Gli dèi dell'antica religione iranica - il supremo Mithra, Ahura Mazda e la dea Anahita - costituiscono il fondamento del credo zoroastriano. Secondo Zarathustra si doveva venerare soltanto Ahura Mazda (da cui deriva "mazdeismo", l'altra espressione usata per indicare la religione fondata da Zarathustra), poiché egli, Signore Saggio, personificava il principio del bene e della luce, contro il male e l'oscurità rappresentati da Ahreman, il diavolo. I quattro elementi (fuoco, terra, acqua e aria) sono considerati sacri dalla religione zoroastriana e i fedeli hanno il compito di proteggerli dall'impurità.
Il fuoco, in quanto simbolo della luce e della purezza, svolge un ruolo importante nelle attività cultuali sin dall'età achemenide, tanto che gli zoroastriani sono anche chiamati "adoratori del fuoco". Lo stesso particolarissimo culto dei defunti della religione zoroastriana deve ricondursi all'esigenza di tenere lontana l'impurità dai quattro elementi sacri. Poiché ogni cadavere è considerato impuro, esso non può essere seppellito nella terra o nell'acqua né può essere bruciato.
Il significato della parola "Mithra", il nome del dio della luce e del sole, massima divinità del pantheon dell'antico Iran, può essere tradotto con "contratto". Il dio, infatti, era patrono dei contratti, dei giuramenti e, in generale, della verità. Secondo l'insegnamento di Zarathustra, Mithra aiutava Ahura Mazda nella sua perpetua lotta contro il male. La fortuna di Mithra fuori dalla sua terra d'origine è un fenomeno particolarissimo; noto sin dal periodo achemenide (VI-IV secolo a.C.), il culto di Mithra si diffonde dalla Persia all'India e a tutto il Vicino Oriente, per giungere fino in Grecia e, in seguito, in Italia. I Romani lo diffusero, in quanto dio dei guerrieri, nelle province imperiali dell'Europa centrale e occidentale. Quando il cristianesimo divenne la religione ufficiale dell'impero romano, sui luoghi di culto sotterranei del dio di origine persiana vennero edificate le chiese. Anahita è l'unica divintà femminile del pantheon antico-iranico, descritta come una ragazza dall'aspetto bello e forte, nella cui figura confluiscono alcuni aspetti delle antiche divinità babilonesi, che venivano ancora venerate in Persia fino al regno di Serse I (486-465 a.C.).
Il nome Zarathustra, in lingua avestica, è di incerto significato: forse significava conduttore di cammelli (il persiano più tardo usa la forma Zardusht, i Greci lo avrebbero mutato in Zoroastres, che in lingua italiana divenne "Zoroastro"), Zarathustra, intimamente connesso dal suo stesso nome ai modi di vita delle antiche popolazioni del mondo iranico, fu il grande profeta e riformatore religioso vissuto nella prima metà del I millennio a.C., che la religione mazdea (dal nome divino di Ahura Mazda, il "Signore Saggio") riconobbe come proprio fondatore.
La raccolta dei testi religiosi mazdei si chiama Avesta; probabilmente essa fu redatta in forma scritta in epoca sassanide (IV-VI secolo d.C.), anche se il clero del tempo, demonizzando la figura di Alessandro, attribuiva al Macedone la responsabilità di aver massacrato e disperso le comunità dei fedeli e bruciato i testi sacri dei periodi precedenti. La tradizione zoroastriana attribuisce al profeta la composizione in prima persona di 5 canti o gatha che formano 17 dei 72 capitoli della più antica sezione dell'Avesta, chiamata Yasna ("venerazione, sacrificio"). I canti verosimilmente composti da Zarathustra sono il nucleo più antico e venerato dell'intero Avesta.
La patria di Zarathustra è variamente identificata nelle pianure della Battriana (oggi in Afghanistan settentrionale), del Sistan (diviso tra Iran, Pakistan, Afghanistan), della Margiana (oggi in Turkmenistan) o nei territori delle antiche satrapie persiane della Chorasmia (l'attuale regione del Khorassan iraniano) e dell'Arachosia (regione di Kandahar, Afghanistan). Circa il tempo, la Chiesa mazdea convenzionalmente colloca Zarathustra "258 anni prima di Alessandro", ma gli specialisti oscillano oggi tra il X e il VII secolo a.C. Al di là dei problemi storici, Zarathustra fu un grande riformatore etico e religioso, capace di influenzare la religiosità del mondo iranico e, di riflesso, del mondo intero per i millenni che sarebbero seguiti.
Fonte: www.galluzzo.it
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