l’altro, non sapendo a chi alludesse. Or uno dei suoi discepoli, quello da lui prediletto (2), stava appoggiato sul petto di lui. A questo fece cenno Simon Pietro per dire: “Domanda di chi parla”. Ed egli... domandò: “Signore, chi è?” Gesù gli rispose: “E’ quello cui darò un pezzetto di pane intinto.” Poi, intinto un pezzetto di pane, lo diede a Giuda di Simone iscariote. (3) Appena preso il boccone, Satana entrò in lui. Gesù gli disse: “Quello che fai, fallo presto.”. Ma nessuno dei commensali comprese perché gli avesse detto questo. Alcuni pensavano che, tenendo Giuda la borsa, Gesù gli avesse detto di comprare quanto occorreva per la festa o di dare qualche cosa ai poveri. Egli dunque, preso il boccone, uscì subito. Ed era notte.
Che il brano sia una delle più clamorose invenzioni di un manipolatore del Vangelo è di un’evidenza assoluta. (5) Perché? Parafraso e riassumo l’excerptum. Gesù annuncia ai discepoli che uno di loro lo tradirà ed indica pure il fedifrago: è colui al quale il Messia darà un pezzo di pane intinto. Così fa, ossia porge il pezzo di pane a Giuda il sicario, di fronte agli altri apostoli. Costoro, però, non vedono, non capiscono un fico secco, equivocano, fanno congetture ridicole. Pertanto non agiscono per sventare il piano di Giuda. Mi sembrano un po' tonti questi apostoli. È come se il marito confessasse alla moglie, apertis verbis: “Consorte cara, guarda che io ti tradisco con tua sorella”. E lei come reagisce? Come risponde? “Marito, sei un vero farabutto, ma lo giuro: scoprirò chi è la donna lasciva che ti ha sedotto e mi vendicherò”.
È indubbio che siamo nel campo dell’assurdo, nell’ambito di una delle più maldestre e, al tempo stesso, spudorate contraffazioni del Vangelo che siano mai state compiute. Tra l’altro, non si contano le mistificazioni all’interno dei Vangeli. Quasi certamente il passo è un’interpolazione di tipo letterario, in conformità con un collaudato schema narrativo, che contempla l’azione proditoria ai danni dell’eroe. (4) E’ poi un racconto in palese e stridente contraddizione con quanto afferma Shaul- Paolo nella Prima lettera ai Corinti, capitolo 15, versetti 3-7.
Infatti io vi ho trasmesso, prima di tutto, quanto anch’io ho ricevuto, che Cristo è morto per i nostri peccati, secondo le Scritture, che fu sepolto e resuscitò il terzo giorno, secondo le Scritture, che apparve a Cefa (Simon Pietro n.d.r.) e poi ai Dodici … Apparve quindi a Giacomo, poi a tutti gli Apostoli.
È chiaro che Paolo, le cui lettere sono più antiche dei Vangeli, ignora completamente l’episodio del tradimento per opera di Giuda. Altrimenti non avrebbe asserito che il Signore apparve, subito dopo la resurrezione, ai Dodici.
Questo discorso si può estendere anche alle consuetudini culturali: tradizioni, versioni di eventi, racconti leggendari, ripetuti in modo ossessivo, penetrano nella coscienza per poi radicarsi nell’inconscio. A quel punto sradicarli diventa difficilissimo, se non impossibile.
Propongo un esempio per avvalorare il mio assunto. Leggiamo un passo tratto dal Quarto vangelo, (1) capitolo 13 versetti 21-30.
Detto ciò, Gesù si turbò nello spirito e dichiarò: “In verità vi dico: uno di voi mi tradirà.” I discepoli si guardarono l’un l’altro, non sapendo a chi alludesse. Or uno dei suoi discepoli, quello da lui prediletto (2), stava appoggiato sul petto di lui. A questo fece cenno Simon Pietro per dire: “Domanda di chi parla”. Ed egli... domandò: “Signore, chi è?” Gesù gli rispose: “E’ quello cui darò un pezzetto di pane intinto.” Poi, intinto un pezzetto di pane, lo diede a Giuda di Simone iscariote. (3) Appena preso il boccone, Satana entrò in lui. Gesù gli disse: “Quello che fai, fallo presto.”. Ma nessuno dei commensali comprese perché gli avesse detto questo. Alcuni pensavano che, tenendo Giuda la borsa, Gesù gli avesse detto di comprare quanto occorreva per la festa o di dare qualche cosa ai poveri. Egli dunque, preso il boccone, uscì subito. Ed era notte.
Che il brano sia una delle più clamorose invenzioni di un manipolatore del Vangelo è di un’evidenza assoluta. (5) Perché? Parafraso e riassumo l’excerptum. Gesù annuncia ai discepoli che uno di loro lo tradirà ed indica pure il fedifrago: è colui al quale il Messia darà un pezzo di pane intinto. Così fa, ossia porge il pezzo di pane a Giuda il sicario, di fronte agli altri apostoli. Costoro, però, non vedono, non capiscono un fico secco, equivocano, fanno congetture ridicole. Pertanto non agiscono per sventare il piano di Giuda. Mi sembrano un po' tonti questi apostoli. È come se il marito confessasse alla moglie, apertis verbis: “Consorte cara, guarda che io ti tradisco con tua sorella”. E lei come reagisce? Come risponde? “Marito, sei un vero farabutto, ma lo giuro: scoprirò chi è la donna lasciva che ti ha sedotto e mi vendicherò”.
È indubbio che siamo nel campo dell’assurdo, nell’ambito di una delle più maldestre e, al tempo stesso, spudorate contraffazioni del Vangelo che siano mai state compiute. Tra l’altro, non si contano le mistificazioni all’interno dei Vangeli. Quasi certamente il passo è un’interpolazione di tipo letterario, in conformità con un collaudato schema narrativo, che contempla l’azione proditoria ai danni dell’eroe. (4) E’ poi un racconto in palese e stridente contraddizione con quanto afferma Shaul- Paolo nella Prima lettera ai Corinti, capitolo 15, versetti 3-7.
Infatti io vi ho trasmesso, prima di tutto, quanto anch’io ho ricevuto, che Cristo è morto per i nostri peccati, secondo le Scritture, che fu sepolto e resuscitò il terzo giorno, secondo le Scritture, che apparve a Cefa (Simon Pietro n.d.r.) e poi ai Dodici … Apparve quindi a Giacomo, poi a tutti gli Apostoli.
È chiaro che Paolo, le cui lettere sono più antiche dei Vangeli, ignora completamente l’episodio del tradimento per opera di Giuda. Altrimenti non avrebbe asserito che il Signore apparve, subito dopo la resurrezione, ai Dodici.
Misteri della fede? No, misteri della credulità e della dabbenaggine, la stessa dabbenaggine che contraddistingue le masse di oggi abbindolate da uomini di chiesa, politici, sindacalisti, giornalisti e via discorrendo. Se, per duemila anni, è stato possibile gabellare i racconti dei vangeli per verità ispirate da Dio, (e accade ancora oggi!) laddove quei quattro libercoli, soprattutto nelle redazioni che possediamo, sono il risultato di una stratificazione durata secoli, con tutte le incongruenze, le distorsioni, le falsificazioni tipicamente umane che ne derivano, si può sperare che le menzogne di oggi si rivelino presto per quello che sono? Le bugie su Pearl Harbour, su Hiroshima, sul Vietnam, sino a quelle più recenti, sul 9 11, sul 3 11, sul 7 7, sulle scie chimiche etc. per quanti secoli, ammesso che dinanzi all’umanità ed al pianeta si dispieghi un tempo così lungo, saranno ancora riferite e credute la VERITA’ ?
Erra il proverbio che dice Le bugie hanno le gambe corte: purtroppo le bugie hanno le gambe lunghissime, specialmente quelle propalate dai potenti per mantenere e rafforzare il controllo dei sudditi imprigionati nell’ignoranza e nel pregiudizio.
Note
1 Il Quarto vangelo non fu scritto da Giovanni, ma probabilmente dal filosofo gnostico di Efeso, Cerinto. Vedi http://www.nostraterra.it/
2 Il discepolo prediletto da Gesù è Lazzaro, genero del Maestro, sposo di Maria Maddalena. Vedi http://etanali.it/
3 Il nome Giuda Iscariota va, in realtà, letto Giuda il sicario, vale a dire zelota, combattente messianista. Oggi lo definiremmo terrorista.
4 Vedi, ad esempio, Siddharta Gautama Buddha alla cui vita attentò, senza riuscirvi, uno dei suoi seguaci, Devadatta.
5 L’azione dei fraudolenti revisori dei Vangeli canonici ricorda quella di certi bambini curiosi che smontano una sveglia, promettendo ai genitori che la rimonteranno affinché l’orologio riprenda a funzionare. Questi pargoli, dopo aver aperto l’oggetto, smontati tutti gli ingranaggi e le rotelle, non riescono più a ricomporre la sveglia né tanto meno a farla funzionare. Si limitano perciò ad assemblare i pezzi alla meno peggio. Così gli evangelisti, disarticolati, modificati, tagliati e interpolati i testi originari, si ritrovano con uno zibaldone incomprensibile, contraddittorio e farraginoso.
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