04 settembre, 2006

I falsari della parola

L’ipocrisia peggiore è non chiamare le cose col proprio nome. Finché mi sarà possibile, continuerò ad indicare le cose con i termini che le denotano: ad esempio, mi ostino a definire l’Italia non una repubblica democratica, ma una plutocrazia sinarchica fondata sull’anatocismo, l’usura ed il veneficio. Qualcuno mi dimostri, se ci riesce, il contrario.

Chi non ricorda il canto di Ulisse? L’eroe greco è punito nella bolgia dei consiglieri fraudolenti insieme con Diomede, per aver pervertito il linguaggio con i suoi discorsi mendaci e forieri di disgrazie. Anche l’”orazion piccola al cammino” è un esempio di un uso scaltro ed ingannevole della parola col fine di persuadere i compagni a compiere “il folle volo”. Per questo motivo Dante tramuta i due personaggi in una fiamma biforcuta che evoca la lingua immorale dei bugiardi incalliti.

Sempre a proposito di figure infernali, al festival dell’arte (?) cinematografica di Venezia è stata proiettata una pellicola dedicata a sua bassezza, la regina Elisabetta II. Il film, che qualificare come "un obbrobrio" è un elogio, s’intitola Queen. Orbene, il vocabolo “queen”, di radice indoeuropea (si pensi al greco gyné, donna), deriva dall’inglese antico, quean, che significa… Ha un valore davvero appropriato all’infame regina di picche. Ritengo inoltre che l’epiteto di “serpenti” affibbiato a lei ad alla sua genia da Lady Diana Spencer, uccisa in seguito ad un complotto cui non fu certo estranea l’algida ed avida sovrana, sia quanto mai indovinato. (1)

Restituiamo perciò al linguaggio non solo una forse illusoria corrispondenza con la “realtà”, ma soprattutto una tensione etica, uno spirito di verità, che lo differenzi dall’idioma idiota di gazzettieri, maneggioni, legulei, “economisti”, scemenziati… Rintuzziamo questa legione di impostori ciarlieri il cui unico scopo è quello di ingannare, nascondere, distorcere.

Ab uno disce omnes.


(1) Vedi D. Icke, Il segreto più nascosto, Diegaro di Cesena, 2001, cap. 19, La dea ed il re

2 commenti:

  1. L'importanza di quello che dici mi è apparsa in tutta la sua - come dire? mi mancano le parole!!! - forma?, quando ho trovato quel passo che parlava della 'vecchia' "Nuova Destra" americana e dei 'nuovi' "Neocon" in cui si sarebbe trasformata.

    Orwell George ha ben identificato nella manipolazione del linguaggio uno dei pilastri del potere!
    Ciao!

    Avles.

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  2. Concordo in toto. Vai al seguente sito www.ariannaeditrice.it e troverai un tuo testo. Imperdibili i tuoi interventi su comedon. Perseveriamo!Ciao!

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